sabato 27 aprile 2013

Di nuovo CISAF, Francesco (-:

Sabato 20 aprile a Torino, nell'elegante cornice dell'Hotel Sitea, in pieno centro storico, si è tenuta la premiazione del VII premio letterario del CISAF. Di nuovo l'amico e collega scrittore Francesco Candelari ha partecipato e di nuovo è arrivato sul podio, stavolta per un più che meritato secondo posto.
Dopo la fatica che gli è valsa il primo posto di "Allucinante realtà",  di nuovo Francesco, appassionato di fantascienza, offre una visione inquietante di come le cose potrebbero assumere una piega decisamente non prevista.
Di nuovo ho il piacere e l'onore di pubblicare qui il suo racconto, per rendervi tutti partecipi. Ora abbiamo due progetti su cui stiamo lavorando: il primo sono due romanzi (uno scritto da Francesco ed uno da me) entrambi di fantascienza e che condividono Siracusa come luogo dell'azione, e successivamente un prossimo lavoro a quattro mani su cui stiamo lavorando.
Buona lettura a tutti (-:

UNA CROCE SULLA TERRA
di
Francesco Candelari

Iniziarono lo spietato bombardamento a tappeto senza alcun segnale di preavviso. Da quando, due settimane prima, avevano posizionato le loro cinquanta astronavi dalle bizzarre forme ellissoidali e biconcave in un’orbita geostazionaria a quattrocento chilometri dalla Terra, nessuno avrebbe mai immaginato che tale presenza potesse rivelarsi così tremendamente ostile. Vennero tutti colti alla sprovvista, a eccezione delle forze armate delle singole nazioni che, fin dal primo giorno della loro misteriosa apparizione, avevano raggiunto il massimo stato d’allerta. Ma nonostante una rapida mobilitazione generale, neanche le superpotenze in possesso degli arsenali missilistici più avanzati poterono far nulla per difendersi da un attacco così massiccio e sferrato da altezze orbitali.
I bombardamenti proseguirono in modo sistematico e ininterrotto giorno e notte mediante ordigni sconosciuti agli uomini: bombe perfettamente sferiche e levigate che, dopo essere state sganciate quasi sempre a grappoli, entravano nell’atmosfera a velocità vertiginose e, raggiunta la quota operativa, si dirigevano verso gli obiettivi senza che nessuna forza al mondo potesse in alcun modo ostacolarle. Dopo essersi sinistramente posizionate sopra le città o le infrastrutture militari da distruggere, non esplodevano come un comune ordigno: esse implodevano. Provocavano un violentissimo strappo nel tessuto spazio-temporale fino a creare una sorta d’imbuto gravitazionale che, sprofondando nelle viscere della terra, fagocitava tutto ciò che possedeva una pur minima massa. Edifici, enormi palazzi, mastodontiche opere edili sparivano per sempre, inesorabilmente risucchiati non appena superavano l’orizzonte degli eventi delle fameliche singolarità artificiali.
Gli unici effetti visibili di quelle armi furono gigantesche voragini senza fondo e di luciferina memoria, in cui scomparvero come nel nulla milioni e milioni di esseri umani.
Il cielo da azzurro si tinse di un  rosso sanguigno dai riflessi angoscianti.
A regnare ovunque un opprimente paesaggio crepuscolare, mentre la stessa luce del sole veniva inesorabilmente curvata sotto l’enorme forza gravitazionale esercitata dalle nere spelonche, che si aprivano come bocche voraci dove prima sorgevano le più belle e antiche città terrestri. Nel terrificante silenzio di quell’atmosfera senza tempo, dai pozzi apparentemente privi di fondo si udirono deboli gemiti, che  rapidamente si trasformarono in agghiaccianti urla, in strazianti e disperate richieste d’aiuto.
Poi pianti e grida si fusero in un dissonante ululato, udibile persino nei luoghi più remoti e nascosti, che alimentò un primordiale terrore nell’intera popolazione mondiale. Il panico e l’orrore si diffusero ovunque, suggendo la propria linfa vitale dalle ancestrali paure di bibliche profezie apocalittiche, sopite fino ad allora e mai del tutto dimenticate.
L’intera crosta terrestre iniziò sempre più a somigliare alle numerose infernali incisioni dell’aldilà dantesco, di gran lunga meno romantiche di quelle concepite dal gusto sottile e raffinato di Doré. Mefitiche esalazioni sulfuree lentamente risalivano dalle gigantesche crepe apertesi ovunque.
All’improvviso le ostilità, così com’erano iniziate cessarono, mentre l’intero pianeta veniva avvolto da un innaturale grigio silenzio.
L'inferno è sempre stato facile da immaginare, ma adesso parve infinitamente distante dalle rappresentazioni partorite dalla miope superstizione popolare: nessun lago di zolfo, nessuna tortura, nessun diavolo munito di forcone; qualcosa di molto più tecnologico e reale si delineava sopra le loro teste. Le parole umane non avrebbero potuto esprimere l’orrore degli inferi, né la più vivida fantasia avrebbe potuto immaginarlo o tantomeno descriverlo.
L’inferno è infinitamente peggiore di quanto si possa pensare: il più terribile campo di concentramento di questo mondo, paragonato a esso, apparirebbe come un angolo di paradiso. La Terra andava inesorabilmente trasformandosi in una fornace di fuoco inestinguibile, in un luogo di castigo eterno dove le sue vittime venivano tormentate sia nel corpo che nella mente.
A quattro giorni di distanza dai tragici avvenimenti, gli invasori trasmisero un messaggio su tutte le frequenze radio e televisive. I pochi programmi ancora in onda s’interruppero, lasciando posto a un enigmatico rosso pentacolo rovesciato su uno sfondo nero.
–Creature della Terra– una voce sonnacchiosa, melliflua, quasi androgina esordì riecheggiando nell’intero etere planetario. –Creature della Terra: il mondo sul quale avete sinora vissuto, da questo preciso istante non vi appartiene più. Non tentate di opporvi alle nostre truppe d’invasione, ogni focolaio di resistenza seppur piccolo e insignificante verrà stroncato con feroce determinazione. Il tempo messo a vostra disposizione per consentirvi di poter pagare gli arretrati e i relativi interessi dell’affitto è scaduto.
“Affitto?” si domandarono coralmente i quasi quattro miliardi di superstiti.
–Avete capito bene– disse con stanca enfasi la voce rimbombante su tutto il globo. –Questo pianeta non vi è stato mica regalato, ovviamente. Per assolvere al debito e alle more accumulate vi sono stati concessi più di duemila anni del vostro tempo, da quando il forestiero venuto dalle stelle, che generosamente aveva deciso di accollarseli, è stato incoscientemente da voi crocifisso.


1 commenti:

Anonimo ha detto...

Il finale è veramente una sorpresa. Voglio dire che beh, di solito si pensa che alla fine il pianeta verrà invaso, ed è un pò la paura che hanno in special modo gli americani, visto i film che ci hanno fatti. Però che fosse proprio quell'uomo ad essersi accollato l'affitto....ah ah ah, questa è una vera rivelazione!