giovedì 29 novembre 2007

E anche Priolo Gargallo

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Dopo essermi ripreso [gosh S-: ] dalla fatica non indifferente, mi sembra il caso di raccontare come e' andata la serata (beh, la nottata, piu' che altro) che ha compreso lo spazio fra mercoledi' e giovedi' quando la pioggia che si e' riversata ha combinato molti piu' danni dell'immaginabile.

Alle 23:30 stavo navigando su internet, in pigiama, con il letto caldo che mi attendeva e Philippe mezzo addormentato vicino al cuscino.
Sentivo che aveva cominciato a piovere, ma mi ero accorto della misura del temporale solo marginalmente. Da un lato perche' la persiana era chiusa e quindi piu' che altro sentivo il rumore lontano dei tuoni, ma dall'altro perche' quando mi sono accorto che l'attivita' ceraunica cominciava ad avvicinarsi, avevo appena dato uno shutdown al PC e stavo per staccare il router dalla linea telefonica, quando (appunto intorno alle 23:30) e' suonato il telefono di casa (dato che il numero reperibile e' tuttora disperso, per ora si usa il mio numero privato quale reperibile notturno) ed MR mi ha solo annunciato: "In sede, fra 10 minuti? Portati stivali e cerata", a cui ho risposto solo: "Si, anche meno di dieci minuti, sto arrivando."
Uniforme, stivali, giaccone super-impermeabile, documenti in tasca, cellulare UnoMobile (che e' diventato lui il reperibile di protezione civile) e via.
Sottocasa mi rendo conto che la pioggia e' talmente forte che nonostante la nostra posizione sia relativamente alta, l'acqua che si e' ammassata ha superato la linea del marciapiedi; la stessa via Monteforte si presenta come un fiume in piena.
Giungo alla sede, ci prepariamo tutti quanti a partire, il collega mi spiega che l'emergenza principale (quella per cui siamo stati allertati dalla Regione) e' dalle parti di Cava Sorciaro, ma data la situazione siamo in procinto di partire con uno dei mezzi fuoristrada e con il mezzo anfibio (un Fiat 6640 dei primi anni '80 che si e' rilevato a dir poco indispensabile, come vedrete piu' avanti). Partiamo verso mezzanotte e, superato il ristorante "Triglia d'Oro" e giunti in prossimita' della portineria ERG ci troviamo imbottigliati in una lunga fila che sembra concludersi poco avanti con alcune auto ferme con le quattro frecce accese. Sembrerebbe un blocco a causa di un incidente, ma pochi istanti dopo un carabiniere da fuori ci chiama a gran voce per dirci che piu' avanti c'e' oltre un metro d'acqua e ci sono diverse persone intrappolate nei veicoli [stanno cercando di contattare una signora con due bambini a cui il cellulare adesso non prende piu' (fortunatamente la stessa era gia' stata prontamente soccorsa dalle guardie giurate dell'ERG, che le avevano fornito degli abiti asciutti ed una coperta, e l'avevano gia' riaccompagnata a casa)], per cui il tempo di lasciare il fuoristrada e ci troviamo tutti quanti sull'anfibio.
L'acqua e' veramente molto alta [sul sito che ho citato potete vedere quattro foto del mezzo (di cui una con una persona per avere un'idea delle misure del giocattolone)] e una volta "infilati" nel lago ci troviamo con tratti in cui tutta la linea rossa del veicolo e' sott'acqua e sporge solo la parte colorata di bianco (fate conto un 15-20cm piu' in basso della linea di galleggiamento: ancora un po' d'acqua e le ruote non avrebbero avuto piu' presa, e saremmo andati con l'elica di poppa).
Due persone sono uscite dall'auto e sono salite sul bordo della strada, piu' in alto del manto stradale, altre cinque sono dentro i veicoli, letteralmente zuppi e spaventati, successivamente troviamo una signora di mezza eta' in preda ad una crisi di panico, assieme alla madre di non meno di 80 anni, avvolta in una vestaglia fradicia, terrorizzata (due colleghi non esitano a "tuffarsi" per aiutarla a salire, io la prendo in braccio e la porto a bordo tenendola in braccio, la aiuto a sedersi e quindi ritorno fuori per aiutare a salire la figlia: credetemi, una di quelle scene che sembrano piu' da film catastrofico che da vita reale). Ci dirigiamo lentamente verso il CE.RI.CA. di Priolo (accanto all'Universita'), dove agli sfollati vengono offerte delle coperte e qualche bevanda calda, arriva qualche ambulanza (la situazione e' complessa: la ex 114 e' percorribile solo con l'anfibio, la strada di Cava Sorciaro e' anch'essa allagata e sulla 114 ci sono problemi a causa di una frana) per soccorrere chi e' in condizioni piu' complicate (fra cui la signora con la crisi di panico), e ritorniamo quindi sui nostri passi raccogliendo altre persone bloccate sui veicoli (fra cui persino un collega di MR che ha smontato dalla centrale ENEL di Augusta ed e' rimasto bloccato per strada con la macchina guasta). Fortunatamente ha smesso di piovere per cui verso le 2:30 rientriamo per lasciare l'anfibio e ripartire con l'altro fuoristrada ed una pompa idrovora per via di un altro intervento. Infatti nell'area periferica di Priolo San Foca', un palazzo ha i cantinati completamente allagati (oltre 1,80mt d'acqua), e dato che la cabina di distribuzione ENEL del quartiere si trova nel cantinato, tutto il quartiere e' al buio.
Attacchiamo la motopompa alle 3 del mattino, dopo aver trovato un tombino per buttare l'acqua ed il nostro servizio continua fino alle 9, quando la pigna della proboscide non e' piu' in grado di pescare (abbiamo rimosso circa 70cm di acqua da un cantinato largo una decina di metri ed esteso per circa 80mt, fatevi un po' il conto della quantita' d'acqua) e dal CE.RI.CA. ci comunica che saremo sostituiti da un'altra squadra con attrezzatura specifica per rimuovere il resto dell'acqua [sono necessarie delle pompe sommerse piu' compatte, o un paio di autobotti con funzione di "aspirazione passante" (aspirare da un tubo e - contemporaneamente - buttare nella fognatura dall'altro)]. Rientriamo a Siracusa per la chiusura del servizio che sono da poco passate le nove del mattino. Stanci, mezzi intirizziti (vestiti e cerate ci si sono asciugati addosso) ma dannatamente soddisfatti.
E' stata la prima "uscita" ufficiale del mezzo anfibio [sinora solo uscite di rappresentanza) ed e' risultato veramente utile in queste situazioni, oltre alla soddisfazione in prossimita' del CE.RI.CA. di venire superati da un camion dei VVFF che procedeva a 3km/h con tutti i pompieri a bordo che ci guardavano (specie dopo aver letto "ASSOCIAZIONE VOLONTARI CITTA' DI SIRACUSA - PROTEZIONE CIVILE", anziche' "VIGILI DEL FUOCO - 115" sulla fiancata del mezzo (-: ) con invidia (((-: ].

Oggi non ho lavorato, ma principalmente dormito dopo aver trascorso una giornata che era cominciata alle 5:30 di mercoledi' ed e' finita alle 9:30 di giovedi'... (((-:

domenica 25 novembre 2007

Dopopranzo con... UFO?

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Il mio amico FC, farmacista e prode proprietario di una FinePix AF-10 (di cui ho gia' parlato in passato), domenica scorsa e' stato in campagna dai suoi ad Avola Antica.
Dopo aver scattato diverse foto del parentado o del panorama, nel rientrare a casa in serata, e scaricare le foto al computer, si e' accorto di qualcosa di strano su una delle foto del panorama.
Infatti sulla fotografia, di cui leggiamo dai dati EXIF che e' stata scattata alle 13:12:08 del 18/11, compare in cielo una macchia scura, all'incirca sopra i terreni agricoli fra Avola e Noto.

