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mercoledì 3 febbraio 2010

Stati Uniti, Cina, Tibet. Una questione di stato

Il presidente USA Barack Obama ha saltato un incontro con [il dottor, tecnicamente (ha peraltro una laurea honoris causa in biologia dell'UniRoma3)] Tenzin Gyatso, quattordicesimo (nonche' attuale) Dalai Lama. Lo ha saltato in ottobre, dietro le minacce del governo di Pechino.
E ora ritorna sui suoi passi, e annuncia di voler incontrare il Dalai Lama entro quest'anno, probabilmente gia' il 16 febbraio in occasione di un'altra visita del leader spirituale buddhista presso gli Stati Uniti. E io mi chiedo una cosa. Importante.
La Cina e' un paese economicamente ricco, e come in moltissimi (o saranno tutti?) i paesi economicamente ricchi, la ricchezza non si suddivide fra il 100% della popolazione, bensi' crea un divario tale che esistono figure che letteralmente sudano danari, e persone che riescono a campare solo con quello che gli offre la terra e il (poco) bestiame.
In Cina pero' c'e' anche un regime dittatoriale. Un regime non dissimile da quello che c'era in Iraq, anzi, per spiegarla come sostengono i piu', Hu Jintao fa sembrare Saddam Hussein un orsacchiotto di peluche.
E io sono qui a poterlo dire.
Se io fossi cinese, e avessi un blog (il che gia' cade sul fantascientifico), per una frase come quella precedente sarei stato buttato in galera per avere un processo-farsa fra qualche anno (e manco quello sicuro) e comunque scomparirei in carcere o sarei ucciso dai servizi segreti.
Il regime cinese filtra internet, la telefonia, la corrispondenza, la stampa, i media e dio solo sa cos'altro.
Ma nessuno invade la Cina, una dittatura con armi di distruzione di massa, perche' la Cina e' un ottimo partner commerciale. Questo al mio paese (che pero' a quanto pare e' un paese che non risiede piu' su questo pianeta) si chiama "ipocrisia diretta": Saddam Hussein ha meritato una guerra dietro una grande bugia, perche' si voleva recuperare il petrolio e gestire l'economia di un paese che ERA SOVRANO, ma noi dobbiamo esportare democrazia. Con la Cina non si fa la guerra perche' e' un ottimo partner commerciale, e non importa se non c'e' democrazia, perche' il dio denaro appiana ogni divergenza.
Scusatemi se concludo qui, ma sono particolarmente nauseato. Ora ho bisogno di togliermi gli occhiali "Made in China", sfregarmi gli occhi con le mani, soffiarmi il naso col mio fazzoletto "Made in China" e poi spegnere questo computer "Made in China" perche' e' ora di andare a lavorare: ci sono tanti computer "Made in China" da formattare, stamattina.

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