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domenica 15 dicembre 2013

Lo Hobbit, la desolazione del cinema

«Grazie al cielo» disse Bilbo ridendo, e gli porse la borsa del tabacco.
Circa 160 pagine dopo aver letto "In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit" si conclude il romanzo per ragazzi "Lo Hobbit - o La Riconquista del Tesoro" di un certo John Ronald Reuel Tolkien, già autore di un romanzo in trilogia appena dieci volte più lungo (1574 pagine nell'edizione che ho io) intitolato "Il Signore degli Anelli", nonché considerato (e per me a buona ragione) padre del genere Fantasy.
Ora, il romanzo "Il Signore degli Anelli", che ho letto anni fa e che ho intenzione di riprendere a breve, lo consiglio a molti. Soprattutto a chi ha visto ed apprezzato la trilogia filmica di Peter Jackson, per capire e scoprire quanto sia possibile tagliare, cucire e variare un romanzo per renderlo un'edizione cinematografica (e quanto, spessissimo, i romanzi scritti siano tutta un'altra cosa rispetto alle "riduzioni" cinematografiche. Anzi: è dopo aver fatto questa azione che si apprezza di più il concetto di "riduzione", e non solo inteso con il concetto di tagli indiscriminati alla trama).
Bene. Lo Hobbit lo avevo letto circa due anni fa e, lo dico tranquillamente, subito dopo aver rinunciato per la quinta volta nella mia vita a leggere "Il Silmarillion", che considero comunque come il risultato di un improbabile amplesso fra l'antico testamento e l'elenco telefonico di Milano.
Come dicevo, l'ho letto circa due anni fa. In poco più di una settimana. Perché in realtà non è molto lungo (di 160 pagine, molte sono di illustrazioni, diciamo che ci sono un centinaio di pagine complessivamente), e ciò nonostante è pregno di avventure.
Ora: "Lo Hobbit" è un romanzo ambientato circa sessanta anni prima de "Il Signore degli Anelli" (sì: è un prequel) e racconta di come Bilbo Baggins sia venuto in possesso dell'Unico Anello, e dell'Avventura (con la "A" maiuscola) che ha avuto e di cui abbiamo sentito parlare nel Signore degli Anelli, per l'appunto. Un'avventura, in realtà, molto ricca di colpi di scena ma non tale da meritare che il romanzo potesse essere facilmente trasposto cinematograficamente.
Almeno: non era facile farlo stirando la trama fino a TRE FILM di DUE ORE E QUARANTA L'UNO. Ma, state tranquilli, nonostante il secondo capitolo durasse appunto due ore e quaranta, Peter Jackson è riuscito a tagliare comunque tratti interi della trama che avrebbero anche dato un senso ad alcune scene e, dato che poi una volta tagliato parti, bisogna allungare le scene (non è facile fare due ore e quaranta con poco materiale. Ragazzi: Un terzo di cento pagine fà una trentina di pagine scarse!), ed ecco che vengono introdotti personaggi e situazioni che fanno storcere un po' il naso.

