venerdì 24 aprile 2009

Decimo e ultimo giorno - venerdi' 24 aprile

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Alla mattina mi sveglio verso le sei, come sempre. Pensavo di essere molto indietro, invece verso le sei e mezza siamo gia' a Villa San Giovanni, e fra poco e' previsto il traghettamento. Una sigaretta al volo, poi salgo a bordo della nave, ove per due euro e venti prendo una brioche legnosa e un caffe' che definire acqua sporca e' un insulto al sistema fognario nazionale.
A Messina la situazione va invece fuori dagli schemi: una carrozza per Siracusa era dichiarata come fuori servizio, per cui molti di quelli che erano diretti a Catania e/o Siracusa hanno viaggiato per tutta la notte sulle carrozze dirette a Palermo, salvo poi capire in che modo cambiare vagone proprio a Messina. Mentre i miei compagni di viaggio scendono, perche' sono arrivati, arriva un altro gruppetto di persone che scende a Catania. Insomma, manco adesso ho cinque minuti di quiete da solo. Ma comunque: il viaggio scorre tranquillo. Arriviamo a Siracusa con mezzora buona di ritardo (da che dovevamo arrivare alle 11:30 arriviamo a mezzogiorno passato) e mi passano a prendere un paio di amici, dato che mia madre e' occupata e non le e' facile passare.
E il resto e' noia: adesso riprendero' con le normali attivita' del Blog, almeno finche' non dovessi tornare su per un altro turno (cosa che probabilmente faro' verso la fine di maggio). Chiunque fosse interessato a questo discorso puo' contattarmi o contattare direttamente l'Associazione Volontari Citta' di Siracusa. Come avete visto, il lavoro non manca ed e' *massacrante*. Chi se la sente di dormire quattro ore a notte, chi e' un cuoco industriale che sa preparare centinaia di pasti come se fosse una passeggiata, chi sa gestire un magazzino, servire i pasti, o comunque e' disposto a lavorare pesantemente, puo' darci con piacere una mano.
E' tutto. Da domani si riprende col blog normale. (-:

giovedì 23 aprile 2009

Nono giorno - giovedi' 23 aprile

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La distribuzione dei pasti funziona come in un self-service: ognuno prende il vassoio, poi un tovagliolo, un bicchiere, posate di plastica e quindi il primo, il secondo, il contorno e la frutta. Prende posto su uno dei tavoli liberi, mangia, e quindi si alza e porta il vassoio in fondo al refertorio, ove ci sono dei cassonetti in cui buttare carta & plastica e poi un carrello su cui lasciare il vassoio usato.
La popolazione lo fa sempre (anche quegli arzilli anzianotti ultraottantenni a cui e' stato spiegato che possono lasciare il vassoio sul tavolo perche' possiamo ritirarlo noi volontari: al massimo ci pensa il figlio-fratello-vicino). Alcuni volontari, invece, che evidentemente si sentono al McDonalds, invece, finiscono di mangiare e lasciano il vassoio sporco sul tavolo.
Ora. Come volontario, io per primo so di essere venuto li' per fare da cameriere alla popolazione. La mia filosofia in questo caso e': "se c'e' bisogno, mi stendo per terra e la popolazione mi puo' camminare sulla schiena con i tacchetti da calcio". Ma che debba farlo anche per il personale di soccorso, che non ha 80 e passa anni e a cui tendono a non cadere le braccine se si porta il vassoio in fondo alla sala, no; questo non mi va bene per niente. E non va bene a nessuno dei volontari. Chiudiamo un occhio per i volontari arrivati a pranzare ieri alle quattro del pomeriggio, cominciamo a chiuderlo di meno per chi ha lasciato il vassoio dopo cena, ma a colazione Mario per primo avvisa tutti i volontari che vige l'obbligo di non lasciare il vassoio al tavolo, bensi' di portarlo in fondo alla sale. Ne sorge persino una discussione con un paio di volontari che non si capisce bene se gli stiano rispondendo maleducatamente o stiano semplicemente ribadendo lo stesso concetto, ma il risultato e' che di nuovo ci sono persone che lasciano il vassoio della colazione sporco sul tavolo. Maurizio esplode, e io gli faccio una proposta subito ben accetta: "Turi e' a fondo sala. Chiunque torni a mani vuote dopo pranzo o dopo cena lo fa immediatamente tornare indietro a raccogliere il vassoio." E Maurizio infatti rincara la dose: "Ottimo. E se ci fossero aficionados, da domani chi lascia il vassoio sul tavolo del pranzo potra' saltare tranquillamente la cena, e chi lo lascia a cena saltera' il pranzo, a meno che non torni di corsa a raccogliere e svuotare il suo vassoio. Io, e penso tutti gli altri, siamo disposti a fare i camerieri per la popolazione, ma di certo non per i volontari"
Nel frattempo alcune persone della popolazione che stanno prendendo il caffe' si soffermano qualche istante per salutare i colleghi che sono in partenza oggi. Con molta maleducazione uno dei volontari di un corpo ausiliario della Polizia di Stato chiede, perentoriamente: "andiamo avanti, andiamo avanti".
Mentre si siede, mi giro verso Mario, e con voce chiaramente udibile, annuncio: "Mario, se qualcun altro chiede 'andiamo avanti', tu annuncia subito 'pronti! Andiamo subito avanti!' e fai passare tutti quelli della popolazione che sono dietro i volontari: la priorita' e' sempre per loro, mi raccomando: il coordinatore regionale e' stato chiarissimo, eh?"
Intorno alle nove e mezza, dato che abbiamo moltissime foto del carro cucina e del tendone-refertorio, ma molto poche del campo e della tendopoli, propongo a Maurizio di chiedere l'autorizzazione (ed un elmetto) per farmi una veloce salita su uno dei pali d'illuminazione per scattare qualche foto aerea dell'area, ma mentre Maurizio mi spiega che forse non e' il caso, arrivano i muratori dell'area che devono salire per cambiare una delle lampadine, ed un collega ne ferma uno e gli da un paio di macchine fotografiche proprio per fargli fare qualche foto da quel punto di vista. ((-:
Finalmente verso le 10 io e Maurizio, assieme a Massimo Continella, Mario e Francesco Rizza partiamo in direzione del COM3, perche' dobbiamo ritirare un po' di certificazioni, effettuare lo "scorporo" dal gruppo di Rizza (che essendo sul posto dell'emergenza dal primo non giorno non e' stato incorporato dal COC, ma direttamente dal COM3), e prendere le ultime informazioni.
Ricerchiamo, con non poca difficolta', il luogo del COM3 (in realta' la colpa e' di una manifestazione di camionisti che blocca la strada di accesso: molti ci spiegano di salire a sinistra da qualche parte, ma ci perdiamo per diversi paesini prima di riuscire a pescare, ormai in prossimita' di mezzogiorno, la scuola media che ospita il Centro Operativo. Un po' di pratiche burocratiche, il rilascio dei certificati, dello scorporo, della mia autorizzazione (direttamente in carta intestata della Presidenza del Consiglio dei Ministri) ad effettuare il viaggio di ritorno in treno [in base alla quale o mi spetta un biglietto ferroviario gratuito, o semplicemente il rimborso della spesa sostenuta (stando alle informative che ottengo dal numero di Trenitalia, credo che sia previsto solo il rimborso del biglietto, dato che il viaggio gratuito e' confermato solo alle popolazioni residenti e sfollate).
Torniamo al campo, pranziamo dopo aver dato una mano ai ragazzi di Canicattini Bagni che ci sostituiranno, poi ci fermiamo cinque minuti a parlare del campo, prima che i nove ragazzi in partenza si organizzino per salire sul pulmino e fare strada.
Tutti quanti concordiamo su una cosa. E' stata un'esperienza molto toccante, e a molti e' parsa l'esperienza piu' commovente che abbiano mai vissuto. E vi dico una cosa: molti colleghi parlavano del sorriso dei bambini. Io vi diro', che dati i pochi bambini e i molti anziani, quello che porto nel cuore maggiormente e' proprio il sorriso, e la soddisfazione, delle persone anziane. Di chi ha vissuto la guerra e si e' ritrovato a vivere un'esperienza non dissimile, ma che ha visto in tutti noi volontari, nelle nostre uniformi, nelle nostre rassicurazioni, la luce della speranza.
A Massimo una signora una mattina ha detto:
Sig.ra: "Voi siete destinati a diventare dei grandissimi peccatori"
Max: "Eh? Signora! Ma perche'?"
Sig.ra: "Perche' dopo tutto quello che avete fatto e che state facendo, il Signore vi perdonera' qualunque cosa..."

A me, a dimostrazione di come la gente ci vedeva:
Sig.ra: "Senta, io vorrei prendere un vassoio da portare in tenda, che mia sorella non si sente bene e non se la sente di uscire..."
Io: "Signora! Abbiamo almeno quindici volontari a vostra disposizione proprio per questo! Aspetti che le chiamo un collega cosi' la accompagna..."
Sig.ra: "MA NOOOO! NON VOGLIAMO DISTURBARVI!"

E ancora, quando sto per salire al COC per recuperare un passaggio verso L'Aquila, e andare a prendere il treno. Mi ferma una persona. Si chiama Alfio, e' un toscano, e' venuto qui con il suo camper per dare una mano, e' arrivato il primo giorno, ha fatto il Jolly occupandosi del gruppo elettrogeno, della gente sfollata, di un po' di tutto, ha persino ospitato bambini e anziani a bordo del camper quando ancora non c'erano le tende. Mi ferma e gioca con me trenta secondi davanti a molti della popolazione:
Al: "Signori, permettetemi di presentarvi un fesso"
Io: "Eh? In che senso?"
Al: "Mi hanno detto che per venire qui te hai chiuso l'ufficio a Siracusa e non c'e' nessuno che ti sta sostituendo"
Io: "E naturalmente! E moltissimi altri colleghi hanno lasciato il lavoro, la famiglia etc. etc. per venire qui"
Al: "E ditemi voi se questo non e' il comportamento di un fesso! Ma chi te l'ha fatto fare?"

Oppure, a colazione. Arriva un signore che ogni mattina prende una bottiglietta di caffe'latte e una di te da portare in tenda per la moglie e la nipotina:
Sig: "Buongiorno, capo"
Io: "(mi guardo alle spalle) Capo? Ma che c'ho il capo dietro la schiena e non me ne sono accorto?"
Sig: "Ma no, ma dicevo a lei!"
Io: "A me? Anzitutto mi chiamo Mirko, e non capo, e non mi dia del lei che non siamo sotto militare!"
Sig: "Mirko... me lo ricordero', lei si chiama come il mio genero"
Io: "A ridagli co 'sto lei, ho detto di darmi del tu!"
Sig: "Solo se me lo dai anche tu"

Lo ripeto: gestire una grossa emergenza come questa richiede una buona dose di stomaco foderato di piombo, ma ti lascia nell'anima dei segni indelebili.
Torniamo a noi. La squadra in pulmino parte; io, che avevo modo di arrivare a Siracusa in serata verso le 22 se avessi preso il treno a L'Aquila alle 7:35 del mattino, mi trovo invece costretto a pernottare sull'espresso da Milano dopo aver raggiunto Roma Tiburtina. Ma andiamo per gradi. Al COC mi fanno sapere che entro pochi minuti una squadra che deve scendere a L'Aquila si puo' procurare, per cui saluto Maurizio e gli altri ragazzi e salgo al COC con lo zaino per aspettare che si liberi il mezzo.
Intorno alle 16:50 uno degli operatori mi dice che fra qualche minuto partono, per cui annuncio: "ok, finisco la sigaretta e faccio il giro".
Sono appoggiato al muro dell'edificio, ed e' cosi' che sento una scossa di circa 3-4 secondi abbastanza corposa, seguita dopo una decina di secondi da un altro "colpo di tosse" di uno o due secondi. D'altronde sono scosse leggere, ma costanti, che spesso nel campo non sentiamo se non ci mettiamo seduti o comunque appoggiati a qualche struttura.
Getto la sigaretta, prendo lo zaino e parto con il Ducato di un gruppo di Trapani alla volta della citta'. Nessuno di noi ha ben chiaro di dove si trovi la stazione ferroviaria, ma per fortuna una volta entrati in citta' non mancano i cartelli stradali per cui arriviamo in pochi minuti e senza girare per bivi vari.
A Tornimparte la situazione, come ho gia' detto, non era molto complessa. A L'Aquila invece, le cose sono chiaramente ed evidentemente piu' complesse. Ci sono diversi edifici letteralmente sventrati. Davanti alla stazione ci sono due mucchi di macerie, ma troppo raggruppati per essere il segno di un semplice crollo, e infatti la bigliettaia della stazione (che dopo l'ultima scossa delle 16:50 aspetta fuori dalla stazione e rientra solo quando c'e' qualcuno a cui fare un biglietto) ci spiega che erano troppo lesionati e sono stati demoliti.
Prendo il biglietto; mi conferma che dalla loro circolare non sono previsti biglietti gratuiti per i volontari e che quindi dovro' successivamente richiedere il rimborso (tanto il certificato ce l'ho) e quindi pago ben 80 euro per la tratta fino a Roma Tiburitina e successivamente per una cuccetta da Roma a Siracusa.
Mi spiega che la tratta ferroviaria e' attiva solo in parte (ci sono due campi sfollati ai due lati della stazione, e diversi vagoni letti e cuccette che sono stati messi a disposizione da Trenitalia sono parcheggiati a bordo stazione ed ospitano gli sfollati. A L'Aquila, inoltre, ci sono moltissime persone che ancora stanno dormendo nelle auto [e' questo uno dei motivi che spinge le televisioni statali a fare poche interviste in campi come il nostro a Palombaia di Tornimparte, ove invece le cose funzionano un po' meglio; ed e' sempre questo il motivo, soprattutto politico da campagna elettorale, per cui si voleva far spostare il carro cucina verso Piazza d'Armi a L'Aquila, ma il poco spazio di manovra (lo stesso Alfio, con un semplice camper, aveva avuto problemi a muoversi in quelle aree, figuriamoci un semirimorchio fuori-misura!) ha spinto il dipartimento a rinunciare]; verso le 18, mentre sto parlando qualche minuto con alcuni dei volontari d'istanza in zona (sempre siciliani) arrivano i fuoristrada che portano la cena.
Come dicevo, la bigliettaia mi spiega che la stazione e' attiva solo in parte, e che pertanto fino a Terni il treno e' sostituito da un autobus che parte davanti alla stazione. L'autobus arriva: siamo solo due viaggiatori, e l'autista, Mauro, intavola con me una piacevole discussione proprio sull'argomento di maggior interesse mentre prendiamo strada. Notiamo entrambi alcuni edifici che hanno dimostrato di essere antisismici: c'e' un palazzo in cui l'appartamento del primo piano e' totalmente con le pareti esterne sbriciolate e si vede l'interno della casa, ma la struttura portante e' intera: basta tirare su un paio di pareti e la casa e' perfettamente ri-abitabile. Sono molti i segni della fuga improvvisa, comunque: ci sono balconi con armadi in plastica abbattuti in terra, grosse crepe sulle pareti di molti edifici, e non mancano le transenne con la striscia di nastro bianco-rossa un po' dappertutto.
Dalle parti di Castel Sant'Angelo mi scappa l'occhio su un locale, che si chiama "Ristorante ai Tre Orsacchiotti", e comincio a sorridere pensando che - in qualche modo - sto tornando alla normalita' della vita quotidiana.
Arriviamo a Terni, scendo e prendo lo zaino, mentre l'autista intavola una lunga discussione con un rumeno/polacco mezzo ubriaco che, a quanto pare, intavola la stessa discussione ogni sera perche' prende l'autobus ferroviario per quello urbano. Il ragazzo ad un certo punto cerca di aggredire l'autista, mi avvicino e lo allontano con il braccio, si avvicinano due carabinieri e ci chiedono se e' tutto a posto, mentre questo torna a sedersi con le pive nel sacco. Poi entro in stazione, in attesa del treno che mi dovrebbe portare a Roma Tiburtina.
Alle 20:40 (il treno era previsto in partenza per le 20:45) annunciano che il treno viaggia con oltre venti minuti di ritardo.
Assieme a me, in stazione, ci sono due egiziani (marito e moglie) con un bambino di un paio d'anni che casca due o tre volte dal passeggino (anche per imbranataggine dei genitori) e a cui offro diverse volte il mio aiuto. Finalmente giunge il treno, e trovo posto in uno scompartimento di prima classe declassato: il treno appare quasi vuoto ed e' il momento di prendersi un po' di relax.
In questo frangente appare un ragazzo che per prima cosa fa il giro dei passeggeri lasciando una specie di bigliettino fotocopiato nel qualche dice di essere con tre figli e senza lavoro e chiede un po' di elemosina, poi ripassa appunto per chiedere qualche monetina. Questa delle fotocopie mi mancava, sinceramente! ((-:
I venti minuti nel corso del tragitto crescono e, come risultato, avremmo dovuto arrivare a Roma Tiburtina alle 22:45, arriviamo alle 23:18, con il treno per Siracusa che parte alle 23:20. Ci fiondiamo tutti giu' dal treno e arriviamo all'altro binario in tempo per salire, poco prima della partenza.
A bordo dell'Espresso 1922 "Trinacria" la situazione si stabilizza definitivamente. I tre compagni di cabina non sono molto disposti a dormire, ma dato che capiscono (sono in uniforme) che vengo da quei luoghi martoriati, e che ho bisogno di riposare un po', mi consentono di stendermi in cuccetta e dormire.

mercoledì 22 aprile 2009

Ottavo giorno - mercoledi' 22 aprile

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In mattinata abbiamo chiesto al C.O.C. informazioni per la partenza del gruppo. Partiranno dieci persone e, dato che il pulmino ha nove posti, uno di noi deve partire in un altro modo. L'idea e' quella che uno di noi parta in treno. Dato che molti colleghi sono restii a partire in treno, annuncio che sono perfettamente disposto a farlo io, dato che viaggio spesso in treno e mi trovo piu' comodo.
Subito dopo la colazione, mentre la squadra si prepara per il pranzo, dato che moltissimi oggi partiranno in colonna per tornare in Sicilia, e che moltissimi pranzi oggi sono sostituiti da una lunga distesa di panini, c'e' un po' di calma. E' oggi che ne approfitto per pubblicare una buona parte degli articoli che avevo gia' preparato; la connessione non e' molto stabile, e il risultato e' che in meno di un'ora di connessione la linea cade spesso, e mi trovo ad aver bruciato moltissime delle sessioni da 15 minuti che sono parte del pacchetto di 100 ore. Infatti dopo aver pubblicato il blog chiamo Vodafone e chiedo notizie sul residuo, che si rileva essere di un paio d'ore (nove-dieci sessioni, delle 400 che compongono il pacchetto...).
Il centinaio di volontari in servizio nel campo si muove, partono tutti assieme verso le 14, per cui gia' alle 13:30 abbiamo finito di servire il pranzo alla popolazione e ai gruppi, nonche' abbiamo mangiato noi (primo giorno che riusciamo a mangiare prima delle tre...)
Il gruppo di volontari del cambio, che invece sta salendo dalla Sicilia (sono previsti volontari dalla provincia di Trapani e da quella di Agrigento) e' previsto per l'arrivo intorno alle 15 (come noi il primo giorno, d'altronde) per cui ci prepariamo invece ad accogliere quella squadra.
Nel frattempo arriva una signora. A questa signora, che abita in zona, ogni giorno lasciamo il pane vecchio per le galline e gli avanzi di carne/pasta/etc per i maiali. Di contro, e pretendendo di voler ricambiare, ogni mattina ci porta le uova.
Uova fresche, e non cinque o sei: ogni mattina verso le nove porta una quarantina di uova!
Ma questo pomeriggio ci ha fatto una sorpresa: ci porta una ciambella tipo pan-di-spagna fatta in casa, meta' al cioccolato. Uno spettacolo.
Verso le 17 arriva il furgone del nostro fornitore di cibarie, e' guidato dal figlio. In una veloce pausa sigaretta parliamo con lui cinque minuti. Parliamo di terremoto (perche' e' l'argomento di maggior discussione, l'ho detto) e lui ci dice che il fratello piccolo (sedici anni) e la madre sono ancora sotto shock. Lui e l'altro fratello sono un po' piu' tranquilli. Ha perso alcuni amici, fra cui il suo migliore amico, il quale ormai era da solo perche' aveva perso da poco il padre e la madre.
Ci dice che e' dura. "Lavori, e pensi al lavoro. Ma quando poi ti fermi, cominci a pensare anche a questo. E ti fa male."
Una mattina lui si e' sfogato, smantellando quel poco che e' rimasto in casa... siamo umani: ci vuole anche questo. E' questo che ci fa delle persone e non degli animali.
A questo punto io e Maurizio saliamo verso il COC per ritirare i certificati dei ragazzi che partono domani. Ma li' la confusione regna sovrana. Il computer non funziona e stanno facendo quasi tutto con l'unico computer funzionante che e' in segreteria. Invito Maurizio a tornare al campo, mentre io mi tiro su le maniche, e da bravo volontario e fesso tecnico informatico mi siedo al portatile dell'ufficio "Funzione 4 - Gestione volontariato" del COC (approfondimento sul "Metodo Augustus direttamente qui su Wikipedia) per togliere una decina di virus portati di certo dai vari pennini di volontari e ingegneri che scaricavano e caricavano continuamente fotografie, fino ad ottenere che almeno il pc si avvia senza troppi crash, e quindi su consiglio del responsabile di campo io stesso digito il documento di scorporazione dei volontari in partenza, mentre per quanto concerne gli attestati di presenza, visto che ormai sono passate le 19 e sta per cominciare la cena, un po' scherzosamente e un po' seriamente dato che devo scendere a lavorare, annuncio: "fate con comodo, tanto dobbiamo vederci per cena, per cui portate giu' questi attestati in mensa *SE NO VI LASCIAMO SENZA CENA*!" (-:
Torno quindi in sala. Sono li', a gestire l'ingresso della popolazione ritirando e contando i buoni pasto [ne ho gia' parlato: purtroppo ci sono sciacalli che fanno anche il giochino di venire a mangiare in mensa pur avendo la casa, solo perche' si e' sparsa la voce che "a Tornimparte si mangia bene" )-: ], quando mi suona il cellulare di servizio. E' il Centro Operativo Misto (COM3) di Pizzoli (con l'accento sulla prima "i", non sulla "o" come quelli che fa il Messinese...), e l'operatore mi dice che gli hanno comunicato lo scorporo della nostra squadra per domani, e cade dalle nuvole.
COM3: "Ma voi non siete gia' in viaggio di ritorno?"
Io: "Ehhh? No, la squadra cucina ha le consegne piu' lunghe, non possiamo semplicemente partire alle dieci del mattino e aspettare l'arrivo della squadra di ricambio alle tre-quattro del pomeriggio, perche' salterebbe il pranzo, per cui mentre la squadra di ricambio e' arrivata oggi, la nostra riparte domani pomeriggio. Gia' avete la documentazione che spiega la situazione. Comunque se hai dubbi ti posso dare il numero di telefono di..."
COM3: (mi interrompe in malo modo) "No, guarda, io non posso chiamare nessuno, perche' anche noi domani mattina ripartiamo, bla bla, mi devi fornire le informazioni, yada yada, non posso cominciare un giro di telefonate, bla bla"
Io: (lo interrompo con piu' educazione) "Ma no, cos'hai capito? Io sono in cucina, non posso passarti al volo il mio coordinatore perche' e' in sala, al momento. Ti do direttamente il suo numero di telefono, tutto qui!"
COM3: "Ahhhhhhh, allora va bene [ma vaff! ndG], dammi il numero"
Io: "E' $questo, poi fammi sapere, grazie, ciao & buon lavoro."
Finalmente verso le 22:30 la situazione si calma, la cena e' stata ormai distribuita a popolazione, volontari, operatori, forze dell'ordine e compagnia briscola, per cui finalmente ci sediamo noi per mangiare qualcosa. Durante la cena ci rilassiamo un po' e ci organizziamo per la partenza di domani, nel frattempo Maurizio ci informa sulle novita' che riguardano proprio la partenza. Dato che il pulmino e' a nove posti, ma a dover partire siamo in dieci (non fosse per qualche problema di famiglia e lavoro, io resterei ancora fino al 27-28, ma purtroppo per ora devo tornare. Eventualmente tornero' di nuovo fra un mesetto, il tempo di stabilizzare nuovamente la situazione lavorativa. L'emergenza e' prevista, allo stato attuale, dover durare fino almeno al 31 maggio, ma sara' piu' che probabile una proroga data la situazione complessa che c'e' sul luogo.
Dopocena, Concetto porta il maxi-uovo di Pasqua che era rimasto nella cella frigorifera perche' finalmente possiamo mangiarlo e ce lo togliamo dalle scatole. Lo poggia sul tavolo laterale e gli scivola, sbriciolandosi. In realta' proprio quello che volevamo. ((-:
Poi, verso le 23, mentre stiamo discutendo sulla situazione per domani, mi viene sete. Ciccio Cefalu' mi passa un bicchiere pulito, me lo metto davanti al naso ed apro una nuova bottiglia d'acqua. Nel frattempo Mario, che ha cominciato a sbarazzare la tavola ove abbiamo cenato, mi passa dietro e, mentre sono con la bottiglia d'acqua ormai in aria e pronto a versarmene una modica quantita'... *MI TOGLIE IL BICCHIERE D'ACQUA DAVANTI AL NASO PER BUTTARLO NEL SACCO DELLA SPAZZATURA*!!!
Io: "Nuoooooooo!"
E Ciccio, Maurizio e meta' della tavolata, vista la mia espressione mentre seguo il viaggio del bicchiere con la mano sinistra aperta, scoppiano nell'ilarita' piu' totale (ma ci vogliono anche questi momenti per non restare troppo tesi).
Poi discutiamo con una delle ragazze di servizio al COM3 di Pizzoli per ritirare i certificati Legge 194 corretti e le informazioni sul mio viaggio in treno.
E anche questa sera e' finita. A domani!

martedì 21 aprile 2009

Settimo giorno - martedi' 21 aprile * ALLAGAMENTO

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Piove ancora, tanto per cambiare. Finalmente, rivolgendoci direttamente al comune, riusciamo ad ottenere una decina di cerate, e possiamo andare avanti con il lavoro senza dover pensare anche ai problemi legati alla pioggia.
Ma la pioggia cade a tamburo battente. Finisce la fila per il pranzo della popolazione e comincia quella dei volontari, mentre fuori tira un fortunale. All'improvviso entra di corsa il responsabile del campo e, a voce alta, annuncia: "Tutti i volontari immediatamente sul campo, perche' ci sono diverse tende allagate! Muoversi, muoversi, per il pranzo ci organizziamo dopo: adesso c'e' emergenza!"
Le tende sono state montate in maniera approssimativa, e non sono presenti i solchi per far scorrere l'acqua piovana. Il campo e' su un campo di calcio, per cui senza alcuna pendenza... Immaginatevi il risultato, anzi no, guardate direttamente le foto di me (ehm... dietro la macchina), Ciccio Cefalu' e Massimo Continella (un amico di Catania venuto assieme a noi) che tiriamo meglio i tiranti, piantiamo altri paletti e, soprattutto, tracciamo i solchi intorno alla nostra tenda, mentre i pompieri e l'esercito intervenuti nel frattempo fanno lo stesso alle tende della popolazione e dei volontari.








Il pomeriggio trascorre preparando la cena e sistemando meglio il telone sopra i container in maniera tale che non faccia conche d'acqua. Siamo sempre sotto la pioggia battente che non ci da un attimo di pausa (da pioggerellina ristretta a sprazzi di diluvio in cui quasi non si vede la propria punta del naso. In serata la pioggia si calma e la situazione si e' stabilizzata; tutti i volontari (sono piu' di cento persone) sono andati nei paesi circostanti a ripiantare tende sotto la pioggia battente che riprende nel tardo pomeriggio, e in serata arrivano alla spicciolata in sparuti gruppetti fino quasi a mezzanotte (quando finisce la popolazione di cenare, e in fila vedo una decina appena di operatori, telefono al COC e vengo appunto a sapere di questa bella notizia, per cui gli comunico che chiunque rientrasse puo' venire tranquillamente in cucina per mangiare perche' li aspettiamo. Siamo li' per la popolazione, soprattutto, ma anche per i volontari, e i ragazzi che per fare questa storiella si sono fatti il mazzolino di fiori se lo meritano comunque).
Ultimi appunti, e poi tutti a nanna. Domani e' un altro giorno, e dobbiamo cominciare ad organizzarci per l'arrivo della terza squadra e la nostra partenza per il rientro. Ho chiuso l'ufficio e vorrei ritornare, visto che molti clienti mi staranno cercando e - peraltro - qualcuno e' riuscito a telefonarmi anche qui. Ma soprattutto abbiamo bisogno di riposare tutti un po'.
La situazione e' dura, la popolazione ci adora, e io penso che vista la durata del'emergenza se riesco ritornero' presto per qualche altro giorno.

21 aprile, parentesi

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Sei meno un quarto. Maurizio esce, e pensa di essere il primo, ma incontra Turi che sta gia' preparando le caffettiere.
"Vabe', sono il secondo"
Esco dalla doccia... (((-:
Ecco un paio di foto, alle sei di mattina, mentre prepariamo le colazioni per la popolazione. Nell'ordine siamo io, Turi Giarratana e Maurizio Rubino

lunedì 20 aprile 2009

Sesto giorno - lunedi' 20 aprile

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Nel corso del pomeriggio ci portano delle cerate, e finalmente tutti possono operare un po' di sistemazioni sotto la pioggia battente (che sembra non voler accennare a smettere) senza fare una doccia fuori programma.
Nel corso della mattinata, stretto vicino al bagno, riesco a collegarmi per qualche minuto, giusto il tempo di un fugace aggiornamento del blog e un paio di esperimenti per tentare l'invio delle immagini alla galleria del sito, ma desisto subito data la non indifferente lentezza della connessione disponibile...

domenica 19 aprile 2009

Quinto giorno - domenica 19 aprile

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Il cuoco, in mattinata alle sei, ci propone la pasta al forno come pasto speciale domenicale. Vederlo lavorare e' uno spettacolo: dato che lavora nell'ambito industriale e ogni suo turno di lavoro prevede la preparazione di approssimativamente 2500-3000 pasti, quando si trova qui a doverne fare 750-850 (consideriamo sempre di fare non meno di una sessantina di pasti in piu' per evitare intoppi dell'ultimo minuto) ha la stessa tranquillita' che avrebbe una famiglia media che prepara un pranzo per tre persone; lo vedo che sbatte con la frusta la besciamella, dopo cinque minuti fa una pausa e si fuma una sigaretta.
E' domenica, per cui siamo tutti un po' meno fiscali con i buoni pasto e consentiamo l'arrivo di ospiti agli sfollati. Prevediamo poco meno di un migliaio di persone, ed infatti verso le 10:30 il cuoco fa un fischio al coordinatore Maurizio Rubino: "Mauro! Io ho gia' fatto 950 porzioni di pasta... direi che bastano, no?"
Novecentocinquanta porzioni sparse in una serie di teglie pronte da essere semplicemente infornate. Novecentocinquanta porzioni in un paio d'ore. Gosh: la sua tranquillita' aiuta anche noi a restare tranquilli e non fare le cose di corsa!

Stiamo per cominciare il pranzo, sono le 11 circa, quando all'improvviso in cucina si stacca la corrente. Il campo e' gestito dal gruppo elettrogeno della protezione civile, mentre la cucina (che si mangia una decina di kilowatt da sola) e la cella frigorifera (un grosso container-frigo coibentato e fornito di compressore) ne fa altri dodici-quattordici. Per questo sono collegati direttamente, invece, ad una linea Enel collegata al volo. Ma nel frattempo (lavorando anche la domenica, appunto) stanno predisponendo una nuova cabina di trasformazione dalla 20mila volt per dare energia al campo. E qui e' l'intoppo: infatti mentre noi cerchiamo di capire se la cucina e' senza luce perche' e' saltato qualche magnetotermico in giro, giunge un mezzo fuoristrada dell'Enel e ci spiegano che hanno staccato la luce in molti punti del circondario proprio per concludere questi lavori, e che la corrente non tornera' facilmente prima delle 17.
Un guaio! E ora che si fa, con una quantita' industriale di teglie da cominciare a mettere in forno?
Chiamiamo il responsabile del campo, parliamo con l'elettricista, infine lasciando la cella senza alimentazione (rimane pressoche' chiusa, quindi si puo' mantenere per quattro-cinque ore senza grossi problemi) e staccando dalla cucina un po' di roba a cui possiamo rinunciare: restano solo le ventole, le accensioni dei fuochi li risolviamo accendendo le varie fiamme pilota, la cosa che consuma di piu' e' il forno, ma ci accomodiamo lo stesso. Il problema e' che il pranzo scorre in avanti e, dalle 12:30 in cui dovremmo cominciare, ci vediamo costretti a cominciare con quasi un'ora di ritardo. Tutti gli sfollati sono gia' in fila da un pezzo, per cui ci scusiamo vigorosamente con tutti per l'inconveniente, ma la popolazione e' molto comprensiva e lascia correre, ricambiando invece con i complimenti per la qualita' dei pasti.
D'altronde alle persone che hanno perso tutto, quello che possiamo fare per farli sentire meglio e' letteralmente riempirli di cibo, affinche' non si sentano in guerra con i generi razionati, e anche questo sia di conforto. E' appunto un lavoraccio, ma un buon piatto di pasta appena fatto e' certamente preferibile a razioni precostruite che sanno di plastica come i piatti che li contengono.
A peggiorare le cose, ricomincia a piovere. Cerchiamo di sistemare alla meglio il telone sopra l'area piatti, spostiamo le pedane di latte prima che si facciano una doccia non richiesta, e avanti di questo passo.
Il coordinatore della prima squadra, Nuccio Russo, ci aveva detto prima di partire che erano disponibili cerate e stivali, e che quindi la squadra che partiva non aveva bisogno di caricarsele nello zaino. E invece cerate non ce ne sono per niente. Io ho la mia, donatami dagli amici dell'Aretusa Servizi Elevatori, perche' quando ho saputo che non serviva, ormai l'avevo messa in fondo allo zaino e non avevo voglia di toglierla. Sono l'unico con cerata. Ciccio Cefalu' ha un buon k-way e gli altri colleghi invece non fanno altro che inzupparsi di acqua sotto la pioggia...
Maurizio chiede al coordinamento, poi al sindaco (o vice-sindaco, non mi ricordo) e ad un assessore se e' possibile procurare delle cerate...
Finisce il pranzo verso le 14:30, ed e' il momento di mangiare noi, ma io invece prendo solo una pera e ne approfitto per salire al COC, mentre i colleghi mangiano e riposano un po', per fare il primo corposo aggiornamento del Blog: il tempo e' sempre poco e ristretto, per cui alla sera mi preparo un po' di appunti al portatile prima di andare a dormire, e ogni volta che ho cinque minuti, vado a fare i vari aggiornamenti.
In un momento di tranquillita', verso le 17, quando finalmente e' tornata la luce e la squadra dell'Enel ha finito di lavorare, chiediamo loro aiuto, piu' che altro al loro camion-gru, per spostare leggermente un container in maniera da fare spazio per metterne, in questi giorni, un altro: abbiamo parecchia roba da mettere protetta (latte, vino, carta igienica-casa-rotoloni etc) e poco spazio disponibile.
La cena, gestita come sempre correndo e volando, per fortuna viene invece servita senza ulteriori ritardi.

sabato 18 aprile 2009

Quarto giorno - sabato 18 aprile

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Mi sveglio tardissimo (ossia apro gli occhi che sono gia' le sei e cinque...) per cui mi salta la doccia. Mi lavo a spezzoni e mi metto subito a lavorare assieme agli altri.
E' una giornata molto uggiosa. Ma le avvisaglie del maltempo arrivano verso le nove, quando comincia a piovere insistentemente. Questo non solo abbassa il morale di tutti, ma rende difficoltoso anche lavorare nell'area cucina, di cui solo il tendone mensa e' al coperto. Richiediamo e otteniamo, dopo un po' di difficolta', un telone per poter riparare l'angolo sotto cui vengono lavati i piatti.
E quindi verso le undici io, assieme ai colleghi Francesco "Ciccio" Cefalu' e Salvatore "Turi" Giarratana ci prendiamo il meglio dell'acqua che piove per tirare il telo sopra il tetto della struttura che sovrasta la seconda cucina e il container frigorifero. Riusciamo a finire in tempo per andare a servire il pranzo.
Nel pomeriggio, subito dopo pranzo, approfittando del fatto che tutti i colleghi sono impegnati, salgo al COC per sedermi in un ufficio e rimettere in ordine i primi appunti da bloggare.
Scrocco un angolino nell'ufficio gestione volontariato, ove trovo una presa elettrica ed un pezzetto di tavolo accanto ad altri due portatili. Ma qui e' la tragedia: infatti io ho preparato parte del materiale sul cellulare, e ora sto scaricando tutto al computer leggendo manualmente i messaggi salvati nelle bozze, mentre diversi personaggi (Turi soprannomina la categoria finzionari) passano il tempo parlando del piu' e del meno, scherzando e, soprattutto, cercando di tirare dentro anche me nelle varie discussioni. Dopo qualche risposta breve e concisa data senza neppure togliere gli occhi dallo schermo (Lui: "Ma e' un Apple?", Io: "No, un EEE-PC"), finalmente interviene la funzionaria della presidenza del dipartimento chiedendo di lasciarmi lavorare, ed e' quindi uno dei suoi colleghi che chiude la porta ricordando che e' obbligatorio bussare prima di entrare; altri due ragazzi dopo mi chiedono qualcosa ma taglio secco sottolineando appunto che devo lavorare.
Sono al COC in parte per sistemare gli appunti, e in parte per vedere se c'e' modo di avere un po' di connessione ad internet. Risultato: niente da fare, e' la funzionaria stessa, nostra amica, a chiedermi: "Mirko, ma tu avresti connessione ad internet, per caso?"...
Riprovo anche dal COC a connettermi col pennino internet e la sim TIM che mi ha prestato il collega, ma non ne vuole, per cui quando finalmente esco, chiamo il 190 per farmi attivare la Vodafone 100 ore UMTS.
Al 190, chiamando dalle aree terremotate non si passa dal menu, ma risponde direttamente l'operatore. Chiedo le informazioni ed ottengo l'attivazione dell'opzione, che avviene nel giro di mezzoretta (ci vuole un terremoto per far funzionare bene le cose, eh?). Ritorno quindi al campo per aiutare con la cena e altri lavori.
La cena, come il pranzo, si svolge in piu' fasi. Anzitutto vengono preparati e distribuiti i pasti specifici per gli anziani (minestre, pastine in bianco, pasta cotta senza sale e roba del genere), poi seguono i pasti "normali" distribuiti in tenda e ai diabetici sotto insulina, quindi si "apre" la fila della popolazione.
Il funzionamento e' il seguente: anzitutto si mettono in fila tutti gli sfollati, successivamente seguono i volontari e le forze dell'ordine, alla fine vengono i regionali. Noi mangiamo per ultimi (mediamente pranziamo intorno alle 15 e non ceniamo mai prima delle 23). Ma ci sono alcune piccole eccezioni. Ad esempio la squadra medica 118 (d'istanza al PMA) che appena ha cinque minuti liberi (se ci riescono) li facciamo saltare tutta la fila, perche' cosi' mangiano e rientrano subito, sebbene gia' un paio di volte siano persino dovuti correre fuori a meta' pasto lasciando tutto li'.
Oppure le squadre di volontari e di forze dell'ordine che, dato un turno di lavoro da svolgere subito, anche in questo caso mangiano subito e vanno via. Ma in questo frangente si e' verificato un problema che ha richiesto l'intervento con polso fermo da parte nostra e del coordinamento: diversi operatori della forestale avevano preso l'abitudine di saltare a pie' pari tutta la fila anche senza motivi di servizio, cosa che ha provocato un certo numero di, chiamiamole, discussioni con i volontari e - soprattutto - un palese malcontento della popolazione. Turi, da ex sindacalista, ha consigliato alla popolazione di lamentarsi con la dirigenza; al briefing dei responsabili di questa sera la discussione sara' portata in campo e gia' adesso ci hanno informato che le cose cambieranno registro pesantemente.
Oggi pomeriggio ne abbiamo discusso, ed ho ricordato a tutti che vale una regola: *tutto* il personale volontario in emergenza opera con la figura di Incaricato di Pubblico Servizio (art. 352 del Codice Penale) e, di fatto, chiunque porti una divisa (e/o un pass volontariato) in campo e' comunque equiparato ad un pubblico ufficiale: nessuno comanda e ognuno coordina il suo settore. Per definizione noi gestiamo la mensa e la cucina e il coordinamento di questa sezione e' interamente nelle nostre mani: durante un'emergenza, meno burocrazia c'e', meglio e'.
Vedremo come si muovono le cose nei giorni a venire.

venerdì 17 aprile 2009

Terzo giorno - venerdi' 17 aprile

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Le attivita' cominciano come sempre. Fondamentalmente sono sempre le solite cose, tranne che i ragazzi della prima squadra hanno caricato il nostro pulmino come il proverbiale uovo e sono prossimi alla partenza.
Dopo che scorrono gli ultimi saluti, e' il momento di cominciare ad occuparsi della cucina. Finite le colazioni, ripulita la sala e poco prima di cominciare il pranzo, intorno alle 11, chiamano un po' di maschietti: c'e' un gigantesco camion di verdura da scaricare. Mentre seguo le operazioni di scarico dal semirimorchio per mezzo di una ruspa che ha montate le forcelle da muletto, osservo che il camion viene da Ragusa. Vengono fuori otto (dicasi *otto*) pedane imbottite con cassette di frutta e verdura fino a due metri di altezza. Cominciamo lentamente a trasportare, col transpallet, le pedane verso il retro della cucina, ove si trova un container-cella frigorifera. Siamo in otto, di cui tre imbacuccati dentro la cella, e dopo diversi passaggi riusciamo a far entrare buona parte dei pomodori, melanzane, lattuga, mele, zucchine e via discorrendo nella cella; quello che rimane fuori viene messo li' accanto per l'uso nei prossimi giorni (quantomeno date le temperature non esattamente piacevoli di questa zona, e' improbabile che quello che si trova fuori dal frigo vada a male.
Finito il carico, chiedo a un collega come mai siano state acquistate tutte queste cose (d'altronde basta un po' di senso della misura) ma questi replica che questa fornitura non fa parte di cio' che giornalmente viene ordinato ad un distributore locale per la preparazione dei pasti (vedete? il vostro SMS al 48580 serve anche a pagare i pasti degli sfollati), bensi' e' stata donata da una azienda agricola ragusana proprio perche' venisse portata in Abruzzo.
Il lavoro qui comincia alle cinque e mezza del mattino con la nostra rapida colazione e poi subito la preparazione della sala per la colazione della popolazione. Poi verso le dieci si va giu' con la pulizia della sala e la preparazione del pranzo (d'accordo la professionalita' del cuoco, Giuseppe "Pippo" Arico', ma per fare 1400 e rotti pietanze ogni giorno, ci vuole anche tempo di organizzarsi e preparare la roba in maniera tale che all'ultimo momento, quando si comincia con la distribuzione, si debba solo provvedere a cuocere rapidamente e mettere in teglia. E non solo: nel frattempo arriva la roba da mangiare che va organizzata fra i container e la cella frigo).
Intorno alle nove i colleghi della prima squadra ripartono per tornare a Siracusa e noi, per usare un eufemismo, ci diamo giu' di brutto con l'organizzazione.
Assieme a noi e' arrivata la struttura medica mobile della Misericordia di Melilli, e con essa il medico del 118, che infatti ci fa sapere con piu' precisione qual'e' la situazione riguardante, soprattutto, i diabetici e gli ipertesi.
Da qui in poi e' solo un ciclo continuo fino a notte inoltrata; riusciamo infatti a cenare tutti assieme solo a mezzanotte passata. Poi e' il momento di tornare in tenda e andare a dormire: domani la sveglia suona di nuovo alle cinque e mezza; punto a favore: la caldaia funziona e sono riusciti a collegarci il bagnetto alla stessa, sicche' siamo in grado di farci la doccia piu' spesso (uno scaldino da 80lt per quattordici persone lo vedo un tantinello ristretto) anziche' lavarci a spizzichi e bocconi. Ma la quantita' di persone presenti fa si' che non sia facile riuscire a conciliare i tempi di tutti: io ad esempio riesco a fare la doccia proprio alle cinque e mezzo del mattino, e percio' mi devo tenere stretta questa fascia di orario.

Intermezzo: foto della partenza

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Dato che le ho potute avere solo adesso, pubblico alcune foto del nostro viaggio


Maurizio Rubino, io e Concetto Vasile. Dai, la divisa mi dona (-;



Noi in fila per la cena



Momenti dal briefing a bordo della nave GNV



Noi in gruppo assieme al dottor Ajala


A dopo

giovedì 16 aprile 2009

Secondo giorno - giovedi' 16 aprile

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Mi sveglio una prima volta poco prima delle quattro del mattino: STO SCOPPIANDO DAL CALDO! La temperatura e' bassa, ma decisamente non rigida come mi aspettassi, ne' come era stato preventivato dai miei colleghi. Tuttavia a guardare al volo gli altri colleghi imbacuccati come salami, quello che penso piuttosto e' che sono io quello piu' abituato ai climi rigidi del nord Italia. Ad ogni modo, rimuovo il plaid, apro un po' il sacco a pelo e dormo un po' piu' tranquillo per un'altra oretta e mezza circa. Intorno alle cinque e mezza mi alzo, mi dirigo verso il bagno e affronto una doccia: dato che la situazione non e' ideale, e che praticamente l'acqua calda si e' resa disponibile solo un paio di giorni prima, da quello che ci hanno detto, lavarsi sara' un compito da effettuarsi nei momenti piu' disparati; ma almeno per questo primo giorno voglio cercare che la cosa funzioni.
Esco mentre gia' un paio di colleghi si occupano della preparazione del caffe' (tre caffettiere giganti) e del latte per la distribuzione delle colazioni in campo, mi dirigo in sala mensa e comincio a organizzare il campo distribuzione. Arrivano alla spicciolata gli altri colleghi e cominciamo con la colazione. Siamo circondati dagli amici della prima squadra a cui abbiamo offerto un giorno di "riposo" per preparare i bagagli, dato che partiranno domani mattina intorno alle nove (vanno giu' direttamente col pulmino, via Roma, senza nave o altri intrecci, per fare prima).
Il coordinatore della prima squadra spiega a tutti la situazione concernente la cucina, la distribuzione dei pasti eccetera, il passaggio di consegne si conclude e a questo punto io, di concordo con il mio coordinatore, mi allontano per visitare gli uffici del Centro Operativo (C.O.C.), e soprattutto per verificare la situazione riguardante la copertura internet dell'area, dato che mi sara' necessario connettermi con il pennino UMTS.
Nonostante la copertura di Vodafone sia piu' che buona, per quanto concerne TIM (la scheda che ho nel pennino e' una TIM con 100 ore ottenuta "in prestito" da parte di un collega di lavoro) appare molto negativa.
Un collega della prima squadra mi fa compagnia mentre analizzo la situazione provando a fermarmi in diversi posti. Come ultimo tentativo andiamo in uno spiazzo tipo parco che c'e' in prossimita' del campo, mi siedo sull'erba e accendo il portatile per provare, ma non ne vuole sapere di connettersi: dovro' utilizzare la mia USIM Vodafone, il che comporta che dovro' attivarmi io un'offerta per la navigazione internet.
Ritorniamo al campo verso le 10:30, per cominciare a dare una mano riguardo la preparazione del pranzo; poso il portatile e mi preparo ad entrare in sala. Il coordinatore della prima squadra chiama me e il collega della prima squadra che mi ha fatto compagnia e ci segnala che qualcuno del dipartimento e' venuto a chiedere se noi due, visti seduti sull'erba, fossimo usciti per fare una passeggiata. Non mi consente di ribattere in alcun modo, perche' dice che ha detto loro che ci siamo fermati perche' aspettavamo qualcuno prima di venire richiamati telefonicamente, ma mi invita a fare in modo che se devo fermarmi, devo farlo in qualche luogo meno in vista, e chiude maleducatamente le repliche mie e del mio coordinatore sul fatto che *comunque* era perfettamente informato della "missione" (aggiornamento del Blog personale, di quello dell'associazione e pubblicazione delle foto del campo). Quello che mi da fastidio e' che la risposta piu' semplice da dare era: "ah, avete visto due volontari seduti sull'erba come se fossero a una gita. Il fatto che uno avesse il computer sulle gambe, l'altro armeggiasse con un cavo di lunghezza non indifferente e tutti e due stavamo parlando per tutto il tempo indicando il computer, anziche' ridere spensierati, non vi ha fatto immaginare che *forse* avessero qualcosa da fare?"
Invece no. Il concetto e' che in questi casi si dice spesso "meglio calare la testa che dare spiegazioni", ma porca miseria quando le spiegazioni sono chiare, lampanti e soprattutto efficaci non vedo perche' evitarle!
Il momento del pranzo funziona correttamente, il nostro cuoco (Pippo Arico') si mette subito al lavoro sebbene ufficialmente il nostro primo giorno di scambio avesse avuto come unico impegno il cambio di consegne. In realta' bene o male tutti quanti collaboriamo alla situazione dell'organizzazione del campo.
Il coordinatore, pur sapendo che sono tedesco peggio di lui, e dato che non ama dare spiegazioni manco quando servono seriamente, mi segnala che dal briefing dei responsabili della sera prima, e' stato deciso che durante la distribuzione dei pasti alla popolazione, tutti fanno la fila. Gli sfollati vengono serviti per primi senza eccezioni, e solo quando hanno concluso e' il turno di volontari, responsabili, forze dell'ordine (e' d'istanza una squadra della Forestale di una decina di persone). Il coordinatore mi annuncia perentoriamente che appena si comincia la distribuzione, nessuno deve entrare in sala mensa. Blocca, come suo solito, qualunque mio dubbio specificando che non gli interessa sapere niente di nessuno, per cui mi manda via a mettermi "alla sbarra" solo quando gli rispondo: "ok, ok, nessuna eccezione". Il mio coordinatore conferma nel frattempo; alla sbarra, dopo qualche minuto si presenta un tizio che si fionda dentro ignorando che per ben due volte gli dico: "scusi?".
Il mio terzo "scusi?" e' decisamente piu' perentorio, per cui si gira.
Io: "Guardi che da qui non si puo' passare, se cerca qualcuno del..."
Lui: "(stizzito) Sono del dipartimento Regionale"
Io: "L'avevo capito, ma mi hanno detto che da qui devo fermare anche voi"
Lui: "(incavolato) Cooosaaaa? Io sono il capo campo, sono il direttore, il presidente intergalattico, non me ne frega niente, come ti permetti bla bla bla bla bla!"
Io: "Guardi, non c'e' problema, chiamo il mio coordinatore e gli chiedo"
Lui: "E chiama, chiama, tranquillo"
Quindi si allontana in malo modo mentre, chiamo il coordinatore della prima squadra per capire chi dei due ha ragione, ma non risponde. Mentre provo a fare il numero di cellulare del mio coordinatore, arriva un collega della prima squadra, evidentemente chiamato dal tizio.
Il mio coordinatore risponde e gli chiedo di avvicinarsi alla porta d'ingresso della tenda mensa; poi chiudo il telefono, e il collega mi parla.
Lui: "Guarda che i responsabili regionali, le forze dell'ordine bla bla bla non li puoi fermare! Ma sei scemo?"
Io: "Il coordinatore NR mi ha detto di fare cosi', perche' e' stato deciso al briefing ieri sera..."
Lui: "E tu li devi fare passare, non me ne fo%%e un ca%%o di quello che ha detto lui, perche' io ti dico che invece..."
Io: "Ah, no! *A me* non me ne fo%%e un ca%%o di quello che mi dici tu: non e' che chi arriva comanda. Mettetevi d'accordo fra i due coordinatori e poi prendete una decisione comune: non esiste che chi arriva prima dice la sua!"
Lui: "Ma io ti sto dicendo che devi farli entrare..."
Io: "E io ti dico che ho preso *questa* direttiva direttamente dal mio coordinatore, e pertanto mi aspetto che sia il mio coordinatore a scioglierla; come ho appena detto, non esiste che chi arriva comanda. E comunque il coordinatore sta proprio venendo qui, casomai me lo dice lui che posso far passare Tizio, Caio o Sempronio. Io prendo direttive solo da lui."
Lui: "(maleducatamente) E fattelo dire dal coordinatore, se sei piu' contento!"

Biascico un insulto fra i denti, mentre vedo il coordinatore che si avvicina. E mi spiega che invece quella decisione non era venuta dal briefing, bensi' direttamente dal coordinatore della prima squadra.
E *due*. Ora sono costretto a dirlo: meno male che sta partendo, perche' se ne combina un'altra gliele spiego io due cosine.
Il lavoro continua. Questa cena di commiato abbiamo come ospiti delle suore e dei frati molto simpatici e che fanno un po' di animazione per la popolazione; poi ci sediamo a cenare tutti quanti, e faccio amicizia con uno di questi, fra Daniele, che e' giovanissimo e i suoi capelli bianchissimi sopra una faccia rossa come un peperone mi fanno presagire quello che ci dice lui poco dopo: e' albino. (Come dite? Si': ha anche qualche problema con il suo client di posta elettronica... Uff...)
Di nuovo e' l'ora di tornare in tenda per la notte. Questa volta so gia' che mi bardero' di meno per la notte, e che almeno cosi' facendo dormiro' un po' meglio. A domani.

mercoledì 15 aprile 2009

Arrivo e primo giorno - mercoledi' 15 aprile

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La mia ssveglia naturale mi fa saltare su alle 5:45 circa, per cui approfittando del fatto che l'arrivo e' previsto per le otto e il mio compagno sta dormendo con i tappi nelle orecchie, mi faccio una rapida doccia e poi mi vesto ed esco. Un breve giro a bordo e incontro tutti i compagni che aspettano l'apertura (alle sette) del bar. Una chiaccherata, poi finalmente un caffe' e cornetto e, infine, mentre viene annunciato l'arrivo al porto di Civitavecchia per le 8:30 circa, usciamo sul ponte per qualche foto ricordo, compresa una in compagnia del Dottor Ajala, incontrato a bordo per caso.
Sbarchiamo, ci raccogliamo tutti in un parcheggio laterale del porto e quindi ci invitano a creare una prima autocolonna di mezzi per andare a fare rifornimento (d'altronde chi viene da Palermo o dintorni non ha questa necessita'); poi ritorniamo di nuovo al parcheggio [!!! (-: ] per organizzare l'autocolonna per filo e per segno. Partiamo nei dintorni delle 11 (ieri sera al briefing ci avevano detto che probabilmente *SAREMMO* *ARRIVATI* a Tornimparte per quell'ora...).
La colonna affronta lentamente la strada, con la scorta della polizia e dei motociclisti della stradale che a staffetta interrompono il passaggio dalle vie di imbocco.
La colonna e' a dir poco chilometrica: fra auto, camion, pulmini, rimorchi e altro siamo un treno di quasi un settantina di mezzi, e ci muoviamo tutti a una velocita' di crociera compresa fra i 30 ed i 40 km/h, per cui quando si fanno le 14 circa, decidiamo di fare con la forza una pausa caffe'. L'autista del pulmino effettua un sorpasso del camper che si trova davanti a noi, indi senza battere ciglio con la media dei 120 orari supera tutto il resto della colonna e l'auto di scorta a staffetta, continuiamo a velocita' sostenuta prossima al limite per circa trenta chilometri, fino ad un'autogrill. Ci fermiamo: un po' di caffe', qualche sigaretta, e poi ci mettiamo in posizione pronti a riaccodarci alla staffetta, che giunge pochi minuti dopo. E continuamo in fila come bravi bambini dell'asilo sempre con la velocita' media di 35km/h...
Molto (molto) tempo dopo arriviamo sul posto e veniamo accolti dalla prima squadra, intorno alle 16. Mangiamo qualcosa, dato che ancora non abbiamo pranzato, poi ci occupiamo di questioni inerenti la sistemazione della squadra per la notte: temporaneamente veniamo "stoccati" in una tenda da dodici posti con (siamo quattordici) due colleghi ospitati nella tenda dell'attuale squadra; alla loro partenza ci trasferiremo tutti nelle due tende a disposizione subito dietro la cucina.
Recuperiamo delle brandine e poi, con qualche difficolta', delle coperte. In pratica dopo diversi tentativi di ottenere quattordici coperte di lana, quando ormai sono le 20 e siamo alle porte della notte, il nostro collega-amico di Palazzolo, Salvatore "Turi" Giarratana e io seguiamo il responsabile del magazzino sino ai container del materiale. Alla tenda "ufficio risorse" ci hanno detto che tutte le coperte disponibili risultano gia' consegnate alla popolazione, e che non risultano disponibili altre coperte. Turi guarda il tizio che ha aperto il container e scruta a fatica nell'oscurita'. Accende una torcia e gliela passa invitandolo a guardare meglio, e il fascio evidenza che i *tanti* scatoloni stoccati nel container contengono proprio 10 coperte di lana per ciascuno.
Ritorniamo quindi al campo, e ci apprestiamo ad affrontare la prima notte.
In serata nel tendone facciamo una tavolata unica, scherziamo un po' ma perdiamo di vista l'orario e, verso l'una meno un quarto, uno dei responsabili regionali entra per segnalare che la struttura della mensa fa da cassa di risonanza e si sente il nostro vociare non esattamente di basso tono per tutto il campo.
Vuoi la situazione gioiosa, vuoi il comportamento relativamente discutibile del coordinatore della prima squadra, succede che molti dopo aver detto di si', cominciano a ridere. Questi, visibilmente sentito preso per i fondelli torna sui suoi passi e usa toni piu' duri. A questo punto la situazione, senza alcun motivo plausibile, rischia di degenerare: molti continuano a ridere, a chiara dimostrazione che lo stanno proprio prendendo in giro.
Il responsabile sottolinea che se pensiamo di essere venuti li' per giocare, possiamo tornarcene tutti a casa. Uno dei colleghi gli risponde a tono, e a questo punto sono le risate degli altri che contornano a non fargli capire con precisione che invece il collega si e' parecchio risentito. Il coordinatore della prima squadra riesce a far chiudere la situazione, e il responsabile della Regione va via. Ma poi continuano tutti a prenderlo in giro un po', per cui rimango in silenzio e un tantinello contrariato. Ora so che "scusate, parlate piano, sotto la tenda c'e' eco" diventera' un tormentone per tutto il periodo di permanenza, e questo mi lascia molto da pensare.
Dopo la cena, e' il momento di andare a dormire. L'aria e' frizzante, molti dicono che il freddo deve ancora venire e io, da bravo trentino che si fida delle descrizioni dei luoghi prese dagli altri, mi imbacucco per bene con una tuta, il sacco a pelo, un plaid di pile che mi sono portato da casa dentro il sacco a pelo e la coperta di lana ad avvolgere il tutto, tipo pesce al cartoccio. Vedremo che succedera' domani.

martedì 14 aprile 2009

Partenza - martedi' 14 aprile 2009

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Il tempo per connettersi e' poco e ristretto. Mi scuso per la situazione complessa che potete immaginarvi. Ecco le prime notizie, direttamente dagli appunti che ho preso sul telefonino.

Ci rechiamo tutti in sede verso le 13:30, facciamo le ultime verifiche ai mezzi, poi - come si suol dire - prendiamo strada intorno alle 14:30. Il tempo di arrivare a Catania presso il "Gelso Bianco" per raccogliere due colleghi di Catania, poi continuiamo.
Arriviamo a Palermo intorno alle 18. C'e' molto traffico e rimaniamo imbottigliati per arrivare al porto alle sette passate.
Distribuiscono i biglietti e i buoni pasto. I biglietti comprendono una cuccetta in una cabina a quattro posti. Dato che sul pulmino siamo in nove, assegnano due cabine per otto posti, e un posto singolo "fuori gruppo" che risulta fisicamente in un altro piano. Decido di prendere io il posto singolo sul "ponte master", e mi ritrovo a dover dividere un posto con personale della Regione.
C'e' una breve discussione un tantinello intricata, che incredibilmente finisce con un principio di litigio proprio con un responsabile della Regione, il quale insiste che io non posso assolutamente stare con loro, e devo cercarmi un altro posto, finche' mi impunto mostrando il mio biglietto numerato ("Mo vediamo che questo me lo sono stampato da solo!") e la questione finalmente si conclude: dividero' lo scompartimento con l'ingegnere che sara' responsabile del campo ove siamo diretti.
Secondo problema tecnico: le cabine hanno serrature magnetiche, ma la nostra ha il badge che non funziona, per cui ci consegnano un solo passe-partout. Ci scambiamo i numeri di telefono ma poi, dato che abbiamo entrambi le radio PMR, le sintonizziamo sullo stesso canale e rimango io con l'unica chiave disponibile.
Poi alcuni colleghi riconoscono i responsabili della Regione e si salutano, mentre noi ci dirigiamo tutti in self-service per la cena. La cena e' gradevole, anche se forse un po' troppo ricca. Il "menu business" che ci viene offerto, infatti, prevede antipasto, primo, secondo, contorno, frutta o dolce e bevanda, ma io mi limito a un corposo antipasto (una eccezionale caprese) e a un secondo (cotoletta con patatine), pane, acqua. Tutte le pietanze sono piacevolmente poco salate, ma questo rende quantomeno le patatine relativamente scialbe. Usciamo quindi sul ponte per una sigaretta, sferzati dal vento.
Dopo qualche tempo, qualche passeggiata, qualche discussione etc... veniamo convocati via altoparlante per un breve briefing tenuto peraltro proprio dagli incaricati della Regione del battibecco di prima. Scopro proprio adesso che la persona con cui dividero' lo scompartimento e' il responsabile del campo di Tornimparte. Nel frattempo si discute un po' riguardo l'ipotesi che il nostro carro-cucina-mobile venga spostato proprio a l'Aquila, ma ancora non c'e' niente di chiaro in tal senso. Ora sono sul ponte piscina che prendo questi quattro appunti per il Blog, mentre sento la stanchezza ed il sonno che cercano di prendere il sopravvento. Ci aspetta una lunga notte: domani mattina sara' il momento di raggiungere quei luoghi cosi' martoriati e cominciare a lavorare seriamente.
PS: A bordo Tim sembra prendere a tratti, mentre Vodafone e 1Mobile vanno in roaming sul WINS locale. Un SMS di Vodafone mi ha avvisato che allo stato attuale sono in roaming a 3 euro al minuto (contro l'euro che dovrei pagare avendo un piano specifico per il roaming... domani magari provo a chiamare il 190 e mi informo...), per cui non mi azzardo a tentare di eseguire la connessione: ho mandato qualche breve sms tanto per far sapere alle persone piu' importanti dove mi trovo, ma nulla piu'.
YAWWNNNNNNNN!
Io sono cotto, per cui mi sa che vado a nanna. Notte notte.

Partenza seconda squadra

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Oggi e' prevista la partenza. Partiro' con la seconda squadra intorno alle 14. Direzione: Palermo, poi si prende la nave (non e' ben chiaro se per Napoli o per Civitavecchia) e infine ancora strada sino a Tornimparte.
Dal nostro arrivo, il tempo di organizzare il campo e l'area stampa, e sara' mia cura aggiornare il Blog direttamente sul campo.

domenica 12 aprile 2009

Parentesi: anche google sul terremoto

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In home page di Google, come successe per lo tsunami in Indonesia, e' apparso un link che porta a specifiche informazioni sul terremoto, e a come portare aiuto alle popolazioni per mezzo di link ai principali enti impegnati.

sabato 11 aprile 2009

Abruzzo: confermata la partenza della squadra - Auguri

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Salvo ulteriori complicazioni tecniche o logistiche, e' giunta conferma che martedi' 14 aprile (al piu' tardi, per problemi di mezzi, nafta, logistica o altre pu%%%nate mercoledi 15) partiremo con la seconda squadra per dare il cambio ai colleghi che sono gia' a Tornimparte.
All'ultimo appello la squadra e' composta da quattordici elementi, me compreso, e partira' con il pulmino dell'associazione, il fuoristrada e, probabilmente (ma ancora aspettiamo conferme) un furgone per portare l'attrezzatura ed i materiali raccolti in associazione [in caso di mancanza, l'attrezzatura ci seguira' due o tre giorni dopo per mezzo di un altro mezzo di cui e' previsto il ritorno poco dopo il nostro arrivo a Tornimparte].
Come ho gia' detto, in situ ci occuperemo di logistica (soprattutto della cucina) e telecomunicazioni: stiamo organizzando una postazione di lavoro con fax e connessione ad internet, e la sfruttero' anche per raccontare, sul Blog, della situazione che si vive direttamente sul posto.

E sin da subito, devo avvertire tutti i miei lettori di una cosa: forse qui sopra finiranno cose che sono piu' adatte a restare relegate nelle Pagine Oscure, forse no. Il punto e' che tutti noi che stiamo andando li' sappiamo che una volta arrivati, e' necessario avere lo stomaco foderato di piombo ed una quantita' non indifferente di fegato. Siamo tutti uomini, proviamo emozioni, proviamo dolore, proviamo paura: e' questo che ci fa degli esseri umani. Ma dobbiamo andare avanti, dobbiamo aiutare, dobbiamo renderci utili e non possiamo fermarci a piangerci addosso, perche' c'e' anche un tempo per piangere, ma non e' questo. Per questo comincio a scusarmi adesso se dovessi raccontare di scene, momenti o situazioni che spaziano dall'imbarazzante al raccapricciante. Questo Blog e' uno spazio di deliri, e questi deliri possono anche essere quelli di chi, alla fine di una giornata di certo non facile, porta nel cuore il dolore e lo strazio di chi ha perso tutti i suoi cari, o il sorriso di chi ha potuto dire: "sono vivo, ed anche oggi ho potuto mangiare".
Come ho gia' detto, noi andiamo li' perche' c'e' gente che ha bisogno. Lo facciamo volontariamente, e lo facciamo tutti quanti per scelta personale. Sin da lunedi' 6 mattina, alle 8, appena saputo del terremoto, mi ero messo in contatto con il nostro coordinatore per sapere se e come sarebbe partita l'associazione. Ho organizzato il mio lavoro per potermi allontanare almeno 10 giorni senza grossi problemi, ed ora sono pronto a portare il mio, se pur piccolo, contributo.

Per ora, non mi resta che concludere facendo a tutti i miei lettori i migliori auguri di una buona pasqua, da trascorrere assieme alla famiglia, agli amici, ai colleghi, portando nel cuore le immagini di solidarieta' che gravitano intorno ai paesi terremotati.

venerdì 10 aprile 2009

Partenza della seconda squadra

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La situazione riguardante la partenza della seconda squadra non e' ancora ben chiara. Di certo e' che fra martedi' e venerdi' dovrebbero partire gli uomini, e che la durata prevista del turno e' compresa fra i dieci e i quindici giorni. Restiamo in attesa di ulteriori notizie da parte del personale attualmente in situ.
Per maggiori aggiornamenti e' anche possibile riferirsi al sito istituzionale dell'Associazione.

giovedì 9 aprile 2009

Aggiornamenti sulla situazione in Abruzzo

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Oggi sono stato a ritirare trenta cartoni di biscotti presso un distributore locale, e mi sono occupato di aggiornare il sito dell'Associazione con le ultime novita'. Sembra che ci si debba spostare di qualche giorno in avanti per avere la disponibilita' di un mezzo di trasporto messo a disposizione della Provincia Regionale di Siracusa, con il quale trasportare parte del materiale che e' stato messo a disposizione dai privati, dalle aziende e dagli enti pubblici.
Stiamo sempre e comunque parlando di materiale logistico: alimenti a lunga conservazione, pannolini, traverse, oltre a materiale prettamente logistico quali cavi elettrici, tende, attrezzatura specifica e generica, etc.
Tra l'altro con la mia partenza dovrei essere in grado di organizzare, come gia' detto, una postazione internet per gestire l'aggiornamento del Blog e altre piccole novita', e nel frattempo anche un sistema di fax da campo, per mantenere le comunicazioni piu' specifiche e specialistiche sul campo.
Ogni aiuto e' ben accetto: contattate l'associazione allo 0931-705103 prima di tutto, per informarvi su quali elementi sono effettivamente utili.

Grazie a tutti per la vostra collaborazione

mercoledì 8 aprile 2009

Logistica e Abruzzo

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Sto lavorando, in questi giorni, per preparare la mia partenza per l'Abruzzo. Sto lavorando nel vero senso della parola, dato che mi sto occupando di concludere tutte le attivita' principali dell'azienda entro venerdi', portando a consegna tutti i computer che ho in laboratorio, e cercando di concludere tutti gli appuntamenti necessari prima di sabato.
Ho avvertito via mail e fax molti clienti che la settimana dopo Pasqua sara' la piu' complessa, ora non mi resta che continuare fino a concludere il piu' possibile. E poi dopo giorno 20 aprile si vedra' a che punto sono arrivato. In questo momento, piu' che il mio lavoro, quello che mi preoccupa maggiormente e' quello che trovero' assieme ai colleghi nel circondario de L'Aquila.
C'e' bisogno di un messaggio di speranza, che tutti noi volontari stiamo dando a gran voce alle popolazioni disperate.

AGGIORNAMENTO: sono confermati la possibilita' di aggiornare il blog via internet (ho procurato comunque un pennino USB e una SIM per 100 ore di navigazione, porto il microportatile e quindi almeno in questo in una breve e fugace pausa serale o premattutina potro' operare. Inoltre forse ho procurato anche un modulo GSMBOX che ci permette di avere un telefono fisso in situ indipendente da eventuali problemi di batterie del cellulare (il modulo lavora a 12V, per cui puo' essere alimentato, all'estremo, pure con la batteria di un camion).

lunedì 6 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo

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La situazione che si e' creata dopo la scossa di questa notte e' terribile, e la misura di quanto sia terribile e' data di certo dalle notizie che arrivano non solo dalle tv, radio e giornali italiani, ma anche e soprattutto da quelli internazionali.
Io, come volontario di protezione civile, ho dato la mia disponibilita' ad una eventuale partenza in regione Abruzzo e, a quanto pare, tale disponibilita' dovrebbe servire.
Infatti una squadra dell'associazione dovrebbe partire, fra oggi e domani, con due cucine da campo ed altro materiale. Successivamente fra sette-dieci giorni partira' una seconda squadra per dare il cambio agli uomini. Sono "iscritto" come disponibile nella seconda squadra, per cui fra la domenica di Pasqua e poco dopo dovrei partire per una settimana-dieci giorni nell'area di L'Aquila e/o zone limitrofe.
In caso di mia partenza, cerchero' di piegare il lavoro per mezzo di qualche collega, rimandando il resto delle attivita' al mio rientro. Inoltre, vale il mio ruolo di blogger nel tenere tutti informati della situazione, anche con pubblicazione di articoli via e-mail dal telefonino.
Oggi contattero' Vodafone per sapere che tipologia di piano posso attivare per l'uso dell'e-mail dal cellulare senza dover spendere uno sproposito in tal senso, vediamo se c'e' qualcosa di utile o se il ministero ci sa dare specifiche informazioni in tal senso.
La situazione non e' rosea, decisamente. I numeri che sto sentendo e la viva voce di Sirena, amica di Montesilvano in Abruzzo, danno il senso di un danneggiamento generalizzato.
Stay tuned: aggiornero' continuamente.

AGGIORNAMENTO: partiro' con la seconda squadra. Il periodo previsto e' compreso fra giorno 11-13 aprile e avanti per sette-dieci giorni. Vado a svolgere servizio di cucina e supporto logistico. Ho gia' ottenuto da Vodafone informazioni specifiche per quanto concerne la possibilita' di inviare e-mail via cellulare dalle aree abruzzesi. Cosi' facendo saro' in grado di mantenere il Blog aggiornato con le esperienze di vita vissuta in un'area cosi' duramente colpita.

sabato 4 aprile 2009

Tre aprile: il mio discorso

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Nella presentazione dei tre libri, ho mantenuto l'ultimo posto per dare spazio a Francesco ed Elena e ai loro lavori di certo piu' recenti (tralascio la poca utilita' di presentare alla cittadinanza un libro di attualita' con qualche anno alle spalle, ma la tralascio perche' sono stato coinvolto in questo progetto sebbene gia' un altro progetto fosse gia' pronto... ma transeat).

Ma soprattutto perche' erano i due piu' preoccupati dal "contatto con il pubblico": l'emozione di Elena e Francesco era a tratti palpabile e, comunque, da un tono di maggior umanita' al dibattito in se'. Al contrario io, che ormai ho tenuto altri convegni, altri dibattiti e che - peraltro - anche grazie al Blog, ho maggior abitudine al discorso a contatto con il pubblico, ho colpito persino il moderatore per la mia tranquilla spigliatezza ["Wow! Non sapevamo di avere persino un oratore!" (((-: ].

Il discorso, che ho tenuto come se fosse una chiaccherata ben congegnata, in realta' e' stato abbondantemente preparato prima, trovando un modo di dare delle giuste inflessioni ad ogni passaggio. Ve lo butto qui, facendovi notare che i punti in corsivo ed in grassetto sono appunto quelli che mi servivano per assegnare uno specifico tono alle parole. Inoltre, per trovare le imbeccate corrette in caso di perdita del filo logico, le parti del discorso erano divise in otto capoversi numerati (es. "01: Saluti, introduzione a me e al libro"; "02: Cenni storici, nascita, sviluppo, Blogger by Pyra" e avanti cosi').
Signore e signori buonasera.
Io sono Mirko, sono noto come "Grizzly", sono un tecnico informatico ma, soprattutto, sono un blogger. Con un Blog attivo da cinque anni e oltre seicento articoli pubblicati, ho l'onore di essere anche uno tra i più prolifici blogger siciliani, e sono qui per parlarvi un po' di Weblog, e un po' del mio libro, che è un progetto per far conoscere la realtà della blogosfera (il mondo elettronico di noi blogger) anche a chi si trova al di fuori.
MA ATTENZIONE!
Il fatto che io sia un tecnico informatico, e che il libro sia tratto da un sito internet, contrariamente a quanto si possa immaginare non significa che parliamo di un testo squisitamente tecnico. È doveroso, anzitutto, fare una breve introduzione proprio alla figura di noi blogger in particolare.
Viviamo nel ventunesimo secolo, siamo circondati dall'elettronica, dalla tecnologia. Internet è entrato clamorosamente a far parte della nostra vita: i nostri telefoni cellulari sono diventati delle estensioni tecnologiche con le quali ci possiamo tenere in contatto con la rete; persino i nostri elettrodomestici dispongono della possibilità di essere gestiti via internet. Indubbiamente una serie di innovazioni e di strumenti, e – a tratti – anche di orpelli tecnologici che fino a pochi anni fa non avrebbero popolato neppure i sogni dei progettisti più visionari.
Internet è una rete che cresce continuamente, e non cresce solo tecnologicamente parlando, ma anche dal lato dei suoi contenuti, dei suoi servizi.
Sin dai suoi inizi, molti hanno visto in questo strumento di comunicazione globale una grandissima opportunità: creare e condividere idee, progetti... condividere dei contenuti in una maniera radicalmente nuova, costruendo una specie di diario sul web, il "Web Log" appunto.
Alla fine del 2000 erano tanti quelli che bramavano ritagliarsi il proprio spazio sulla rete delle reti. Spuntavano, praticamente come funghi, siti personali in cui leggere solo "Ehi! Io sono Tizio, sono nato qui, vivo qua, ho studiato lì e lavoro là...", ma qualcuno si chiese se non avesse qualcosa di più da offrire.
Parliamo di un periodo in cui realizzare un sito web non era affatto semplice: bisognava conoscere cose astruse, come il "Linguaggio HTML" che è lo scheletro con cui sono realizzate le pagine web. Fu in questo frangente che, per prima, una piccola società – poi rilevata da Google, peraltro – creò uno strumento che usciva dagli schemi: loro costruivano e curavano l'impalcatura del sito, mentre l'utente aveva solo il compito di realizzarne i contenuti, che venivano subito immessi, organizzati per data e ora. Finalmente era possibile condividere le proprie idee senza bisogno di specifiche competenze tecniche!
I Weblog, questi diari on-line, cominciavano a muovere timidamente i primi passi. Ogni autore (ogni blogger) si preoccupava di fornire contenuti sempre freschi per attirare l'attenzione dei lettori occasionali. Argomenti tecnici (perché no?) ma anche commenti sull'ultima partita di calcio, su quel terribile fatto di cronaca che ha riempito i giornali, o magari semplicemente su quanto sia stato buono il caffè preso quella mattina in quel particolare bar sul lungomare.
Rispetto alla staticità di un diario, però, il Blog ha una sua forza, che sta nell'interattività: il blogger pubblica, e i lettori possono interagire esprimendo le loro opinioni, commentando quelle parole, dando segni di apprezzamento (oppure di disprezzo) all'autore; è possibile operare uno scambio di opinioni senza limiti di tempo, di spazio né logistici: chiunque, in qualsiasi parte del globo, può scrivere qualcosa sul suo Blog e chiunque altro, sia esso il vicino di casa o piuttosto chi abita totalmente agli antipodi, può ribattere.
Il fenomeno dei Blog, negli anni, è cresciuto e si è affinato. Sono tante le conquiste, piccole o grandi, ottenute da noi blogger in questi anni. Ormai possiamo considerare un Blog come una forma di stampa alternativa, che parte dal basso: il blogger scrive i suoi articoli e li pubblica senza bisogno di passare da un editore; chi legge non è più un cliente che usufruisce passivamente di contenuti magari edulcorati da un comitato di redazione, bensì diviene parte attiva di quell'articolo, di quella testata. È così che ad esempio i blogger cinesi hanno diffuso e ci hanno fatto conoscere situazioni taciute sulla stampa ufficiale.
Un blogger italiano, l'amico Macchianera, stava scrivendo sul suo Blog un articolo riguardante la morte di Nicola Calipari in Iraq. Scaricò, dal sito internet del ministero della difesa statunitense, il rapporto ufficiale sui fatti, nel quale i nomi dei soldati americani coinvolti apparivano censurati con delle strisce nere, e applicando a quel documento una sofisticata e complessa operazione tecnologica (ossia facendo Copia & Incolla!) è riuscito a svelare quei nomi.
Lo ha fatto un blogger!
Un'altra blogger, l'amica BlackCat, orgogliosa madre di un bambino autistico, ha raccontato di un terribile caso di discriminazione vissuto presso un centro commerciale del nord Italia. Il suo articolo in due soli giorni ha ricevuto quasi mille commenti di apprezzamento e di amicizia, e la sollevazione della blogosfera che ne è scaturita è stata tale che la stessa direzione del centro commerciale è dovuta intervenire per tentare di sedare gli animi.
Difficilmente un trafiletto su qualche telegiornale locale, inserito magari prima dello sport, avrebbe avuto gli stessi effetti.
All'inizio del 2004 la blogosfera cominciava a consolidarsi un po' in tutto il mondo, e quindi anche in Italia cominciavano a sorgere i primi Blog. Fu proprio in quel periodo che aprii il mio, intitolato "Diario di Viaggio", che da cinque anni ospita le mie considerazioni sugli argomenti più disparati, dal semplice racconto delle mie giornate lavorative più pittoresche, sino ad interventi su fatti di cronaca e costume che hanno scosso l'Italia, o il mondo in genere. Articoli dove ho cercato di non limitarmi a raccogliere asetticamente le notizie da altre fonti tanto per riassumerle, quanto piuttosto di esprimere la mia posizione sui fatti. Ma non solo: ho pubblicato anche brevi racconti, che ho avuto il piacere di condividere con gli altri.
Ora, sin da quando sono uscito dal liceo scientifico, mai avrei immaginato di scoprirmi blogger, di scoprirmi scrittore. Questo mio lato è venuto anche grazie ai commenti di chi, in questi anni, mi ha seguito (e mi segue) con interesse e curiosità. Grazie al mio Blog ho vissuto anche io i miei piccoli momenti di notorietà e – soprattutto – grazie ai Blog degli altri, ho scoperto un mondo nuovo, dove lo scambio culturale aiuta a crescere tutti quanti.
I moltissimi segni di apprezzamento che ricevo mi danno la spinta ad andare avanti, a coltivare questo che in fondo è un hobby, ma nel quale amo mettere la mia mente e il mio cuore.
Il mio libro, "Estrazioni dal Weblog", rappresenta un punto di vista soggettivo del quadriennio storicamente più caldo della blogosfera italiana, raccontato attraverso i miei articoli e i commenti di chi mi legge. Uscito in effetti nell'anno 2006, il libro rappresenta tra l'altro il primo Blog italiano riportato su carta.
Ma non mi fermo qui: pubblicato il libro, c'è ancora tanto lavoro da fare. Attualmente sto lavorando ad altri progetti letterari: ad esempio assieme all'amico Francesco Candelari; stiamo dando libero sfogo alla nostra immaginazione (e alla nostra grandissima passione per la fantascienza) sviluppando a quattro mani (nel senso "pianistico" del termine) un racconto, appunto di fantascienza.
Prima di concludere ci tengo a ringraziare il presidente del consiglio comunale Edy Bandiera, e il presidente del Siracusa Forum Peppe Patti, grazie ai quali questa manifestazione è stata possibile.
Infine, per concludere, mi è d'uopo ricordare a tutti che anche "Estrazioni dal Weblog" è disponibile per l'acquisto, sia on-line sul sito della casa editrice "Lulu.com", che nelle principali librerie italiane ed internazionali grazie al codice ISBN univoco; non mi resta quindi che ringraziarvi per essere intervenuti, e rimandarvi con piacere al dibattito di presentazione dei nostri prossimi lavori. Io, Elena e Francesco abbiamo molte idee: per usare un eufemismo c'è tanto che bolle in pentola.
Sapete? È bello percorrere assieme questa strada: ci ha dato, e ci sta dando, grandissime soddisfazioni.
Grazie a tutti, e arrivederci al prossimo libro!
Ditemi la verita': si capisce la mia abitudine al discorso pubblico, eh? ((-:

PS: non avevo preparato subito la fase dei ringraziamenti, e un momento sovrapensiero su chi ringraziare per primo, mi sono girato dicendo "Ringrazio il presidente..." e li', mentre l'intenzione era di completare "... del consiglio comunale Edy Bandiera" mi sono trovato faccia a faccia con Peppe Patti e stavo per miscelare in un geniale "presidente del consiglio comunale Peppe Patti"! Mi inchiodo appunto a "presidente", perche' per fortuna uno dei miei pochi neuroni attivi sbarra la strada verso la lingua senza spiegarmi perche', e in quell'istante Francesco, pensando mi fossi intoppato in un altro punto, comincia insistentemente ed inutilmente a suggerirmi "Edy Bandiera! Edy Bandiera!". Solo che il nome di Edy ce l'avevo, in quel momento dovevo correlare invece Peppe Patti! ((-:

venerdì 3 aprile 2009

La presentazione e' andata bene...

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Tutto e' andato per il meglio.
La Sala Borsellino era piena traboccante, e la presentazione e' andata decisamente bene.
Sono rimasto dispiaciuto dal fatto che non ho visto in sala nessuno dei miei clienti (d'altronde era piu' che probabile che di venerdi' pomeriggio fosse difficile scendere in Ortigia).
Sono rimasto molto dispiaciuto a non vedere nessuno dei clienti, amici, colleghi e/o parenti che invece mi aveva garantito la sua presenza. Diciamo che alla presentazione dei prossimi libri (che si terra' RIGOROSAMENTE di sabato o domenica, l'invito a presenziare non sara' piu' solo un invito. (-:
Siamo soddisfatti. In questi giorni carico anche i tre discorsi di presentazione che avevamo preparato, e poi se ci riusciamo mettiamo su vimeo/youtube/googlevideo/quelchele' anche le interviste ed i filmati girati in sala.

giovedì 2 aprile 2009

Articolo su "Liberta'"

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Della conferenza stampa di ieri, abbiamo recuperato un magnifico articolo che riempie tutta la pagina 10 del quotidiano Liberta' di oggi, 2 aprile 2009. Se passate da un'edicola, e volete spendere questi 50 centesimi... (((-:

mercoledì 1 aprile 2009

Sulla cronaca... nera

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Oggi abbiamo fatto la conferenza stampa di presentazione del libro, alla presenza delle redazioni di Video66, Liberta', La Sicilia, Teleuno Tris e Mediterraneo-SAT.

I telegiornali in cui hanno parlato di noi sono andati in onda nella fascia compresa fra le 13:45 e le 15, ma i servizi andranno comunque in replica in serata. In particolare se siete fuori Siracusa, ed avete il pacchetto Sky, dovreste poter vedere almeno l'intervista che ci ha fatto Mediterraneo Sat [quella in cui hanno intervistato me, "Francesco CANDELABRI" ed "Elena BELUGNI" (((-: ]

Inoltre, quale ulteriore novita', venerdi' 3 aprile alle 14:30 parteciperemo, subito prima della presentazione a Palazzo Vermexio, ad una trasmissione sulla cultura in onda su Teleuno Tris.