La foto del panorama di cui sopra, clickate per ingrandirla/scaricarla (6Mpx, 1,4Mb!)
Dettaglio dell'oggetto in alto a dx sulla foto

Mentre ad esempio nella foto effettuata pochi istanti prima piu' o meno sulla stessa fascia di panorama, (dati EXIF: alle ore 13:11:35) non compare l'oggetto.

La foto scattata pochi istanti prima, clickate per ingrandirla/scaricarla (6Mpx, 1.4Mb!)

Ora, la domanda sorge spontanea: le foto sono a disposizione (clickando potrete visionarle in piena risoluzione (sono foto da 6 megapixel e pesano quasi 1.5Mb ciascuna: 2848x2136 a 16,7 milioni di colori). Diteci voi che cosa puo' aver fotografato perche' noi non riusciamo a venirne a capo...

AGGIORNAMENTO del 2 maggio 2010
Ieri sera mi sono sentito con Francesco.
Mentre discutevamo del più e del meno, mi ha parlato di un documentario del National Geographic sugli UFO andato in onda su un canale televisivo locale. In questo documentario è passata in onda un'immagine, di un quadro antico.
Prima di continuare, ecco l'immagine:

Il quadro mostra due figure non ben identificate sul fondo, che possiamo definire inquietantemente simili all'oggetto fotografato da Francesco. Ora, io sono principalmente una persona non esattamente scettica, ma quantomeno che sa porsi delle domande e gradirebbe delle risposte convincenti. Lungi da me il dichiarare senza mezzi termini che l'oggetto fotografato da Francesco fosse un disco volante (o che questo oggetto lo possa essere). Ma il dubbio sale, quantomeno nel dire: "che cosa ha effettivamente fotografato Francesco? Un palloncino a forma di cavallo?". Quello che cerchiamo è una risposta, che ancora è seminata di dubbi.

sabato 24 novembre 2007

ZoneMinder, Ubuntu Gutsy e ProxyPass

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Il lavoro in ufficio procede, e come procede il lavoro procede anche l'installazione di molte altre macchine (dopo la Sun) che dovranno gestire alcuni servizi interni e/o esterni (un po' per fare pratica con questi sistemi, un po' perche' mi tornano utili anche per pubblicizzare determinati servizi con i miei clienti).

Il punto della questione e' quello che in questi giorni sto combattendo con il server ZoneMinder.
Ho installato su una macchina non eccezionale (un dual celeron 466 con 256 Mb di ram ECC) XUbuntu 7.10 e la mia vecchia scheda TV Brooketree BT878, e quindi sono passato all'installazione di ZoneMinder.
Qui devo dire che le installazioni pacchettizzate di Ubuntu in certi versi sono utili perche' con un "sudo apt-get" si installa qualsiasi cosa senza dover pensare alle varie dipendenze, ma dall'altra parte critico la gestione di certe dipendenze: capisco che ZoneMinder abbia bisogno del server apache+php installati in locale, ma per quale motivo *PRETENDE* di installare localmente anche MySQL? E se io avessi un database server bello, dedicato, pronto & veloce? Ma transeat, quantomeno con le installazioni pacchettizzate posso gestire in maniera migliore gli aggiornamenti.

Ora pero' si pone un problema: l'unica macchina disponibile sulla rete locale in DMZ e' il nodo herbert, che ospita peraltro il sito web interno, l'area ftp pubblica (per il momento) e tutta un'altra serie di cosucce simpatiche e utili. Per far funzionare ZoneMinder dall'esterno, la sua interfaccia web dovrebbe essere, per l'appunto, raggiungibile dall'esterno, ma non posso mettere in DMZ anche il nodo seth... E mi sembra "sporca" la soluzione di impostare il webserver di seth su un'altra porta; potrei giocare con i virtual-server ma dato che herbert e' di prossima reinstallazione/aggiornamento ho pensato, temporaneamente, ad una soluzione piu' veloce ed affidabile: il proxy di Apache.
Questo anche perche' il nodo herbert monta sia la scheda della LAN (192.168.1.x, dietro robusto firewall e proxy squid) che quella della DMZ (192.168.2.x), per cui l'idea di fondo era semplice: ho installato su seth ZoneMinder (il metodo pacchettizzato lo mette sotto /zm e /cgi-bin rispetto alla home-page), ed ho aggiunto (sotto /ps) il PHPSysInfo (dopo aver installato lm-sensors e hddtemp) per avere sotto controllo da remoto anche lo stato della macchina e delle varie temperature/ventoline [ed infatti su herbert un ventolone a lato dell'hard disk lo tiene costantemente sotto ai 40 gradi, mentre su seth, che gliene devo montare uno... ora stiamo sui 48 gradi O-: ].
E fin qui, tutto a posto, due righe (all'incirca) sul file /etc/apache2/sites-available/default e attivo il proxy:
# ZONEMINDER su Seth
<Location /zm>
  ProxyPass http://192.168.2.2/zm
  ProxyPassReverse http://192.168.2.2/zm
</Location>
<Location /cgi-bin>
  ProxyPass http://192.168.2.2/cgi-bin
  ProxyPassReverse http://192.168.2.2/cgi-bin
</Location>

# PHPSYSINFO su Seth
<Location /ps>
  ProxyPass http://192.168.2.2/ps
  ProxyPassReverse http://192.168.2.2/ps
</Location>
A questo punto i miei test effettuati sulla rete interna rivelano che tutto funziona perfettamente, salvo il momento in cui provo a visionare da fuori rete una telecamera di test che ho posto in laboratorio: chiunque si trova su internet ed apre la pagina del monitor, guarda un bel buco quadrato bianco al posto delle immagini...

Ma cos'e', ma cosa non e'? Finalmente nella serata mentre sono da un cliente provo ad aprire io la telecamera ed ecco svelato l'arcano: chiedo infatti di visionare il sorgente della pagina (in realta' del frame che contiene lo stream video) e mi si piazza davanti una cosuccia simpatica:
<img src="http://192.168.2.2/cgi-bin/nph-zms?mode=jpeg&monitor=1&scale=100&maxfps=5&rand=1195887199" alt="Laboratorio" border="0" width="352" height="288">
Oh, ma guarda un po', certo che nessuno vede dall'esterno le immagini della telecamera: cerca di caricarle dal nodo 192.168.2.2!
Uhm. Ravano nei sorgenti di ZoneMinder, e scopro l'arcano di cui sopra nel file zm.php (link simbolico con "index.php) nella cartella /usr/share/zoneminder: intorno alla riga 60 compare una riga:
else
{
  $protocol = 'http';
}
define ( "ZM_BASE_URL", $protocol.'://'.$_SERVER['HTTP_HOST'] );
if ( $_GET['format'] )
ed io subito ho proveduto a tritarla, in questo modo:
else
{
  $protocol = 'http';
}

##### MODIFICA DI GRIZZLY #####
#define( "ZM_BASE_URL", $protocol.'://'.$_SERVER['HTTP_HOST'] );
define ( "ZM_BASE_URL", '');
##### MODIFICA DI GRIZZLY #####

if ( $_GET['format'] )
ed ecco che, magicamente, quando ZoneMinder offre l'immagine non la carica da http://indirizzo-host/cgi-bin/..." ma solo da "/cgi-bin/..." e funziona perfettamente dall'esterno ((-:

giovedì 22 novembre 2007

Sun Ultra5/10 e Solaris 9

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Come avevo accennato in passato, ho acquistato su e-bay una Workstation Sun Ultra-5 basata su microprocessore UltraSparc IIi a 360 MHz e con 128 mega di ram.

