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martedì 26 aprile 2011

Troppe dalla cronaca

In questi giorni sono stato un tantinello impegnato. E mentre io combattevo con tante cose sul lavoro, nel frattempo è successo un macello nel mondo. Cerchiamo di vedere di analizzare le ultime dalla cronaca con calma e dovizia di dettagli.

Libia, cambiano le regole di ingaggio [s/ng/ncul/]
Notizia confermata ieri (25 aprile), proprio in occasione della festa della liberazione. L'impegno in Libia cambierà. Se prima sospettavamo di non essere uno stato sovrano, ora abbiamo la conferma che la nostra sovranità non vale la più vile moneta. Perché qualcuno ha la faccia tosta di dire che i nostri accordi internazionali non ci permettono di far valere il nostro articolo 11 della costituzione. Quello che dice: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Come sempre in questi casi, l'amico internazionale viene sempre prima di noi, soprattutto quando c'è una controversia in cui l'Italia non è direttamente coinvolta, e lo sarebbe potuta essere in maniera ben diversa che dovendo calare la testa a Francia e America, come soliti sunt i nostri governanti.
Io mi auguro che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia la bontà di non autorizzare questa manovra, ricordando a tutti i nostri governanti che prima dei nostri impegni internazionali, vale il rispetto della comunità internazionale per la nostra sovranità e, in particolare, per la posizione che ha espresso il nostro popolo riguardo ai conflitti internazionali.
[AGGIORNAMENTO: Ecco fatto, via libera del Presidente della Repubblica. Ok, se prima Silvio Berlusconi non mi rappresentava come Italiano, adesso anche Giorgio Napolitano secondo me non rappresenta più lo stato sovrano e si dovrebbe vergognare e dimettere immediatamente dalla carica del colle]

Libia: a noi gli immigrati, alla Francia gli onori (e il latte)
Abbiamo messo degli inutili paletti nella scalata alla Parmalat da parte di un'azienda francese (in violazione dei trattati europei, peraltro)? Bene.
Anzitutto, in virtù della situazione in cui versa la Parmalat stessa, mi chiedo: per quale motivo ci incaponiamo nel voler tenere a tutti i costi inutili carrozzoni (quali Parmalat o, senza andare troppo indietro nel tempo, Alitalia) che agiscono sul denaro pubblico come degli insaziabili buchi neri?
Anzi, una domanda fondamentale mi sorge spontanea: questa decisione di bloccare la scalata francese a Parmalat, chi l'ha presa? Sono per caso stati sentiti i migliaia e migliaia di risparmiatori italiani, azionisti e non solo? Dato che sono gli azionisti gli unici in grado di prendere una decisione (foss'anche quella di votare con un referendum una eventuale legge che blocchi questa scalata). Ma a me pare sinceramente di noi, in virtù del ragionamento che credo pocho che molti azionisti avrebbero rifiutato di lasciare l'azienda in mano di chi sarebbe in grado di rimetterla in piedi e farla fruttare con una certa celerità nel giro di due~tre anni.
Ma tanto, come sempre, bisogna fare le cose all'italiana. E adesso cominciate tutti quanti a capire il motivo di questo gelo tra Italia e Francia? Dopo che noi abbiamo rotto le scatole con ogni tentativo di bloccare questa scalata, dopo che abbiamo rotto le scatole tutti i giorni alla comunità europea per criticare le leggi & leggine che ci hanno tarpato le ali nelle cose più stupide, ecco che ci troviamo uno sbarco continuo di immigrati nordafricani, e la Francia e la Comunità Europea che (forse giustamente) ci mandano a quel paese. Tanto inutile parlare della nostra sovranità, perché abbiamo visto che non vale nulla.

Auguri Karol: cento di queste beatificazioni...
Il primo maggio si aprirà a Roma il processo di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Un'occasione ghiotta per decine e centinaia di alberghi che, per l'occasione, hanno gonfiato così tanto i prezzi che un weekend a cinque stelle in centro costa quasi come comprarsi un monolocale in periferia.
Striscia la Notizia ha chiesto ad alcuni albergatori il perché, ma la risposta, laconica, è sempre la stessa: "le leggi di mercato ci consentono di praticare il prezzo che decidiamo". Non è che la polizia municipale va in borghese a chiedere i prezzi delle camere e a chi chiede 2mila euro a notte gli fanno 100mila euro di multa e ritiro immediato della licenza, no...
Lo sfruttamento del business intorno agli eventi e alle attività religiose non è una novità, e non voglio ricordarvi i rosari profumati spacciati come ricordo di Padre Pio, sebbene il fraticello campano criticasse fortemente questo feticismo pagano.
Inutile augurarmi che eventi futuri in tal senso non tirino fuori il peggio dagli uomini, come sta facendo attualmente (e che i romani si astenessero dal commentare che è il comportamento di alcune mosche bianche: chi può tirare fuori business dagli eventi religiosi, lo fa in un crescendo incontenibile).

iPhone... tracciante?
Di questi giorni la notizia che gli iCosi [che tengo ben lontani, dato che ho telefonini Nokia e li preferisco migliaia di volte (-: ] conservano in un file in chiaro le informazioni parcheggiate dal navigatore in un file che non si capisce per quale motivo debba essere lì.
Diciamo che adesso ho un motivo in più (in mezzo ad almeno altri cento) per non avere un iPhone.

Fukushima Daiichi, ma anche Chernobyl
Venticinque anni fa, il 26 aprile 1986, un reattore RBMK mostrava a tutto il mondo cosa significa non saper gestire il coefficiente di vuoto positivo tipico del suo sistema di moderazione a grafite rovente. L'incidente di Chernobyl e quello di Fukushima mettono in evidenza come scelte efferate nella gestione dell'energia possano portare a danni colossali.
Come ho scritto su Facebook: "25 anni fa zompava il reattore RBMK di Chernobyl. Oggi tratteniamo il fiato per Fukushima Daiichi. Per i prossimi 25 anni mi vanno bene le celebrazioni senza fuochi d'artificio nucleari, eh?"

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