sabato 29 settembre 2012

Salve, ho una busta per lei, come gliela posso spedire?

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Come probabilmente moltissimi italiani, io ho un certo movimento di corrispondenza.
Telematica, sicuramente, ma anche e soprattutto corrispondenza "fisica". Plichi, lettere, cartoline, schede, oggetti vari da spedire un po' dovunque, in certi casi anche oggetti "particolari".
Particolari, sì. Perché mi è capitato di spedire farmaci, oppure libretti di assegni, persino semplici eurobanconote.
E dato che faccio questa certa quantità di spedizioni, faccio un largo e diffuso uso di corrieri espressi ma, soprattutto, dell'efficace servizio postale, che riesco comunque a trovare ancora affidabile in moltissime cose.
Soprattutto in una: la spedizione di "valori", come assegni o farmaci.
Ovviamente esistono delle regole, ben precise, per la spedizione delle varie cose, e non è che per spedire un libretto di assegni si può semplicemente ficcarlo in una busta da lettera e mandarlo al destinatario con sopra un bel francobollo. Generalmente la forma di spedizione che prediligo è la classica "Raccomandata", soprattutto nella forma della "Raccomandata con Prova di Consegna" (la famosa "Cartolina A/R"), che poi è la cosiddetta "forma postale legale": utilissima per disdette, comunicazioni ai fornitori di servizi, nel rapporto con la Pubblica Amministrazione eccetera.
Adesso c'è uno strumento che costa più del doppio della normale raccomandata, ma è velocissimo. Si chiama "Raccomandata 1", e in oltre il 90% dei casi (ad esclusione del mancato rintraccio del destinatario, ma questo ovviamente non dipende dal servizio postale) tale raccomandata viene consegnata "entro il giorno lavorativo successivo a quello d'invio" in tutta Italia e quasi "Isole comprese" (essì, noi in Sicilia e gli amici della Sardegna possono avere qualche problema nel trasferimento in Italia, tuttavia il sistema funziona per quanto concerne la corrispondenza "infra-isolana").
Ed è un servizio molto interessante e molto utile, ma con una limitazione importante: la "Raccomandata 1" permette di spedire corrispondenza generica, ma non valori o altro materiale.
Mi spiego meglio, prendendo il regolamento della Raccomandata 1 dal sito di Poste Italiane [PDF] (evidenziazioni mie, ndG):
ART. 2 CONTENUTO DEGLI INVII
2.1 Gli invii devono contenere esclusivamente comunicazioni in forma scritta su qualunque supporto materiale, anche generate con l'ausilio di mezzi informatici o telematici.
2.2 Gli invii non possono contenere merci in generale, denaro, oggetti preziosi, titoli e carte valori eseguibili al portatore, oggetti osceni e pornografici, carboni e diamanti industriali, articoli soggetti alle restrizioni IATA, e, in genere, materiale potenzialmente dannoso o la cui spedizione, comunque, risulti in contrasto con qualsiasi legge o regolamento.
Ecco che quindi appare un problema: come si fa a spedire soldi, assegni, farmaci?
Facile, non con la raccomandata! C'è un altro servizio postale, fatto apposta. Si chiama "Assicurata", su cui leggiamo:
Spedire in Italia - Posta Assicurata: La garanzia dell'assicurazione per le spedizioni di valore.
Caratteristiche (ne ho tolte alcune ed ho evidenziato dei punti, ndG)
  • per spedire cose di valore, documenti importanti, denaro, oggetti preziosi, titoli o valori
  • assicurazione per un valore anche superiore ai 50 euro
  • consegna esclusiva al destinatario o a un delegato
  • assicurazione contro i rischi di forza maggiore
  • per una conferma veloce ed economica dell’avvenuta consegna della spedizione è possibile richiedere l'avviso di ricevimento
Perfetto, quindi. Non vi pare? A me sì, a molti che - come me - fanno uso del servizio postale sicuramente anche, ma c'è un problemino. Perché io nel corso dell'ultimo anno (diciamo nel periodo ottobre 2011 - settembre 2012) di assicurate ne ho mandate. Tante.
Ma ogni volta che vado davanti all'impiegato delle poste con la mia busta già bella pronta e impacchettata e pronuncio le parole magiche: "Salve! Dovrei mandare un'assicurata con ricevuta di ritorno" immediatamente l'impiegato allo sportello (e ho conferma di almeno quattro uffici postali di Siracusa e uno di Trento) giustamente prima di prendermi la ricevuta da compilare, MI INFORMA.

Sì, dico, mi informa, dell'esistenza di un altro prodotto: "Non preferirebbe fare una bella Raccomandata 1, che arriva domani mattina?"

Con questo articolo voglio invitare Poste Italiane a mandare una bella circolare per sottolineare la differenza fra i due prodotti, perché capisco che tale consiglio è proposto dagli impiegati cercando di aiutarci a scegliere il prodotto più veloce ed efficiente e che CERTAMENTE non ha nulla a che fare col fatto che spedire una Raccomandata 1 con prova costa € 9,08 mentre spedire un'Assicurata costa solo € 5,80. Ne sono sicuro, come sono sicuro che sino ad oggi alla proposta di usare la Raccomandata 1 ho sempre declinato con un sorriso. Sino ad oggi, ma da domani penso che potrei anche prendere il numero di tesserino dell'impiegato e mandare una bella protesta (magari questa sì per Raccomandata 1) con riserva di querela.
Perché è giusto che gli impiegati ci informino su quale può essere il prodotto migliore per le nostre necessità di spedizione, e quindi anche i casi in cui non sono possibili altre alternative.