Il bello di questo genere di stazioni e' che utilizza componenti "normali" [un alimentatore ATX, floppy formato PC e periferiche E-IDE ata33, dimm con parita' reale (ECC)].

Ora, e' possibile installare Linux per Sparc su questo bel giocattolo ma, non per via di una questione di purismo quanto piuttosto di voler utilizzare le cose che sono state fatte su misura, dato che Solaris e' un sistema operativo UNIX molto affidabile e, soprattutto, una stazione di lavoro con Solaris e gli strumenti di Java e' un ambiente di programmazione ideale, voglio fornire qualche spiegazione specifica su come gestire la macchina nella sua prima manutenzione e come installare il sistema operativo Solaris.

Anzitutto la workstation ha una normale uscita VGA con connettore sub-d a 15 poli (va bene un normalissimo monitor che tenga fino a 1024x768 a 75hz) , ma il connettore della tastiera e' sui-generis (ci vuole una tastiera specifica per Sun, chiamasi "Sun Type 5") perche' vengono utilizzati con lo stesso cavo la tastiera ed il mouse integrato. Pero' se non avete la tastiera, niente paura: non e' necessaria!
Infatti all'accensione la macchina controlla se il connettore della tastiera e' inserito, ed in tal caso abilita la console locale, oppure se non e' inserito ed in tal caso abilita la console su porta seriale (prima porta seriale, 9600 8N1, potete usare un normalissimo terminale seriale).

Ma prima di accendere la macchina diamo una breve sguardata all'interno. L'hard disk ed il cdrom sono sulla destra (guardando frontalmente dal pannello anteriore) e al centro c'e' il floppy disk e lo spazio per un altro eventuale hard disk. Sulla sinistra il maxi-dissipatore che copre la CPU ed un "pezzetto" di aletta che raffredda i chip della cache. L'aletta della Ultra5 non ha una ventola di raffreddamento (c'e' una ventolina frontalmente proprio davanti all'aletta: genera un buon ricircolo d'aria ma se progettate di lasciare la workstation accesa 24h come ho fatto io, vi consiglio caldamente di aggiungere (ci entra perfettamente) una ventolina da 3.5" che butta aria dentro l'aletta fissandola sul dissipatore stesso (metodo artigianale perfettamente funzionante: su tre punti con delle viti per tasselli fischer da 6mm: lunghezza, spessore e filettatura perfetti).
Secondo punto: ho aggiunto un hard disk alla mia workstation (quello fornito da 8.3Gb era un po' strettino) ma vi avverto che con hard disk di dimensioni superiori ai 20Gb potreste avere problemi (anche perche' vengono riconosciuti automaticamente dal "bios", e in caso contrario ignoro la procedura per forzarne i parametri...); adesso ho un hard disk primario da 20Gb per il sistema operativo e quello originario da 8.3Gb che ospita la /export/home e terra' su sia lo spazio web che le web-app tomcat.

A questo punto, siamo pronti per operare l'installazione del sistema operativo. Solaris 8 si puo' installare a partire da 64 Mb di RAM, con 128 e' possibile lavorare tranquillamente anche con Solaris 9 (Per Solaris 10 vi consiglio di avere non meno di 256 mega, perche' con 128 ero anche riuscito ad installarcelo, ma swappava come un frantoio a pieno carico...); per prima cosa andate nell'area download del sito di Sun Microsystem, e alla voce "Operating Systems" scegliete "Solaris Operating Systems".
Dalla pagina che si apre potete scegliere Solaris 9 [Oppure se proprio siete masochisti, o avete ram sufficiente, la versione 10 (io comunque in questa guida mi riferisco alla versione 9, che ho installato con successo sulla workstation, per cui sappiatevi regolare)], e dalla pagina trovate il download delle immagini iso dei CD-ROM oppure (per un tantinello di comodita' in piu') dell'immagine del DVD (ci ho collegato al volo un lettore DVD al posto del lettore CD fornito, ed ha funzionato egregiamente, consentendomi di effettuare l'installazione senza fare il disk-jockey...). Dovete registrarvi al sito [e' gratuito, e se chiedete di non inviarvi e-mail pubblicitarie ogni 3x2 sono seri, inoltre vi permette di registrare la vostra workstation ed accedere oltre che al software anche agli aggiornamenti, alla documentazione, ai forum etc. etc.; ah, il sistema operativo e' distribuito gratuitamente (-: ], e quindi vi trovate di fronte al menu' dei vari files da scaricare. Se scegliete l'immagine del DVD, la stessa e' divisa in cinque segmenti. Vi consiglio (come d'altronde anche il sito) di utilizzare il "Sun Download Manager", perche' in caso di problemi vi permette di riprendere il download.
Una volta ricevuti i file, si passa alla masterizzazione dei vari CD (se avete scaricato i segmenti del dvd, gli stessi vanno riuniti in un unico file .iso, sotto Windows aprite un prompt dei comandi, andate nella cartella in cui si trovano i segmenti e date copy /b segmento1+segmento2+segmento3+segmento4+segmento5 sunosdvd.iso, sotto Linux/*NIX in effetti non sono sicuro del comando da seguire...)

A questo punto si passa all'installazione vera e propria. La procedura cambia leggermente a seconda se avete la tastiera Sun (e operate in console) o se siete con un terminale seriale. Sul terminale seriale vi dovete collegare alla prima porta della workstation con i parametri 9600 8N1 e - a seconda del programma e/o terminale seriale che avete a disposizione - identificare in che modo inviare un comando di Break (su {COMMO} di Fred Brucker si da Alt-B, in mancanza d'altro una sfilata di Ctrl-C vanno bene lo stesso).

Collegate i vari cavi, quello elettrico per ultimo e girate l'interruttore dell'alimentatore O/I su I. La macchina fara' un beep di circa un secondo per segnalare che tutto e' a posto.
A questo punto inviate ripetutamente un segnale di break per fermare la procedura di avviamento automatico: sulla tastiera Sun dovrete premere (contemporaneamente) i tasti Stop-A (su alcune tastiere il tasto Stop e' etichettato L1, per cui andate di L1-A) diverse volte per convincerla (dal terminale inviate diversi Break oppure Ctrl-C) prima che qualcosa appaia sullo schermo.
Se la workstation si e' convinta, dopo alcuni secondi sullo schermo apparira' la schermata identificativa di OpenBoot, un resoconto dell'hardware (in particolare CPU, ram e indirizzo MAC della scheda di rete), ed il prompt di OpenBoot che e' un semplice "ok".

