giovedì 19 agosto 2010

Addio, Francesco: non sentirò la tua mancanza

Lel: "Lo sai che è morto il Presidente Emerito della Repubblica?"
Io: "Chi, Napolitano? Ma se fino a ieri stava benissimo!"
L: "Ma no! Parlo di Francesco Cossiga. Oggi ci saranno i funerali..."
I: "Ah, aspetta, fammi pensare... Francesco Cossiga... Quel Cossiga che difese Gladio?"
L: "Ehm, sì"
I: "Quel Cossiga che informò il cugino di Berlinguer riguardo l'indagine e il prossimo arresto del figlio di Donat Cattin per terrorismo, e che ammise questo coinvolgimento nel 2007, dopo l'assoluzione e l'avvenuta prescrizione del reato?"
L: "Sì, proprio lui"
I: "Quel Cossiga che sosteneva si dovessero sedare le rivolte studentesche nel sangue, come fece lui quando era ministro dell'interno, macchiandosi direttamente della morte di Francesco Lorusso e Giuliana Masi? Quel Cossiga che disse che Maroni riguardo gli scontri con gli studenti avrebbe dovuto lasciare carta bianca agli studenti per una decina di giorni, per poi fare in modo che le sirene delle ambulanze sovrastassero quelle della polizia, massacrando di botte coloro i quali non sarebbero mai stati consegnati alla giustizia o ne sarebbero stati giustamente condannati a pene di poco conto?"
L: "Certo..."
I: "Quel Cossiga che disse che corruzione e mafia sono ormai parte integrante della cultura italiana, e bisogna imparare a conviverci? Quello stesso Cossiga che parlando di Rosario Livatino disse 'a questi giudici ragazzini non affiderei neppure le chiavi di casa di campagna?'"
L: "Sì, naturalmente..."
I: "Aspetta, mi ricordo qualcos'altro. Gladio fu difeso a spada tratta (scusa il gioco di parole) nonostante fosse una società segreta coinvolta in fatti gravissimi che avrebbero potuto mettere a repentaglio persino la sovranità italiana... Non c'era stato quel coinvolgimento nella strage di Peteano? E non c'erano sospetti anche sulla strage di Bologna del 2 agosto?"
L: "Ehm..."
I: "Non parleremo mica di quel Cossiga che aveva approvato la mozione (subito bocciata) di cancellare dalla lapide commemorativa delle vittime della strage la parola "Vittime del terrorismo fascista" per farla diventare solo "Vittime del terrorismo", con la motivazione che il terrorismo non avrebbe colore, quando invece sono le vittime a non avere colore, e il terrorismo di fazione dovrebbe invece essere usato a futura memoria degli errori commessi nel passato da quella fazione?"
L: "Veramente parliamo di lui..."
I: "Lui? Quel Cossiga la cui posizione durante il rapimento di Moro non si è mai chiarita del tutto? Quel Cossiga che ha detto che in Italia non esistono misteri come il caso Moro, in quanto sono casi chiari e lampanti? Proprio lui?"
L: "Proprio lui..."
I: "Quello che appena morto si sono subito riempiti tutti la bocca di lodi ed onori, come avevano già fatto con Bettino Craxi (dal figlio definito 'esule' in quella splendida intervista televisiva in cui Di Pietro gli rispose, piccato, 'il termine corretto in italiano è latitante')?"
L: "Ma adesso non vorrai essere critico pure con un povero defunto, eh?"
I: "No, no. Tranquillo. Pace all'anima sua. Ma sappi che non ne sentirò minimamente la mancanza."