martedì 25 settembre 2012

Lettera aperta al ministro Terzi

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Approvo in pieno e rilancio questa lettera aperta al ministro Terzi a proposito di libertà d'espressione e di critica della religione:
Signor ministro,
abbiamo avuto modo di leggere che lei, intervenendo a proposito della pubblicazione delle vignette da parte del Charlie Hebdo, ha parlato di "sensazionalismi irresponsabili" che "provocano i credenti", di "grandi sensibilità che devono essere rispettate", di necessità di "perseguire penalmente chi offende le religioni". Perché "nessuno deve permettersi di dileggiarle o di scherzare su questi valori".
Le sue sono dichiarazioni assai pesanti, e per certi versi non nuove: in passato si era pronunciato in favore dei "valori della cristianità" e del riconoscimento delle "radici cristiane". Ma rappresentano un salto di qualità.
Non certo verso l'alto. Non si rende conto, signor ministro, che con le sue dichiarazioni sta, molto semplicemente, buttando a mare due secoli di conquiste civili, laiche e democratiche, nonché le dichiarazioni internazionali in materia di diritti umani sottoscritte dal nostro Paese? Non si rende conto, signor ministro, che la possibilità di poter esternare liberamente la propria opinione è la base stessa della nostra civiltà?
Ci saranno sfuggite, ma non abbiamo avuto modo di leggere sue dichiarazioni a difesa degli atei che, in Tunisia, in Egitto, in Indonesia e in altri paesi islamici, sono stati incarcerati per avere espresso la propria opinione. Ora capiamo perché. Lei sostiene la legittimità di tali detenzioni. Anche se le basi su cui hanno avuto luogo sono le stesse degli imprigionamenti che, in quegli stessi paesi, hanno colpito i cristiani. In tali casi la sua voce si è elevata pronta e stentorea. Due pesi e due misure.
Le ricordiamo che gli atei e gli agnostici, che costituiscono una parte significativa della popolazione italiana, sono frequentemente oggetto di pesanti offese da parte delle gerarchie ecclesiastiche: ne troverà un florilegio alla pagina www.uaar.it/ateismo/dicono-di-noi. Eppure non sono certo soliti assaltare chiese e ambasciate: innumerevoli studi mostrano anzi come siano più rispettosi dei credenti nei confronti delle minoranze e dei diritti individuali. A differenza della maggioranza dei credenti, noi non invochiamo di reprimere le libertà di chi la pensa diversamente e non ci riteniamo intoccabili. Ma pretendiamo che a uguali doveri corrispondano uguali diritti. Quelli che lei sembra volerci negare.
Non sappiamo se le sue parole siano dovute ad acceso clericalismo, oppure a pavidità. Resta il fatto che sono assolutamente fuori luogo in bocca a un ministro della Repubblica laica. E ci auguriamo che non sia così sconsiderato da unire il nostro Paese in una Santa Alleanza internazionale con i paesi liberticidi. La invitiamo fermamente a rispettare la nostra carta costituzionale sulla quale ha giurato.
Raffaele Carcano, segretario Uaar
Mi auguro che queste parole siano un segnale ben più profondo di una semplice accozzaglia di parole al vento, ma temo che difficilmente andranno oltre...

Il finanziamento pubblico religioso in Germania

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Ho sempre pensato che il rispetto per le fedi religiose e le scelte di coscienza degli altri passasse non solamente attraverso il limitarsi a non condividere le scelte degli altri ma lasciare che le potessero fare in piena libertà, ma soprattutto che tale rispetto fosse un gesto di reciproca civiltà e, in generale, di quieto vivere fra uomini.
Per questo ho sempre visto con occhio critico tutte le operazioni commerciali nate con l'idea di finanziare movimenti religiosi che si aprissero nei confronti degli altri, passando dall'obolo volontario a una tassazione iniqua e che colpisce credenti e non (si consideri ad esempio la pesante fetta di otto per mille non "firmato" per una destinazione e destinato pertanto allo sviluppo della chiesa cattolica).
Per questi motivi non posso che approvare la normativa che, in Germania, richiede all'utente di indicare allo stato quale sia la sua chiesa e fede religiosa d'appartenenza, affinché lo stato chieda (giustamente) di versare una tassa, denominata Kirchensteuer, solo agli appartenenti di quella fede religiosa: è giusto che un movimento religioso riceva dei finanziamenti da parte dei fedeli per sostentarsi, non è giusto che tali finanziamenti debbano giungere anche da chi non segue o approva i loro precetti religiosi.
Ed è con un sorriso che apprendo la notizia di questi giorni a proposito del fatto che molti cittadini tedeschi dichiarano all'anagrafe la non appartenenza a nessuna fede religiosa per non dover pagare la tassa; con un sorriso perché la chiesa cattolica (quella di "ama il prossimo tuo come te stesso") in Germania è corsa ai ripari: chi non paga la tassa, non ha più diritto a presenziare né ricevere i sacramenti (a parte quelli "d'emergenza" in punto di morte). Notizia riportata ad esempio da UAAR, o dal Fatto Quotidiano, e ancora dal nuovo prodotto di Luca Telese "Pubblico".
Chissà se può essere un segnale per le chiese e per i fedeli.

giovedì 20 settembre 2012

Morte agli infedeli in ogni caso...

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[articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]
Prima di cominciare, un filmato youtube (sempre se resiste, e nella considerazione che pur non essendo in violazione di copyright, in alcuni posti del mondo non è visionabile...)

