martedì 22 ottobre 2013

L'insostenibile pesantezza dell'essere... segretario d'assemblea

Nell'ultimo mese ho avuto una lunga e dolorosa serie di incontri ed assemblee di condominio. Lunga e dolorosa non perché hanno riguardato sempre casa mia, bensì perché vivo una piccola maledizione: abito in un condominio, ho lo studio in un altro condominio, ho ereditato una parte della casa di mia nonna in un altro condominio ancora.
Stasera ho un'assemblea (la continuazione di una sessione, peraltro) nel condominio dove abito. Sessanta condomini da mettere d'accordo su lavori straordinari e complessi.
Anni fa non andavo alle assemblee: delegavo. Talvolta latitavo e basta, perché ci sono volte che mi vengono i nervi a guardare quaranta-cinquanta persone che litigano.
Poi ho cominciato ad andarci, perché cominciavano a succedere cose assurde, alle quali volevo in qualche modo di mettere un paletto.
E parlavo, alle assemblee. E poi "massì, ceeeeerto, ci mancherebbe". Poi "Ah, no, non è sul verbale".

Ora quando vado in assemblea faccio il segretario. Così scrivo il verbale. Così se devo dire che Tizio ha starnutito e Caio gli ha detto salute, LO SCRIVO. E così facendo ho cominciato a passarmi i primi piaceri.
Tizio: "Ma l'assemblea ha stabilito così e cosà!"
Io: "Certo! Ma è stato verbalizzato che io, Caio e Sempronio sotto la nostra responsabilità facevamo diversamente". E tanti saluti.
Vediamo che succede stasera, alle 18 si va in scena...

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