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sabato 12 febbraio 2011

Yatta, yatta, yattaman!

In giapponese l'espressione "yatta" [やった yat-ta] è una forma compressa con cui si esprime agli amici, familiari (e persone con cui si è in confidenza) il concetto "ce l'ho fatta".
Ora. Solo nell'ultimo periodo ho cominciato a cercare di approfondire un po' la conoscenza della lingua giapponese, con l'intenzione di cercare di far diventare l'idioma del sol levante la mia seconda lingua straniera (con l'inglese devo dire che me la cavo abbastanza bene), per cui nel fare questa digressione che segue, so che molti dubbi che esprimo sono in realtà apparsi come d'incanto.
Il punto è che se fate parte della mia generazione [o porca... è la prima volta in trentaquattro anni che uso quest'espressione... comincio veramente a invecchiare, eh?], vuol dire che siete cresciuti foraggiati dai cartoni animati giapponesi che hanno riempito i palinsesti delle tv locali e nazionali nel corso degli anni '80.
Sicuramente i vari polpettoni in salsa robotica dell'epoca, da Jeeg a Mazinga, passando per Goldrake e tutta la famiglia di derivati.

Ma non solo: anche quei polpettoni in stile soap-opera come Lady Oscar, Candy Candy e compagnia briscola (non vi nascondete: vi vedo lo stesso). In mezzo a tutto questo, c'era un cartone animato che si era ritagliato il suo spazio nonostante i personaggi fortemente stereotipati e le avventure sull'orlo del ridicolo.
Parlo di Yattaman, ovviamente.
E adesso vi voglio parlare della versione film che è uscita nel corso dell'anno 2009, ma di cui solo per caso in questi giorni ho scoperto l'esistenza.
Un ritorno all'infanzia che non facevo da anni. Il film riprende la falsariga del cartone animato, conserva la stessa atmosfera di stereotipo ridicolo, personaggi fortemente tipizzati e un uso massiccio e palesemente esagerato della CGI ne fanno comunque un rilassante e divertente modo di passare un pomeriggio o una prima serata davanti alla tv in ricordo dei vecchi tempi e ridendo nel guardare la versione in carne ed ossa dei personaggi (il trio drombo è impagabile: sono proprio loro tre, compreso Boyakki col nasone a patata e i baffi che gli saltano fuori da lì...) e la storia scontatissima ma ricca di citazioni (solo una, per ingolosirvi: c'è una versione nipponica di Indiana Jones).
Questa rimpatriata mi ha fatto sorridere molto, ve la consiglio caldamente: cercate nella vostra videoteca di fiducia se trovate il dvd [il dvd è morto? Poveretto, allora RIP (-: ], perché penso che pure a voi torneranno un sacco di ricordi in mente.

2 commenti:

  1. Una valanga di ricordi!!!
    Incredibile, passavo interi pomeriggi a pane e cartoni giapponesi, ma avevo proprio rimosso Yattaman, poi leggendo il tuo post ho iniziato a risentire nelle orecchie anche la sigla....
    ;)

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  2. quante risate con yattaman.. ma il film non mi ha fatto ridere.. il cartone era un piscio.. e poi a noi maschietti so perchè piaceva vederlo..
    GDG

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