Questo è il trailer ufficiale del film "Innocence of Muslims", del regista Egiziano e cristiano-copto Nakoula Basseley Nakoula. Il film, che dipinge il profeta Maometto come un pedofilo e non solo, e che getta palese e pesante discredito sugli integralisti musulmani, ha provocato gravi e violente reazioni non solo da parte (guardacaso) degli stessi integralisti, che hanno cominciato a riempirsi la bocca di stron$ate e hanno fatto manifestazioni bruciando bandiere americane e arrivando a uccidere l'ambasciatore (e personale diplomatico) a Bengasi.
Dico, non solo loro, ma subito arriva anche la classica reazione STUPIDA e mai come in questo caso OSCURANTISTA da parte di altri governi e di altre religioni, che nonostante tutto continuano a prendere principalmente le difese del movimento religioso.
Cerchiamo di capirci un minuto: uccidere un uomo, secondo la religione islamista, è un peccato gravissimo e che comporta la condanna all'inferno per l'eternità. Detto questo, cominciamo a guardarci intorno e a guardare chi si riempie la bocca della blasfemia nel rappresentare l'immagine del profeta, e di fare per questo un giudizio di condanna a morte e una fatwa di condanna degli stati occidentali, comincia sinceramente a starmi un tantinello sulle scatole.
Anzitutto, da agnostico, mi permetto di dire e sostenere a cuor contento che ritenere il mondo occidentale colpevole di blasfemia e meritevole di condanna a morte, agendo con manifestazioni d'incontrollata violenza contro le culture occidentali per me è blasfemo e meritevole dello stesso trattamento. Come la mettiamo? Sono gli integralisti migliori di me?
E ora il momento dell'infervoro e dell'incazzatura, perché ora mi rivolgo agli integralisti, a quei bastardi (perché siete porci, bastardi e terroristi, e nient'altro) che usano la religione islamica come scudo per difendere a spada tratta le loro stronzate, che poco o nulla hanno a che fare con la cultura e la religione, io lo dico ufficialmente: io mi sono trifolato i coglioni di vedere che le frange integraliste cercano scuse per attaccare l'occidente.
Il film è blasfemo? Bene! Il regista è egiziano.
Perché non state bruciando bandiere egiziane? Perché non andate a occupare le ambasciate egiziane e cercate di massacrare loro? Forse perché non ve ne fotte un cazzo del film e avete cercato l'ennesima puttanata per prendervela con gli USA ed il mondo occidentale? Bravi! Complimenti! Furbi, oserei dire.
Mi vergogno della reazione dei movimenti religiosi non musulmani, che dovrebbero dare grandi lezioni di moralità, rispetto e tolleranza, invece di prendere le difese di una pseudocultura impregnata semplicemente di odio.
Mi vergogno della reazione del governo americano, che ha definito il film con epiteti che probabilmente merita, ma dimenticando di sottolineare che il film ha pieno diritto di esistere, perché opera dell'ingegno e del diritto di parola ed espressione, e che va rispettato in quanto rappresenta l'opinione di qualcuno che è contrario agli integralismi, oppure alla religione islamica tout-court. Perché esiste anche questa possibilità: se io ritengo che la religione, QUALSIASI RELIGIONE, QUINDI ANCHE QUELLA ISLAMISTA, non abbia alcun diritto d'esistere, devo essere in grado di poter sostenere questa posizione senza rischiare di essere accoltellato da pazzi esaltati che ritengono di essere l'incarnazione di un profeta portatore dell'unica ed efficace verità universale.
Non c'è rispetto nei confronti della cultura occidentale, c'è una linea sempre più sottile che separa la religione dall'integralismo. Sul sito dell'UAAR, a proposito della pubblicazione di vignette satiriche su Maometto (un'altra infornata dopo quella di qualche anno fa), leggo (e cito):
Stéphane Charbonnier, il direttore della rivista che si firma Charb, ha dichiarato: "Se si comincia a dire, visto che 250 esaltati hanno manifestato davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, che bisogna posticipare o non pubblicare queste vignette, significa che sono loro a dettare legge in Francia". "Se si comincia a dire che non si può disegnare Maometto, alla fine non si potranno più disegnare islamici. E poi, cosa non si potrà disegnare? I maiali, i cani? Non si potranno più disegnare esseri umani", si è chiesto Charb, "Alla fine si venderanno 16 pagine bianche di Charlie Hebdo". "Se si comincia dire 'ho paura', è finita, si finisce di fare i giornali, di fare polemica, si ferma la libertà di stampa”.
Faccio mie queste considerazioni, perché mi chiedo sinceramente anche io per quanto tempo ancora permetteremo che queste cose succedano, anziché cominciare a prendere palesi distanze.
Sarebbe utile cominciare a dichiarare uffcialmente: "Non sarà tollerata alcuna forma d'integralismo terrorista e saranno colpiti con la massima ed implacabile decisione tutti coloro i quali con la scusa della religione, sia essa islamica, ebraica, cattolica o qualsiasi altro credo, riterranno opportuno praticare violenza gratuita ed attacchi immotivati e vigliacchi contro chiunque semplicemente non condivida la loro visione oscurantista del mondo."
Il problema è che l'esempio non potrà mai darlo l'Italia, che con la scusa della coscienza dettata da altolocati prelati vaticani e non solo, fa approvare leggi oscurantiste di chiaro sapore medioevale (vedasi la ridicola normativa vigente sulla fecondazione assistita o l'attuale mancanza di uno specifico disegno di legge per il fine vita o per le coppie di fatto, siano esse omosessuali o eterosessuali. Ma dubito caldamente che possa darlo una nazione grande come gli USA, che osa scrivere sulle proprie banconote "In God we trust".
Però qualcosa prima o poi si dovrà farla, prima che si arrivi alla guerra termonucleare globale. Io rimpiango una vecchissima puntata di Star Trek (credo fosse la serie "Generation"): un uomo è stato ibernato all'inizio del XXI secolo e disibernato varie centinaia di anni dopo. Mentre gli spiegano come sono cambiate le cose, a un certo punto questo chiede: "E le guerre?".
Risposta: "Da quando sono state proibite le religioni, sono finite praticamente tutte".

