martedì 30 settembre 2008

Il sonno del giusto... e' sbagliato?

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Sono le sei e mezzo del mattino. Ho appena finito di lavarmi, vestirmi e rifare il letto. Ora mi resta solo da leggere la posta elettronica, dare una sguardata ai blog che seguo, e gia' che ci sono aggiornare un po' il mio.
E mentre sono qui che aggiorno il blog, ripenso a tutte quelle volte che ho raccontato, appena svegliato, dei sogni stranissimi fatti durante la notte, o delle mie litigate [piu' o meno oniriche (-: ] con uno dei miei orsetti durante la notte. Ma ora voglio raccontare con calma e dovizia di particolari cosa avviene invece prima del mio risveglio intorno alle sei di mattina.
Punto primo, come ho gia' raccontato in passato, "la mia camera da letto va citata ai bambini per incutere loro timore, in quanto deve rientrare nei canoni fisici del corpo nero". (-:
Ed e' cosi': porta chiusa, finestra chiusa o aperta a seconda della temperatura disponibile, ma persiane e tapparelle chiuse senza il minimo spiraglio di luce. Per entrare a far parte della mia collezione di orsetti di peluche e' necessario non aver paura del buio (tranquilli, ragazzi, non vi rimprovero se i frenatoni con eventuale botto annuncianti incidenti qua sotto vi terrorizzano: quando in piena notte sento quei dolci suoni, pure a me si gela il sangue nelle vene...), perche' quando spengo la abat-jour le uniche due cose che emettono luce sono il proiettore della sveglietta Oregon-Scientific e le lancette fluorescenti del mio orologio da polso (e quindi, immaginatevi che barlume...), e io non ho intenzione di dormire con astruse lucine notturne [magari alla Ralph Wincester (-: se vi ricordate quella puntata in cui Bart e Ralph diventano amici].
Ma prendiamo spunto dall'orologio per cominciare il racconto. Anzitutto io dormo senza togliermi l'orologio ne' gli anelli [porto la fedina all'anulare sinistro e l'anello del nonno a quello destro (tecnicamente dormivo anche senza togliermi la catenina d'argento, ma dato che non mi da molto spazio di manovra e mi sono gia' successi piccoli incidenti di percorso, per ora quella me la tolgo...)].
Non so se molti di voi dormano supini [e magari con le braccia incrociate, per svegliarsi tipo vampiri ((-: ], io trovo che la posizione piu' comoda da assumere sul letto e' cosi' difficile da descrivere (e da assumere) che invece molti potrebbero trovarla decisamente scomoda: infatti io dormo girato su un fianco, con un braccio sotto la testa (ho due cuscini e metto il braccio che va sotto la testa fra i due) e l'altro che mi serve a tenere in posizione, vicino al torace, l'orsetto di peluche [si': l'ho detto varie volte che dormo con l'orsacchiotto, e lo confermo (leggete questo messaggio se volete approfondire)]. Tengo le gambe in posizione asimmetrica, piegando in avanti quella opposta al fianco su cui dormo, come se fossi in "posizione di sicurezza", e durante la notte diverse volte mi giro da un fianco all'altro, cambiando braccio sotto il cuscino {e braccio che tiene l'orsetto [riuscite a crederci che mi sono sempre posto la paranoia che questi cambi di posizione svegliassero il pupo? Poi mi sono reso conto che invece questi giri li ignora e continua a ronfare nella grossa (((-: (Ehi! Chi ha detto che devo farmi vedere da uno bravo?)]}.
La presenza dell'orsetto mi fa [oltre che tenere lontani gli spiriti maligni degli incubi ((-: ] da catalizzatore per ricordare i miei sogni: infatti durante la fase REM se qualche sogno e' molto particolare, quel piccolo gesto di cercare la vicinanza del peluche mi riporta ad un leggerissimo stato di dormiveglia, nel quale riesco ad avere memoria visiva del sogno e - soprattutto - mi aiuta a creare quelle forme di sogno lucido che mi fanno divertire non poco.

E voi? Come dormite? Come e' organizzata la vostra camera da letto? Che sogni fate? Siete praticanti della cultura new-age del letto orientato secondo est-ovest? Avete anche voi un peluche (o un partner) da compagnia? Fate incubi ricorrenti?

lunedì 29 settembre 2008

Oggi mi sento un po' Serpeverde

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Ieri sera ho finito di spolpare l'ultimo capitolo della sag[r]a di Harry Potter (non vi consiglio di leggere la pagina di Wikipedia se siete rimasti indietro al quinto film, ci sono molte soprese e novita' che vi perdereste).
E sono rimasto piacevolmente colpito. Da alcune cose piuttosto che da altre, ma sopra a tutte quante da una cosa che non riguarda il libro in se', quanto piuttosto i fenomeni di costume che sono nati intorno alla prossima uscita di questo.
Infatti come si era detto piu' e piu' volte in occasione della prossima uscita del libro, molte voci erano girate intorno a quest'ultimo capitolo, e molte versioni strane e/o discutibili avevano cominciato a fare il giro di internet. Alla fine, quella che "aveva ragione" era quel documento pdf contenente le scansioni delle singole pagine del libro.
Tuttavia, incuriosito dal fenomeno, sono riuscito a procurarmi altre cinque versioni "ipotetiche" che erano girate sulla rete in occasione della prossima uscita del libro.
Un paio non superavano il centinaio di pagine (in realta' portate su un documento word a4 con margini e carattere normale non avrebbero superato la trentina di pagine) ed erano quantomeno fantasiose (compresa una versione in tal senso molto ben fatta che sfociava in una unione omosessuale fra Harry e Kingsley Shacklebolt). Di tre specifiche sono rimasto particolarmente colpito: di dritta o di storta stiamo parlando di documenti PDF dalla lunghezza non indifferente [uno di 590 pagine, uno di 630 e uno di quasi 700! O-: ].
Sarebbe interessante tradurli (sono tutti in inglese) e vedere che cosa ne viene fuori. Io in questi giorni con calma e piacere provo a leggerli e vedere se riesco a tirarne fuori un buon riassunto (-: anche se la versione "ufficiale" direi che funziona decisamente meglio. Magari muore un bel po' di gente, ma bisogna piangere un po' prima di riuscire nuovamente a sorridere. ((-:

PS: Aspetto fiducioso di avere notizie sull'uscita del sesto capitolo cinematografico (Harry Potter e il Principe Mezzosangue), ma a quanto pare ci sara' da aspettare ancora parecchi mesi... In ogni caso appena esce, io di nuovo propongo la raccolta di gente per andare tutti al cinema (e mettiamo che riusciamo a fare una comitiva di almeno 20 persone, cosi' ci becchiamo pure tutti lo sconto...). Da notizie di corridoio doveva uscire il 21 novembre, ma la sua uscita e' stata spostata al 17 luglio... vedremo che succede nel frattempo...

