giovedì 26 maggio 2011

Commissione Grandi Rischi rinviata a giudizio per L'Aquila

Stamattina ho sentito alla radio (RTL102.5) il solito intervento mattutino di Davide Giacalone.
E, devo dirlo, come molte volte in cui sento l'intervento di Giacalone, sono rimasto senza parole. Ma stamattina più delle altre volte sono rimasto senza parole. Anzi di più: sono basito.
Perché la notizia del giorno (oddio, in realtà è di ieri) è il rinvio a giudizio di sette componenti della "Commissione Grandi Rischi" in merito ai danni provocati dal terremoto in Abruzzo nel 2009, non tanto per il terremoto in sé (e ci mancherebbe che fosse stata la commissione a mettersi sottoterra per scuotere la regione!) quanto piuttosto per la gestione disastrosa fatta nei giorni e mesi precedenti, fatta continuando semplicemente a rassicurare la popolazione e non assumere nessuna decisione specifica.
Parole di Giacalone? Ovvie: la commissione sarà ovviamente assolta, perché non si può pretendere che la commissione per fare bene il suo lavoro ogni mattina suoni l'allarme di evacuazione.
Ora, cerchiamo di fare un po' di chiarezza, anche se quel concetto mi fa improvvisamente prudere le mani.
Sappiamo, storicamente, scientificamente e statisticamente, che un terremoto semplicemente non può essere previsto. Ma non "in senso stretto": se io dico «domani mattina alle 6:14 ci sarà una scossa in località Paperopoli di intensità pari a 4.1 Magnitudo Momento della durata di circa 20 secondi e che si esprime lungo una fascia parallela alla faglia che passa sotto Topolinia, con ipocentro sotto la casa del sig. Paolino Paperino e a circa 8km di profondità», sto dicendo, per sommi capi (e scusatemi il francesismo), una stronzata colossale.
Mentre se io dico una frase del tipo: «analizzata l'attività sismica di Paperopoli negli ultimi 1000 anni, e soprattutto il ripetersi di eventi sismici con cadenza approssimativamente regolare nell'ambito del territorio, è statisticamente plausibile che da oggi entro i prossimi quindici anni si possa registrare uno sciame sismico dall'andamento irregolare, che interessi tutta la zona nord della città, con scosse di durata difficilmente superiore ai dieci secondi, di intensità compresa fra gli 0.9 e i 5.8 Magnitudo Momento, soprattutto con un treno di brevi scosse costanti e appena percettibili dagli abitanti», allora se i dati in mio possesso sono reali, è decisamente una previsione più che accettabile e valida.
Il problema è l'Italia. Il nostro Paese è un territorio ad elevato rischio sismico, in moltissime zone. Come ribadito migliaia di volte da migliaia di ricercatori (e credo di averlo ribadito anche io più volte), ad esempio il continente Africano si sta "portando verso nord", e si infila "sotto" il limite della regione Sicilia: come risultato immediato la regione si sposta verso nord-ovest di circa un paio di millimetri all'anno, e altrettanto si solleva ogni anno. Ora: due millimetri di spostamento per molti di voi significheranno "si, vabbè: manco si vedono, praticamente". E sono d'accordo, ma sottolineo che è tutta la regione che si sposta. Sapete che energia ci vuole per spostare una regione di un paio di millimetri? Provate a uscire dal vostro appartamento e spostare di due millimetri il palazzo in cui vivete. No, dico sul serio: provateci. Avete una mezza idea di cosa significa che si sposta tutta la regione? Bene, significa che se nelle fasce di pressione di questa energia gigantesca qualcosa si cricca, non è raro che a scarica si possa presentare una "botta" sismica di una certa intensità.
E allora che si va? Si suona l'allarme tutti i giorni?
NO, STRAMALEDIZIONE!
Il mondo non è bianco o nero: ci sono tante sfumature di grigio
I denti si cariano, cadono o si riducono così male che tocca estrarli. E allora? Tutti colla dentiera a quindici anni? No, perché si fa una cosa importantissima: ci si lava i denti, si fa una cosa magica chiamata PREVENZIONE.
In Giappone (o a Los Angeles, tanto per dire) ci sono tante di quelle scosse di terremoto che si potrebbero utilizzare come segnale orario: "Che ore sono?" BROOOM "Uhm, era la scossa delle dieci e mezza". E suonano l'allarme. Una volta al mese, SEMPRE.
Si fa prevenzione: si fanno esercitazioni di difesa in caso di scossa e di evacuazione. Non si smette di imparare (dopo il disastroso tsunami di Sendai adesso si faranno esercitazioni e simulazioni che comprendono il fuggire sulle colline o salire sui tetti degli edifici più alti), ma soprattutto si continua a prevenire.
A Priolo Gargallo (un paesino a pochi chilometri da Siracusa) c'è un polo industriale e una gigantesca raffineria di petrolio. Tutto il paese conosce a memoria le procedure da seguire in caso di emergenza, e sui posti di lavoro sono affissi dei manifesti con i consigli principali (chiudere porte e finestre, tappare con stracci bagnati gli spifferi e via discorrendo), e anche se forse si potrebbe dire che è un piano di emergenza lacunoso, almeno c'è.
A L'Aquila la commissione, visto l'aumento dell'andamento sismico negli otto mesi precedenti il sisma del 6 aprile, doveva di certo rassicurare la popolazione (far seminare il panico è deleterio!), ma avrebbe dovuto fare qualcosa anche sul lato della PREVENZIONE.
Esercitazioni nelle scuole e sui posti di lavoro, un bel ripasso delle procedure, grandi esercitazioni di protezione civile: "Non abbiate alcun timore, siamo al sicuro da rischi di scosse violente, e in ogni caso guardate qui: la macchina della protezione civile e dei soccorsi funziona a menadito. Limitatevi a seguire le procedure di sicurezza: durante la scossa mettetevi sotto un'architrave o sotto un tavolo (se a scuola, sotto ai banchi), e quando finisce la scossa, con molta attenzione e molto ordine uscite dall'edificio e raggiungete *QUESTI* luoghi all'aperto che sono sicuri e anche in caso di scosse di assestamento non vi possono fare alcun danno".
Invece? Invece no! Invece a dire a tutti battendo i pugni sul tavolo e i piedi per terra che non c'è nessun pericolo, e minacciando di denuncia o denunciando chiunque avesse detto "ma almeno vogliamo ripassare le procedure in caso di emergenza?"
Bene. Secondo Giacalone la commissione sarà assolta perché l'imprevedibilità del terremoto non la metteva nella posizione di poter prendere decisioni oculate. Secondo me, invece, saranno tutti condannati perché proprio il fatto che una scossa non si possa prevedere, ma si possa statisticamente attendere, c'erano *centinaia* di procedure da attuarsi per la prevenzione che sono state deliberatamente inattese.
Ma ovviamente, per ora queste restano solo opinioni personali: lasciamo alla magistratura il suo tempo (che ci auguriamo non essere biblico) per determinare se ci sono state delle responsabilità oggettive e/o soggettive, e lasceremo che operi secondo giustizia.

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