Il risultato: questa sera con Francesco sono stato a vedere il secondo capitolo della trilogia di Jackson. Piacevole, il drago Smaug è fatto molto bene e le scene che lo comprendono sono veramente eccezionali. I combattimenti sono ben fatti e danno proprio l'impressione della confusione e della ferocia (e si evidenziano le grandi qualità di combattimento dei Nani e degli Elfi; ammetto che legato alle immagini degli Elfi di Paolini e di Brooks, questi elfi che squartano & sbudellano anche i ragni mi sembrano un po' fuori posto con gli Elfi Silvani legati alla natura, ma nel film ci stanno).
Però ci sono due problemi.
Il primo è logistico: è piacevole andare a vedere un film in 3D in cui l'effetto tridimensionale non è fatto per sbatterti elementi davanti al naso come se piovesse (ne ho già parlato tempo fa, per l'appunto), bensì per dare una profondità dell'immagine piacevole, tanto da farti sentire "immerso" nel film, come se stessi guardando l'azione da spettatore "attivo" sul posto, attraverso una finestra, piuttosto che su un piatto schermo di proiezione. Ma non è piacevole farlo per due ore e quaranta senza neanche una pausa di cinque minuti. Sulle poltroncine del cinema che non è che siano il massimo della comodità, peraltro. Io mi sono alzato sentendomi le costole mischiate come carte napoletane, ai titoli di coda, capperi!
Il secondo problema, invece, non è logistico, ma riguarda il film in sé. Come mi ripeto per l'ennesima volta, due ore e quaranta minuti di film. Sapete perché lo ripeto fino ad annoiarvi? Perché in tutto quel tempo ci si annoia.
Sinceramente.
Scene tirate (cito dal mitico "The Matrix Regurgited") "fino all'ultimo secondo tollerabile prima che in sala gli spettatori diano fuoco alle poltroncine".
Per darvi un'idea, vi riassumo una parte iniziale del film:
I nostri eroi scappano inseguiti dagli orchi e da un orso mannaro gigantesco(*), giungono nella casa di un mago dove si riparano per la notte. L'indomani mattina partono e giungono alle pendici di una foresta; la attraversano ma ci si perdono dentro. Vengono attaccati prima da ragni giganti e recuperati (e incarcerati) da un gruppo di elfi.(*) Sì, se esce il pupazzo OVVIAMENTE lo voglio nella mia collezione (-: ma questa è un'altra storia
Ci siete? Bene! Ora provate a immaginare a quanto film corrisponde questo. Magari potrebbero essere i primi dieci minuti? Oppure, visto che la trama è tirata, sono quindici o venti?
Siete fuori strada.
Di tanto, credetemi.
Questo è UN TERZO dell'intero film: sono (ssiore e ssiori!) poco più di cinquanta minuti. Poco meno di un'ora in cui, per dirla con dolcezza, NON SUCCEDE UN CA££O!
Poi ci sono combattimenti epici, ci sono scene spettacoli, c'è il drago Smaug che è splendido e ti viene voglia di comprarti l'action figure da tenere sulla scrivania dell'ufficio, non metto bocca...
... ma sono ugualmente CENTOSESSANTA MASSACRANTI MINUTI di film che sarebbe potuto essere epico anche con la durata da classico film fra i 90 ed i 110 minuti: tutte le scene sono luuuuuunghe, le inquadrature sono luuuuuunghe, i dialoghi sono luuuuuunghi e leeeeeenti, i combattimenti sono epici ma la gente si massacra di botte per INTERI MINUTI con le telecamere che girano dappertutto a guardare chi si piglia mazzate in testa e chi si trova frecce che lo passano dovunque, a due decapitati contemporaneamente prima che dietro arrivi l'altro Orco che viene abbattuto da un Nano sbraitante e l'inquadratura si gira ancora per vedere altre mazzate... minuti interi... ok, epico, MA CAZZAROLA rimpiango le scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill in "Altrimenti ci arrabbiamo".
Che cosa penso nel complesso? Il mio voto è un sei, una sufficienza, la mia schiena è a pezzi e domani ne patirò peggiori conseguenze, ma soprattutto richiamo alla mente la trama del primo capitolo così come interpretata dal mitico blog Bagni Proeliator, cui cito la cosa secondo me più mitica:
Tutto è fatto per essere commercializzato. Ogni cosa, ogni scena, ogni inquadratura più che un film è una reclame. Senti l'odore di plastica dovunque. L'aquilone che brucia nel cielo? Vendibile. I piatti che volano? Li potremo comprare. La canzone? La potremo acquistare su CD e iTunes. Gli interni della casa di Bilbo, i tappeti? Idem. Le spade? Certo. I nemici? Già fatte le action figures. Tutto è studiato e inquadrato perché tu lo possa ammirare, valutare e comprare. Il seguito dei film esiste già, devi solo comprare i biglietti. Comprare i cofanetti con i dietro le quinte, le scene tagliate, le interviste.
Vabbè, io comunque aspetto di vedere il terzo e ultimo capitolo, più per curiosità che per altro (tocca aspettare un altro anno, uff), e nel frattempo se c'è il pupazzo dell'Orso Mannaro Beorn, si accettano regali di natale eheheh ^_^

2 commenti:

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