Dal prompt "ok" potere fornire il comando power-off per spegnere la workstation (a questo punto la si potra' accedendere dal pulsante di accensione sul case o da quello sulla tastiera), ma a noi interessa un altro comando: inserite il primo CD/DVD nell'unita', chiudete il cassetto e - dopo qualche istante, fornite il comando boot cdrom {PS: accetta se non ci sono hard disk anche il boot da rete, se avete un dhcp o un bootp, in questo caso date il comando boot hme0 [hme0 e' il nome della prima interfaccia di rete della workstation, l'equivalente linuxiano di eth0 (peraltro sulle espansioni PCI e' possibile mettere alcune schede standard: ho provato una ethernet realtek 8139 ed una USB 2.0 aggiuntiva senza grossi problemi, in compenso un mouse usb ha funzionato, una tastiera usb manco a legnate...)]}.
L'installazione parte in modalita' di testo, poi, se avete la console locale, si avvia in modalita' grafica (se no continua in modalita' testuale su console seriale). In modalita' di testo si usano i tasti funzione per inviare i comandi (soprattutto F2 per confermare i dati e passare alla schermata successiva), ma se il terminale non supporta i tasti funzione basta inviare il tasto ESC per gestire al posto dei tasti funzione le sequenze ESC+Numero (es al posto di F2 si preme ESC e poi 2).
Seguite i passi richiesti, nello specifico gestite le partizioni [il partizionamento e' simile a quello BSD: dovete creare una partizione UFS (una per ogni disco se ne avete piu' dischi)] e poi in quelle creare le slice (label). Considerate di creare con 128 mega di ram una slice di swap di almeno 384mb, poi potete dedicare lo spazio restante al sistema.
Se avete piu' di un hard disk vi ricordo che la struttura delle directory e' relativamente simile a quella di altri sistemi UNIX (/etc, /bin, /dev etc.), ma ad esempio le home degli utenti di solito si trovano su /export/home anziche' su /home (poi e' una questione di gusti, con un ln -s si mette dovunque...).
Durante l'installazione vi viene chiesto come gestire l'installazione della rete. Se il vostro server DHCP fornisce *tutto* [e quindi indirizzo, gateway, nome dominio ed assegnazione del nome della macchina (potete segnarvi il MAC address dall'avviamento di open-boot)] potete andare ad occhi chiusi, se no vi consiglio di dare i valori manuali anche perche' per quanto abbia rivoltato stile calzino la Solaris Management console non ho capito come disabilitare definitivamente il dhcp e passare a parametri manuali...
Al termine dell'installazione, vi sara' chiesto un riavvio, ma a questo punto sara' il momento di installare gli add-on, il "software companion" se disponibile il disco (ve lo consiglio, installa una serie di cose utili come apache, netscape etc).
Al termine altro riavvio e la macchina e' installata. (-:
Che abbiate la console locale (tastiera & mouse) o quella seriale, potete comunque utilizzare l'ambiente grafico da remoto attraverso il protocollo X11 Forwarding, ossia usando sudo Xnest -query $IndirizzoWorkstation :2, oppure con un client di accesso remoto per Linux, o ancora con X/CygWin o roba del genere (tipo Xming) per Windows.
Se avete gia' utilizzato in passato Solaris (soprattutto la versione 8) saprete che mentre l'utente generico puo' utilizzare a scelta CDE o altri ambienti grafici (quali Gnome o OpenWin), mentre per l'utente root e' consigliabile l'uso di CDE, perche' ci sono i vari menu' di amministrazione della macchina.
Con Solaris 9 la cosa e' diversa: CDE da i menu di amministrazione ma molti limiti, mentre usando Gnome anche per l'utente root compare sul menu' applicazioni un semplice "Menu CDE" con gli strumenti di amministrazione e - inoltre - quando l'utente root chiude la sessione di gnome - compare sul menu' anche la possibilita' di arrestare la workstation (con CDE chiude la sessione, e in tal caso si deve dare shutdown -y, tornare a OpenBoot e dare un power-off per spegnere...).
Ad ogni modo, indipendentemente dall'utente loggato, se siete in console locale e premete il pulsante Power della tastiera Sun (in alto a destra) appare una finestra che vi fa scegliere se fare l'arresto o mettere in ibernazione la workstation. L'ibernazione e' interessante se state eseguendo qualche applicazione molto lunga (tipo una compilazione) e non volete ne' interromperla ne' aspettare che concluda prima di spegnere. Inoltre questo fattore funziona anche dopo il primo riavvio e durante l'installazione del software companion, che e' un operazione molto lunga: e' possibile mettere la console in standby e continuare l'installazione come se niente fosse alla successiva riaccensione.
Il sistema basato su Solaris con webserver, ssh etc. e' una workstation molto affidabile e - anche se con 128 mega di ram - il sistema funziona piu' che egregiamente; se avete qualche bacchetta di ram in piu' potete tentare l'installazione del 10, ma ho avuto l'impressione che il supporto all'hardware della Ultra5 sia un po' limitato [ad esempio l'ambiente grafico partiva (oddio, l'ho fatto con 128 mega di ram, piu' che altro *arrancava*) in bianco e nero].
Spero di essere stato esaustivo. (-:

lunedì 19 novembre 2007

Questo la TRE me lo dovra' anche spiegare

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Pero' ancora non so se e' il caso di fare una querela cautelativa, aspetto ancora le 24 ore di tempo che hanno chiesto per un chiarimento.

La storia e' la seguente. Sabato 3 novembre c'e' stata l'alluvione di Avola, come ho gia' raccontato; quello che non ho detto - invece - riguarda il fatto che sabato nel corso della media serata (verso le 19) ho smarrito il telefonino "aziendale" che conteneva sia la scheda SIM di lavoro che quella di reperibilita' della protezione civile.
Poco male, comunque: il telefonino era un vecchio Sony-Ericsson T29I da 30 euro cascato in terra milioni di volte e risistemato alla bene-e-meglio con giri di scotch e gocce di attack un po' dappertutto, riguardo alle due sim attaccate con l'adattatore, la cosa era semplice, o almeno cosi' credevo.
Nello specifico ho chiamato prima il 190 di Vodafone per bloccare la scheda col numero di lavoro (ed avere informazioni su come ottenerne una sostitutiva) e poi il 133 di H3G Italia per quanto concerne quella della protezione civile, una scheda dimenticata proveniente dalla promozione "Clienti Tim e Vodafone possono ottenere gratuitamente una scheda Tre con 10 euro di credito che funziona su qualsiasi telefono cellulare".
Un operatore al 133 mi dice di chiamare subito un numero verde attivo 24 ore e dedicato specificatamente al caso di furto o smarrimento (il numero ora viene detto mentre si ascolta il menu' del call-center ma, quella sera, non me lo disse direttamente).
Bloccai entrambe le schede [o almeno *ritengo*: dopo la chiamata a Vodafone qualsiasi tentativo di chiamare il numero di lavoro (che poi e' il 393 che vedete a bordo home-page) risultava in un bel "il numero chiamato e' inesistente o momentaneamente non disponibile"; con il numero di tre (che dapprima aveva squillato) solo il laconico "il cliente chiamato non e' al momento raggiungibile].
Ora una digressione: sulla scheda tre era presente un credito di 0.20 euro, perche' ero in attesa della portatilita' ad una nuova scheda UnoMobile che ho preso qualche tempo fa al Carrefour.
Ritorniamo alla chiamata all'operatore di H3G Italia: la scheda e' stata bloccata, ma per ottenere una scheda sostitutiva, dovro' recarmi presso un punto TRE con copia della denuncia di smarrimento presso le autorita'. Il punto TRE il lunedi' mattina (per non citare neppure la domenica) e' chiuso, per cui mi presento martedi' 6 novembre mattina con la denuncia e ottengo la scheda sostitutiva. Da questo punto passano diversi giorni in cui non si riesce a venire a capo di questa benedetta attivazione della scheda sostitutiva perche', a dire del call-center di TRE, la documentazione inviata dal rivenditore via fax non risulta leggibile (Ah, pero'! Il rivenditore ha inserito la documentazione anche via terminale/workstation, e non mi pare ci volesse molto a richiamare il rivenditore e chiedergli di rimandare il fax, anziche aspettare che fossi io ad informarmi...) per cui seguono un secondo (venerdi' 9) ed un terzo (lunedi' 12...) invio.
Arriviamo a questa mattina, dacche' ancora inserire la scheda su un terminale qualsiasi comporta l'apparizione del laconico messaggio "Carta SIM/USIM rifiutata"; richiamo per l'ennesima volta il call-center, un tantinello incavolato.
Sorpresa: la scheda risulta attivata (e "funzionante") da martedi' 13 novembre. Chiedo per quale motivo la scheda non si registra in rete, e la risposta dell'operatore e': "deve fare una ricarica: sulla scheda c'e' credito negativo, pari a -0.79 euro".

