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lunedì 23 novembre 2009

ChromeOS, cloud computing... ma vi fidate?

L'anno scorso ho cominciato a sperimentare sul mio server un interessante applicativo cloud Operating System, ossia EyeOS.
Ma ho notato subito una serie di limitazioni tecniche e logistiche: potrebbe cadere la connessione ad internet del client o del server. C'e' bisogno di un buon browser pure per scrivere due righe sul programma di videoscrittura (basato su openoffice.org), c'e' il rischio che la connessione sul client (o, peggio, quella sul server) una bella mattina non ne voglia di funzionare e, infine, c'e' sempre il rischio che mi sveglio una mattina e decido di chiudere il servizio che ho prestato agli altri.
E arriva Google e propone un servizio integrato interamente WEB-Based. Interessante, ma...
... io trovo Google un eccellente motore di ricerca, mi sono turato il naso per usarlo come piattaforma di blogging (vi ricordo che quando mi sono iscritto a Blogger era ancora della Pyra Corporation), ma non gradisco molto altro.
L'anno scorso per un'intera giornata Gmail non ha funzionato. Ogni tanto (come e' successo la settimana scorsa) si interrompe una linea esterna ma il patatrac e' garantito lo stesso.

Basare e appoggiare tutti i propri documenti su uno spazio esterno, gestito gratuitamente e in mano a qualcuno che non offre nessuna garanzia sulla funzionalita' (molti servizi sono in "beta" costante), secondo me e' un grosso azzardo.

Pensateci. Domani mattina cominciate a lavorare e dovete consegnare entro mezzogiorno un progetto importantissimo. Ormai il documento e' pronto, dovete solo finalizzare i prezzi, controllare il computo-metrico e inviarlo per mail, ma...
... magia! Appena vi collegate la connessione cade, perche' quella mattina per l'appunto c'e' qualcosa che va storto. E andra' storto fino alle sette del pomeriggio almeno, se non si dovesse sbloccare in piena notte.
E magari, si' da non poter risolvere collegandosi con una chiavettina, non e' che non funziona la vostra connessione ad internet, bensi' e' proprio la fibra ottica che entra da Google che e' stata rosicchiata dai topi, o e' l'uscita dall'Italia verso gli USA che e' stata rubata da idioti che pensavano fossero cavi di rame (come successe tempo fa con le fibre ottiche del datacenter di Libero).
E a questo punto, che fareste?
Io i miei libri li edito sul mio pc personale, facendone molte copie e tenendone sempre piu' di un backup su piu' di un supporto. E non tengo niente sparso su Google o altri che per policy si riservano di leggere i miei contenuti e farne quello che vogliono, ci terrei ad evitare che domani mattina qualcuno pubblichi un mio libro mettendoci la sua firma sopra, magari solo perche' il file impaginato in attesa di essere passato alla casa editrice era nella mia cartella Docs di un qualche improbabile servizio on-line di cloud-document-editing.
Almeno, questo e' quello che penso io. Capisco (ed ha senso) lo sviluppo di software usando CVS pubblici come sourceforge (ma sempre tenendo abbondanti backup), ma per il resto, voi che ne pensate?

1 commento:

  1. Ma ChromeOS dovrebbe funzionare anche offline rispetto ad EyeOS. Inoltre, i disservizi di Google non sono nulla rispetto al fatto che ti stanno dando qualcosa gratuitamente.

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