martedì 23 febbraio 2010

Truffa colossale allo stato? Ma bene!

Certe volte mi chiedo perche' in Italia riusciamo sempre e solo a fare le cose "all'italiana".
Mi chiedo proprio il motivo per cui esiste l'aggettivo "all'italiana", e perche' nel ventunesimo secolo non abbiamo ancora imparato a essere civili, onesti, retti e, soprattutto, guidati dall'esperienza anziche' dal dio denaro.
Me lo chiedo, ma poi quando penso che si avvicini una risposta, magari una risposta del tipo "ehi! E' vero, ma chi ce lo vieta? Cominciamo *ADESSO*!", proprio in quel momento, viene fuori il solito furbetto da quartierino che mi dimostra ancora una volta di piu' come funziona l'imprenditoria italiana.
In questi giorni e' in corso una clamorosa indagine sul riciclaggio di denaro che ha coinvolto Fastweb (un operatore di telefonia e internet) e Telecom Italia Sparkle (che se ho capito bene dovrebbe essere il connector internazionale per voce e dati di Telecom Italia). Un ordine di arresto per il suo ex amministratore delegato (e per il senatore Nicola di Girolamo, ma per un istante mi voglio concentrare sull'AD Silvio Scaglia), e un'accusa pesante come un macigno: riciclaggio di denaro.
E spero che quest'accusa cada, e spero per l'innocenza delle persone coinvolte. LO SPERO, perche' se invece e' vero che una societa' come Fastweb e' sorta grazie ai finanziamenti mafiosi, se ne va tutta la mia stima non solo per lo stato italiano, ma anche per i piccoli e medi imprenditori locali. Anche per le medie e grandi aziende italiane che in tal modo mi andrebbero a dimostrare che per un piccolo imprenditore siciliano sognare in grande e' un errore.

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