[segue una sorta di riassunto del succo del dialogo]:

Io: "Scusi? La scheda la ho bloccata con sopra 20 centesimi! Come fa ad esserci credito negativo? Qualcuno ha trovato telefonino e scheda mentre non li avevo ancora bloccati e GIUSTO-GIUSTO ha fatto una telefonata?"
Op133: "No, risulta una telefonata ad un numero di... ehm prefisso 0931 (Io: "Si, Siracusa") il giorno 11 novembre..."
Io: "????!?!??!?!??!?!?!??!?!? COOOOOOOOSAAAAAAAA??!??!??!??!?!"
Op133: "Il giorno 11 novembre e' stata fatta una telefonata in provincia di Siracusa, per il costo di 99 centesimi, dato che 20 c'erano gia' la scheda e' andata in negativo di 79 centesimi, appunto..."
Io: "Scusi, no, dico: SCUSI, ma ho capito male. Mi sta dicendo che mi conferma che la scheda e' stata bloccata il giorno 3 novembre sera?"
Op133: "Si, glielo confermo, alle ore 19:57"
Io: "E che e' stata riattivata martedi' 13 novembre?"
Op133: "Si, esatto."
Io: "E che... domenica 11, ossia DUE GIORNI PRIMA DI ESSERE ATTIVATA avrebbe fatto del traffico uscente?"
Op133: "Ehm..."
Io: "Mi sta dicendo che la scheda non e' stata bloccata giorno 3 novembre come ho richiesto, che qualcuno ha trovato la scheda e la ha utilizzata nonostante gia' giorno 6 novembre fosse presente la denuncia di smarrimento presso l'autorita'?"
Op133: "Ehm... si ha ragione non capisco aspetti... dunque... la metto in attesa chiedoalcollega avevofinitolabenzina mianonnastavamale c'eralamarmottacheconfezionavalacioccolata bla bla yada yada ehm, si le confermo una chiamata in uscita domenica 11 novembre..."
Io: "Signorina mi sta dicendo un fatto di rilevanza *PENALE*, se ne rende conto? Come puo' una scheda sospesa generare del traffico? Ma io devo fare una querela cautelativa perche' a questo punto non so se avete bloccato la scheda o meno, e se si stiamo parlando di truffa, se no stiamo parlando del fatto che qualcuno ha utilizzato la scheda nonostante dovesse essere bloccata. Santo cielo se la scheda la ha usata un rapinatore di banche le autorita' manderanno a me un avviso di garanzia, ma se ne rende conto?"
Op133: "Ehm, si, in effetti, guardi se vuole riparlo con il mio capo e chiedo maggiori informazioni se no posso prendere un appunto bla bla yada yada"
Io: "Sia gentile, devo rientrare al mio lavoro non posso restare altri dieci minuti al telefono, se vi fornisco un numero di cellulare alternativo potete contattarmi con urgenza?"
Op133: "Ehm, certo, naturalmente, prendo subito l'appunto la pratica la supercazzola prematurata con gli antani e lo scappellamento quadratico a sinistra bla bla"
Io: "Signorina si segni anche che in mancanza di una risposta io mi vedo costretto ad effettuare un esposto cautelativo alla procura della repubblica: non puo' essere che qualcuno abbia utilizzato una mia scheda..."
Op133: "Ehm, si... certo, le facciamo sapere al massimo in 24 ore..."

Voi che ne pensate?

sabato 17 novembre 2007

Un insieme di jpg in un unico PDF

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Si parla di archiviazione ottica, e quando il cliente mi ha sottoposto il problema lo ho considerato una sfida, ma subito Ubuntu, i forum e qualche ricerca con Google mi hanno aiutato.
Il problema e' il seguente: abbiamo un certo numero di cartelle (diciamo... per valori estremamente grandi di "un certo numero"), ognuna contenente dei files .jpg, le scansioni numerate di documenti cartacei particolarmente corposi; ad esempio nella cartella "Manuale" ci sono le scansioni di un manuale di un qualche componente elettronico, 194 pagine perfettamente scansionate, tutte alla stessa risoluzione, e numerate da 001.jpg a 194.jpg.
Per una questione di comodita' si vuole fare in modo che questa astrusa sequenza di file .jpg diventi un file .PDF per ogni cartella, ossia strizzare (metaforicamente, data la dimensione del file risultante) le 194 pagine dell'esempio in un unico file "Manuale.pdf".
L'ipotesi di importare le singole immagini su singole pagine sequenziali di un maxi-documento OpenOffice era quella originaria pensata, ma l'ipotesi e' crollata di fronte alla quantita' non indifferente di lavoro da porsi (qualcosa come 24mila e passa pagine...), ma poi le ricerche hanno dato i loro frutti, ecco come imitarmi quando puo' tornare utile: servono due utilita' ed un piccolo script bash.

Installate ImageMagick (ci serve l'utilita' convert) e un programma che si chiama pdftk (dalla sua pagina di manuale: "If PDF is electronic paper, then pdftk is an electronic staple-remover, hole-punch, binder, secret-decoder-ring, and X-Ray-glasses. Pdftk is a simple tool for doing everyday things with PDF documents."). Sotto Ubuntu Gutsy si risolve dando da shell
sudo apt-get install imagemagick pdftk
oppure selezionando i due pacchetti da Synaptic/Kynaptic/Adept.

A questo punto serve uno script, di cui questo e' un esempio:
#!/bin/sh
#
# Questo script, lanciato in una cartella che contiene una sequenza ordinata
# di files .jpg genera nella stessa cartella un file .pdf che rispetta la sequenza
#
# NOTA: non sono ammessi spazi nei nomi dei files!
# es. 001.jpg, 002.jpg va bene. "Pagina 001.jpg", "Pagina 002.jpg" no...
#
# Copyright by Grizzly aka Mirko Tuccitto [grizzly@g-sr.eu]
# This programme is free software released under the GNU General Public License v2.0

echo "Conversione delle singole immagini in un unico file .pdf"
echo

# Prima con convert/imagemagick crea un file .pdf per ogni file .jpg
for A in $(ls *.jpg); do
echo -n " > $A"
convert $A $A.pdf
echo ".pdf - ok!"
done

# Poi con pdftk giunta la sequenza di files .pdf in uno solo
echo
echo -n "Creazione di un unico file .pdf "

##### ATTENZIONE ALL'ESTENSIONE *MAIUSCOLA*
pdftk *.pdf cat output COMPLETO.PDF
##### NON CAMBIATE QUESTA RIGA A MENO DI NON COMMENTARE LA FASE DI RIMOZIONE!

echo "- ok!"

# Infine vengono rimossi i files .pdf intermedi
echo -n "Rimozione dei file .pdf intermedi "

##### ATTENZIONE ALL'ESTENSIONE *MINUSCOLA*
rm *.pdf
##### QUESTA FASE E' FACOLTATIVA

echo "- ok!"

# per una questione di pulizia
mv COMPLETO.PDF completo.pdf
Possono essere aggiunte diverse variazioni sul tema o diverse modifiche al codice sorgente, ma a grandi linee con questa procedura abbiamo concluso il lavoro suddividendolo su due PC ed in circa quattro ore (wow!)

A proposito: il visualizzatore di documenti Evince apre i files .pdf anche se sono compressi con gzip o bzip2... ((-:

giovedì 15 novembre 2007

Questo posto e' troppo piccolo per tutti e due

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Una premessa importantissima.
In questi giorni giorni ho appreso con un piacere immenso (e in questi casi penso che sia questo il sentimento da provare nella situazione) sia dell'arresto del boss Lo Piccolo con la combriccola, sia dell'arresto di una lunga quantita' di affiliati al clan Bottaro-Attanasio in citta'.
Perche' io credo ancora nelle istituzioni (e' raro al giorno d'oggi, credetemi). Io apprezzo i gesti come il poliziotto/carabiniere di quartiere, apprezzo le grandi operazioni contro la droga, l'immigrazione clandestina, come le piccole indagini che consentono di assicurare alla giustizia scippatori, ladri etc.
E ammiro coloro i quali svolgono il lavoro di Pubblica Sicurezza per mille e rotti (poco rotti...) euro al mese, cantava Giorgio Faletti: "[...] E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese dove ci tocca farci ammazzare per poco piu' di un milione al mese; e c'e' una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giu' e farla scendere e' una parola, se chi ci ammazza prende di piu' di quel che prende la brava gente [...]"
Valga sempre, dovunque e comunque il valore alla base di un Paese Democratico: un delitto non esclude o rende meno grave un delitto opposto: non si oppone violenza su violenza per controllare la violenza: ci vuole polso, talvolta pugno di ferro, ma non sempre e solo pugno di ferro.
Se una persona commette un reato, per quanto riprovevole, terrificante o schifoso che sia, dovra' pagarne le conseguenze in maniera corretta. Sono favorevole alla reintroduzione dei lavori forzati, che possano essere un ottimo deterrente a scaricare la voglia di far danni, ma sono assolutamente contrario alla pena di morte in ogni sua forma od espressione, poiche' di fatto "libera" in pochi istanti il reo dal dover "piangere", magari per anni (magari per tutta la vita) le conseguenze del suo gesto.

C'e' una cosa che si lega al delitto che non esclude un delitto: io sono sempre (SEMPRE) critico nei confronti dei comportamenti biasimevoli, anche se sono commessi da singoli e indipendentemente dal lato ("buoni" o "cattivi") rappresentato dai singoli, dell'omicidio di Carlo Giuliani ho criticato il comportamento di chi ha messo ragazzi di 20 anni in giro per controllare le manifestazioni di piazza (cosa che non avviene in nessun paese civile) e - soprattutto - i gravissimi fatti della scuola Diaz per i quali le mie critiche toccano l'apoteosi e comincio a credere che si debba prendere il modello americano in cui il rappresentante delle forze dell'ordine (lo sceriffo) viene eletto *ANNUALMENTE* dalla popolazione locale e puo' essere sollevato dall'incarico con effetto immediato dall'assemblea cittadina se vota piu' della meta' della stessa (Successe una cosa simile con l'ex capo della polizia di New Orleans, che si dimise dopo il pestaggio di Robert Davis per evitare questa pesantissima onta).

Ma ora veniamo ad analizzare i fatti di Arezzo di domenica 11. La mia posizione nei confronti dell'agente Luigi Spaccatorella e' critica, come e' stata critica nei confronti di personaggi del calibro di Tommaso Leone o (in maniera minore, dato che ho gia' detto che non si lasciano giovani ventenni a gestire una situazione come quella di Genova durante il G8) Mario Placanica.

Sapete perche' questo articolo ha questo titolo un po' criptico? Perche' io critico il fatto che lentamente l'Italia si sia trasformata in un far-west in cui troppe volte taluni tutori dell'ordine (il comportamento di singoli individui: ce l'ho con le teste calde, non con le istituzioni!) checche' se ne possa dire hanno dimostrato di avere troppo spesso la pistola d'ordinanza in mano.
Tommaso Leone? No... e' scivolato ed e' partito un colpo [eh, no: ha preso la mira, sparato ed ucciso a sangue freddo: omicidio volontario, poi assolto (non perche' era partito il colpo per sbaglio, macche'! Perche' ha sparato a sangue freddo ad un pericolosissimo 17enne che non si era fermato ad un blocco stradale: "il fatto non costituisce reato")].
Un agente si ferma a comprare le sigarette. "Ehi, ma quello che sta prendendo il caffe' dall'altra parte della strada e' un latitante, che faccio? Facile!" Pam! Pam! Tutto il caricatore, in mezzo alla gente, in mezzo alla piazza. E quando gli dicono quanto e' st%%%nzo si offende pure!

Ora un'altra breve digressione. Chi mi conosce sa che non seguo il calcio [ok, adesso ad un mio cliente ho scroccato un cappellino del Belvedere Calcio, ma solo perche' il mio cliente e' il presidente della squadra q-: (((-: ] e ho sempre espresso un parere fortemente critico nei confronti dei fenomeni di violenza che gravitano intorno al fenomeno calcistico.
Non riesco a concepire che ci pesti, che si possa persino morire per via di una partita di calcio. E plaudo alle azioni che risultano funzionare nel contrasto di questi fenomeni.
Sono favorevole alle sanzioni alle squadre: hanno insegnato! Juventus-Udinese, il classico cog%%%%azzo tira un raudo e sono i tifosi della curva a pigliarlo e consegnarlo agli Steward.
E dico: ma guarda, ma allora funzionano, ma allora perche' non sanzionare le squadre per ogni volta che dentro o fuori dallo stadio si menano? Sanzionarle pesantemente, con squalifiche, e in caso di recidiva con punti e - se la recidiva si ripete per la terza volta, anche con la retrocessione immediata. E con un bel regolamento che dica chiaramente: "se i fatti di violenza sono commessi da ignoti, e si sono ripetuti provocando gia' precedenti pene, la retrocessione e' immediata, assolutamente non discutibile e il CDA della societa' calcistica coinvolta non potra' rivalersi al TAR o ad altre forme di giustizia ordinaria per bloccare la retrocessione". Che lo si faccia. Vedrete che dopo che la prima (forse anche la seconda) squadra saranno state retrocesse cominceranno scene del tipo "Ehi! In quella macchina ci sono dei tifosi della squadra avversaria! Ehi? Perche' fai inversione di marcia?" "Perche' torniamo a casa e ci guardiamo la partita in TV, perche' non voglio vedere la mia squadra del cuore retrocedere per colpa di un co%%%one come te".
Oppure ancora prendiamo esempio dal modello americano (tanto lo facciamo gia' con le ca%%ate, cominciamo a farlo con le cose serie!) in cui la vigilanza e' interamente privata (e se una squadra non si puo' permettere la vigilanza, niente campionato): porca miseria possibile che fuori dall'Italia allo stadio ci sono le poltrone in prima fila e a pochi metri comincia il campo, senza fosse, senza reti, senza pannelli anti-sfondamento, senza vetri blindati e senza gente che si pesta dentro e fuori, prima durante e dopo la partita?
In Inghilterra (e c'avevano gli hooligan, in confronto gli italici ultra' sono ca%ate di mosca) se tiri una monetina nel campo di gioco rischi anche dieci anni di galera, e non per la monetina, ma per il rischio di venire imitato da decine di facinorosi repressi, facendo si' che la monetina sia la scintilla che fa esplodere una polveriera. In Italia per una monetina ti strappano l'abbonamento allo stadio per un paio d'anni e ti danno una pacca sulla spalla.
Qual'e' la risposta? Ci vogliono leggi piu' dure? CA%%ATE GIGANTESCHE!
L'Italia e' *strapiena* di leggi, leggi che riguardano fatti del genere CI SONO ECCOME, basta solo applicarle, e applicarle per bene e come si deve, e applicarle in maniera che ci sia la *sicurezza* e la *certezza* della pena.

Ecco che ritorno al discorso iniziale: ci sono situazioni nelle quali - a prima vista - io posso sembrare totalmente avverso alle forze dell'ordine, ma se analizzate correttamente possono invece chiarire una posizione ben diversa. Una e' questa: la risposta del governo nei confronti dei fatti di violenza intorno al calcio (specie dopo i gravissimi fatti di Catania), e la risposta - come in questi casi in cui voler fare bella figura di fronte all'opinione pubblica ha la priorita' sull'usare l'intelligenza nell'analizzare dei fatti delittuosi, fu di inasprire le pene previste per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. E dire che io il reato di resistenza lo cancellerei quasi del tutto, rendendolo esclusivamente un'aggravante di altri reati.
Perche' mai? Pensateci. Uno si porta un tombino di ghisa allo stadio e lo usa per fracassare un vetro anti-sfondamento, lo arrestano. Gli viene contestata la resistenza a pubblico ufficiale, gli danno un anno di carcere (bello, se e' incensurato con la condizionale e' subito fuori) e dato che il reato contestato e' un fatto commesso contro la persona fisica di un pubblico ufficiale, la storia finisce li.
Ora, noi cancelliamo del tutto il reato di resistenza: l'agente di polizia che ferma questo bel tomo che sta sbrindellando un vetro a colpi di graticola, non puo' arrestarlo per resistenza a pubblico ufficiale. Bene, direte voi, allora lo lascia fare? No. Lo arresta, perche' ci sono reati come "Violenza privata", "danneggiamento", "devastazione e saccheggio", "aggressione", "lesioni personali" (e che dire di "porto abusivo di arma impropria", "detenzione illegale e/o uso di materiale esplodente"?)... guarda un po' i reati non mancano. Come dite? E allora perche' non va bene "resistenza a pubblico ufficiale"? Semplice, anzi, oserei dire ovvio, anzi di piu': lapalissiano. I reati che ho citato prevedono fra le pene accessorie il pagamento dei danni cagionati {per aggressione ad una o piu' persone [anche pubblici ufficiali, ma non solo (molti scalmanati a tirare sassi, petardi e ca%%i vari contro poliziotti e tifoserie opposte non si sprecano)] e' previsto il pagamento delle spese mediche, poi in sede civile si possono ottenere anche i danni morali, ma questo e' un altro discorso}. Cosa che non e' prevista dalla fattispecie di reato di resistenza a pubblico ufficiale, in cui la contestazione e' di aver fornito resistenza o intralcio all'attivita' di pubblica sicurezza di un operatore delle forze dell'ordine.
Finalmente (FINALMENTE!) dopo i fatti di Roma legati all'incidente di Arezzo, agli scalmanati che hanno smantellato una citta' e' stata contestata l'aggravante del terrorismo. Se andiamo avanti cosi' prima di arrivare a non contestare la resistenza ma piuttosto il danneggiamento e/o la devastazione passeranno altri vent'anni?
E ora arriviamo alla nota dolente. Grande rispetto va alle forze dell'ordine da parte mia, ma grandissimo ne va anzitutto alla famiglia di Gabriele Sandri, perche' non mi stanchero' mai di dire che anzitutto non si muore di calcio.
E non mi stanchero' mai di dire che non vige la legge del piu' forte da far west (per cui questo posto e' troppo piccolo per tutti e due e vale che chi ha la pistola comanda), e che essere un agente di polizia armato e' una responsabilita' prima che un pregio, ma questa e' una cosa che - mi sembra - troppo spesso passa in secondo piano. Il fatto che io sia contro i criminali e a favore della polizia e dello stato, non significa l'equazione polizia = buoni. Se uno e' un criminale perche' ha commesso un reato, per me e' un criminale indipendentemente dal fatto che "indossi un abito da criminale" piuttosto che "un'uniforme della forza pubblica", anzi c'e' da dire che in un paese democratico se il criminale indossa l'uniforme, la cosa e' piu' grave (ed infatti l'Italia che passa per paese democratico prevede, sul Codice Penale, che se un reato e' commesso da un pubblico ufficiale, lo stesso si considera come aggravato proprio dal fatto di essere commesso da una persona che lo stato rappresenta).
L'agente Luigi Spaccatorella ha commesso un fatto grave, che e' sfociato nella morte del tifoso. Il fatto grave non e' semplicemente quello di aver ucciso il tifoso (con tutto il rispetto per il ragazzo morto), ma quello di aver estratto ed utilizzato la pistola d'ordinanza. Non e' un giocattolo, e' un arma, e questa e' la vita vera, non e' un film: non si spara da una parte all'altra dell'autostrada, perche' si puo' beccare qualcuno, e soprattutto questa critica per me vale anche se l'agente non avesse ucciso Gabriele o avesse colpito solo la ruota. E' un fatto gravissimo. Anzitutto perche' dato che erano dentro la macchina e' evidente che non c'era piu' l'esigenza dell'uso dell'arma di ordinanza, e soprattutto perche' anche se il tifoso coinvolto fosse stato l'ultimo dei disgraziati maledetti porci etc. etc., lo si processa e lo si incarcera: qua nessuno e' giudice, giuria, accusa ed esecutore della sentenza. Specie in virtu' del fatto che il comportamento biasimevole di Luigi ha messo in cattiva luce tutto il corpo di polizia.
Purtroppo un corpo che nell'onore di morire per strada per un migliaio di euro al mese e di impegnarsi sulla strada e sulla sicurezza, non e' nuovo a str%%%ate clamorose, una per tutte il questore di Milano che si presento' a testa alta e criticando gli altri (anziche' usare un po' di umilta', data la figura dannatamente barbina recuperata, e presentarsi a testa bassa con frasi di circostanza quali "non abbiamo idea di come sia potuto succedere, ci sentiamo sconfitti" che sarebbero state molto piu' gradite) dopo che un gruppo di facinorosi aveva fiondato giu' dagli spalti di San Siro uno scooter (per poi incendiarlo). Ma invece no: "noi siamo i buoni e andiamo a testa alta e non dobbiamo rispondere a nessuno se qualcuno e' riuscito a portarsi sugli spalti un motorino intero!". Capite cosa voglio dire?
Capisco l'errore di Luigi, ma come ripeto, va condannato, e andava condannato anche se nessuno si fosse fatto nulla, perche' in un discorso di legalita' deve essere sempre chiaro che l'uso della pistola d'ordinanza e' l'ultimissimo scoglio e la difesa non deve diventare una scusa per ingaggiare sparatorie in mezzo alla gente ogni minuto...

venerdì 9 novembre 2007

Errore di /connettabilita'/...

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Uccell, uccell, uccellular!
Io: "BBS Buongiorno sono Grizzly..."
CL: "Ciao Grizzly sono CL, senti avrei un problema con la connessione Alice Business. Non riesco ad installare il kit, bla bla il cd mi dice 'impossibile determinare l'interfaccia di rete', yada yada, non so cosa fare, bla bla, e poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata, yada yada, e quindi dopo aver collegato il modem non navigo comunque"
Io: "Partiamo da un presupposto: la Alice Business se colleghi l'apparato in comodato direttamente alla scheda di rete non richiede nessuna configurazione software, ne' di lanciare nessuna connessione tipo AliceADSL o simili."
CL: "Si, ma non c'e' la scheda di rete su questo computer..."
Io: "(Ohibo, questa non la sapevo!) Oddio, mi pare che ormai il 99,999999999% dei computer abbia una scheda di rete integrata, ma a questo punto turandoti il naso puoi installare il CD e collegare il Kit attraverso la porta USB"
CL: "Non ho un cavo USB, nella scatola del kit c'e' solo un cavo Ethernet"
Io: "Ah, allora eventualm... scusa... non mi hai detto che non hai una scheda di rete sul computer?"
CL: "Si, non c'e' una scheda di rete..."
Io: "E non hai un cavo USB."
CL: "No."
Io: "E... mi spiegheresti come avresti collegato l'apparato al computer?"
CL: "Ehm... in effetti il modem e' collegato solo all'alimentazione e alla linea telefonica, pero' la spia ADSL resta accesa fissa!"
Io: "..."

