lunedì 27 settembre 2010

Non mi piaci solo se ti muovi

[Sì: il film Madagascar mi ha divertito non poco, lo ammetto (-: ]
Nell'articolo precedente ho parlato delle paure e fobie che colpiscono molti. Una cosa che ho notato come molto diffusa è una certa avversione per i rettili, sulla quale in fondo ho ben poco da dire [molti serpenti rappresentano comunque un pericolo di avvelenamento, anche se in campagna il 90% di quelli con cui si può avere un incontro vis-a-vis sono innocui (e moooolto più spaventati *loro* da voi)], però questa piccola fobia spesso coinvolge anche i rettili più piccoli, come lucertole e gechi.
Ora, una delle cose che, lo ammetto, fa più impressione di questi piccoli rettili è anche la cosa che li rende più affascinanti: hanno una incredibile capacità di aderire praticamente a qualsiasi superficie (persino al vetro. Sinora l'unica sostanza conosciuta con la quale hanno problemi di appoggio è il teflon). Questa capacità, studiata da scienziati di tutto il mondo nel tentativo di produrre un adesivo universale a pronta ed efficace tenuta, è merito di una serie di microscopici peletti di cui sono coperte la superficie inferiore del corpo e, soprattutto, le zampette. Tali peletti sfregandosi fra di loro creano una forte carica di elettricità statica che, ionizzando l'ambiente ove si appoggiano, permette loro di restarne in adesione come se incollati. Una capacità veramente incredibile: la resistenza di adesione è superiore ai 20 newton per centimetro quadrato, ossia (cito da wikipedia) per esempio un geco è in grado di aggrapparsi a una foglia dopo una caduta di 10 cm, toccandola con una sola zampa.
Eppure la paura che incutono spesso è proprio quella che uno di questi simpaticoni possa cadere addosso (le "perdite di aderenza" sono molto rare), poiché sono comunque animali moooolto timidi e in presenza di uomini tendono a scappare molto velocemente, col rischio di perdere aderenza alla superficie per via dei movimenti scoordinati delle zampe.
Ma lasciatemi dire qualcosa in più.
Il geco mediterraneo comune (quello che abbiamo qui in Sicilia, soprattutto) è uno dei rettili più innocuo (e utile!) che calca le nostre terre: anzitutto scordatevi i filmati da Paperissima in cui una lucertola si attacca al dito di qualche bambino terrorizzato, perché i gechi hanno una presa mandibolare molto ridotta (a causa della loro dieta), e soprattutto non hanno denti. Come dicevo prima sono molto timidi e diffidenti, ed è estremamente difficile avvicinarne uno.
Io sto cercando di fare amicizia con quello che si è accasato dietro l'armadio del mio ponte radio, con un trucco: la dieta dei gechi [che rappresenta uno dei motivi per cui li apprezzo tantissimo (anche se ho la fortuna di non essere saporito per questi maledetti ditteri)] è composta soprattutto da zanzare, assieme a moscerini, mosche e falene. Ma non disdegnano qualche pezzetto di frutta fresca, infatti l'amico del ripetitore spazzola via con molto gradimento il pezzetto di mela o di pesca che gli porto su a intervalli regolari, e lentamente comincia a uscire, quando mi avvicino, con meno sospetti del passato.
Un giorno magari lo fotograferò mentre si spolpa un pezzetto di frutta dalla mia mano, così metto la foto sul sito del ponte radio, e lo nomino ufficialmente custode dello stesso. ((((-:
Due cose però non ti aspetti dai gechi. La prima è che fanno un verso (come richiamo d'amore, ma anche quando vengono spaventati), e che non è un sibilo, ma un vero e proprio "urlo" molto inquietante. Un paio d'anni fa ne ho buttato uno piccolino fuori dall'ufficio. Appena ha iniziato a scappare arrampicandosi lungo la parete del bagno ho steso il braccio e l'ho acchiappato al volo tra l'indice e il pollice della mano destra. Non appena si è sentito bloccato, ha tirato il suo urletto e si è surgelato in preda al terrore (guuu, poverino!), guardandomi con quei suoi occhietti supplichevoli mentre lo portavo fuori dall'ufficio e lo lasciavo sul muretto di fronte. Avrei voluto accarezzargli la schiena, per farlo tranquillizzare un po', ma dato che era decisamente terrorizzato (è rimasto immobile per diversi minuti, prima di allontanarsi lentamente e sospettosamente) ho preferito soprassedere. Oltre all'urlo, un'altra cosa che mi ha colpito era la sua temperatura: i gechi sono animali a sangue freddo (come d'altronde quasi tutti i rettili), ma la sensazione che avevo fra le dita era quella di aver preso una specie di caramella gommosa dal frigorifero (ok, smettetela di indietreggiare schifati e in preda ai brividi, ho finito...).
Il geco è un portafortuna in moltissime culture, sia occidentali che orientali. Io all'ingresso del mio ufficio ho un grosso geco in bambù appeso al muro, e conosco qualcuno che porta un'immagine del piccolo rettile persino tatuata da qualche parte. In alcuni paesi (mi pare l'India) è tradizione che gli sposi non entrino nella loro nuova casa finché non ci abbia messo piede prima un bel geco.
Comunque sono pur sempre animali un po' territoriali, e i loro escrementi possono essere fonte di problemi non solo igienici (ne so qualcosa...), per cui diciamo che comunque per averne uno dentro casa, preferirei di gran lunga averlo un terrario ben chiuso, piuttosto che lasciarlo libero in giro per l'appartamento.
Adesso che sapete qualcosa di più su questi splendidi rettili, almeno sono riuscito a far scemare un pochino il vostro ribrezzo? Comincerete da oggi a guardarli con meno terrore e più rispetto? (-:
E se uno si posiziona in balcone vicino alla lampada, lasciatelo lì: vedrete come ama questi luoghi di caccia che attirano gli insetti. (((-:

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