mercoledì 1 luglio 2009

Prima che tutti si riempiano la bocca...

... chiedendo a gran voce di non fare piu' trasporti di GPL in treno, vorrei poter dire la mia.
E' terribile quello che e' successo a Viareggio, e tutta la mia solidarieta' va alle persone colpite, oltre che ai soccorritori e volontari (come me) che, per usare le parole di un giornalista del TG1 nel descrivere i momenti salienti della prima notte, "hanno dato anche l'anima per portare soccorsi".
Ma e' anche il caso di fare un'analisi a freddo. Perche' il trasporto di GPL, anzi, di merci pericolose in genere, e' abbondantemente piu' economico e sicuro su rotaia che con altri sistemi.
Il GPL non puo' venire pompato nei tubi (i gas di petrolio sotto forma gassosa appunto, potrebbero, ma la liquefazione ne riduce il volume di parecchio, rendendo di fatto il trasporto piu' economico. Il gas liquefatto ha pero' un difetto, proprio di tutti i prodotti infiammabili: a contatto con l'atmosfera si vaporizza rapidamente abbassando la temperatura circostante (per entalpia) e la miscela di gas infiammabile con l'aria atmosferica genera misture estremamente instabili e di facile esplosione anche con un minimo innesco. A differenza di misture con il metano, piu' leggero dell'aria (metano in atmosfera genera il cosiddetto grisou) e che pertanto tende ad occupare le parti alte di un ambiente chiuso, o a disperdersi rapidamente in atmosfera se all'aperto, i gas che compongono il GPL (soprattutto propano e butano) sono piu' pesanti dell'aria e tendono a diffondersi a livello del terreno, rimanendo piu' bassi e raccolti nella misura in cui non ci sia molto vento.
La mistura di aria e GPL che si e' formata a seguito della fuoriuscita dalla cisterna a Viareggio ha provocato quella immensa nube di condensazione fredda che e' stata descritta da molti testimoni come "la nebbia fredda" che si e' osservata pochissimi istanti prima della disastrosa esplosione; l'esplosione della mistura e' stata innescata facilmente di certo a causa di una o piu' scintille recuperate nel circondario della stazione (una dispersione, una lanterna semaforica o una luce stradale, un'auto accesa o mille altre possibilita') e la vampata si e' immediatamente diffusa a tutto il gas libero con un fenomeno subsonico di deflagrazione [e non scoppio (il termine definisce la rottura piu' o meno violenta di un contenitore per superamento spontaneo o provocato della sua resistenza elastica superficiale) o detonazione (che e' una combustione molto piu' veloce, nell'ordine supersonico, e con rilascio di abnormi quantita' di gas incandescenti), come sono soliti definire molti giornalisti (gli stessi che non hanno bene idea della differenza che passa fra ipocentro ed epicentro)].
Moltissime merci pericolose vengono affidate al trasporto su rotaia, e come dicevo prima a parte il costo, ci sono molti fattori che rendono tale trasporto piu' sicuro rispetto ad altri.
Anzitutto, il trasporto piu' diffuso subito dopo la rotaia, e' quello su gomma (aka: camion), e il rischio di incidente per un mezzo su strada mi pare clamorosamente piu' alto.
Analizziamo un attimo i meccanismi di sicurezza di cui si dispone su un treno: anzitutto l'esistenza delle rotaie comporta che sia pressoche' impossibile andare a finire contro un albero per lo scoppio di un pneumatico o la perdita di controllo del veicolo. A bordo di ogni treno in Italia abbiamo il meccanismo del doppio macchinista (ci sono due persone che "guidano" contemporaneamente il treno).
I segnali principali sono ripetuti in cabina ormai per praticamente quasi tutte le tratte ferroviarie italiane, e la ripetizione di semafori ed avvisi di pericolo non e' solo un'utilita' per sopperire ad una eventuale distrazione dei macchinisti (pardon, piloti): se un treno supera deliberatamente un segnale rosso, il meccanismo di autoprotezione esclude i comandi ed attiva immediatamente la "frenatura rapida" (i convogli piu' moderni, gli ETR e via discorrendo hanno un sistema di frenatura piu' complesso, che agisce anche in base alla effettiva velocita' del convoglio nell'istante in cui si verifica l'emergenza, onde evitare di aprire tutta la rapida a 180km/h, e rischiando di fare seri danni a persone e cose a bordo).
Un altro meccanismo di sicurezza a bordo dei treni tiene presente l'effettiva presenza di una persona sui comandi, il cosiddetto dispositivo vigilante "uomo morto". Il sistema determina che il pilota non sia stato colpito da malore o colpo di sonno richiedendo di compiere una specifica azione ad intervalli regolari (es. la pressione di un tasto o di un pedale) oppure (ad esempio su alcune metropolitane europee) rilevando il peso della mano del conducente sulla leva di comando, posizionata in modo che la posizione di riposo sia la piu' plausibile e che una caduta in avanti del conducente non possa comunque spingerla in avanti. O ancora puo' essere basata su un sistema misto dei precedenti. Inoltre la posizione ed il comportamento del treno in stazione ed in prossimita' di esse puo' essere visionato in tempo reale nella sala controllo della stazione stessa, ed infine al personale e' fornito un telefono cellulare che funziona anche dentro le principali gallerie (grazie al sistema del cavo fessurato).
Insomma, la possibilita' che avvengano incidenti gravi sulla rete ferroviaria sono molto ristretti, come probabilmente in questo caso provocati da errori di manutenzione e fatalita' (dalle "voci di corridoio" che girano al momento, una manutenzione approssimativa sarebbe alla base della rottura dell'asse di un carrello, mentre la fatalita' e' proprio il ribaltamento e rottura di uno dei carri-cisterna: senza la fuoriuscita di gas avremmo avuto solo un grave deragliamento, senza tutto questo contorno).
Ovviamente non e' la prima volta che un treno deraglia e, purtroppo, non sara' neanche l'ultima. Ma torno a sottolineare che la dimensione non indifferente dell'incidente va anche guardata in rapporto al numero di incidenti gravi che avvengono annualmente: non abbiamo un deragliamento con esplosione ogni settimana. Consentitemi la guerra fra poveri nel dichiarare che la domenica mattina a sentire le cifre sugli incidenti del sabato sera resto molto piu' amareggiato.
Con questo cosa voglio dire? Dichiarare che le vittime di Viareggio siano di serie B? Lungi da me esprimere una castroneria del genere!
Quello che voglio dire e' ben diverso, ed e' piu' importante: non lasciatevi cogliere dal momento per chiedere a gran voce di non avere piu' trasporti di merci pericolose su rotaia: si deve chiedere una maggiore sicurezza, che (maledizione a voi politici e parlamentari subito pronti a chiedere nuove leggi!) si ottiene applicando a puntino le normative esistenti, anziche' invocarne inutilmente di nuove per poi lasciare che la gestione delle stesse avvenga sempre con il famoso metodo "all'italiana".

8 commenti:

mela ha detto...

Infatti, maledizione a loro... e complimenti a te per l'analisi sempre così ben dettagliata che applichi agli argomenti dei tuoi post.

Anonimo ha detto...

Hai l'anima più nera della pece, fatta di rancore, cattiveria e astio!! Eppure ci propini ancora la veste del santo inquisitore, abbracciato ai suoi orsacchiotti!
Ti siedi sullo scranno e con la spada sguainata, critichi a destra e a manca, come se la tua vita fosse all'insegna del reale interessamento verso il prossimo.
Perchè non impari l'arte del silenzio, ce ne guadagneremmo tutti!

Grizzly ha detto...

Nessuno ti porta su questo blog con la forza, e sinceramente di tutte le critiche che ho preso, sentirmi dire che la mia anima sia piu' nera della pece, mi mancava. Lo ammetto.

Perche' mai mi dici che la mia anima e' cosi' nera? (-:

Anonimo ha detto...

forse perchè così preso a giudicare il prossimo, hai dimenticato di conoscere te stesso s inquisitore!

Grizzly ha detto...

Dici? Mah. Guarda: ci sono migliaia di santi inquisitori sulla rete [che ne so: Beppe Grillo (che *non* *sto* *imitando*, per la cronaca. Ho il Blog da molto piu' tempo di lui, pertanto casomai e' lui che imita me...)], che ce l'hanno con questo o quell'altro personaggio. Io sono cresciuto con una forma d'educazione che mi ha chiesto sempre di disprezzare l'ipocrisia, per cui ce l'ho con la retorica da due soldi che fa presto a prendere piede per le masse.

Ma se sbaglio, non vedo perche' dovrei persistere nell'errore. Se sbaglio.
Tuttavia io non riesco a vedermi come santo inquisitore (ripeto, forse hai ragione tu: sono cosi' preso a giudicare il prossimo da aver dimenticato di conoscere me stesso), per cui ti chiedo: visto che tu hai visto una posizione da inquisitore che io non vedo, aiutami. Portami la luce.

Da quali articoli deduci a freddo(*) che io stia venendo meno a giudicare me stesso?

Detto questo, come ti ripeto: ti sarei molto grato se potessi illuminarmi. Se ritieni che io sia un inquisitore, nulla toglie che tu possa aver ragione al 100%, per questo ti chiedo di condividere (non con me, ma con tutti i lettori di questo Blog, che - credimi - non sono pochi) i motivi di questa tua considerazione: potrei trovarli talmente fondati da farli diventare il trampolino di lancio di un mio cambiamento.

Aspetto fiducioso una tua risposta.


(*) A freddo, mio buon amico (o mia buona amica, non saprei, ma cio' non mi preoccupa). I commenti a caldo sono sempre dettati da sentimenti contrastanti e non riescono ad interpretare le parole per quello che sono. E per la cronaca, con questo Blog non valgono locuzioni del tipo "in questo passaggio hai usato un tono che...", perche' su questo Blog c'e' un solo tono, ed e' quello impersonale. Consiglio vivamente chi voglia dare interpretazioni ai miei articoli di installare un software di sintesi vocale (tipo Festival) e di ascoltare gli articoli letti dall'atono sistema di sintesi: interpretazioni soggettive su eventuali ipotetici toni usati in alcuni passaggi sono da considerarsi, appunto, soggettivi, e come tali soggetti ad errori di interpretazione.

Stefano ha detto...

sottile l'ironia di te che accusi il grizzly d'esser santo inquisitore ergendoti tu a medesima figura. te lo dico anche io che nessuno qui ti ci porta con la forza, per cui sappiti regolare. :D

Anonimo ha detto...

Mi pare chiaro, è come parlare a voce alta ad un sordo.
Hai letto e come al solito non hai capito nulla, ti percepisco pure fintamente sicuro, come tuo solito, ma so che dentro di te, la critica ha raggiunto il segno, ammetterlo non ti fa più debole di quello che già sei, ti assicuro ( ma non diciamolo ai tuoi lettori!)!
Hai ragione tu e ha ragione il tuo ammiratore, nessuno mi costringe a tediarmi delle tue pagine.
Vuoi un es? Tu servo subito, ho letto la tua cronaca abruzzese. Nessuna anima in quelle pagine, nessun sentimento, solo la troppo prolissa cronaca di un soggiorno, mai una volta ti fossi soffermato a rilevare i vari sentimenti di quelle persone, mancava solo che ci dicessi quante gocce uscissero dal rubinetto o quanti peli ti sono caduti mentre ti facevi la doccia!!! Noia, solo noia.
Gentile Stefano, rilevo una sottile minaccia nelle tue parole, perdonami, ma mi fai sorridere.
Vai a rileggerti la differenza tra critica e santissima inquisizione, nella vita si impara sempre!
A te autore con gli orsacchiotti, che posso, infine, dire?
Uno è quello che è, tu che parli di Grillo, non sei poi così diverso, se avessi la possibilità di guadagnare i soldi, che lui guadagna, per la tua indole alquanto materialista, celata dietro un finto moralismo, non credo che rifiuteresti per furori ideologici. Anzi già con le tua opera non volevi ottenere medesimo risultato? Oppure prolifico bum bum hai scritto solo per farti guardare insieme al tuo orsacchiotto preferito!
E per favore, cambia quella foto, lo sappiamo che sei rimasto un bambino dentro, il punto è quando diventerai adulto.
Spero pertanto in una foto consona alla tua età, che non è più preadolescenziale!
Grazie per lo spazio, ma non me serve altro, non c'è nulla qui!

Grizzly ha detto...

Ti ho risposto qui, se volessi leggere.