giovedì 19 maggio 2011

Extreme Makeover: Home Edition

Come molti di voi già sapranno, da tempo ho smesso di guardare la televisione, e la mia pausa serale dopocena la dedico alla lettura, alla navigazione su internet per relax, a qualche libro o ad altre attività.
Ma non ho eliminato la visione di film o programmi televisivi, solo che approfitto di siti di streaming, youtube e roba similare per guardare produzioni e documentari (soprattutto in lingua inglese) che in Italia non si vedono mai o quasi. Per esempio mi sono fatto una bella cultura sulla terribile catastrofe di Stava del 1985, per la quale con calma voglio dedicare un articolo sul blog più avanti. La cultura me la sono fatta grazie a un documentario che ho trovato su youtube, che parla proprio di tutti i fatti di quel giorno.
E sempre girando per questi portali, ho scoperto un'altra trasmissione televisiva molto interessante.
La produzione, dell'americana ABC, è quella di un format molto semplice eppure geniale. Il programma si chiama Extreme Makeover: Home Edition, e fa parte della serie di altre versioni di Extreme Makeover già fatte dall'emittente in passato.
Si tratta di un reality (e lo ammetto, sono fra i primi a dire "peste colga il produttore di un reality", ma aspettate un istante) nel quale una famiglia con problemi specifici (persone con handicap, tanti figli e poco denaro, malattie complesse etc) ma che comunque offre un servizio alla comunità (la prima puntata della stagione di quest'anno, l'ottava, ha riguardato non esattamente una famiglia, bensì un programma che si chiama "Boys Hope Girl Hope" che toglie dalla strada i ragazzi poveri con potenzialità nello studio, e li inquadra lungo una via che li porterà al college e a una laurea), effettuando un restauro o una ricostruzione estrema della loro casa.
Il restauro o la costruzione estrema hanno due caratteristiche: la prima, che l'operazione avverrà nel tempo limite di una settimana, durante la quale la famiglia sarà inviata dalla produzione a fare una vacanza lontani da casa; la seconda, che la produzione paga soltanto la vacanza alla famiglia: tutti i lavoratori sono volontari che operano gratuitamente e tutti i materiali da costruzione, arredi e compagnia briscola sono offerti dagli sponsor.
La trasmissione è un vero e proprio flash: il gruppo formato dal conduttore/teamleader si vede a bordo di un camper/bus e parla della famiglia che riceverà il regalo della ricostruzione.
Poi il gruppo arriva, si suppone "a sorpresa" (qualche artefatto c'è, però, ma da ex tecnico i trucchi televisivi ormai li conosco a menadito) e il teamleader si annuncia a colpi di megafono (uhm, in una puntata in cui sistemano il dormitorio di una scuola per sordomuti, ripiegano su un aereo con uno striscione per motivi logistici...) facendo uscire tutti allo scoperto.
Poi segue la visita della casa nello stato attuale: edifici con ogni genere di difetto (la casa del ragazzo che ha avuto un incidente ed è in carrozzina da due anni è disseminata di scalini e corridoi larghi un dito più della carrozzina, ad esempio), quando non ci sono direttamente buchi, termiti, topi, muffa e problemi ben più gravi.
Quindi viene introdotto il costruttore: di colpo si presenta un esercito di persone in caschetto bianco: una ditta di costruzioni locale offre tutto il suo staff (e una larga & abbondante quantità di altri volontari) per questo lavoro pazzesco che sta per venire.
Alla famiglia viene quindi annunciata la destinazione della loro vacanza di una settimana, e a questo punto loro vanno via, mentre la squadra si organizza: nel giro di una settimana si provvederà alle necessarie opere di demolizione, quindi verrà tirata su la struttura, collegata a tutti i servizi (acqua, luce, gas, telefono, fognature etc.) e verranno portati i mobili, gli arredi, le suppellettili etc. etc.
Tutto nel giro di soli sette giorni, in un vero inferno di lavoro che si protrae a turni senza pause per ventiquattro ore al giorno.
Dopo la settimana canonica, la famiglia ritorna e in un tripudio di applausi e curiosi dietro le transenne, alla famiglia viene consegnata una nuova casa con tutti i clismi. Toccante, divertente e molto interessante, devo dire.
Belle trovate, poi: ad esempio di solito il primo giorno di vacanza il team si collega in videoconferenza con la famiglia per farli assistere alla fase di demolizione (quando si rende necessario fare tabula rasa); in un occasione si sono trovati davanti a due genitori ciechi, e il teamleader ha detto "però anche se loro sono ciechi, voglio renderli partecipi di questa demolizione, per cui faremo una demolizione RUMOROSA", e la famiglia si trova in un cinema di Walt Disney World a Orlando. Mentre ridono sconvolti i figli, più sconvolti di loro, descrivono le cose assurde che passano sullo schermo: Xzibit che distrugge la tazza del water "ballerina" con un martello pneumatico, una motosega sugli spigoli contro cui hanno sbattuto diverse volte i coniugi, riff di chitarra a tutto volume per rompere due vetri e, all'apoteosi, lo sceriffo della contea che bussa e annuncia l'arrivo della squadra artificieri degli SWAT, che sfonda una porta con un ariete e fionda in casa una robusta quantità di granate e flashbang, mandando in frantumi pareti interne e vetrate, prima che due escavatori completino il lavoro mentre alcune porte e architravi vengono ficcate in un tritalegno. ((-:
Qui in Italia la trasmissione va in onda sul canale DTT "La 5" per cui, se vi capita, dategli un occhio: secondo me merita.
Certamente è molto superiore ai reality che ci propinano in Italia, ma d'altronde non c'è bisogno di allontanarsi molto per vedere che cosa è un reality che non appiattisce la mente al telespettatore (vedi l'esempio di "Dumped").

1 commenti:

Anonimo ha detto...

ODIO I REALITY SONO DELLE VERE E PROPRIE SCHIFEZZE E LE SITUAZIONI STRAPPALACRIME PERCHE' TUTTI HANNO I LORO PROBLEMI. MA EXTREME MAKEOVER HOME EDITION MI PIACE. TRASMETTE QUEI SENTIMENTI DI SOLIDARIETA' CHE STANNO ORMAI SCEMANDO SEMPRE PIU'. COMUNQUE LA SOCIETA' AMERICANA E' MESSA MOLTO PEGGIO DELLA NOSTRA PICCOLA ITALIA.ALLORA UN AIUTO DA QUALUNQUE PARTE VENGA BEN VENGA. CIAO MARI