lunedì 12 dicembre 2011

Stupro consenziente

Torino.
Una ragazzina di sedici anni dice di essere stata stuprata da due rumeni.
Una manifestazione (spontanea?) nasce con l'intenzione di una fiaccolata, ma finisce come una massa informe di persone armate di torce e forconi che, al grido di "crepate merde" (o tanti altri epiteti sullo stesso livello) da alle fiamme un campo nomadi alla periferia di Torino.
E subito si scatenano le posizioni: chi è contrario al comportamento della popolazione, chi è contrario alla presenza di rom clandestini (pronto? Siamo in comunità europea e anche loro, non sono clandestini...) in campi abusivi e chi invece si riempie la bocca che "Torino non è una città razzista".
Ma poi... ma poi la magia! Perché poi la ragazzina ammette, placidamente, che non è vero niente: era lei che aveva scopato col fidanzato ma voleva tenere alla verginità.
E adesso? E adesso chiede scusa e RISCHIA una denuncia.
Rischia? Io invito tutte le associazioni a difesa delle donne vittime di stupri e violenza a DENUNCIARE quella ragazza che si è fatta forte di un reato odioso e spregevole per coprire una propria scappatella, senza la minima idea di quale dolore bruciante si porti dentro una VERA vittima di una violenza carnale.
E invito il sindaco di Torino, il presidente della provincia, le autorità tutte a ricredersi prima di dire che "Torino non è una città xenofoba".
Perché in una città civile una cosa del genere forse provoca una manifestazione pacifica, ma ciò non toglie che la manifestazione o era organizzata ed autorizzata dalla questura (e quindi ci sarebbero dovute essere forze dell'ordine a scortarla e, eventualmente, isolare immediatamente i violenti), oppure no (e quindi si doveva bloccare sul nascere, con la civilità e l'obbligo di disperdersi, ma anche costringendo mille persone al fermo di polizia e all'identificazione per manifestazione non autorizzata. Perché se una città non è xenofoba, i suoi cittadini non mettono a ferro e fuoco lo spazio occupato da un gruppo di poveracci. Se no, è invece una città xenofoba eccome, in cui è il momento di dire "abbiamo sbagliato, colpiremo i colpevoli e faremo in modo di ripulirci da questa immagine orribile che abbiamo dato a tutta l'Italia".
Ma no, come sempre: "Volemose bene, siamo tutti brava gente". Vediamo se il campo se lo sono bruciato i nomadi da soli.
Soprattutto perché in questo periodo di profonda crisi, di tagli da tutte le parti possibili e immaginabili, mi chiedo con tutto il cuore perché ci sono frange pronte a mettere a ferro e fuoco una baraccopoli piena di donne e bambini, ma negli ultimi anni non sono riusciti a mettere a ferro e fuoco il parlamento e i personaggi che hanno mangiato l'Italia guadagnando sulle nostre spalle, spesso indipendentemente dal colore politico di ciascuno. Gli stessi che adesso piangono merenda per la proposta di tagliare il loro stipendio di qualche punto. Io ce l'ho una proposta in tal senso: il tempo di elaborarla con calma e porrò fra qualche giorno su questo blog...

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