No, non lo dico ormai ho visto tutto, perche' tanto sono sicuro che domani succedera' qualcos'altro di ancora piu' pazzesco.

mercoledì 7 novembre 2007

Vodafone Casa

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"Libero dai costi fissi del telefono di casa!"
Eh... gia'. Tutti contro l'odiato balzello del canone del telefono di casa, e tutti pronti a trovare alternative che tolgano questo costo inutile. Ma arriva Vodafone, che mi da il telefono di casa senza alcun costo fisso. Chiaro, no?
No. Non e' chiaro per niente.
Secondo voi che significa "libero dai costi fissi del telefono di casa"? Secondo me significa che posso avere il telefono di casa senza avere alcun costo fisso. E non e' cosi' per niente.
Analizziamo le tre offerte che propone Vodafone:

Vodafone Casa Libera
0.05€/minuto per tutti i numeri di rete fissa, con scatto alla risposta di 0.15€ e addebito a scatti anticipati (di 0.025€) ogni 30 secondi.
Con un costo fisso di 3.00€/mese

Vodafone Casa Tutto Libero
0.05€/minuto per tutti i numeri di rete fissa quando dentro casa;
0.09€/minuto per tutti i numeri mobili (e fissi quando fuori casa);
con scatto alla risposta di 0.15€ e scatti anticipati (0.025€ oppure 0.045€ a seconda dei casi) di 30 secondi.
Questo e' un piano *SOLO ABBONAMENTO*, con tassa di concessione governativa di 5.16€/mese (esente iva) che Vodafone si sobbarca per due anni a patto di fornire almeno 5.16€ di traffico verso numeri di rete fissa da casa.

Vodafone Casa Senza Limiti
0.00€/minuto senza scatto alla risposta verso tutti i numeri di rete fissa da casa;
0.05€/minuto (con scatto di 0.15€) verso tre cellulari vodafone familiari;
0.15€/minuto (con scatto di 0.15€) verso tutti gli altri e fuori casa.
Questo e' un piano *SOLO ABBONAMENTO* con tassa di concessione governativa di 5.16€/mese (che Vodafone si sobbarca per due anni a patto di fornire 5.16€ di traffico verso numeri di rete fissa da casa) e un canone di 19.00€/mese.

Ora io mi domando e dico: non dovevano essere rimossi i costi fissi?

martedì 6 novembre 2007

Ho provato vcast

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Il sito e' questo, e devo dire che funziona bene (peccato per la storia dei canali mediaset, ma alla fine chi se ne frega)...

... non fosse che ho provato a registrare 10 minuti sparsi di programmazione di La7, e la qualita' e' sicuramente buona ma... 10 minuti son venuti 90Mb di DivX!

[Uh? Come funziona? Registratevi e poi usate la funzione "Faucet PVR"! ((-: ]

sabato 3 novembre 2007

Avola sott'acqua

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Nel corso della mattinata di sabato finisco un paio di computer e sono in ufficio a concludere il lavoro sulla Sun Ultra5 quando vedo e' appena passata l'una (mi mancano ancora dieci minuti circa di lavoro), per cui spengo il telefonino aziendale e mi accingo a lasciare l'ufficio, attendendo che almeno la prima operazione venga conclusa, quando mi suona il cellulare personale. La suoneria mi ricorda qualcosa e - infatti - il display recita "Centrale ENEL Augusta".
Dovrebbe essere MR, ma mi chiedo quale motivo lo spinga a chiamarmi a quest'ora. I convenevoli sono brevi: Avola e' alluvionata, un paio di squadre sono li' dalla mattina presto, ora lui ha un avviamento e non puo' lasciare prima delle 15, pero' al presidente puo' andare bene se riusciamo a recuperare un'altra squadra entro le 16 per salire ad Avola con un'altra delle nostre pompe e un gruppo elettrogeno.
La pennica del sabato pomeriggio e' saltata, ma di buon grado vado a casa, mangio, uniforme & stivali e mi reco in sede, dove vengo nel frattempo raggiunto da un altro collega e, dopo pochi minuti, dal terzo collega con le chiavi della sede e che deve aiutarci a mettere in moto sia il gruppo elettrogeno che la motopompa (dato che sono entrambe ferme da un po') e fare un minimo di manutenzione per avere la sicurezza di portare con noi due elementi affidabili. Nel frattempo di questa operazione, in sede giunge anche MR e la prima squadra di Avola (con il presidente e due colleghi), i quali si cambiano (praticamente a Siracusa non e' cascata una goccia di pioggia o quasi, mentre ad Avola ha diluviato per un bel pezzo).
Partiamo, nel frattempo giunge una successiva chiamata dal Centro Operativo di Avola in cui si richiede anche di portare una delle maxi-motopompe Varisco in nostro possesso, per cui ci trasferiamo presso il XII Settore a prendere la motopompa e poi via fino ad Avola.
Il tempo si e' calmato, ed e' possibile tirare tutti un sospiro di sollievo: ci sono diversi danni (persino una squadra della Protezione Civile di - oddio mi pare Ragusa - impegnata a svuotare i cantinati della questura), fra attivita' commerciali, uffici, scuole etc. ma la situazione sta rientrando lentamente; abbiamo pero' visto letteralmente un fiume in piena che invadeva la strada subito dopo l'ospedale di Avola, e ci giungono notizie di quasi un metro d'acqua nella "galleria" della nuova "tangenziale" Avola-Noto.
Ci inviano per un paio di sopralluoghi, fra cui la richiesta di svuotare il cantinato di un cantiere (come dite? Certo! Favore all'amico dell'amico del collega del PezzoGrossoTM), ma dato che volontari tende a non significare idioti, presa chiarezza del fatto che nel cantinato non ci sono mezzi, attrezzature e persone ma solo la bellezza di oltre due metri d'acqua (per 200mq...), ci spostiamo per seguire un'altra situazione.
Nel frattempo - le varie squadre che hanno concluso gli interventi (per lo piu' di aspirazione acqua) stanno ritornando al Centro Operativo. Girano voci su un bollettino meteo terrificante per Noto, Sortino e Portopalo, per cui dal Centro fanno pervenire delle pizze e dei panini [riesco per un istante a rubare uno scatto (si, lo so, il telefonino non ha una gran qualita'...) dei colleghi impegnati ad attaccare la pizza intorno alle 20] ma poi finalmente data la presenza di molti volontari ed il rientro dell'emergenza, possiamo ritornare in citta', e rientro a casa intorno alle 21:30, stanco ma quantomeno soddisfatto.

giovedì 1 novembre 2007

Di nuovo (e sempre) teddy bear effect

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Come ne avevo gia' parlato in passato [ma lo ripeto perche' l'argomento per me e' molto caro (-: ], non mi e' raro finire coinvolto in casi di "effetto orsacchiotto", e l'ultimo e' stato proprio in questi giorni.
Infatti sono in ufficio che combatto con la mia SUN Ultra5 (di cui in questi giorni raccontero' le peripezie), quando suona il telefono.
Io: "BBS: buon giorno, sono Grizzly."
CL: "Ciao Grizzly, sono $cliente, senti avrei un problema con lo scanner: se tengo il cavetto schiacciato contro lo spinotto dello scanner, lo scanner si accende, ma se mi allontano per andare al computer per fare una scansione, non lo riconosce piu'. Puo' essere il cavetto? Io penso di si, anzi facciamo cosi' ora lo cambio eventualmente ti faccio sapere se ho ancora problemi, grazie, ciao."
Io: "Ok, ciao."

Come sempre vale il detto "la verita' e' dentro di te", ma vale anche il discorso che se al posto di me, al telefono ci fosse stato uno dei miei orsacchiotti, sarebbe funzionato ugualmente. Mi sa che a questi clienti regalero' il mio orsetto aziendale, con la condizione: "prima di telefonarmi o contattarmi, dovete spiegare il problema per filo e per segno, senza ommettere alcun dettaglio, all'orsacchiotto. Se a seguito di cio' fossero rimasti dei dubbi, allora potete chiamarmi".

So che lo fece un professore universitario in passato, e penso che possa essere utile che lo faccia anche io, voi che ne dite? (-: