giovedì 15 novembre 2007

Questo posto e' troppo piccolo per tutti e due

Una premessa importantissima.
In questi giorni giorni ho appreso con un piacere immenso (e in questi casi penso che sia questo il sentimento da provare nella situazione) sia dell'arresto del boss Lo Piccolo con la combriccola, sia dell'arresto di una lunga quantita' di affiliati al clan Bottaro-Attanasio in citta'.
Perche' io credo ancora nelle istituzioni (e' raro al giorno d'oggi, credetemi). Io apprezzo i gesti come il poliziotto/carabiniere di quartiere, apprezzo le grandi operazioni contro la droga, l'immigrazione clandestina, come le piccole indagini che consentono di assicurare alla giustizia scippatori, ladri etc.
E ammiro coloro i quali svolgono il lavoro di Pubblica Sicurezza per mille e rotti (poco rotti...) euro al mese, cantava Giorgio Faletti: "[...] E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese dove ci tocca farci ammazzare per poco piu' di un milione al mese; e c'e' una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giu' e farla scendere e' una parola, se chi ci ammazza prende di piu' di quel che prende la brava gente [...]"
Valga sempre, dovunque e comunque il valore alla base di un Paese Democratico: un delitto non esclude o rende meno grave un delitto opposto: non si oppone violenza su violenza per controllare la violenza: ci vuole polso, talvolta pugno di ferro, ma non sempre e solo pugno di ferro.
Se una persona commette un reato, per quanto riprovevole, terrificante o schifoso che sia, dovra' pagarne le conseguenze in maniera corretta. Sono favorevole alla reintroduzione dei lavori forzati, che possano essere un ottimo deterrente a scaricare la voglia di far danni, ma sono assolutamente contrario alla pena di morte in ogni sua forma od espressione, poiche' di fatto "libera" in pochi istanti il reo dal dover "piangere", magari per anni (magari per tutta la vita) le conseguenze del suo gesto.

C'e' una cosa che si lega al delitto che non esclude un delitto: io sono sempre (SEMPRE) critico nei confronti dei comportamenti biasimevoli, anche se sono commessi da singoli e indipendentemente dal lato ("buoni" o "cattivi") rappresentato dai singoli, dell'omicidio di Carlo Giuliani ho criticato il comportamento di chi ha messo ragazzi di 20 anni in giro per controllare le manifestazioni di piazza (cosa che non avviene in nessun paese civile) e - soprattutto - i gravissimi fatti della scuola Diaz per i quali le mie critiche toccano l'apoteosi e comincio a credere che si debba prendere il modello americano in cui il rappresentante delle forze dell'ordine (lo sceriffo) viene eletto *ANNUALMENTE* dalla popolazione locale e puo' essere sollevato dall'incarico con effetto immediato dall'assemblea cittadina se vota piu' della meta' della stessa (Successe una cosa simile con l'ex capo della polizia di New Orleans, che si dimise dopo il pestaggio di Robert Davis per evitare questa pesantissima onta).

Ma ora veniamo ad analizzare i fatti di Arezzo di domenica 11. La mia posizione nei confronti dell'agente Luigi Spaccatorella e' critica, come e' stata critica nei confronti di personaggi del calibro di Tommaso Leone o (in maniera minore, dato che ho gia' detto che non si lasciano giovani ventenni a gestire una situazione come quella di Genova durante il G8) Mario Placanica.

Sapete perche' questo articolo ha questo titolo un po' criptico? Perche' io critico il fatto che lentamente l'Italia si sia trasformata in un far-west in cui troppe volte taluni tutori dell'ordine (il comportamento di singoli individui: ce l'ho con le teste calde, non con le istituzioni!) checche' se ne possa dire hanno dimostrato di avere troppo spesso la pistola d'ordinanza in mano.
Tommaso Leone? No... e' scivolato ed e' partito un colpo [eh, no: ha preso la mira, sparato ed ucciso a sangue freddo: omicidio volontario, poi assolto (non perche' era partito il colpo per sbaglio, macche'! Perche' ha sparato a sangue freddo ad un pericolosissimo 17enne che non si era fermato ad un blocco stradale: "il fatto non costituisce reato")].
Un agente si ferma a comprare le sigarette. "Ehi, ma quello che sta prendendo il caffe' dall'altra parte della strada e' un latitante, che faccio? Facile!" Pam! Pam! Tutto il caricatore, in mezzo alla gente, in mezzo alla piazza. E quando gli dicono quanto e' st%%%nzo si offende pure!

Ora un'altra breve digressione. Chi mi conosce sa che non seguo il calcio [ok, adesso ad un mio cliente ho scroccato un cappellino del Belvedere Calcio, ma solo perche' il mio cliente e' il presidente della squadra q-: (((-: ] e ho sempre espresso un parere fortemente critico nei confronti dei fenomeni di violenza che gravitano intorno al fenomeno calcistico.
Non riesco a concepire che ci pesti, che si possa persino morire per via di una partita di calcio. E plaudo alle azioni che risultano funzionare nel contrasto di questi fenomeni.
Sono favorevole alle sanzioni alle squadre: hanno insegnato! Juventus-Udinese, il classico cog%%%%azzo tira un raudo e sono i tifosi della curva a pigliarlo e consegnarlo agli Steward.
E dico: ma guarda, ma allora funzionano, ma allora perche' non sanzionare le squadre per ogni volta che dentro o fuori dallo stadio si menano? Sanzionarle pesantemente, con squalifiche, e in caso di recidiva con punti e - se la recidiva si ripete per la terza volta, anche con la retrocessione immediata. E con un bel regolamento che dica chiaramente: "se i fatti di violenza sono commessi da ignoti, e si sono ripetuti provocando gia' precedenti pene, la retrocessione e' immediata, assolutamente non discutibile e il CDA della societa' calcistica coinvolta non potra' rivalersi al TAR o ad altre forme di giustizia ordinaria per bloccare la retrocessione". Che lo si faccia. Vedrete che dopo che la prima (forse anche la seconda) squadra saranno state retrocesse cominceranno scene del tipo "Ehi! In quella macchina ci sono dei tifosi della squadra avversaria! Ehi? Perche' fai inversione di marcia?" "Perche' torniamo a casa e ci guardiamo la partita in TV, perche' non voglio vedere la mia squadra del cuore retrocedere per colpa di un co%%%one come te".
Oppure ancora prendiamo esempio dal modello americano (tanto lo facciamo gia' con le ca%%ate, cominciamo a farlo con le cose serie!) in cui la vigilanza e' interamente privata (e se una squadra non si puo' permettere la vigilanza, niente campionato): porca miseria possibile che fuori dall'Italia allo stadio ci sono le poltrone in prima fila e a pochi metri comincia il campo, senza fosse, senza reti, senza pannelli anti-sfondamento, senza vetri blindati e senza gente che si pesta dentro e fuori, prima durante e dopo la partita?
In Inghilterra (e c'avevano gli hooligan, in confronto gli italici ultra' sono ca%ate di mosca) se tiri una monetina nel campo di gioco rischi anche dieci anni di galera, e non per la monetina, ma per il rischio di venire imitato da decine di facinorosi repressi, facendo si' che la monetina sia la scintilla che fa esplodere una polveriera. In Italia per una monetina ti strappano l'abbonamento allo stadio per un paio d'anni e ti danno una pacca sulla spalla.
Qual'e' la risposta? Ci vogliono leggi piu' dure? CA%%ATE GIGANTESCHE!
L'Italia e' *strapiena* di leggi, leggi che riguardano fatti del genere CI SONO ECCOME, basta solo applicarle, e applicarle per bene e come si deve, e applicarle in maniera che ci sia la *sicurezza* e la *certezza* della pena.

Ecco che ritorno al discorso iniziale: ci sono situazioni nelle quali - a prima vista - io posso sembrare totalmente avverso alle forze dell'ordine, ma se analizzate correttamente possono invece chiarire una posizione ben diversa. Una e' questa: la risposta del governo nei confronti dei fatti di violenza intorno al calcio (specie dopo i gravissimi fatti di Catania), e la risposta - come in questi casi in cui voler fare bella figura di fronte all'opinione pubblica ha la priorita' sull'usare l'intelligenza nell'analizzare dei fatti delittuosi, fu di inasprire le pene previste per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. E dire che io il reato di resistenza lo cancellerei quasi del tutto, rendendolo esclusivamente un'aggravante di altri reati.
Perche' mai? Pensateci. Uno si porta un tombino di ghisa allo stadio e lo usa per fracassare un vetro anti-sfondamento, lo arrestano. Gli viene contestata la resistenza a pubblico ufficiale, gli danno un anno di carcere (bello, se e' incensurato con la condizionale e' subito fuori) e dato che il reato contestato e' un fatto commesso contro la persona fisica di un pubblico ufficiale, la storia finisce li.
Ora, noi cancelliamo del tutto il reato di resistenza: l'agente di polizia che ferma questo bel tomo che sta sbrindellando un vetro a colpi di graticola, non puo' arrestarlo per resistenza a pubblico ufficiale. Bene, direte voi, allora lo lascia fare? No. Lo arresta, perche' ci sono reati come "Violenza privata", "danneggiamento", "devastazione e saccheggio", "aggressione", "lesioni personali" (e che dire di "porto abusivo di arma impropria", "detenzione illegale e/o uso di materiale esplodente"?)... guarda un po' i reati non mancano. Come dite? E allora perche' non va bene "resistenza a pubblico ufficiale"? Semplice, anzi, oserei dire ovvio, anzi di piu': lapalissiano. I reati che ho citato prevedono fra le pene accessorie il pagamento dei danni cagionati {per aggressione ad una o piu' persone [anche pubblici ufficiali, ma non solo (molti scalmanati a tirare sassi, petardi e ca%%i vari contro poliziotti e tifoserie opposte non si sprecano)] e' previsto il pagamento delle spese mediche, poi in sede civile si possono ottenere anche i danni morali, ma questo e' un altro discorso}. Cosa che non e' prevista dalla fattispecie di reato di resistenza a pubblico ufficiale, in cui la contestazione e' di aver fornito resistenza o intralcio all'attivita' di pubblica sicurezza di un operatore delle forze dell'ordine.
Finalmente (FINALMENTE!) dopo i fatti di Roma legati all'incidente di Arezzo, agli scalmanati che hanno smantellato una citta' e' stata contestata l'aggravante del terrorismo. Se andiamo avanti cosi' prima di arrivare a non contestare la resistenza ma piuttosto il danneggiamento e/o la devastazione passeranno altri vent'anni?
E ora arriviamo alla nota dolente. Grande rispetto va alle forze dell'ordine da parte mia, ma grandissimo ne va anzitutto alla famiglia di Gabriele Sandri, perche' non mi stanchero' mai di dire che anzitutto non si muore di calcio.
E non mi stanchero' mai di dire che non vige la legge del piu' forte da far west (per cui questo posto e' troppo piccolo per tutti e due e vale che chi ha la pistola comanda), e che essere un agente di polizia armato e' una responsabilita' prima che un pregio, ma questa e' una cosa che - mi sembra - troppo spesso passa in secondo piano. Il fatto che io sia contro i criminali e a favore della polizia e dello stato, non significa l'equazione polizia = buoni. Se uno e' un criminale perche' ha commesso un reato, per me e' un criminale indipendentemente dal fatto che "indossi un abito da criminale" piuttosto che "un'uniforme della forza pubblica", anzi c'e' da dire che in un paese democratico se il criminale indossa l'uniforme, la cosa e' piu' grave (ed infatti l'Italia che passa per paese democratico prevede, sul Codice Penale, che se un reato e' commesso da un pubblico ufficiale, lo stesso si considera come aggravato proprio dal fatto di essere commesso da una persona che lo stato rappresenta).
L'agente Luigi Spaccatorella ha commesso un fatto grave, che e' sfociato nella morte del tifoso. Il fatto grave non e' semplicemente quello di aver ucciso il tifoso (con tutto il rispetto per il ragazzo morto), ma quello di aver estratto ed utilizzato la pistola d'ordinanza. Non e' un giocattolo, e' un arma, e questa e' la vita vera, non e' un film: non si spara da una parte all'altra dell'autostrada, perche' si puo' beccare qualcuno, e soprattutto questa critica per me vale anche se l'agente non avesse ucciso Gabriele o avesse colpito solo la ruota. E' un fatto gravissimo. Anzitutto perche' dato che erano dentro la macchina e' evidente che non c'era piu' l'esigenza dell'uso dell'arma di ordinanza, e soprattutto perche' anche se il tifoso coinvolto fosse stato l'ultimo dei disgraziati maledetti porci etc. etc., lo si processa e lo si incarcera: qua nessuno e' giudice, giuria, accusa ed esecutore della sentenza. Specie in virtu' del fatto che il comportamento biasimevole di Luigi ha messo in cattiva luce tutto il corpo di polizia.
Purtroppo un corpo che nell'onore di morire per strada per un migliaio di euro al mese e di impegnarsi sulla strada e sulla sicurezza, non e' nuovo a str%%%ate clamorose, una per tutte il questore di Milano che si presento' a testa alta e criticando gli altri (anziche' usare un po' di umilta', data la figura dannatamente barbina recuperata, e presentarsi a testa bassa con frasi di circostanza quali "non abbiamo idea di come sia potuto succedere, ci sentiamo sconfitti" che sarebbero state molto piu' gradite) dopo che un gruppo di facinorosi aveva fiondato giu' dagli spalti di San Siro uno scooter (per poi incendiarlo). Ma invece no: "noi siamo i buoni e andiamo a testa alta e non dobbiamo rispondere a nessuno se qualcuno e' riuscito a portarsi sugli spalti un motorino intero!". Capite cosa voglio dire?
Capisco l'errore di Luigi, ma come ripeto, va condannato, e andava condannato anche se nessuno si fosse fatto nulla, perche' in un discorso di legalita' deve essere sempre chiaro che l'uso della pistola d'ordinanza e' l'ultimissimo scoglio e la difesa non deve diventare una scusa per ingaggiare sparatorie in mezzo alla gente ogni minuto...

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