AGGIORNAMENTO del 21 settembre 2012: La Francia ha vietato qualunque tipo di manifestazione di protesta sulle pubbliche piazze e rafforzato la presenza delle forze dell'ordine oggi (giorno di preghiera) nei luoghi più importanti. Un'organizzazione islamica di Marsiglia ha annunciato che andrà in piazza ugualmente. Ora, dato che la Francia ha avuto molto polso (ad esempio proibendo l'uso del burqa su tutto il territorio francese) mi aspetto che tutti i manifestanti non autorizzati saranno fermati, identificati ed arrestati, ma a questo punto personalmente ne avrei approfittato per fare il famoso chiarimento: "Queste manifestazioni di stampo integralista non hanno niente a che vedere con la religione islamica e pertanto non saranno tollerate in alcun modo: qualsiasi persona che venisse bloccata in piazza in manifestazione non autorizzata che non risultasse cittadino francese, sarà immediatamente espulso dal paese e dichiarato 'persona non gradita sul suolo francese', con riserva di segnalazione sulle liste internazionali del terrorismo". Come mi ripeto: è ora di dare un taglio netto: il rispetto per la diversità e l'integrazione inter-religiosa passano attraverso la condanna REALE per ogni forma di violenza integralista, non per semplici parole di condanna.
Giusto per sottolineare chi sono I VERI islamisti: 15 photos of Libyans apologizing to American.

AGGIORNAMENTO 2 del 21 settembre 2012: scusate, ma voglio sottolineare le parole dell'utente Silent Runner sul forum di zeusnews a commento della notizia "Facebook censura la satira su Maometto" e che copio&incollo affinché tali parole possano durare e diffondersi il più possibile:
Ho come l'impressione che ci si stia avvitando intorno a falsi problemi: che una seppur vasta massa di umani contemporanei abbiano come principale attenzione le offese ad una qualsivoglia credenza in personaggi storici, metastorici o immaginari a causa di successive trasfigurazioni, a mio avviso è irrilevante. Il punto è esclusivamente politico. Gli interessi in gioco sono immensi e non solo di tipo economico o ideologico.
Fa una grande tristezza vedere maschi adulti urlare inferociti imbracciando armi contro cosa? Contro delle idee diverse dalle loro? Ma le idee sono immateriali, non hanno massa, carica elettrica, moto o inerzia. A causa della loro immanenza uomini e donne, bambini e anziani, adolescenti ed embrioni muoiono nel modo inutilmente, come vittime di un solo psicopatico distribuito, moltiplicato in milioni di individui confusi e manipolati?
Per cosa?
Per alcuni disegni? Tracce di colore su un foglio bianco?
Ma a pensarci verrebbe da sconfessare qualsiasi divinità abbia potuto creare esseri così incomprensibili quali sono gli esseri umani! Si dovrebbe divenire atei tutti quanti, all'istante, davanti ad esempi di tale assurdità.
Quale Dio sarebbe stato così sprovveduto ca creare esseri così preoccupantemente slegati da qualsiasi logica razionale?
Ammazzarsi fra di loro per una battuta umoristica?
Ah sì, l'offesa alla religione, l'inopportunità di tali vignette che feriscono.. cosa?
Altre idee?
Se adesso poteste vedermi... appena ho terminato di scrivere "Altre idee?" la testa mi è crollata sulle spalle, ho chinato il capo sconsolato e un doloroso sospiro mi è uscito dal petto.
A forza di scuotere il capo mi è venuta pure la cervicale...
Cosa ci sarebbe da dire? Da aggiungere, da...
Uccidere, ammazzare per un'offesa?
Ma aggredire qualcuno per un'offesa sono cose da ragazzini... Arrivare ad uccidere, dichiarare una guerra all'occidente...
Ma perché sprecare una vita per queste cose? Quale divinità avrebbe creato una macchina così complessa quale è l'universo, perché si perda dietro queste sciocchezze?
Continuo a trasecolare.. e non solo per questa grande quantità di mie fratelli umani che si massacrano per niente, e quando dico per niente è proprio per niente. Trasecolo perché vedo una altrettanto imponente massa di umani con doveri nei confronti delle comunità, che cedono ai ricatti di fanciulli ignoranti di sé e delle cose del mondo, fanciulli armati di rabbia e di armi: potenti che non hanno vergogna nel mutilare, far ammalare, impoverire i propri concittadini con leggi assurde, mancati controlli sull'illegalità e uno spregiudicato uso del potere loro concesso sul piano imprenditoriale e dell'informazione, potenti che però s'inchinano timorosi alle grida di vendetta di qualche infastidito da chissà quale offesa e forse, da una scarsissima autostima che genera come anticorpo la rabbia e l'odio verso un nemico immaginario, incollato come un'etichetta su altre genti, solo perché di diversa idea.
Guerre tribali, millenarie, qui amplificate mediaticamente proprio da chi dovrebbe invece difenderci dall'assurdo.
Un assurdo che religione non è. Ma è solo pseudofanatismo che nasce, invece, dal senso di ingiustizia subita e mai del tutto compresa come tale. Ho visto su quei volti in piazza, nell'uso inutile delle armi e dei colpi sparati in aria, solo rabbia e nient'altro. Rabbia indifferenziata, frustrazione e ignoranza.
Noi non stiamo combattendo, loro non stanno combattendo. stanno solo esprimendo un dolore al quale non sapendo dare un nome lo vanno a cercare nella colpa da attribuire ad altri.
A mio avviso, la censura di Facebook è sintomo di grande debolezza e di oscuro burocratismo. Due piccoli cancri che potranno solo fare del male a chi li detiene. Facebook stesso.
Complimenti all'autore di questo commento (-:

martedì 18 settembre 2012

Buon compleanno a me, ma non solo...

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Reduce da un tour-de-force che ha compreso una volata a Milano (via Verona, anche a causa di carenza di posti in aereo), e di un ritorno con puntatina a Trento per "andare a prendere" mia madre e tornare in Sicilia assieme, direi che è il caso di raccontare quello che posso raccontare.
Se qualcuno ha buttato un occhio in questi giorni al mio microspazio su twitter (con la grande ed importante differenza, rispetto a facebook, che non serve essere iscritti al portale per guardare eheheh) avrà visto le foto che ho cinguettato direttamente dal cellulare. Una di queste però ve la ripresento qui, perché è la "foto rubata" più importante [lo so che mi son tagliato la testa, ma ho dovuto essere rapido e (quasi) invisibile...]:
Questo giusto per sottolineare il posto in cui mi sono recato, ossia il teatro dell'Area Zelig in viale Monza: giusto il tempo di un panino veloce alla kebaberia lì accanto e poi la serata in teatro.
Ma vediamo di raccontare un po' come è andato il tour-de-force un passaggio alla volta.
Tutto è cominciato mercoledì 12 settembre sera, quando ho ricevuto un'email che aspettavo fiducioso e che mi ha dato la conferma che potevo salire sabato. Giovedì mattina ho caricato la postepay e proceduto a cercare un posto in aereo per l'andata e, sentitomi con mia madre, per il ritorno di entrambi via Verona. Purtroppo la mia idea era di partire venerdì, fare venerdì notte a Trento, un po' di relax, sabato trasferimento a Milano in treno in mattinata, albergo per la notte sab-dom, e domenica dopo pranzo tornare con calma in trentino per ripartire lunedì pomeriggio e tornare.
Non ho trovato posto in aereo tanto facilmente, invece, e sono stato costretto a partire sabato mattina...
L'aereo che ho trovato sarebbe partito da Catania alle 11:50 per arrivare a Verona intorno alle 13:30, ma quando faccio il check-in l'hostess mi avverte che a causa di un problema è stato spostato alle 13:30 (groan...), per cui saluto l'amico Francesco che mi ha accompagnato in aeroporto, supero il varco intorno alle dieci e mezza di mattina e passo il tempo leggendo il giornale o ca$$eggiando un po' su meemi-mobile in attesa che si faccia almeno mezzogiorno. Poi mangio un costosissimo panino preso al bar accanto al duty-free (sì, quello che vende quelle belle bottiglie di vetro che non ti permettono di far passare al varco perché potresti romperne una in testa al pilota, ma che dopo essere stato perquisito e metaldetectorato per bene ti vendono a 20 euro IVA esclusa... #ossignùr) e aspetto che finalmente si apra il varco per salire a bordo.
Il tempo era soleggiato e si è appena rannuvolato, la temperatura tende al caldo sopportabile e il comandante ci informa che a Verona il tempo è comunque soleggiato. Il volo dura circa un'ora e mezza, e a Verona intorno alle 15 entro nell'aerostazione e rimango in attesa dei bagagli per qualche minuto, prima di fiondarmi fuori alle 15:30 e preoccupato perché l'ultimo treno che ho considerato per arrivare a Milano in orario decente (devo essere in teatro per le 20:30) è alle 16:32. Fortunatamente trovo subito la navetta (ugh, sei euro) che va alla stazione, e lì non c'è molta confusione in biglietteria, per cui prendo il biglietto ed ho il tempo di salire sul frecciabianca con tutta calma.
Alle 18 circa entriamo nella stazione centrale di Milano, e a questo punto scendo, prendo al volo un caffettino al bar, poi un paio di biglietti della metro e, dopo essermi sentito telefonicamente con l'amico Enrico procedo a raggiungere con la metro la fermata di "Sesto Rondò", dove mi raggiungerà per indicarmi, peraltro, l'albergo.
Linea verde fino a Loreto, cambio con la rossa (bello essere in una città dove il trasporto pubblico funziona bene, altro che da noi, virgola, groan...) e raggiungo Piazza Repubblica, dove Enrico e un collega mi raggiungono e mi accompagnano fino all'albergo [l'Hotel Rosa di Sesto, in cui mi sono trovato molto bene e che terrò in considerazione se dovessi tornare in terra milanese, ndG]. Sono le sette di sera, per cui lascio a Enrico i quattro arancini che ho portato da Siracusa (che alle sei di sabato mattina ERANO congelati, ma ormai credo siano a malapena a temperatura da frigo), salgo in camera e mi faccio una doccia veloce pronto a fiondarmi fuori (devo prendere la linea rossa indietro fino a Turro: perlomeno teatro e albergo sono relativamente vicini) e infine raggiungo il teatro e mangio un boccone lì accanto.
Rientro in albergo intorno a mezzanotte e qualcosa, stanco ma moooolto soddisfatto e dormo filato e tranquillo.

Domenica mattina mi alzo alle cinque e mezza e, per prima cosa, affronto una doccia tonificante, poi esco intorno alle sei e venti. Una passeggiata, un paio di metropolitane e faccio un salto in piazza Duomo, quindi passeggio su via Monte Napoleone tanto per passare un po' il tempo e godere del fresco mattutino, quindi in San Babila entro in un bar dove faccio colazione con un caffè eccellente e un cornetto al miele buonissimo, ma il cui ripieno è a temperatura magmatica. S-:
Prima di continuare il mio giro dirigendomi in stazione dove ritirare i biglietti per Trento (quel doppio treno l'ho prenotato, un bel viaggio in prima classe una volta ogni tanto ci sta), e poi ritorno in albergo, dove mi rilasso, metto via il bagaglio e seguo un po' meemi e televisione in attesa che si liberi Enrico. Intorno alle 11 mi passa a prendere e poi, dopo aver recuperato anche la cognata, andiamo tutti a Sesto a casa loro per pranzare. Lo informo in questo frangente che anziché accompagnarmi alla stazione, potrà solo darmi uno strappo alla più vicina stazione della metropolitana, visto che questa domenica a Milano c'è il blocco totale del traffico.
La mia faccia incuriosisce il pargolo di Enrico, che però sembra relativamente ben disposto a starmi vicino senza scappare terrorizzato eheheh, per cui raggiungiamo casa, una mezza sistemata, un pranzo piacevolissimo concluso con regalino al pupo e biscotti di mandorla anch'essi provenienti da Siracusa, e poi verso le 15 salgo in metropolitana (A Sesto Marelli, così sfrutto l'ultimo biglietto urbano che mi è avanzato, visto che Sesto Rondò è fuori dal limite urbano) e arrivo in centrale, dove alle 16 circa mi aspetta il frecciabianca per Verona, e poi cambierò con un regionale per Trento.
Il viaggio appare tranquillo, non fosse per il fatto che, a quanto pare, moltissimi hanno pensato bene di viaggiare in prima classe (il fatto che fossero finiti online i biglietti di seconda standard a 21 euro ma guardacaso ci fossero un sacco di biglietti economy di prima classe SEMPRE a 21 euro potrebbe essere una delle cause eheheh); a Verona invece dopo un po' di attesa, la carrozza di prima classe (circa due euro di differenza sul biglietto rispetto alla seconda classe) appare più tranquillo. Accanto a me c'è un gruppetto di turisti giapponesi che ciacola amabilmente, ma io mi metto su il lettore mp3 e ignoro tutto e tutti fino a Trento, alle 18:50.
Passa a prendermi mia madre, assieme a mia cugina C. Arriviamo a casa e ci organizziamo per la cena e per l'indomani. Verranno a prenderci domani mia cugina C e mio cugino E, verso le 14, per andare a Verona assieme.
Cena leggera, poi io mi ritiro verso il letto mentre mia madre guarda la tv.

Lunedì mattina mi sveglio presto, ma dato che il bar della zona non aprirà prima delle sei e mezza, dopo la doccia rimango a ciabattare un po' e seguo meemi mentre aggiorno gli appunti per il blog. Poi sistemo la valigia e mi avvio a piedi verso il bar, dove ho la brutta sorpresa di un cornetto ai cereali che la barista mi disse contenente miele ma che invece si rivela ripieno di marmellata di mirtilli (per carità, buona, ma a me piace il miele, cavoli!). Ritorno a casa, poi sono solo valigie, pulizie, organizzazione e tutto quello che può servire in attesa dell'arrivo di mio cugino per partire e andare.
Intorno alle due prendiamo l'autostrada, e verso Affi ci fermiamo al self-service per pranzare (alle 14:45... con il servizio che si chiude alle 15: ci siamo arrivati veramente al volo...).
Arriviamo infine in aeroporto, l'aereo è per le 17:10 e a quanto pare almeno stavolta non ci sono spostamenti di sorta, per cui rimaniamo in attesa per qualche minuto e poi ci imbarchiamo. Sono stanchino per cui in fase di volo (su un md80 molto veloce: il comandante ci comunica che la durata sarà approssimativamente di un'ora e venti, e ci mette circa un'ora e dieci, invece) mi metto gli auricolari dell'mp3, ma arrivo anche a dormicchiare un pochino.
Alle 19 circa arriviamo a Catania, una pausa al bar dove mangiamo qualcosa e nel frattempo ci viene a prendere al volo il collega Maurizio. Rientriamo verso le 20 a Siracusa, mangiamo qualcosa e ci ritiriamo a letto relativamente stanchi ma finalmente rientrati a casa.

Martedì (oggi, no, non "per chi legge", più che altro "per chi scrive" ehehe) è il mio 36mo compleanno, ma essendo appunto un giorno al centro della settimana lo passerò principalmente lavorando. Vedo se mi riesce di organizzare qualcosa per il fine settimana, ma stavolta non mi va di cucinare per tutti eheheh (-:

martedì 11 settembre 2012

Undici anni dopo l'undici settembre...

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Sono trascorsi undici anni da quel terribile giorno che ha cambiato non già il panorama di Manhattan, quanto definitivamente tutto il mondo sul concetto di "terrorismo internazionale".
Quel terrorismo che (ringrazio il presidente USA per le sue parole: «I've always said that our fight is with al Qaeda and its affiliates, not with Islam or any other religion. This country was built as a beacon of freedom and tolerance. That’s what's made us strong, now and forever.» (tratte da qui). Un segnale forte e che apprezzo come un messaggio di vicinanza alle diversità religiose.
Soprattutto perché, specie da agnostico, considero come sia allucinante che nel XXI secolo ci si faccia scudo della religione come scusa per uccidere, sterminare e fare cattiverie che non fanno parte di nessuna coscienza (e ne ho parlato già tempo fa... mi fa impressione scoprire di auto-citarmi: a quanto pare spesso ripeto le stesse cose perché dovrebbero essere osservazioni con spinte a cambiare, ma diventano verità universali ed immutabili...) e che invece sono sintomo di una cattiveria radicata nel cuore e nel profondo dell'anima da essere veramente difficile da eradicare.
Io ricordo quel terribile giorno di undici anni fa. Lavoravo, quel pomeriggio: ero di ritorno da un istituto di suore, ed erano i giorni in cui cominciavano i primi strani problemi di linea con quella compagnia telefonica siciliana. E quando finii di sistemare le cose nella sala multimediale di quell'istituto, tornai in negozio per un po' di relax, visto che erano passate le sei del pomeriggio. Le prime notizie le ricevetti dall'autoradio in macchina, poi in negozio cominciai a cercare su internet e guardammo le prime fotografie (quotidiani internazionali, mica youtube e twitter che si gonfiavano di filmati... la tecnologia è cambiata nel tempo...).
E poi tornai a casa, quella sera. Si avvicinava il giorno del mio compleanno, e avevo altre cose per la testa, ma già quella sera cominciai a rendermi conto del fatto che si stava scrivendo la storia. Allora non immaginavo quello che sarebbe successo poi, non potevo minimamente pensare a che cosa avrebbe portato nel mondo. Neppure a come sarei cambiato io nel tempo che seguiva, come sarebbe cambiata la tecnologia, come sarebbe cambiato il mondo. Come si sarebbe guardato (dopo l'undici settembre, ma anche dopo Atocha, dopo Londra...) al terrorismo con occhi radicalmente diversi.
Concludo, concludo con un minuto di silenzio in ricordo e rispetto delle vittime di quel vile e di tutti gli atti di terrorismo che accadono nel mondo, forse perché anche se sono parole e gesti classici, c'è anche bisogno di silenzio e di quiete, per qualche secondo, per parlare di queste cose.

domenica 9 settembre 2012

Ribelle e... coraggiosa

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Ho visto il nuovo film disney "Ribelle - The brave". L'ho visto poco interessato dall'ipotesi di andare a vedere "Madagascar III" (il primo mi è piaciuto, già il secondo non è che sia stato particolarmente intrigante, e quindi...) e ancora meno dall'ipotesi di andare a vedere Batman, dato che i vari fumettoni americani non è che mi abbiano mai fatto impazzire più di tanto.
Prima premessa: sì, ho visto il film in 3D. Un po' mi rompe guardare al cinema film in 3D, perché già la vista funziona poco e, soprattutto la sera devo mettermi gli occhiali da vista, poi mettiamoci sopra anche la mezza chilata di occhiali 3D aggiuntivi e siamo a posto...
Ora, detto questo, aggiungo che dopo Avatar molti hanno imparato a usare il 3D per dare una profondità più valente alle immagini, piuttosto che per cacciare fuori ridicolmente degli elementi fuori dall'immagine tanto per stupire lo spettatore, come ai tempi del film all'acquario di Genova con il mostro che ti arriva a 60cm dalla faccia o i pescetti che fanno un guizzo fuori dallo schermo di proiezione. Ok, bello, ma poi comincia anche a stufarti, figuriamoci per un'ora e quaranta di film, peraltro.
Ma per fortuna, come dicevo, molti cominciano a puntare solo a una migliore profondità dell'immagine e lasciano l'uscita degli elementi dallo schermo a un minimo indispensabile tanto per poter fare qualche inquadratura ravvicinata.
E in questo rientra il cartone Disney, in cui l'unico peso del 3D sono appunto gli occhiali che pesano sul naso e sulle orecchie (cavoli, resto comunque del parere che i film in tre dimensioni vadano visti a casa, nell'intimità  del proprio divano ma, soprattutto, nella sacra possibilità di mettere in pausa dopo mezzoretta: che ne so, giusto per fare pipì e lasciar riposare un attimo la vista).
Ma prima di cominciare, diciamo che la proiezione comincia con il dolcissimo e poetico cortometraggio "La Luna", del genovese Enrico Casarosa. (-:
Poi il film comincia. La trama è semplice, in realtà anche un tantino scontata (ma d'altronde è un film per famiglie, soprattutto per bambini, quindi con una storia semplice e senza troppi intrighi per non confondere le menti giovani). I personaggi sono ben tipizzati e la dolce vecchina strega/intagliatrice (e palesemente arctofila) è veramente simpatica.
Ci sono belle trovate un po' per tutto il film, ma in generale direi che come voto conclusivo gli do un buon sette, anzi un buon sette e mezzo visto che è disseminato dei miei amici orsi. ^_^

Il problema noto, ormai, è che manca qualche trama originale, e l'ennesimo contrasto genitori-figli con ovvia riappacificazione finale comincia a essere un cliché un po' troppo trito e ritrito, almeno IMHO...

venerdì 7 settembre 2012

Samsung e IFA 2012... congratulazioni!

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Una premessa.
Sono un tecnico informatico, un arctofilo, in qualche modo un appassionato di tecnologia ma, soprattutto, dopo otto anni, mi posso definire con onore anche un Blogger.
Ora, qualche anno fa alcuni blogger saliti in qualche modo alla buona ribalta, erano divenuti merce interessante per molte grandi case produttrici di ogni genere di articolo, perché la pubblicità fa tanto, ma mai come un bell'articolo con una recensione positiva del proprio prodotto da parte di un blogger noto.
Il problema è che i blogger, di solito, non seguono le regole del mercato, oppure, viceversa, i blogger che seguono le regole di mercato non sono blogger famosi.
Mi spiego: le regole di mercato sono semplici: se io voglio che si parli bene del mio prodotto, devo fare uno spot pubblicitario, e se voglio fare uno spot pubblicitario devo pagare. Ma una cosa è dare dei denari a un'agenzia pubblicitaria per fare uno spot, un'altra è trovare qualcuno che sia disposto, in certi casi, a svendere i propri ideali per pubblicare una recensione che non voglio definire finta, ma quantomeno pilotata.
Mi esplico meglio: ben sei anni fa parlavo di come un Blog rischiasse di diventare un prodotto commerciale e consideravo che comunque ci potrebbero pure essere blogger disposti a farlo, ma anche blogger che alla proposta potrebbero persino riversare peste e corna contro il markettaro che ha tentato questo approccio e, di conseguenza, sull'azienda che ha pensato bene di tentare di scroccare pubblicità su un canale differente.
Eppure qualcosa in tal senso si è mossa, e qualche giochetto si è mosso, per esempio con il concorso denominato "Mob!lers" di Samsung.
Seconda digressione rapida: un approfondimento su quanto è successo a due blogger indiani. In pratica due blogger (Clinton Jeff di UnleashThePhones e un altro, rimasto anonimo) che hanno vinto sono stati invitati ad andare spesati a cura di Samsung, ma hanno posto la condizione di essere indipendenti e non dei burattini sbavanti appresso ai prodotti samsung.
Le cose non sono andate così, e la casa li ha fatti arrivare a Berlino con la minaccia di non pagare loro manco il biglietto di ritorno se non avessero fatto i bravi bambini sbavanti e se avessero fatto parola con qualcuno della storia; peccato che i due siano stati accolti sotto l'ala protettiva di Nokia, saputa la storia.
Mi congratulo con Samsung, che (voglio essere ottimista, e dare un po' di beneficio del dubbio, MA POCO) per colpa della dabbenaggine di qualche manager, è riuscita non a darsi la zappa sui piedi, ma proprio a TIRARSI UNA RAFFICA DI MITRA SUI PIEDI, visto che questo sta portando a una pubblicità negativa che non va nell'ordine "bene o male purché se ne parli", ma peggio. Io stesso comincio a vedere sotto un occhio diverso la casa coreana, che peraltro nelle deliranti risposte ufficiali ha evidenziato che cosa pensano del marketing, specie leggendo il testo dell'email inviata da un rappresentante direttamente a uno dei blogger coinvolti:
«Vorrei scusarmi profondamente per la tua esperienza all'IFA di Berlino. Ti abbiamo posto di fronte a difficoltà ingiustificate e stiamo cercando di fare ammenda»
Bene, ragazzi miei, adesso per fare ammenda ne avrete di strada da fare... E soprattutto ringraziate pubblicamente la Nokia, perché non so i due ragazzi coinvolti, ma io sottolineo che se avessi dovuto pagarmi il biglietto di ritorno da solo, vi posso garantire che dopo avreste potuto per cominciare cambiare nome all'azienda, e non so che cosa avrei scelto fra organizzare sit-in di protesta, mandare lettere con insulti (ampiamente provocati e abbastanza sul limite da non consentirvi tanto facilmente una querela per ingiurie) o non so cos'altro... il problema è che c'è troppa gente convinta che tutto funzioni per mezzo del concetto "se noi paghiamo dite quello che diciamo noi, e se no non potete dire nulla". Mi dispiace, ma la blogosfera funziona in maniera leggermente differente, e per questo temo che il giocattolo si sia rotto definitivamente...

martedì 4 settembre 2012

Piove sull'asciutto

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Ieri (l'altroieri sera, per essere precisi), dopo tante minacce e tanti lampi d'estate finalmente è giunta la tanto agognata pioggia che tutti quanti volevamo per avere un minimo di frescura in città.
E naturalmente, dato che non pioveva giusto da qualche mese, non è che son venute giù due gocce d'acqua tanto per rinfrescare un po' l'ambiente circostante, bensì si è scaricata una bella burrascata in cui in un'oretta son venuti giù i millimetri di pioggia che sarebbero stati ben graditi se sparsi nei tre mesi di caldo soffocante...
... con tutti i problemi del caso: a Siracusa quando piove è il momento ideale per fare rafting S-: dato che le strade diventano in un istante dei fiumi in piena. Ma rischiosi, direi, visto che alle 17 già parte di viale Zecchino, di via Filisto e della zona di Bosco Minniti e Santa Panagia erano a rischio di restare incastonati a mollo.

Sono sinceramente stupito da come, nonostante anni, esperienze, alluvioni, incidenti eccetera, la situazione che si presenta sia sempre la stessa...