sabato 23 ottobre 2004

Sabato 23 Ottobre

Mio zio mi accompagna in stazione alle 7:10 circa [Il treno è alle 7:47], scendo dalla macchina, saluto mio zio, entro in stazione, vado per prendere il biglietto e obliterarlo...
OH CA%%O! HO LASCIATO IL MARSUPIO A CASA!!! MER%A!!!!!
Esco di corsa, conto alcuni minuti perché mio zio possa rientrare a casa, comincio a chiamarlo [Dann! è senza cellulare!] ma non ottengo nessuna risposta.
7:30, niente da fare. Decisione di fretta. Ok. Taxi. "Voliamo a Cadine che prendo i documenti e torniamo qui in stazione!"
Corsa di volata, il tassista per distrazione passa col rosso ad un semaforo gestito dagli autobus mentre parliamo di radio-rai (e giù bestemmie e io a tranquillizzarlo che era appena passato dal giallo al rosso).
Arrivo a casa, ancora mio zio non è tornato [Non c'è la macchina: forse si è fermato a Trento per prendere il giornale, un caffè o qualcosa del genere], prendo il marsupio con i biglietti e torniamo in stazione, ma è troppo tardi: sono le 7:55.
Entro in stazione e guardo che cosa passa il convento: c'è un treno che parte alle 8:15 e arriva a Verona alle 9:23 [La coincidenza con l'InterCity 606 è dichiarata alle 9:21], per cui mi butto su quel treno, incrociando le dita e sperando in un ritardo del treno successivo.
La botta di culo è totale. Arrivo a Verona al binario 3, guardo sulla voce "Partenze" il binario dell'IC 606, il 12, e parto a razzo. Giungo e leggo "TORINO (BRESCIA, MILANO C.LE) IC 1/2 9:23" e mi butto sopra. Niente treno, ma ci sono diecimila persone.
Annuncio "Treno IC etc. etc. viaggia con circa cinque minuti di ritardo", che vengono segnalati sul tabellone. Ficco il biglietto nell'obliteratrice sull'orlo dei salti di gioia, e non riesco a spiegarmi perché per tutto il tragitto ad ogni stazione la voce che annuncia la stazione in arrivo continua a scusarsi per il ritardo di cinque minuti.
Finalmente stazione. Non ricordo bene come raggiungere il quartiere, e al volo vedo che devo prendere la Verde verso Famagosta e poi a Cadorna prendere la rossa. E lo vedono altri 84793827493287 avventori dello smau. Un casino immondo.
Mentre aspetto il treno finalmente mi ricordo che potevo prendere la Gialla fino al duomo e poi la rossa da lì. 'Stica%%i, ormai sono in ballo [anzi, nel fiume di gente che mi spinge]. Prendo quattro biglietti per la metropolitana [A/R di oggi e di domani, così non devo fare km di fila], e poi via, scavalcando decine di bagarini NAPOLETANI ["Ue' Guaglio! Biglietti pe lo SMAUU a metttà prezzooou!") che trovo persino subito fuori dal treno.
Giunti ad Amendola Fiera, ancora scavalco di decine e centinaia di bagarini [Sentite, ditemi quello che volete, ma secondo me questi semplicemente sono al soldo della Fiera di Milano, perché non è possibile che girino migliaia di biglietti di invito validi...] e finalmente guadagno l'ingresso, offro la scheda stampata dei preregistrati [gu! sono uno scroccone!] e mi viene dato il tesserino nominale, entro. Un minuto di pausa, un giretto veloce, ed è il momento di un caffè.
Il resto a dopo, esco, sigaretta.
Fuori c'è un casino di gente che gira con sacconi ASUSTek o FOXCONN ripieni di gadget & carte varie, ma oggi per me è la giornata dedicata ai contatti di lavoro, per cui non mi dilungherò su questa. Ho incontrato il mio ex collega M.P. che è in SMAU con un paio di colleghi, poi ho seguito qualche presentazione.
Mentre parlavo con un commerciale IBM ho avuto anche il tempo di seguire e sentire parlare per un po' il ministro Lucio Stanca, che è passato dallo SMAU seguito da una nutrita scorta.
Di questa giornata sono notabili solo alcuni contatti di lavoro per me e/o per il mio venditore. Ah, al teatro "Microsoft for Business" durante la presentazione del CRM Microsoft integrato con Outlook va via la luce [C'è un caldo tremendo, per cui accendono l'aria condizionata, il che provoca continui distacchi del magnetotermico del padiglione].
Questo manda in crash il server dimostrativo del CRM e l'Outlook 2003, costringendo il già evidentemente imbranato presentatore [Che non è neanche in grado di riaccendere il computer dopo che si è spento ed ha bisogno del collega anche per riaccenderlo, digitare la password e far partire il VirtualPC su cui è installata una versione demo] alla fine annuncia che per maggiori informazioni di carattere commerciale ci si può rivolgere ai suoi colleghi perché lui è un tecnico.
Le mie risate interiori si sprecano, quanto ai miei propositi per domani, sono quelli di girare esclusivamente per la raccolta di gadget e fesserie, con qualche altra finale informazione di carattere commerciale.
Ritorno alla stazione, deciso a prendere la Rossa fino al duomo e poi la Gialla fino alla stazione FS, e di nuovo vengo emulato dalla stessa quantità di persone che c'era all'andata.
Con buon occhio mi allontano dal centro della stazione portandomi all'estremità inferiore, dove ci sono due persone.
Una voce all'altoparlante annuncia che il treno in arrivo è pieno, e chiede di voler preferire il prossimo treno, senza tentare di caricarlo ulteriormente. Il treno arriva e le carrozze sono effettivamente traboccanti. L'ultima [In cui entriamo in una decina in tutto] invece è quasi vuota.
Quando il treno parte, vedo che la stazione è rimasta stracarica.
Finalmente sono alla stazione Centrale. Il tempo di comprare un panino [Ho un certo languorino...] e mi porto verso il treno che va a Verona.
Milioni di persone si accalcano sui primi vagoni. Io mi faccio una luuuuuuuunga passeggiata fino quasi alla locomotiva e salgo sul primo vagone, pressoché vuoto.
Di fronte a me si siede una ragazza brunetta, evidente studentessa universitaria di una qualche facoltà di disegno o architettura con relativa custodia per disegni arrotolati.
Il treno parte e la ragazza viene raggiunta da un'amica della stessa facoltà [E con lo stesso portadisegni].
Come posso dire? Una Dea.
Bionda. Occhi azzurri, lineamenti sottili, capelli naturali [e non ossigenati con ricrescita].
22, forse 23 anni, corporatura snella e di misure corrette e non esagerate, vestita con un maglione nero e una sciarpa bianca. Zainetto nero di pelle, voce gentile e suadente... ragazzi mi sono innamorato direttamente a colpo di fulmine, non le sono saltato addosso solo perché si capiva che non era quel tipo di ragazza. Ma poi lei è scesa a Romano, e io sono rimasto lì da solo...
Mio Dio, roba da doccia fredda...
A Trento cerco un modo di tornare, ma a quanto pare, di sabato alle 21 non ci sono più autobus, la stazione delle autocorriere è chiusa, e come sempre non riesco a rintracciare mio zio, che non risponde al telefono [Grrrr]. Ennesimo taxi fino a casa, col tassista che accetta 25 centesimi di meno pur di non cambiarmi 50 euro.
Ed a fine serata le mie mani, veloci, sul portatile [Ehi! Cosa stavate pensando? DEPRAVATI!] hanno riportato tutto questo racconto fino a voi.

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