PS2: data la piega presa dal libro, comincio a pensare che potrei aggiungermi alle dita anche l'anello di Salazar Serpeverde (-:

venerdì 26 settembre 2008

Tensione e novita'

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In questi giorni il lavoro mi sta consumando. Nel frattempo pero' sto immettendo un po' di novita' in ufficio (peraltro ho gia' ottenuto l'adsl, in questi giorni, si suppone lunedi', dovrebbero anche allacciarmi "Alice Home TV", cosi' mi risolvo il problema della mancanza di antenna televisiva in ufficio): ho installato il nuovo server, sto per installare il nuovo server di videosorveglianza, e sto completando un po' di progetti per il riordino dell'ufficio.
Per il resto, in questi giorni ringraziando il clima che cambia lentamente ed inesorabilmente mi sono preso un principio di colpo d'aria, che mi ha donato una tosse ben poco piacevole e il naso che cola. Unico punto a favore: dato il fastidio alla gola negli ultimi due giorni ho fumato una sola sigaretta in preda all'astinenza, altrimenti sto sostituendo con le caramelle e le gomme da masticare che ho in ufficio (avevo comprato delle gomme "BOOMER GLOP" all'Auchan, confetti con ripieno di succo di frutta. Bene, dopo 1 minuto sembra di masticare un copertone usato... da ricordarmi di non prenderne piu'...), anche se potrebbe essere una scusa per, magari, smettere di fumare.
Speriamo che il tempo si cheti, che in questi giorni cosi' mi passa la tosse e Lucky dorme piu' tranquillo ((-:

mercoledì 24 settembre 2008

Sogno della finestra in un giorno di pioggia

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Sono in viale Teracati, sto camminando sul marciapiede in mezzo ad una popolazione, quando all'improvviso un ragazzetto di forse 22 anni, classico carnesvizzerino mazzarronese [pochi capelli biondi a spazzola, qualche efelide, vestito con una camicia rossa a strisce bianco-argentate (una di quelle cose che trovi al mercato a due euro, ma che lui si sara' preso in qualche boutique lasciandogli dentro almeno 200 euro)], mi si fionda addosso e mi invita a stare piu' attento.
Mi scuso, e mi sposto verso sinistra per andare avanti, ma questo mi mette le mani sulle spalle
Tizio: "E ti pare che basta questo per scusarsi?"
Io: (lo guardo con curiosita') "Che cosa vuoi, scusa?"
Mi punta e mi sputa in faccia. Non riesco ad evitare la scaracchiata, ma subito dopo reagisco (grazie ai ricordi di anni e anni di judo) con un Uki-Goshi da manuale, riuscendo a spiattellare il cretino in terra dopo avergli anche affibbiato un colpo secco col fianco dritto sui gioielli di famiglia, poi mi stendo su di esso e lo tengo bloccato, mentre un'auto della polizia si avvicina. Un segno ai due agenti a bordo della volante, e l'auto si ferma a bordo strada. Ne escono i due agenti (uhm, e' come se uno mi ricordasse qualcuno, sorride quasi come Philippe...) e senza battere ciglio ammanettano il ragazzo che tengo schiacciato in terra e che dal momento in cui ha visto l'auto della polizia non sta piu' emettendo un fiato. Chiedo ad uno dei due agenti se ha bisogno dei miei dati, della denuncia etc., ma lui prima mi invita ad andare nel bagno del bar poco di fronte a noi per darmi una sciacquata. Dopo averlo fatto esco e trovo i due che risalgono in macchina con il ragazzo ora mogio mogio seduto sul sedile posteriore. Uno dei due agenti si prende il mio numero di telefono e il mio nome e mi dice che mi faranno sapere quanto prima. Quindi continuo la mia passeggiata e giungo a casa [in realta' mi vedo continuare la passeggiata e, dopo una specie di "dissolvenza" mi vedo aprire la porta di casa]. C'e' molto disordine a casa, come se fossi appena rientrato da un viaggio: valigie e vestiti un po' dovunque, persino alcuni dei miei orsetti sono ammonticchiati sul divano del salone.
La giornata non e' delle migliori: il cielo e' nuvoloso e promette di piovere. Raggiungo la mia camera da letto, dove la finestra e' aperta e la serranda e' quasi del tutto alzata. Chiudo la finestra e abbasso la serranda, mi giro verso il letto dove noto un po' di carte che so mi servono. Sono accanto a Philippe, Gerhard e Ivano che sono tranquilli sul letto. Ma noto tuttavia che c'e' un po' troppa luce. Mi giro di nuovo indietro e noto che la serranda e' bellamente alzata al punto in cui era prima.
Agrotto le sopracciglia, poi ri-abbasso la serranda, e mi dirigo verso la porta della camera da letto, dal lato opposto rispetto alla finestra. Di nuovo c'e' molta illuminazione, per cui mi giro nuovamente e vedo ancora la serranda bellamente alzata, come se non l'avessi toccata. Sbuffo, guardo l'ora sapendo di essere in ritardo per andare in questura, e noto che porto un'orologio digitale (che non ho mai visto), il quale fa le 9:20 del mattino. Entro in stanza da letto, ma sento come qualcosa che non va, e mi dirigo fuori a passo svelto. Sul corridoio, in terra davanti alla porta del ripostiglio, c'e' Ivano. Mi chiedo al volo che cosa ci faccia li', per terra, ma capisco che ho bisogno di un'arma, per cui ritorno in salone e annuncio: "Simon, ho bisogno di te!"
Simon mi guarda, in realta' e' lui, ma mi appare di dimensioni superiori persino a Peter. Appena ho prounciato il suo nome ha allargato il suo sorriso, in silenzio. Lo prendo, e ritorno in camera da letto: Ivano e' tornato a dormire sul letto e non appena appoggio Simon sul letto, noto un'oscurita' non indifferente: mi giro e vedo che, finalmente, la serranda e' abbassata; non sento piu' una strana atmosfera intorno a me. ((-:
Mi sveglio: butto un occhio alla proiezione della sveglietta: sono approssimativamente le tre di notte. Arruffo con delicatezza la testolina di Philippe, che sta ronfando sotto il mio braccio, poi mi giro e mi riaddormento.

lunedì 22 settembre 2008

Mi piace se ti muovi... fuori dall'ufficio pero'!

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Ormai riordinare e ripulire il mio ufficio e' diventata piu' un'attivita' sportiva che un'attivita' quotidiana di qualche specifico scopo, soprattutto in funzione della quantita' non indifferente di materiale utilissimo, ricambi, componentistica, carte e papiri, robaccia, fatture, documentazione utilissima su componentistica o librerie che sono utili oggi e saranno superate & obsolete non domani, ma gia' stasera sul tardi...
Poi oggi, ravanando nell'armadio delle connessioni per cercare di fare un po' di spazio al router adsl, mi sono reso conto di come ho implementato alcune soluzioni tecniche che sembrano piu' frutto di un delirio da disperazione frammisto a crisi mistico-depressiva che da un ponderato ragionamento su come andrebbe gestito un groviglio di cavi di telefonia e dati, in maniera tale che oltre ad avere un ufficio tecnologicamente funzionante, non sia richiesta una specifica specializzazione in botanica avanzata per infilare le mani nel mastodontico cespuglio di ginepro in cui si riuniscono le 14 prese phone+lan del locale ai ben tre cavi che vengono dall'esterno.
Saltando al volo di palo in frasca, il bello del mio ufficio e' infatti che in un locale che si estende per poco piu' di 17 [si, diciassette] metri quadri piu' poco meno altrettanti di soppalco, sono stipati dentro i muri qualcosa come 900 [si, si: avete letto bene: novecento! (quando ho contato le nove scatole di matasse da 100mt di Pirelli Speedyflam e guardato che in terra rimanevano brandelli di pochi centimetri, ho faticato a crederci anche io, ma poi considerando gli 80 metri di tubo da 3.5cm pieni all'inverosimile, ho dovuto ricredermi)] metri di cavi elettrici, oltre a piu' di un centinaio di metri di cavo UTP categoria 5, e senza dimenticare almeno altrettanti 80 metri di doppino telefonico che scorre con esso. E la cosa divertente e' che adesso devo anche strutturare ex nova tutta la rete del CED, la sala macchine a bordo laboratorio, che dovrebbe comprendere in operativo 24 ore al giorno almeno tre macchine, piu' i banchi e il pc dell'ufficio quando non sono in laboratorio...
Ma torniamo a noi: come dicevo, le pulizie ormai sono agli sgoccioli [anche il laboratorio comincia ad assumere una forma piu' umana (-: ], e dopo l'ultimo ospite che ha usato l'angolo dell'UPS come bagno, stamattina di nuovo ho faticato per far uscire un piccolo geco che si era accasato proprio sotto il rack.
Ora: mi piacciono i gechi [e d'altronde sull'arcata d'ingresso dell'ufficio ne ho attaccato uno in legno dalle dimensioni non indifferenti (parentesi: il prossimo gadget che trovera' posto in ufficio e' una bellissima campanella tibetana che mi ha portato un'amica dal Nepal)] e mi sono molto simpatici, un po' come Re Julien di Madagascar che ne tiene uno sulla corona...

... tuttavia al di la' di un non piacevole ne' esattamente igienico spargimento di ca%%te per tutto l'ufficio, mi preoccupa piuttosto trovare una bella mattina il server fumante con un ottimo spiedino di ramarro ben cotto che gira sulla ventola di raffreddamento dell'hard disk!

domenica 21 settembre 2008

Il portatile e' ben cotto

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CL: "Ehm, $grizzly, avrei un problemino con il portatile..."
Io: "Ok, dimmi di preciso di che si tratta..."
CL: "In pratica quando proviamo ad accenderlo con la batteria, non da nessun segno di vita. Se con la batteria inserita diamo alimentazione, sempre nessun segno di vita; pero' togliendo la batteria e premendo il tasto di accensione con l'alimentatore inserito, fa come se volesse partire: qualche led si illumina e sembra che l'hard disk dia un se pur minimo segnale, ma resta comunque fermo li' con lo schermo nero."
Io: "Ok. Vediamo, me lo porto in laboratorio e gli do un'occhiata. Uhm... vedo che l'alimentatore non e' quello originale ma un modello generico per notebook... quello originale che fine ha fatto?"
CL: "Beh, un paio di anni fa [il laptop ha circa tre anni, ndG] si e' bruciato, e allora lo abbiamo cambiato con uno compatibile. Un paio di mesi fa si e' bruciato di nuovo e quindi lo abbiamo cambiato di nuovo. Pero'..."
Io: "Pero'?"
CL: "Mah, non so come fare a spiegartelo. In pratica avevamo provato anche ad accenderlo con l'alimentatore di una bilancia che abbiamo in laboratorio, ma ho l'impressione che non fosse a 19 volt, ma forse a 24... e non so se la polarita' di quell'alimentatore sia con il positivo all'esterno e il negativo al centro... ma forse mi sbaglio..."
Io: "Cos...? Ehm... Gosh! Ma veramente se al portatile hai dato 24 volt a polarita' invertita adesso anziche' un PC dovresti avere un amorfo mucchietto di cenere!"
CL: "E invece si limita a non accendersi. Mi fai sapere qualcosa?"
Io: "Ok, vado in laboratorio e vediamo che succede..."

I sintomi di cui mi ha parlato il cliente sono confermati, per cui con la vana speranza che avergli propinato 24 volt abbia solo sbriciolato lo zener di filtro all'ingresso di alimentazione, passo da un amico per farmi dare una mano a smantellarlo, e affronto le 400 viti che tengono assieme la struttura di un normalissimo laptop da 15.4"... e dopo una buona ventina di minuti di lavoro scoperchio la piastra madre e, notando una macchietta nella protezione di plastica vicino all'attacco della batteria, sollevo il foglietto isolante...

... la sorpresina che c'era sotto la protezione la potete vedere clickando sull'immagine a inizio articolo... a quanto pare la mia diagnosi sull'amorfo mucchietto di cenere era decisamente esatta!

venerdì 19 settembre 2008

Libri e librerie internazionali

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Oggi Walter Veltroni ha presentato il suo nuovo libro presso Barnes & Noble.
Ma su quella libreria c'e' qualche altro libro... come ad esempio il mio, o ancora il primo di Francesco Candelari...

Un po' di pubblicita' per tutti e tre? ((-:

giovedì 18 settembre 2008

Compleanno secco come un Martini

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Solo per raccontarvi l'ultima cosa della giornata.
Ossia che sono arrivato a casa e mi sono dovuto lavare tipo gatto, come quando ero in vacanza, perche' la doccia che anelavo da un pezzo e' saltata assieme all'acqua che non viene su, perche' come sempre in questo schifo di palazzo, dopo che sono rimasto un giorno intero senza acqua per far cambiare il tubo che dava il prezioso liquido alla nostra scala, ora di nuovo i tubi sono muti. Ho un piccolo serbatoio da 80 litri nel doppio servizio per le emergenze, ma ovviamente non supporta lo scaldabagno o altri strumenti utili, e versa solo un rubinetto sul lavandino...

... e domani sara' ancora cosi'... vediamo quando potro' lavare i piatti! (-:

Carrefour di Assago

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Vi invito a leggere questo articolo sul blog di Blackcat.

E' successo il 13 settembre 2008 al Carrefour di Assago (MI), e riguarda una madre (Barbara) e il suo giovane figlio Alexander. Ma soprattutto riguarda il modo oserei dire schifoso in cui per l'ennesima volta i centri commerciali dimostrano come sia facile affittare lo spazio tanto per poter lucrare su questo e niente piu'.

Un plauso a Mattel Italia per la reazione indignata e di grande solidarieta' nei confronti di madre e figlio.

Update: valgano anche questo articolo a ringraziamento di tutta la blogosfera, e quest'altro a maggior chiarimento di questa storia.

Un grosso abbraccio a Barbara e ad Alex. Dal cuore

Le pugnalate ei enumera...

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... son trentadue! [No, dovrebbero essere ventitre'! Si, ma qui abbiamo invertito le due cifre. Ma come? Ma si, e' cosi. Fidati di me! ((-: Ma sono proprio pugnalate? Non esattamente...]

La giornata promette bene, salvo ulteriori incontri ravvicinati del blattoso tipo... Comunque nonostante tutto, quello che mi aspetta e' fondamentalmente una pesantuccia giornata di lavoro da passare con una mattinata in ufficio per gestire un paio di computer da completare, poi un pomeriggio in giro per vari clienti. In serata? Boh, non ho nessun progetto specifico, e sinceramente non ho progetti specifici per fare qualcosa di particolare, comunque poi raccontero'... (-:

venerdì 12 settembre 2008

Ancora, ancora, ancora

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Il bosco e' silenzioso. Silenzioso e difficile. Ma quello che non ti uccide ti rende piu' forte. Deve renderti piu' forte. Deve essere cosi': non puo' essere altrimenti.
Sei rimasto solo.
No, non e' vero!
Si, sei rimasto solo. Il bosco e' silenzioso. Il rumore della pioggia non ti porta a nulla.
No! Ti ho detto che non e' vero. La pioggia, si. Mi ricordo. Quei giorni in cui la pioggia rendeva difficile la connessione. La corrente elettrica non aiutava mai. Le linee si intasavano.
Ma ora e' difficile. Forse no. Come puoi crederci ancora. Ascolta la CB: nessun rumore. Neppure la piu' bassa forma di QRM, la banda AM e' pulita come il rumore della pioggia sul bosco. Neppure li' e' rimasto piu' nessuno.
No, non e' vero... non puo' essere vero. Lo so.
Lo so. Hai scritto il mio indirizzo IP dappertutto. Ho fatto broadcast, ho inciso le pietre sul mio stesso cammino.
172.29.65.44
Lo hai gridato. Lo hai gridato ai quattro venti. Finche' ogni numero ha perso di significato. Finche' ogni sillaba, ogni singolo fiato non ha avuto piu' senso.
E continuero'. Continuero' ancora. Centosettantadue punto ventinove punto sessantacinque punto quarantaquattro, il mio nodo e' sempre on-line.
Anche tu sei sempre on-line, anche se ti allontani. Il tuo telefono funziona?
Si, le batterie sono cariche ed il tono di linea non manca.
Non ha senso.
Anche la corrente non manca mai.
Non ha senso: sei elettricamente e telefonicamente autonomo.
Smettila!
Perche'?
Smettila, ti ho detto di smetterla.
Sei solo. Senti la mancanza degli uomini, delle donne, degli animali... degli insetti.
Rosetta. La puledra del vicino. Te la ricordi, vero? Ogni sera in cui potevi passeggiare fino al limitare delle stalle. Lei che non si faceva toccare da nessuno. Lei che era la cavallina piu' timida e impaurita della vallata.
Si. Ma non temeva le delicate carezze sul muso bianco chiazzato di marrone.
E sotto il muso, sulla gola. Si, ricordi? Stendeva il collo in avanti come un felino e si lasciava accarezzare la gola.
Una gola da tagliare con un rasoio. Smettila. No, devo smetterla. Si, dovevo tagliarla, quella gola. Forse almeno lei non avrebbe sofferto. Anche altri hanno sofferto. Tutti hanno sofferto. Anche io sto soffrendo. E una donna, un uomo, un vicino.
Una sigaretta, magari. Quella calda sensazione del fumo che ti scende lungo la gola, quella opprimente sensazione di catarro appena svegliato la mattina. Quelle sensazioni, si: quelle sensazioni che non ci sono piu'.
E il rumore della pioggia, si. Anche quello mi ricordo. Non hai bisogno di ricordarlo: sta piovendo.
Gia', e poi smettera', ma solo fino a quando non ricomincera' a piovere ancora.
E lo schermo del computer, l'avviamento del sistema operativo, e la gente, e le stelle.
Il buio di un cielo senza stelle. No, non e' vero: smettila. Ci sono le stelle: le ho viste. Ho visto ancora il gran carro, e le sette stelle mi hanno guardato dall'alto. Ci hanno guardato. Hanno visto me, ma hanno visto anche gli altri.
Ma forse non ci sono gli altri. Forse non ci sono neanche io. Forse non c'e' piu' neanche il pianeta.
Sei tu che l'hai voluto.
Magari un'invasione di astronavi scintillanti nel cielo buio sarebbe stata meglio, magari una malattia sconosciuta, magari un rasoio che tagliava la gola di Rosetta.
Smettila, non voglio parlarne.
Magari un cane. Un fedele amico da accarezzare sotto la gola.
Ti ho detto che non voglio parlarne.
E che cosa farai? Griderai al vento? Centosettantadue, punto ventinove, punto sessantacinque, punto quarantaquattro. Ti ho gia' detto che sono on-line?
Sono sempre on-line.
Ma a che pro?
La banda AM e' silenziosa. Il bosco e' silenzioso. Il cielo e' silenzioso. No il cielo piove, ma sopra le nuvole e' silenzioso.
Il mondo e' silenzioso. Anche io sono silenzioso.
I tuoi abiti sono strappati, lisi, consumati e sporchi.
Ti mancano degli abiti puliti.
Magari non tuoi. Magari in qualche casa e' rimasto qualcosa da poter accapparrare. Magari qualche puledrina a cui tagliare la gola. Ti ho detto che non voglio parlarne. Ma i cavalli non si vestono. E i cavalieri sono gentili. Io sono un chierico guerriero. La mia maledizione spargera' gli atomi del tuo corpo in terreni lontani ampi migliaia e migliaia di acri. Sono molto bravo con gli incantesimi, sai?
Sono molto bravo anche con il computer, e il mio nodo e' sempre on line. 172.29.65.44 e' il mio indirizzo, ed e' li', che aspetta. Anche il mio telefono e' li', e aspetta anche lui.
Anche tu aspetti.
Smettila.
Smettila.
Il bosco nasconde molte insidie, nel silenzio. Nel buio.
Non ho paura del buio.
Ma hai paura del silenzio.
Si.
No. Ho rispetto del silenzio. Ho paura del buio. Anzi no. Ho rispetto del buio, ho paura del silenzio.
Dal bosco salteranno fuori spiriti maligni che cavalcheranno puledre immacolate, uccidendo gli uomini liberi. E scaglieranno maledizioni sulla rete. E la rete non funzionera' piu'. E non funzionera' piu' il CB, non funzionera' piu' il telefono. Anche la tua mente vacillera'.
Non senti questo rumore?
Si. E' la pioggia che cade fitta sugli alberi del bosco.
E' il gruppo di generazione elettrica che fa il suo dovere. E' l'antenna della rete senza fili. La rete e la CB fanno il giro del mondo.
Centosettantadue, ventinove, sessantacinque e quarantaquattro. Sommali e saprai quante volte queste parole hanno fatto il giro del mondo. Moltiplicali e saprai di quanti parsec si sono allontanate dall'universo.
Il bosco e' silenzioso. Ma vuoi affrontarlo. Piove... chi ha da andar, vada, che l'acqua non e' spada!
Voglio le coccole. Voglio qualcuno. Voglio qualcosa. Voglio solo qualcuno.
Guarda quei lampi sopra il bosco.
E' il ritorno degli uomini liberi, e' la festa per il ritorno dell'umanita': sono fuochi d'artificio che annunciano felicita'. E sono fulmini che saettano fra gli alberi del bosco, per rompere la monotonia della pioggia.
La pioggia non e' monotona.
Aspetta.
Smettila.
Forse senti il rumore di un cavallo che si avvicina? Ti ho detto di smetterla: non voglio parlarne, e se non la smetti...
La rinascita della rete passa anche dalla pioggia. Dalla CB, dalla radio, dal wi-fi, dal wi-max. Che belle parole piene. Sei un mago del computer, ma con cui parlerai di protocolli di rete?
Alle margherite.
A chi ripeterai incessantemente quel centosettantadue punto ventinove punto sessantacinque punto quarantaquattro che ti rimbomba nella testa?
Alle margherite.
E per quanto tempo? Alle margherite. Non mi stai ascoltando. Non ti sto ascoltando. Non c'e' niente oltre il rumore della pioggia. Non c'e' nessun telefono, non c'e' nessun computer, non c'e' nessun uomo. Non c'e' piu' nulla. Non ci sono neppure puledre sgozzate.
Ti ho detto di smetterla. Subito.
Smetterla di piovere? Smetterla di pronunciare quegli inutili quattro numeri che ormai saturano le strade, le pietre miliari, le rocce da qui a molto lontano?
Continua, allora. Continua ancora, e ancora, e ancora fino all'infinito. Qualcuno prima o poi si trovera'. Devi smetterla.
Smetterla di sperare. Il bosco e' silenzioso. Nessuno tornera'. Nessuno verra'. Nessuno chiamera'. Nessuno sei tu, nessuno sono io, nessuno e' l'io, nessuno e' nessuno.
Smettila! Non ti sopporto!
Che cosa vuoi fare? Accarezzarmi il muso come con Rosetta? Fare l'amore con me come quando avevi una moglie? Giochiamo a carte, bevendoci una birra, in ricordo dei vecchi tempi. Accendiamo la tv via cavo, e vedrai come ci sono piu' di cento canali di pioggia. E di silenzio.
Uscirai sotto la pioggia. Rimarrai a guardare il bosco. E sentiro' la pioggia battere sulla mia testa, sulle mie spalle, e sui miei timpani.
Stanno arrivando!
Non e' vero, e lo sai. Non c'e' nessuno. Nessuno sta arrivando.
Lo sai. Lo hai sempre saputo. Sarebbe successo prima o poi, e non puoi dire che non te lo aspettavi. Perche' lo volevi. No! Smettila! Basta! Non ti sopporto piu'!
Centosettantadue, punto ventinove, punto sessantacinque, punto quarantaquattro, il mio nodo e' on-line, il mio server VoIP e' on-line, la mia stessa vita e' on-line. Ditemi quando potro' sapere che cosa mi resta al di fuori della pioggia.
Che sta finendo.
Smettila. Qualcuno ha tagliato la gola al dio della pioggia. Smettila, ti ho detto.
Non voglio parlarne. No, anzi, non voglio parlare. E' tardi. Ora che smette di piovere il bosco e' ancora piu' silenzioso. Ed il cielo e' sempre piu' buio.
Non e' vero. Guarda: quella e' una fetta di luna, e quella e' una stella. Anzi no, e' Venere. O Marte, o una stella solitaria.
Una nave spaziale intergalattica che viene a prenderti, per portarti in un mondo completamente diverso da questo, dove essere completamente solo. Solo tu. Solo tua moglie, il tuo vicino, il resto del mondo, Rosetta, chi ti manca ancora?
Mi manchi tu. O magari, non saprei, un peluche.
Molto piu' sopportabile di te, di certo. E di questo maledetto computer che sta di nuovo macinando dati senza motivo. Questo hard disk e' inaffidabile.
Basta! Smettila! Non ne posso piu'! Il bosco e' silenzioso! E faro' rumore! Centosettantadue! Punto ventinove! Punto sessantacinque! Punto quarantaquattro! Voglio morire! Voglio morire da solo in un mondo silenzioso e abbandonato! Voglio morire nel bosco intorno a questa casa! Voglio morire con il rumore di fondo del CB che mi ricorda la pioggia che non c'e' piu'! Basta!

"Signore, il ping si e' interrotto improvvisamente mentre cercavamo di aprire una sessione telnet con la bbs, e non risponde piu' nessuna porta." il soldato era davanti al monitor e sembrava stupefatto.
"Avete provato anche sulle altre frequenze?", chiese l'ufficiale che sembrava invecchiare a vista d'occhio ogni secondo che passava.
"Il QRM sta tornando lentamente, e stiamo verificando l'esistenza di altri segnali visivi o tecnologici."
"Qual'era l'indirizzo IP di quella bbs?"
"Dunque... 172.29.65.44"
"Punto ventinove... avete chiamato sul canale 29 CB?"
"Uhm... no, signore. Ci provo subito!"; il giovane soldato prese dalla sua sinistra il mike arruginito, mentre la mano destra ruotava una manopola dentata finche' accanto allo schermo del computer non comparve un 29 a cifre led tremolanti, poi parlo': "Attenzione binario 29, attenzione binario 29: qui e' la stazione tecnica Orionis. Se c'e' qualcuno che riesce a copiarci, risponda, per favore. E' della massima importanza. C'e' rimasto ancora qualcuno sul pianeta? Cambio."
Solo un lieve tremito nel QRM di fondo fu l'unica risposta. Il giovane soldato intanto con la mano libera non smetteva di digitare comandi e test di rete in direzione di quell'unico indirizzo IP di cui erano presenti tracce dovunque.
"Attenzione binario 29: qui e' la stazione tecnica Orionis. Se qualcuno mi copia, mi risponda. E' importante! Cambio."
Il rumore dei tasti battuti sulla tastiera del computer fu la risposta piu' eloquente della frequenza AM: "Attenzione binario 29: qui e' la stazione tecnica Orionis. Sysop della bbs su 172.29, se mi copi vieni avanti. Dobbiamo sapere se e' sopravvissuto qualcuno... cambio... Inutile signore. Deve essere stato l'ultimo nodo di rete che disponeva di un qualche generatore."
"Maledizione. Ma deve esserci rimasto qualcuno. Non puo' essere rimasto solo il bosco!"
"Il bosco e' silenzioso, signore".

mercoledì 10 settembre 2008

Incubo sottile

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[Durante la digitazione di questo articolo, per ben due volte il computer si e' crashato: di colpo si e' completamente oscurato lo schermo e lo ho dovuto riavviare. Se volete, tirate pure le vostre conclusioni. Io comunque benedico la funzione di salvataggio automatico di Blogger]

Sono in balcone, nel balcone-terrazzino dello studio. In piedi, che guardo il panorama; sto fumando una sigaretta. Con me c'e' un ragazzo. Giovane, sui venti anni, lunghi capelli castani lisci, occhi azzurri chiarissimi, porta il pizzetto. Mi guarda, in silenzio. Do l'ultima boccata alla sigaretta e la schiaccio nel posacenere sul tavolo, poi rientro nello studio, seguito da questo ragazzo.
Non so chi sia, ma mi da un'impressione familiare. Sul divano c'e' mio padre, seduto, che guarda la televisione. Non mi guarda nemmeno, mentre mi avvicino al tavolino, dove c'e' il mio pc portatile aperto ed acceso, pero' scambia uno sguardo d'intesa con il ragazzo dietro di me.
Interrompo il salvaschermo del portatile e metto la mia password, riaprendo la sessione; da quello che vedo davanti a me c'e' Firefox aperto, con l'homepage del blog aperta, ma non appena ho questa fugace visione, giro il desktop virtuale e comincio a digitare tasti su un terminale ssh aperto sul server dell'ufficio. Comincio, ma subito il ragazzo mi interrompe.

Ragazzo: "Ma c'e' copertura bluetooth in questa zona? Si puo' fare qualcosa?"

Lo guardo.

Ragazzo: "Prima ho provato a cercare delle periferiche, ma non trovo nulla a cui agganciarmi..."
Io: "No, scusa. Aspetta, in che senso?"
Ragazzo: "Copertura bluetooth, per allacciarsi ad altri telefoni cellulari, auricolari, computer..."
Io: "Si, ho capito cosa intendi, ma per fare cosa?"
Ragazzo: "Ma poi scusa, c'e' il bluetooth integrato sul tuo portatile?"
Io: "Ho un dongle usb, ma per farci cosa, non ti capisco?"

Si avvicina, guardando lo schermo del portatile.

Ragazzo: "E poi perche' non ti sei installato la Nokia PC Suite? Cosi' magari ti..."
Io: "Ma di che cosa stai parlando, scusa? E che ti frega del mio computer..."
Ragazzo: "Ma che razza di versione di Windows c'e' installata? Non hai Vista?"

Sto per dargli una rispostaccia, ma il portatile, come se avesse sentito e deciso ad agire di sua iniziativa ruota ancora lo schermo virtuale con l'effetto di compiz e mostra uno sfondo nero con un pinguino e la scritta "Linux". Il ragazzo guarda esterrefatto e un tantinello nauseato, pronto a partire per darmi una qualche lezione di informatica di serie Z che non ho richiesto, quando giunge la voce di mio padre dal divano:

Padre: "Lascialo stare, che ne sa molto piu' di te."

E' rivolto al ragazzo, che si allontana da me come se fossi improvvisamente divenuto radioattivo, poi sorride e si avvicina alla libreria.
Chiudo il coperchio del portatile con uno scatto, provocandone l'ibernazione, ed esco nuovamente in balcone perche' ho bisogno di respirare, prima di sbottare in un commentaccio. Sento mio padre che spegne la televisione e si alza. Mi raggiunge in balcone, assieme al ragazzo (che gli si avvicina) e si siede al tavolo, mentre io guardo in direzione della saracinesca del mio ufficio. Sembra mezzogiorno inoltrato: il sole e' alto, ma non c'e' molto caldo, anche se sono vestito in maniche corte.
Mi giro, e guardo mio padre, che mi sorride. Sembra piu' giovane di quanto mi ricordi.

Padre: "E' quasi ora di pranzo, fra poco sara' il caso di preparare qualcosa."
Ragazzo: "Se volete ci penso io a fare un po' di pasta..."
Io: "No. Siamo in casa mia: ci pensiamo noi."

Mentre dicevo quel no, appaiono altri due ragazzetti al balcone. Uno e' alto quasi due metri, e mi guarda con profondi occhi neri; l'altro e' basso, e sorride impercettibilmente. E' a loro due che mi riferisco quando ho detto "noi". Mio padre li guarda con circospezione.

Padre: "E questi due chi sono?"
Ragazzo Basso: "Siamo i cugini di Mirko"
Padre: "Cugini?"

Non rispondono. Il ragazzo basso continua a guardare mio padre e il ragazzo, che li osserva incuriosito, mentre il ragazzo alto mi guarda e mi offre una specie di occhiata d'intesa. E' come se mi avesse fatto l'occhiolino, ma non mi ha schiacciato l'occhio. Sono io che riprendo, indicando anzitutto il ragazzo basso piu' vicino a mio padre, mentre quello alto si avvicina a me.

Io: "Quello e' Lucky, e questo invece e' Peter... Comunque dicevo quando volete prepariamo un piatto di pasta, e vediamo che cosa c'e' in frigo per organizzare un po' di pranzo."

Lucky rientra nello studio, e si mette ad osservare i quadri, come se fosse in attesa di qualcosa, mentre Peter mi si avvicina e mi mormora quasi all'orecchio senza farsi sentire le parole "mano destra".
Guardo distrattamente la mia mano destra: mancano sia l'orologio che l'anello del nonno, repentinamente alzo la mano e mi gratto la testa, sentendo la pelata particolarmente liscia, come se mi fossi rasato quella stessa mattina. Mi rendo conto che manca anche la catenina d'argento al collo, tuttavia noto che dai bottoni aperti della polo che indossa mio padre, appare la croce bianca e azzurra attaccata alla catenina d'argento che ha sempre portato.
Il ragazzo "con" mio padre rientra nello studio, e mio padre si alza e lo segue. Guardo Peter, che sorride, e gli sussurro che ho capito.
Nello studio guardo mio padre, che si e' avvicinato anche lui alla libreria: all'improvviso si avvicina dietro il televisore, si inginocchia e apre lo sportello dello stipo dietro la tv, cominciando a tirare fuori videocassette e scatoloni pieni di lampadine, doppie spine e boiate varie.
Prima ancora che possa chiedergli che sta facendo, e' lui che mi dice:

Padre: "Questa libreria e' sempre in disordine..."
Io: "Hai intenzione di metterla a posto adesso? E' quasi ora di pranzo... Anzi, perche' non andate a vedere in cucina che cosa si puo' preparare?"

Lucky e Peter (mi ero rivolto a loro) escono dalla stanza senza battere ciglio, mentre il ragazzo con gli occhi azzurri si avvicina a mio padre.

Ragazzo: "Perche'? Cosa c'e' di male? Ogni tanto bisogna mettere in ordine..."
Io: "Non mi interessa: non sei piu' in casa tua."
Padre: "Come? Non ti permettere!"

Mio padre gira la testa, mi guarda con un misto di odio e stizza, poi apre una scatola con una serie di pezzi di filo elettrico, prolunghe varie, portalampada e lampadine di ricambio, da cui comincia sistematicamente a togliere tutto il contenuto. Noto che all'interno della scatola c'e' molta polvere, addirittura delle scaglie bianche che sembrano calcinacci.

Io: "Tu non sei mio padre."
Ragazzo: "Non far precipitare le..."
Io: "(Lo interrompo) Tu non sei mio padre, ti ho detto. Tu sei morto dieci anni fa. Ne hai fatti di sbagli, anche con me forse, ma questo non e' ne' il luogo ne' il momento per rimediare. Se fossi veramente mio padre, cercheresti di mettere in ordine le cose storte che ci sono state fra di noi, anziche' questa libreria..."

Sono calmo, ma estremamente risoluto. Mio padre s'interrompe. Mi guarda, seduto per terra e circondato da fili elettrici, lampadine, carte e ciarpame vario. Mi guarda sempre con stizza, e poi parla anche lui con tono risoluto.

Padre: "Tu non sei come ti volevo"
Io: "Oh, gia'. E come mi volevi? E' forse questo ragazzo il figlio che non hai avuto? Studioso, giudizioso, posato, gentile e servizievole... era questo che mi volevi mostrare? Certo, certo..."
Padre: "Ma smettila, lui non c'entra..."
Io: "Chi e' lui? Chi siete voi?"
Padre: "Io sono tuo padre!"
Io: "Smettila. Ti ho detto che sei morto da dieci anni. Morto, non partito per un altro viaggio in Argentina. Un tumore ti ha portato via. E' tutto quello che mi sai dire dopo dieci anni? 'Io sono tuo padre'... mi hai preso per scemo? Bella idea che ti sei fatta di tuo figlio. E chi e' questo ragazzo. Voglio la verita'!"

Mio padre si ammutolisce, e piega la testa verso il basso. Il ragazzo ora comincia a guardarmi dall'alto in basso, e sfodera un tono di sfida eccezionale.

Ragazzo: "Io sono il tuo Angelo Custode."
Io: "Il mio? Forse vorrai dire il *suo*..."

Indico mio padre, a terra in silenzio. Il ragazzo alza le spalle.

Ragazzo: "E se anche fosse? Che cosa puoi farci?"
Io: "Peter, Lucky..."

Ho pronunciato quei due nomi con tono di voce normale (come se parlassi tra me e me, anziche' chiamarli) ma i due ragazzi caracollano dentro lo studio come se avessi messo loro il pepe al cu%o. Mi allontano da mio padre, in direzione del centro della libreria. Lucky si avvicina a mio padre, mentre Peter blocca la porta dello studio che il ragazzo ha appena cercato di raggiungere in un moto di paura.

Io: "Che posso farci? Se tu sei il suo angelo custode, e dato che questo non e' mio padre, lascia che io ti presenti i miei spiriti guida."

Indico i due ragazzi, che sono fermi entrambi a braccia conserte, sorridenti e rilassati come se niente fosse.
Mio padre alza la testa, e' pallido, sembra invecchiato di almeno dieci anni.

Padre: "Per favore, Mirkuccio"
Io: "Piantala, Enzo: sei patetico"

Comincia a singhiozzare.

Padre: "Non mi chiami... papa'?"
Io: "Se fossi veramente mio padre, sapresti appunto che ho sempre chiamato mio padre per nome. Enzo, e non papa'... sei un bugiardo."

Diventa bianco, e comincia a guardarmi con gli occhi spiritati di sangue.

Io: "Non mi fai paura."

Sono calmo, e molto tranquillo. Sto per chiamare Peter, per chiedergli di intervenire, quando noto lo sguardo carico d'odio anche del ragazzo vicino alla porta.
Ma e' una frazione di secondo, poi lo sguardo diventa di sgomento: una possente zampa bianca lo colpisce al centro dello stomaco e lo sbatte con violenza contro la parete a sinistra del divano. Colpisce la parete e rimbalza come un bambolotto finendo per terra. La parete e' macchiata di sangue ed ammaccata vistosamente per la botta tremenda che ha ricevuto. Accanto a me, alla mia sinistra, dove c'era il ragazzo alto, appare un maestoso e gigantesco orso polare, bianco, lungo almeno tre metri ed alto piu' di un metro e mezzo. Sta sulle quattro zampe e mi guarda con una certa soddisfazione.
Mi giro di nuovo verso mio padre, il cui corpo sembra vivere un degrado non dissimile alla malattia che lo ha portato via, ma che avviene ad una velocita' mostruosa. Diventa sempre piu' bianco, sempre piu' emaciato e calvo, ma gli occhi iniettati di sangue continuano a fissarmi, sebbene sembra che delle lacrime cerchino di solcare le sue guance.

Io: "Ti ho detto che non mi fai paura!"

In uno spettacolo mostruoso vedo il volto e le braccia di mio padre consumarsi fino all'osso. Nel giro di una decina di secondi sono davanti ad un teschio con un lembo di carne, e due occhi sorcini iniettati di sangue che mi puntano.

Io: "Non mi credi, eh? Lucky, ci pensi tu?"

A sinistra, accanto al televisore, al posto del ragazzetto basso e sorridente c'e' un orso bruno che deve pesare almeno 200kg, ma che mi guarda sorridente. Poi mi parla.

Lucky: "Si, certo che ci penso io..."

Di mio padre sparisce la pelle e gli occhi sgocciolano via come in una scena splatter da film horror di serie D. Uno scheletro riempie un paio di pantaloni ed una maglietta polo, e muove improvvisamente la mascella rivolgendomi la parola. In realta' piu' che parlarmi, sento una voce nella mia testa, come se fosse telepatia:

Padre: "Come lo hai capito?"
Io: "L'anello del nonno... di tuo padre, se fossi stato il mio vero padre. E se fossi stato il mio vero padre sapresti anche perche' la nonna me lo ha regalato, dato che glielo chiedesti tu. Io non sto portando l'anello del nonno, sebbene non lo tolga neppure per dormire... Ma lo ammetto: non l'ho capito subito. Lo devo ai miei due spiriti guida, che vegliano sempre su di me come molti altri. Questo e' un sogno, e tu e quell'altro s%%%onzo siete lo spirito di un incubo, che i miei orsetti hanno voluto far passare per farci divertire tutti un po'."
Lucky: "Ma forse abbiamo sbagliato: non ci aspettavamo che avrebbe puntato ad attaccare la famiglia per renderti piu' vulnerabile, comunque adesso ci pensiamo noi. Tu svegliati che e' tardi e fra poco devi andare a lavorare."

Una zampa marrone scuro ben fornita di unghie afferra e sbriciola lo scheletro, mentre l'orso polare si avvicina inesorabilmente al ragazzo che sembra dare ancora qualche minimo segno di vita. Mi guardo intorno soddisfatto e poi chiudo gli occhi.

Apro gli occhi. Sono le sei meno venti di mattina, e sono nella mia camera da letto. Sotto il mio braccio sinistro c'e' la calda e morbida figura di Lucky. Accendo la luce, poi mi siedo sul letto.
Guardo Lucky, gli solletico il pancino, mi alzo e infine gratto il mento di Peter, che mi guarda pacioso, seduto sul comodino.

Io: "Questa volta, parola mia, vi siete meritati un premio. Ma roba da lasciare qui un barattolo di miele tutto per voi! Grazie, ragazzi: siete stati semplicemente mitici!" (-:

Ditemi quello che volete: che sono pazzo, che sono infantile, che ho serie carenze affettive... non mi interessa niente. (((-:
Io mi sento tranquillo solo se un orsacchiotto dorme insieme a me, e questa e' l'ennesima prova che ho bisogno di tenere certi spiriti maligni lontani dai miei sogni: ci sono volte che non basta evitare la peperonata con ripieno di bagnacauda a cena per evitare sogni del genere...

venerdì 5 settembre 2008

Compagnie telefoniche virtuali

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Si espande il mercato della telefonia mobile, si espande sempre di piu' grazie all'apporto delle compagnie telefoniche virtuali che sarebbero dovute essere sul mercato gia' da piu' tempo per dare una fresca ventata di sana concorrenza nei confronti degli operatori classici di telefonia mobile.
Ma si espande, come avviene con tutte le cose che succedono in Italia, in quello che possiamo definire il metodo "All'Italiana".
Auchan stringe degli accordi commerciali con Wind. Non sappiamo quali accordi e non vogliamo saperli, ma sta di fatto che fonda la compagnia "AMobile", fornendo schede Wind, numeri di telefono Wind, assistenza gestita da Wind, prefisso Wind, ricariche Wind, documentazione da dare alla Wind, tariffa Wind 10, e ho detto wind tante di quelle volte che mi son preso la scheda e la ho voluta provare, e di fatto sono un cliente Wind e non AMobile (se non fosse, quale unica differenza, per il fatto che inserendo la scheda sul cellulare, come nome operatore mi dice "Amobile IT").
Questa me la chiamate concorrenza?
Io ho il sospetto (voglio provarci, si tratta solo di prendere una scheda differente) che avvenga lo stesso (e avverra', statene certi, il futuro e' aperto a molte altre compagnie che si apriranno con lo stesso ragionamento) che questo avvenga in maniera non dissimile con un'altra compagnia virtuale che sembra voler creare una comunity non dissimile dalla Tim-Tribu', e che proprio su Tim si appoggia: MTVMobile.
Tralasciando il blog della mascotte Fredo, che dovrebbe richiamare un'orsetto di peluche via di mezzo fra il Teddy di AI e Mr.Oizo/Flat Eric (ricordate una vecchia campagna Levi's?) [E per carita', non pensate a *quella* canzone di Elio sul vitello dai piedi di balsa, perche' ne' io (plantigrado per diritto da molto piu' tempo di Fredo), ne' lui (che lo dice sulla sua scarna presentazione) lo gradiamo!], ma tralasciandolo perche' mi auguro che prendendo una scheda o un kit di MTVMobile non mi venga fornita a corredo anche una sua "action-figure" (mi piacciono gli orsetti, ma quando non vanno troppo al di fuori della loro immagine di amico d'infanzia/adultita' /vogonita'), e ripeto, tralasciando in generale l'intera campagna pubblicitaria che riguarda la compagnia telefonica, quello che mi interessa sono i piani tariffari in se', ma anche in questo caso (come, purtroppo, in altri) non vedo grandissime innovazioni rispetto ai piani degli altri operatori sul mercato italiano [uhm, interessante il Mobile-Easy, anzitutto quando leggo sull'articolo di approfondimento: "Al lancio saranno presenti 2 telefonini MTV MOBILE (inserire le immagini dei telefoni), con i seguenti entry ticket"... vorrei solo conoscere il genio che ha letto l'appunto tra parentesi per lui e invece lo ha impiantato nella pagina (-: ma soprattutto interessante sapere (Bersani docet) che e' vincolato a 24 mesi, salvo pagamento di corrispettivo (la famosa penale, ricordate? "Le parole sono importanti!" diceva qualcuno) che peraltro non viene ben identificato, cosi' come non e' chiaro se Mobile-Easy e' un pacchetto o comprenda anche una tariffa (e se e' solo un pacchetto, perche' allora mi danno 30 MMS al mese? E se invece e' una tariffa, qual'e' questa benedetta tariffa? Quanto mi costa parlare 3 minuti con Canazei?)].
A questo punto, quanto prima voglio fondare la mia compagnia telefonica virtuale, basata su chiunque volesse offrirmi spazio, tempo, call-center etc. etc. la chiamo MINETEL (come il nome della multinazionale che offre comunicazioni in "Adesso", che e' stata citata nel tentativo di realizzare un cortometraggio su tale storia), e offro sic et simpliciter quello che mi dice di fare la societa' di appoggio, salvo cercare di guadagnare qualche miserrima percentuale sul traffico. Chi e' con me mi contatti a partire da lunedi' e inoltriamo una richiesta al ministero delle comunicazioni e alle societa' di telefonia per trovare un accordo... ((-:

mercoledì 3 settembre 2008

Vacanze 2008 - Ultimi giorni e viaggio

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Lunedi' 1 settembre
Ormai siamo ai preparativi finali per la partenza. Dopo la mia colazione, scendo in citta' per andare dallo sfasciacarrozze di venerdi', il quale dopo avermi lasciato attendere notizie per quasi un'ora (sto cercando un aletta parasole per la 106 di mia madre) se ne esce con la notizia che non gli e' entrato niente e di provare a passare la settimana prossima [magari faccio un saltino UN ATTIMO da Siracusa (-: ]. Poi salgo a casa e stamattina ci organizziamo solo per una spesa veloce. Dato che l'EuroSpin, il LIDL ed altri hard discount a Trento sono chiusi, puntiamo ad un piccolo supermercato a Villazzano Tre, poi giriamo alla disperata ricerca di una vetreria (mio zio ha bisogno di una lastra di vetro di una certa misura, ma a quanto pare tutte le vetrerie di Trento nel giro di pochi mesi sono scomparse e sono rimaste solo immense aziende sparse nei due grossi poli commerciali di Ravina e Gardolo, alle periferie opposte della citta'). Ritorniamo a casa: la giornata e' un po' cosi' cosi', per cui mangiamo e poi io mi ritiro direttamente a letto senza neppure guardare la televisione dato che mi sento addosso una stanchezza ed una spossatezza non indifferenti (uff, e' il ritorno a Siracusa che mi spezza in due...) dove una sacra ronfa trascorsa coccolando pigramente Uby mi aiuta a riprendermi un po' i nervi. Nel pomeriggio ultime preparazioni, poi usciamo per comprare le ultime cose all'EuroSpin e infine raggiungere mia cugina Carole che ci ha invitato a cena a casa sua. La cena e' eccezionale, come sempre (l'ho detto che e' una brava gastronoma, anche nelle piccole cose) e l'unica nota stonata e' la nostra fuga poco dopo le 21, a causa del fortunale non indifferente che getta acqua e vento sulla citta': abbiamo infatti deciso di tornare per recuperare quel poco del bucato che era stato steso in giardino nel pomeriggio (quando, invece, c'era un sole che spaccava le pietre...) e soprattutto evitare un eventuale peggioramento del tempo che renda piu' complessa la visibilita' per strada. Ora non mi resta che guardare un po' di televisione prima di affrontare il letto, comunque piu' sereno. A domani per il report del viaggio di rientro... buona notte a tutti!

Martedi' 2 settembre
Mi sveglio presto, verso le sei meno un quarto, e sin da subito comincio a raccogliere i proverbiali "armi & ritagli", poi scendo in citta' in tempo per il caffe' ed un'occhiata al giornale. Raggiungo quindi la punta opposta di Trento e salgo a casa di mia cugina Carole alle otto in punto, per riprendere parte della spesa che ieri abbiamo dimenticato nel suo frigorifero (le ultime cose per il viaggio...), poi scendiamo assieme ed infine prendo il pane per i panini sotto casa sua. Mi dirigo quindi a casa dove metto le mani sulle ultime valigie, sulle ultime sistemazioni e via dicendo. Trovo un posto comodo per Uby in macchina, poi carico nello zainetto le quattro cose per il viaggio, compreso Simon, prima di chiudere il tutto. Mi resta solo da fare l'ultimo salto in citta' prima di pranzo, e poi si mangia e si va via.

Metto via anche il portatile, per cui le ultime fasi del racconto sono parte di quanto ho scritto una volta giunto a destinazione ((-:

Dopo un'insalata e un'ultima verifica di tutto il quanto, parto in direzione del bar Groff per l'ultimo caffe' e quindi in direzione di Rovereto Nord dove prendere l'autostrada (una volta che sono alle porte di Mattarello, non ha senso attraversare di nuovo tutta la citta' per prendere l'autostrada a Trento Centro...). Il viaggio scorre tranquillo fino ad Affi, dove mi introduco in una coda di 3km circa a causa di un incidente autonomo. Infatti al termine della coda intravedo i mezzi della polizia stradale e dell'A22 che ci fanno segno di mantenerci sulla corsia di sinistra. Su quella di destra c'e' un camion DHL con il frontale ed il parabrezza in frantumi, segno di una evidente sbandata con sbattuta contro il guard-rail sul lato destro.
A causa del rallentamento, giungo a Bologna Casalecchio che sono gia' le cinque passate (il carico auto comincia alle 17:30) per cui raggiungo subito via Barozzi e lascio la macchina parcheggiata di lato il tempo di un sano caffe' al bar-tigelleria della stazione.
Quando ritorno al terminal, l'impiegato di Trenitalia e' gia' in situ, per cui preparo la documentazione per il carico auto: all'andata il carro era strapieno, mentre al ritorno siamo solo in due...
Fatto il tutto, mi dirigo pigramente al Parco della Montagnola (dove venivamo spesso con mia madre quando ero piu' piccolo, ma e' diventato un ricettacolo di maniaci e drogati, per cui dopo qualche minuto di breve passeggiata, decido di ronzare un po' intorno alla stazione, infine rientro, procuro un libro di Conan Doyle in edicola (4.90 EUR e contiene cinque racconti, fra cui "Il Mastino dei Baskerville" che continuavo a ripromettermi di acquistare) e passo il tempo leggendo in sala d'attesa mentre accanto a me un ragazzo e una ragazza guardano il DivX di "Kung Fu Panda" sul pc portatile di lui...
Finalmente verso le 20:30 mi dirigo pigramente al binario 8, mangio qualcosa e infine salgo in direzione del settore B, dove si fermera' la mia carrozza. Il conduttore e' un veneziano che ho gia' incontrato altre volte; il vagone e' quasi vuoto e molti scompartimenti sono bui. Gli chiedo dove salgono i miei compagni, ma mi risponde che viaggero da solo (yuhu! Tutto lo scompartimento T3 per me, evvai!).
Prendo posto, mi cambio (a 'sto punto mi metto in pigiama) e continuo a scorrere pagine del libro di Conan Doyle, poi spengo la luce.
Mentre il movimento del treno mi culla conciliandomi il sonno, nell'oscurita' della cabina infilo le mani nello zainetto, ne estraggo un Simon vagamente addormentato e me lo allungo sotto il braccio. (-:

Mercoledi' 3 settembre
La sveglia giunge intorno alle 6:30. Mi lavo con calma, mi rivesto, mi faccio portare la colazione (si': di nuovo una tazzona di acqua calda in cui immergo la mia bustina da te, e poi i miei biscotti...). Il viaggio continua leggendo il libro fino a Catania.
Giunto in stazione scendo e prendo la direzione del terminal, recupero la macchina (yuhu! Sono il primo ad uscire!) e mi dirigo attraverso il caoticissimo traffico catanese verso il centro commerciale Auchan di S.G.la Rena, dove prendo un'insalata come parco pranzo, prima di affrontare la strada per Siracusa. Giunto in citta' faccio un salto veloce da MC dei cellulari per salutarlo, poi raggiungo casa, dove scarico i bagagli e mi occupo di aggiornare il blog ed altre cosucce. Ora m'indoccio, poi un buon riposo, un'altra doccia & infine spesa, cena etc. etc.
Mi restano un paio di giorni di quiete, visto che lunedi' si ricomincia... auff. Speriamo bene!

Con la speranza che queste mie peripezie vi siano risultate gradevoli. (-: