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lunedì 18 ottobre 2010

Registi da... sogno

"Mi hai svegliato mentre stavo sognando di essere milionario, come mio zio..."
"Tuo zio era milionario?"
"No, se lo sognava spesso anche lui!" [Groucho e Dylan Dog]
Il buio nasconde i movimenti sospetti [Grizzly]
L'argomento che voglio affrontare oggi è, devo ammetterlo, molto complesso. Oggi vorrei parlarvi di sogni, del mondo che si apre dinnanzi alla nostra mente e alla nostra fantasia quando ci lasciamo andare al sonno (notturno principalmente, ma non solo); il funzionamento stesso dei meccanismi onirici è tuttora sconosciuto, e ciò di cui sto per parlare è anch'esso un argomento complesso e particolarmente soggettivo, ma voglio raccontarvi della mia esperienza sul campo.
State dormendo, profondamente. La notte scorre tranquilla, quando le prime immagini timidamente vi fanno capolino davanti agli occhi. Sono immagini conosciute, rilassanti. Magari siete a casa, con il vostro partner, i vostri figli. Poi succede qualcosa. Qualcosa di terribile, qualcosa che vi fa provare una paura mai vista prima, qualcosa che vi lascia senza parole (o qualcosa per cui non riuscite proprio a parlare, a gridare), senza fiato. Siete paralizzati, siete terrorizzati: vorreste piangere, vorreste gridare, vorreste...
Gli occhi si aprono sulla camera da letto, sul vostro letto. Le sinapsi si ricongiungono, le sensazioni anche. Siete di nuovo al sicuro. Non è niente: era solo un incubo, un "brutto sogno". Come amo pensare (allacciandomi alla cultura nativa americana): uno spirito maligno è riuscito a varcare la barriera del vostro subconscio per lanciarvi un messaggio negativo.
Ma cerchiamo di essere anche realisti: viviamo in un mondo che corre. Corri a lavarti, corri a vestirti, corri al lavoro, corri a produrre, corri a casa, prepara da mangiare di corsa, mangia di corsa, guarda alla televisione qualcosa che ti fa salire ancora di più i nervi [tipo una bella semifinale di pallavolo in cui la tua squadra del cuore sta facendo errori che non fareste manco voi con gli amici in cortile. Con quello schiacciatore che ad ogni battuta regala un punto alla squadra avversaria perché tira cannonate inutili, dato che forse quando gli hanno detto che il campo avversario è lungo nove metri, questo ha capito novanta e fionda la palla rigorosamente e pericolosamente contro il pubblico e i cameraman di fondocampo, o per dosare una forza minore la abbatte contro la rete... Ma questa è un'altra storia... ((-: ].
Tutto questo carico di stress non regala affatto un po' di relax e come risultato principale si ha che la fase del letto, quella in cui si dovrebbe riuscire a scaricare un pochino della tensione accumulata durante il giorno, diventa un momento per rimuginare sulla schifosa giornata appena trascorsa e su quella peggiore che ci aspetterà l'indomani.
Un vecchio detto recita "la mente è un filo di capello", e in questo caso il concetto è che partire verso il riposo notturno con lo stato d'animo sbagliato finirà col riflettersi anche sul subconscio che vomiterà sogni tutt'altro che simili a riposanti desideri del lato più profondo della nostra mente, con il risultato che il dolore del giorno continuerà anche la notte, ponendovi in un circolo vizioso molto pericoloso, che potrebbe farvi perdere ore di sonno, farvi salire i nervi come le corde di un violino e arrivare a un crollo in stile esaurimento nervoso.
Calma, relax. (-:
Voglio parlarvi un po' in generale dei miei sogni più strani, bizzarri ed assurdi, per un motivo. Io sono un bravo cultore del cosidetto "sogno lucido": da molti anni pratico quello che vivo come un semplice gioco, per cercare di prendere il controllo dei miei sogni e non lasciare che sia tutto quanto dato in mano al mio subconscio.
Prima di tutto, la cosa più importante di tutte: gli incubi capitano, e gli incubi spaventano, in certi casi terrorizzano. Ma gli incubi sono solo sogni, e i sogni non possono farvi alcun male fisico. In nessun modo: non è raro provare dolore durante un incubo (altro che "se mi do un pizzicotto e non sento nulla, vuol dire che sto sognando"...), ma è una sensazione assolutamente falsa, capziosa e non valente di nessuna realtà fisica o materiale. Se ci fosse un pericolo reale per voi o i vostri cari vi svegliereste in un solo istante: questo non è solo vero per quei dolci risvegli notturni a causa della raccolta del vetro, ma anche per altri fattori. Se siete genitori di un bambino piccolo, i vostri sensi stanno naturalmente e costantemente all'erta, anche se dormite. Il cellulare del tizio al piano di sopra difficilmente lo sentirete se suona in piena notte, mentre se vostro figlio/a dovesse accennare un colpo di tosse, foss'anche nella sua cameretta dall'altra parte della casa, vi ritrovereste tirati giù dal letto manco avesse tirato una cannonata [parentesi: dopo alcuni mesi di servizio civile in casa famiglia in certi momenti mi stupivo di come durante una conversazione media riuscivo a sentire chiaramente il respiro regolare dei ragazzi che riposavano dopo pranzo, anche se erano dall'altra parte della casa, e se si accennava un mezzo colpo di tosse eravamo almeno in tre a rizzare le antenne]. Fa parte dell'istinto, ma quello che voglio dirvi è: rilassatevi. So che sembra la raccomandazione di papino al figliolo di tre anni, ma talvolta serve: è solo un sogno, che non potrà danneggiarvi in alcun modo.
Ora andiamo avanti. Come dicevo, sono un bravo cultore del cosiddetto "sogno lucido", che è un modo di curare e gestire l'andamento di un sogno.
Parliamoci chiaro, quando parlo di sogno lucido non significa che sono in grado di stabilire a tavolino tutto quello che succederà in sogno, come se stessi mettendo in atto un'opera teatrale. La mente è complessa, e i meccanismi del sogno sono molto più complessi di quanto persino sia attualmente conosciuto, per cui toglietevi dalla mente che con la pratica del sogno lucido potrete sognare quello che avete sempre desiderato al quarto di millimetro di precisione.
Il concetto è diverso, ma ugualmente semplice: una volta visualizzato che la situazione che si sta vivendo è quella di un sogno, grazie alla pratica è possibile girare una serie di situazioni a proprio favore. Persino un incubo potrebbe diventare qualcosa di incredibilmente divertente.
Un esempio di cui ho parlato qualche volta, e che ora spiego meglio. Ecco un sogno che ho fatto molto tempo fa:
Pomeriggio inoltrato. Sono in un castello, non è diroccato, ma appare invece ristrutturato e perfettamente attivo, un po' come una specie di immenso luogo per turisti con salone ricevimenti, una sorta di albergo/pensione e roba così. Il mio sogno comincia in un corridoio laterale di un paio elevato (credo sia il secondo o il terzo piano rispetto al cortile esterno, escludendo quindi almeno un paio di livelli di cantinato.
Sto correndo. Corro perché sono terrorizzato, e sono terrorizzato perché sono inseguito, anzi praticamente braccato, da un pirata.
Questo è il punto della questione. Perché dietro di me c'è un tizio in braghe alla zuava lercie, maglietta bianca e rossa a righe orizzontali, bandana, benda sull'occhio (e forse, non ricordo bene, un bell'uncino al posto della mano sinistra). Per un istante, mentre corro a perdifiato con 'stu personaggio a una trentina di metri dietro di me, mi chiedo infatti che ca%%o ci faccio in questo castello, ma soprattutto perché sono inseguito da un pirata e non, magari, da un fantasma. La parola fantasma mi sale meccanicamente alla testa, ed è in quel frangente che mi chiedo palesemente del senso di realtà di questa situazione.
Spezzo sulla sinistra, perché il corridoio sta per concludersi su una specie di porta-finestra aperta (e so che sono in alto, e non è una via di fuga valida). Entro da un uscio laterale e mi chiudo la porta alle spalle. Tiro lo scrocco e mi giro per cercare qualcosa con cui sprangare la porta, ed ecco che mi rendo conto di una cosa agghiacciante: mi sono appena rinchiuso in uno sgabuzzino, l'unica via di uscita è una specie di abbaino misura feritoia, in alto sul lato sinistro della parte opposta alla porta. Ma sulla destra (la porta si apre quasi sul fianco della stanza) c'è una lavatrice. Non una classica lavatrice da 5-6kg di quelle che abbiamo tutti quanti a casa, bensì una gigantesca lavatrice industriale, da lavanderia media. Con l'oblò spalancato.
-Macheca%%? E adesso che faccio? Quello sta arrivando!
Poi, dopo qualche brevissimo istante: -Vabbè, ma chissenefrega: tanto questo è solo un sogno...
Il pirata sfonda la porta con una spallata, mi guarda con stizza e fa un passo per entrare e raggiungermi...
... inciampa sullo stipite della porta e finisce dritto filato dentro il cestello della macchina. Subito l'oblò si chiude e la lavatrice comincia a girare, mentre da dentro giunge una distesa di imprecazioni: -ARGH! Ca%%o! Spegnete questa macchina infernale!
Comincio a ridere, di pancia. Mi sveglio e mi ritrovo alle tre di mattina sul letto piegato in due che continuo a ridere come un cretino. (((((-:
Ora, io sinceramente quando ho ricosciuto di trovarmi in un sogno, non ho assolutamente pensato di mettere in funzione quella lavatrice, è stato il mio subconscio a far inciampare quel rompiballe e fargli fare un paio di giri fuori programma. Il pirata in sé non è che rappresentasse un pericolo effettivo, era l'atmosfera di paura che vivevo che faceva di quel sogno un vero e proprio "incubo". E se ci pensate, se vi ricordate un incubo qualsiasi che avete avuto in passato, probabilmente a ripensarci a mente fresca, da "svegli", vi rendete conto che anche a voi almeno una volta è successo di vivere un incubo non per una situazione di pericolo reale o presunto, quanto piuttosto perché le vostre sensazioni erano uno sgradevole senso di incubo. Una volta un amico mi raccontò di un sogno che aveva fatto. Era nella vecchia casa di campagna, con la famiglia. Tutto andava per il verso giusto finché la madre non l'ha chiamato per scendere a pranzo. Perché per scendere doveva attraversare le scale, e sulla parete di fronte alle scale c'era una macchia. Una semplice e comune macchia di umidità, un po' muffita. Ma l'amico era congelato all'imboccatura delle scale, con il terrore di scendere perché sapeva che se l'avesse fatto, quella macchia (immobile, semplice e per niente pericolosa) lo avrebbe assorbito in sé.
Capite cosa intendo? Bene. Ora vi ho dato l'infarinatura di cos'è un sogno lucido, e di cosa può essere un incubo. (-: Possiamo andare avanti.
Lasciare che un sogno parta dal proprio subconscio ma si sviluppi sotto un se pur lieve controllo da parte nostra è un modo molto rilassante di vivere una piccola avventura che ci faccia dimenticare, per un po', lo stress di una giornata lavorativa pesante. E una volta imparato a tenere sotto controllo le situazioni dei sogni, credetemi, c'è da divertirsi e rilassarsi moltissimo.
Ora vi voglio raccontare qualcuno dei trucchi che uso per guidare i miei sogni e, successivamente, come conservarne la memoria e poterlo raccontare nei dettagli più generali, come ho fatto io tantissime volte in questo blog o sulle Pagine Oscure.
Procederò in questa analisi dalla fine, per poi indietreggiare verso l'inizio, perché credo che questo sia anche il metodo da imparare per poter diventare dei bravi registi dei sogni e imparare a gestire i sogni come se fossero dei film un po' interattivi. Alla fine è solo un gioco, ricordate questo. E, a mio parere, è anche un gioco molto molto divertente.

La mattina: il ricordo ancora impresso
Innanzi tutto, come dicevo prima, il sogno si sviluppa soprattutto durante la fase REM, anche se tende a cominciare molto prima. Nella fase di pre-sonno profondo, quando si ha ancora modo di controllare il proprio pensiero, è possibile cercare di dare l'imbeccata al proprio subconscio per poter continuare poi lungo una strada che avete già tracciato. Questo processo è quasi automatico, ma è un processo che richiede molto rilassamento e, soprattutto, moltissimo allenamento e una pratica costante. Io quando posso cerco il più possibile di tenermi in esercizio, perché sognare mi rilassa veramente tanto e mi aiuta a tenere lontano lo stress e i pensieri del giorno che verrà ben lontani dalla mia sfera onirica, affinché non turbino il mio sonno.
L'esercizio costante è importante, ma niente paura! Buona parte dell'esercizio ha a che fare con il rilassamento: non c'è da fare nessuna fatica, e al contrario invece si impara a rilassarsi per lasciare che la fantasia scorra libera e fluente come l'acqua di un fiume in piena.
Cominciamo subito a parlare di cose serie. Siete sul letto, pronti a spegnere la luce, e curiosi di provare a conoscere un po' questo mondo.
Vediamo di procedere un passo alla volta, perché ogni grande viaggio comincia sempre con un singolo passo, anche se per motivi logistici procederò dalla fine all'inizio. Il primo passo è semplicissimo: tenete a portata di letto un bloc notes e una penna.
Appena svegli, con la mente fresca e il ricordo dell'ultimo sogno ancora fresco nei ricordi, vi servirà prendere un bel po' di appunti per potervi ricordare qualche altro particolare e, soprattutto, per non far sparire quel sogno nei meandri dei ricordi delle giornate e di altre cose.
Imparate a prendere gli appunti salienti, piuttosto che cercare di raccontare tutta la storia che avete sognato. Ad esempio, e mi allaccio al sogno che ho fatto qualche sera fa con i pirati, gli appunti che presi appena sveglio erano semplicissimi:
  1. Nave pirata notte ottobre, dopo mattina calda;
  2. vento fresco, luci lontane;
  3. Mozzo Lancardi, capitano Anaridio (? O era Aniredio? Anerodio?), jolly roger;
  4. notte di maggio, scialuppe che si avvicinano alla nave di fronte a noi, miccia accesa vicino al capitano;
  5. esplosione, scene di raccolta dei feriti;
  6. il capitano rivale mi ringrazia, si parla dell'isola di Flori (o Floria, o Foliri? Non ricordo);
  7. ricordo dell'isola di Rowana, immagine di Anaridio e del primo ufficiale che si allontanano verso il porto, io nel locale che parlo della Marina;
  8. Il mio cannoniere, la sua espressione;
  9. mezza carica, niente palla. Otto cannoni di babordo. Tre colpi di moschetteria;
  10. Fucili inceppati, cannoni con polvere bagnata;
  11. Lancardi mi chiede perché;
Ecco i punti salienti. Mi capite? Grazie al fatto che ho tirato giù subito tutti quei punti, mi è stato facile ricordare (o ricostruire) alcune parti del sogno e dargli una sequenza temporale. Notate che ho sottolineato che non ricordo, appena svegliato, il nome del capitano, quello dell'isola... perché sono cose che posso ricostruire, e anche se non le dovessi ricostruire, fermarmi per cercare di ricordare il nome esatto dell'isola, o del capitano, mi farebbe perdere tempo prezioso nell'appuntare gli altri ricordi, mentre sono ancora freschi.
La cosa importante è imparare subito a raccogliere appunti sui punti salienti del sogno, perché a mente fresca si ricordano più particolari e poi, nel corso della giornata, scorrendo gli appunti vengono in mente altri particolari e, con la pratica, è possibile ricostruire facilmente tutto il sogno. La ricostruzione non sempre è fedele al millimetro al sogno vero e proprio, ma i motivi sono due e ben precisi.
Innanzi tutto la dimensione del tempo nel mondo onirico ha valori totalmente indicativi. Un sogno che dura tutta la notte può essere vissuto come un'avventura che si protrae per pochi minuti, in una dilatazione non notata delle pause magari fra un'azione e l'altra (es. salite in macchina per raggiungere un vostro amico che abita a un paio di km. Poi guidate, e non vi rendete conto che quei due chilometri li avete percorsi in oltre un'ora. Ma (e mi è successo, ed ho qualche appunto da parte e qualche ricordo non più freschissimo) lo spazio di una sola notte, una fase di sogno che si estende per tre, forse quattro ore in tutto, può viceversa dare adito a una specie di avventura lunghissima, che arriva a svilupparsi addirittura in una sequenza di avvenimenti che durano quasi un mese intero. Non nel senso che si sogna "la continuazione" notte dopo notte per un intero mese, bensì che in una singola notte si vive un sogno che comprende giornate che nascono, albe, lavori, tramonti, notti... e tutto quanto per ben ventotto volte.
Ma torniamo a noi, e al ragionamento più importante. Come ho detto una buona abitudine per i sogni è quella di scrivere, appena svegli, appunti sul sogno appena fatto.
Non sempre questo è facile, perché talvolta ci si sveglia senza alcun ricordo del sogno appena fatto. Attenzione, questo non implica che si sia vissuto un sonno senza sogni (solo alcuni farmaci ipnotici molto potenti permettono di provare la sensazione del sonno senza sogni, e per via naturale ad un uomo può succedere forse una sola volta in tutta la vita di non sognare). La cosa è più complessa, ma la soluzione ben più semplice, e funziona se siete "particolarmente dormiglioni": una sveglia. ((-:
Il suono della sveglia tende ad interrompere repentinamente la fase di sonno pesante (o addirittura di sonno REM) e questo comporta un meccanismo più semplice per ricordare i particolari dei sogni, così come ci si ricorda facilmente degli incubi se ci hanno buttato fuori con violenza da una fase di sonno profondo.
Ma - soprattutto - è l'abitudine a prendere appunti che tiene la mente in esercizio. Questa è la parte più noiosa del gioco, lo ammetto, perché ci sono mattine che uno proprio non vorrebbe manco alzarsi dal letto, figuriamoci cominciare la giornata con carta & penna in mano prima ancora di alzarsi del tutto e andarsi a lavare...
Ora passiamo al sogno vero e proprio, e poi, procedendo a ritroso, vi parlerò anche del mio personale metodo di sviluppo del sogno lucido.

Sogno o son desto?
La situazione che stiamo vivendo appare normale, reale, plausibile. Ma all'improvviso qualcosa rompe la monotonia, ed è qualcosa di assolutamente più che folle. Capire di vivere un sogno è una cosa non molto semplice, ma una volta imparato qualche trucco, può diventare un gesto meccanico che si compie sul momento stesso del dubbio di sognare, per costruire questa sicurezza.
Per capire se si sta sognando o ci si trova nella realtà, si fa quello che viene soprannominato "test di realtà". Esistono moltissimi test di realtà che possono essere fatti, e adesso ne parlerò più diffusamente, analizzandone qualcuno. Ma tuttavia prima m'è d'uopo segnalare una cosa: state vivendo la realtà [ne siete sicuri? Dopo provate qualcuno di questi test (((-: ], e quante volte nella realtà vi siete fatti la domanda "ma sto forse sognando"?
Ecco il punto. Porsi il dubbio se si sta sognando o vivendo una situazione reale è il primo sintomo che ciò che si vede è molto probabilmente un'ambientazione onirica.
A questo seguono alcuni semplici test, che possono dare l'idea di vivere effettivamente in un sogno. Innanzi tutto levatevi dalla testa il vecchio detto "mi do un pizzicotto, e se sento dolore non sto sognando", perché nei sogni è possibile vivere ogni genere di sensazione, gradevole o sgradevole, ivi compreso il dolore (qualche anno fa, durante un incubo, inciampai e caddi sul ginocchio sinistro, prendendo una botta dolorosissima, per cui...), la tristezza, la commozione, la paura eccetera. Quello che invece aiuta a comprendere di essere in un sogno (e che col tempo insegna che è possibile disporne in qualche modo, sempre comunque senza esserne il volontario sceneggiatore che ne controlla il 100%) sono piccoli segnali.
Io, ad esempio, anzitutto controllo di avere la catenina al collo, l'orologio al polso e l'anello del nonno all'anulare destro, dato che difficilmente tolgo una di queste tre cose (con anello e orologio ci dormo pure), poi mi affido alle caratteristiche più ovvie che non funzionano nei sogni: controllo l'ora, attentamente, poi guardo intorno a me, e infine ricontrollo l'ora per verificare se è variata. Oppure provo a leggere qualcosa (magari un manifesto sul muro), quindi distolgo lo sguardo e lo leggo di nuovo.
Un altro paio di metodi diffusi sono: guardare la propria immagine riflessa, ma non sempre si trova uno specchio a portata di mano (e, vi dirò, un paio di volte mi è successo di guardarmi di sfuggita su una superficie riflettente e di riconoscermi pure), oppure provare a saltare per scoprire che non si ricade (la gravità di solito nei sogni non funziona come si deve) o turarsi il naso per scoprire che si riesce a respirare, ma questi ultimi due metodi in certi casi di incubo possono non funzionare per niente (io ho corso sul posto sentendo il fiatone, i dolori ai polmoni e la stanchezza, nonché il dolore di una botta sul ginocchio, altro che volare!).
Ma un sistema funziona sempre, anche se è cervellotico. Sei lì, in una situazione strana. Rilassati. Ricordi come ci sei arrivato lì? Ricordi il tragitto? Dove si trova "lì"? Ci sei arrivato in auto? A piedi? Eri con qualcuno e ti ricordi chi fosse?
Dubbi su queste domande sono il passo più importante. Dopo di questo, prova a toccarti la faccia, o le mani. Una volta mi è successo. Avevo l'orologio e l'anello (un orologio a lancette è una fregatura: il gioco del cambio repentino dell'ora non sempre funziona, mentre con gli orologi digitali costantemente si vedono cifre o disegni totalmente casuali), anche la catenina, e persino qualche immagine del mio percorso di andata a quel posto. Ma, e dico ma: oltre al fatto che sentivo la mia faccia con le mani, ma non sentivo la sensazione delle dita sulla faccia... soprattutto non riuscivo a trovarmi i baffi! ((-:
Una volta riusciti a determinare che quello che si sta vivendo è un sogno, è possibile prenderne il controllo. Non al 100%, intendiamoci: la psiche umana non si può spiegare come il manuale d'istruzioni di un frullatore a immersione.
Anzitutto occorre sicurezza: bisogna convincersi che si sta vivendo un sogno. I test di realtà ce ne hanno dato la prova, ora si tratta non di ripeterlo a se stessi "in superficie", ma nel profondo del cuore "questo è solo un sogno, ed io ne ho il controllo".
Per cambiare una situazione onirica non si può "ordinare" semplicemente che accada qualcosa (non funziona o, se funziona, funziona malissimo e dopo anni e anni di esercizio), ma si può pretendere che una situazione cambi repentinamente. C'è un masso che sta precipitando da una rupe per distruggere la mia auto nuova, ma io stenderò un braccio e penserò con tutte le mie forze che questo non mi interessa, perché non è a me che deve succedere qualcosa di brutto. Il braccio, ma non lo sguardo. Durante un incubo (ho raccontato anche quello, sulle Pagine Oscure) una situazione di pericolo per me (dei bambini con delle pistole cariche che sparavano a destra e a manca) ha cambiato completamente verso. "Questo non mi tange, loro non possono spararmi: le loro pistole si sono inceppate!", e voilà: tutte le pistole inceppate. Poi non ci penso nemmeno "le armi potrebbero diventare qualcosa di più interessante": non mi interessa che cosa, non sto guardando, e lascio che sia la mia mente a girare la situazione a mio vantaggio. Poi mi giro, e al posto delle pistole ci sono delle vipere che inseguono i bambini. Il controllo è di questo tipo. Non è del tipo "c'è un mostro che mi insegue, ora compare Chuck Norris e lo calciorota!" ((-:
La fase di controllo del sogno è più difficile da imparare, perché di solito si tende a non identificare la situazione di sogno ma, per qualche motivo, si vuole evitare di fare un test di realtà (leggete fra poco, che vi servirà), o ci si è convinti che quella che si vive sia la realtà tout-court, soprattutto quando si vive un incubo.
Ma non solo. Appena vi svegliate, fate l'abitudine di fare un bel test di realtà, e scoprirete quante volte si sogna di "essersi svegliati" quando invece si è ancora in fase di dormiveglia o di sonno profondo... Peraltro i "finti risvegli" non sono rari al termine di un incubo, ve lo dico per esperienza.
E ora, la parte migliore.

Prima di addormentarsi: rilassamento e la Regola dei Tre Elementi
La stanchezza di fa sentire. Spegnete la televisione, o mettete sul comodino il libro che stavate leggendo, poi spegnete la abat-jour e appoggiate la testa sul cuscino, lasciandovi cullare dal sonno. Salvo particolare stanchezza, ci vorrà qualche minuto (fino a mezzora, normalmente) prima di sprofondare nel sonno profondo; quello che vi interessa è invece questa fase di veglia, di "sonno vigile".
Fate un respiro profondo, e rilassatevi. Lasciate che tutti i vostri muscoli si smorzino, e trovate una posizione comoda affinché anche i muscoli del collo possano rilassarsi anziché dover sostenere il peso della testa.
A questo punto vi servono tre elementi. I tre elementi sono:
  1. Un luogo. Serve l'idea canonica molto generalizzata del luogo. Ad esempio "una casa di campagna". Non dovrete immaginare una casa in particolare, né approfondire i particolari come il terreno, le piante, la disposizione della casa stessa, le pareti, i quadri etc. Vi serve un'idea molto soft, molto generale, un po' come potrebbe essere una definizione del luogo (in questo caso la casa di campagna) come lo trovereste sull'enciclopedia: una costruzione isolata dalla città, immersa in un terreno coltivato;
  2. Un momento. Di nuovo, non dovete pensare a un istante ben preciso, ma costruire solo un'idea generale del momento. Esempio: "l'ora di pranzo". Non vi serve sapere se è il 10 di agosto o piuttosto la mattina del vostro compleanno; la mente deve poter costruire questo momento come uno di quei momenti che vi aiuta a rilassarvi fisicamente o psicologicamente. Magari è una giornata di sole, non troppo calda, non troppo ventosa. E stop, senza cercare di guardare se ci sono nuvole, se il sole è alto, se è basso, da che parte gira il vento, dove si trova il nord e avanti di questo passo;
  3. Una situazione. La situazione è generica non solo nella sua descrizione, ma anche nel suo circostante. Ad esempio: "una grigliata con gli amici". Non dovete pensare al carbone, alla carne, al pesce o a quali e quanti amici sono presenti, ma piuttosto all'idea stessa della fornacella calda, della griglia con le pietanze sopra, delle risate e delle battutine da giornata tranquilla, piuttosto che "c'è Tizio che è vegetariano, Caio che non mangia carne di cavallo e Sempronio che è fissato con la roba mooolto al sangue".
Questo vi da il punto di partenza. La mente è strana: vi sarà capitato almeno una volta nella vita di cercare di addormentarvi pensando a qualche problema e di scoprire all'improvviso che vi siete buttati con tutta la mente a pensare a quel problema, e di aver bisogno di fermarvi e dire: "Ehi! Sto per dormire, chissenefrega per il momento". La storia è identica: il sogno prende origine dal subconscio, ma è possibile esercitare la mente a trovarsi a trattare un argomento e, quando entra la fase di sonno profondo, la mente si trova subito sotto mano un determinato argomento, e usa quello come punto di partenza.
Con questo che cosa voglio dire? Non che se si costruisce luogo-momento-situazione si sognerà sicuramente quello, ma che sarà di certo un punto di partenza funzionale; nulla vieta che dopo aver immaginato come luogo una spiaggia, si sogni di sciare su un pendio di montagna, ma come ripeto questa cosa da molte soddisfazioni.
Prima di concludere, resta l'ultimo e più importante punto. Il punto che chiamo "L'acchiappasogni".
L'incubo è un sogno in cui lo stress, il nervoso, la paura, le preoccupazioni e tutto quanto di negativo si può vivere prendono la forma di un sogno che, magari, comincia bene e finisce male, a tratti malissimo.
La dimensione dell'incubo è una dimensione stranissima, la paura che si vive durante un incubo è atavica, profonda, non necessariamente legata ad una situazione di pericolo reale ma, spesso, piuttosto di un pericolo presunto. Ma anche se il pericolo non c'è, la paura c'è tutta, fino alle estreme conseguenze.
Valga la ripetizione infinita: è solo un sogno, non può farvi del male e, come è successo a me diverse volte, un test di realtà potrebbe persino far girare l'incubo a vostro favore (come col pirata).
Ma per questo c'è bisogno di una piccola mano d'aiuto.
I Nativi Americani (ossia "gli indiani", aka i pellerossa) in molte culture credevano che i sogni fossero portati all'uomo da degli spiriti molto sottili e fluenti, e anche gli incubi, ma da degli spiriti che si presentavano con la faccia sottile e fluente, ma il corpo gonfio di dolore, paura, tensione etc.
Lo spirito del sogno viene dal buio, e deve resistere nel buio, perché la luce del sole lo dissolve. Ricordate questo: la luce del sole, il risveglio, distrugge tutti gli incubi, e quando vi siete infine svegliati, e avete capito che è stato solo un incubo, potete e *dovete* sorriderci sopra, e non pensarci più.
Gli indiani costruivano gli acchiappasogni, degli oggetti deputati a fare da "filtro" per il passaggio degli spiriti dei sogni: quando in prossimità del letto di un dormiente vi è un acchiappasogni, lo spirito che volesse entrare nella mente del dormiente per portargli un sogno è costretto ad attraversarlo, poiché diviene l'unica porta verso la sua mente. Gli spiriti dei sogni buoni, che sono sottili e fluenti lo attraversano tutto quanto, giocando con esso, poiché non da loro nessun problema, mentre quelli degli incubi, a causa del loro peso di paure, dolori e compagnia briscola ne restano indissolubilmente impigliati, non potendo raggiungere la mente del dormiente, e sono costretti a restare inchiodati lì per tutta la notte, fino a quando la luce del sole non li farà svanire per sempre.
Mi piace molto questa spiritualità, sebbene anche gli stessi pellerossa al giorno d'oggi usino gli acchiappasogni più come gadget per turisti che come base della loro religione dalle basi antiche.
Ora, non voglio dirvi di comprarvi un bell'acchiappasogni e metterlo davanti alla porta della vostra camera da letto (oddio, se vi piace, perché no? Tuttavia il discorso è un altro), ma voglio comunque dirvi che uno strumento a cui dare la fiducia di arma contro gli incubi vi servirà, molto.
Moltissimi amici fanno uso di un'arma per tenere lontani gli incubi, e spesso è un oggetto molto diffuso: una bella copia del vangelo da tenere sul comodino accanto al letto (SUL comodino, non nel cassetto): la valenza di strumento di difesa [se si tratta di un libro dei salmi dei Gideon's è anche un ottimo oggetto contundente, voglio dire ((-: ] è direttamente proporzionale alla sicurezza che vi infonde e alla fede che sapere porre su di esso.
Il mio acchiappasogni preferito, lo sanno pigs&dogs, è un orsacchiotto di peluche: che io lo tenga vicino al cuscino, o lo abbracci lasciando che dorma assieme a me, gli do comunque la fiducia di arma che tiene lontani tali spiriti maligni. Ma attenzione: un altro acchiappasogni che è sempre con me, e che mi fa da arma per regolare il test di realtà, è l'anello di fidanzamento del mio nonno paterno, che non tolgo mai e che porto con l'onore del nonno che ho conosciuto (il mio nonno materno se n'è andato un paio d'anni prima che nascessi) e a cui ho voluto un gran bene, ricambiato.
Fatelo anche voi: trovate un vangelo, o un soprammobile (o un piccolo peluche: perché no?), insomma: un oggetto che vi piaccia poter tenere sul comodino (gli oggetti regalati, specie per questo scopo, hanno una potenza pressocché doppia rispetto a quelli acquistati. Quelli più antichi idem) e, soprattutto, dategli la fiducia sufficiente. Abbiate fede che la presenza del vostro acchiappasogni possa essere un'arma vincente contro gli incubi, e vedrete che non vi deluderà. (-:
Poi ricordate: rilassarsi, la regola dei tre elementi, il test di realtà, il bloc notes... Detti così sembrano un modo di rovinarsi la serata, ma affrontati con calma invece sono un modo di divertirsi e rilassarsi moltissimo durante il sonno.
Vi consiglio di cominciare con l'ultimo punto: per una decina di giorni provate ad applicarvi col bloc notes, poi ripromettetevi di fare qualche test di realtà quando sognate, anche se sapete già che state sognando, e avanti [pardon, indietro (-: ] di questo passo. I risultati sono sempre eccellenti.
Infine, se qualcuno vuole farmi sapere qual è il suo acchiappasogni personale, ben venga.
Ah: importante! Se date fiducia al vostro acchiappasogni, non dovete togliergliela in caso di incubo, perché può succedere. Se il vostro strumento sa fare lo spirito guida saprà aiutarvi anche durante il sogno, e se invece non fosse così, accertatevi (come succede a me, quando mi sveglio e l'orsacchiotto è cascato dal letto) che l'acchiappasogni sia a portata di mano e non, per sbaglio, spostato o conservato da qualche parte. Se invece da quando avete un acchiappasogni i vostri incubi sono parte costante delle vostre notti, avete due possibilità.
Lo fate benedire dal vostro sacerdote di fiducia, oppure lo distruggete (soprattutto se fosse un santino: va bruciato nel lavandino, non semplicemente buttato via) e ne cercate un altro. Giocattoli cinesi fatti da bambini sfruttati possono essere portatori del male della fabbrica in cui sono morti dei lavoratori, ed incamerare tale dolore in maniera troppo forte anche per una benedizione. I fantasmi del male impregnano gli oggetti, soprattutto i gioielli [occhio ad anelli di famiglia appartenuti a qualche pecora nera! (-: ].
Uff. Scusatemi per la lunghezza, ora prometto che pubblicherò un po' di articoli più brevi. ((-:

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