domenica 26 marzo 2017

VLOG 157: I robot dovrebbero avere dei diritti?

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Prendiamo uno sportello bancomat e proviamo a interagire con esso. Quindi utilizzeremo un opportuno speciale rettangolino di plastica, oppure useremo il nostro telefonino (o un altro meccanismo: alcuni - per esempio - permettono semplicemente di digitare un codice segreto speciale sulla tastiera) e, in questo modo, lo sportello ci consegnerà del denaro.
Oppure utilizziamo un altro sistema per interagire con questo sportello e, anziché utilizzare un opportuno rettangolino di plastica, utilizzeremo qualcosa di un tantinello più pesante: per esempio un bel piede di porco (come si dice in siciliano "un palanchino, anche detto Asso di Spade").
In questo modo, percuotendo il bancomat con un piede porco, otterremo che comincerà a dare strani segnali sul monitor, il computer comincerà a dare i numeri, sino a quando sarà completamente distrutto e ne usciranno le banconote che ci sono al suo interno.
Però - molto probabilmente - a questo punto le banconote saranno macchiate da un liquido indelebile e quindi saranno totalmente inutilizzabili.
Infatti svolgere quest'azione di "percuotere uno sportello bancomat molto forte con un piede di porco" è illegale e vi farà finire in carcere per molto tempo, quindi: non provateci a casa, bambini!
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: se interagendo con il bancomat va tutto bene, mentre percuotendolo con un piede di porco comincia a dare i numeri, il circuito può essere completamente distrutto, possiamo provocare dei danni - per così dire - permanenti e il computer potrebbe "morire"...
... possiamo dire che quello sportello bancomat prova dolore?
Pensateci attentamente durante la sigla.
[♪♫♪]

Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road. L'argomento di oggi è molto spinoso: mi sono ispirato ad un video di Kurzgesagt che, appunto, ci chiede "Ma dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine?" e per cominciare - prima di trattare approfonditamente quest'argomento, vi lascio il video di Kurzgesagt sul doobly-doo e sulla scheda, così potete andare a dargli un'occhiata: è molto interessante e, tra le altre cose, il video è in inglese ma la descrizione e i sottotitoli sono tradotti in italiano, quindi potete fruirne tranquillamente.
Quello che voglio fare in questo video è provare a rispondere in maniera "corretta", in maniera intelligente, alla domanda se dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine.
Ora, la risposta breve - secondo me (secondo il mio personalissimo parere) - è sì: dovremmo riconoscere determinati diritti alle macchine, anche se rappresentano delle macchine.
Ma la risposta lunga è "Sì: dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine, ma in determinate condizioni, in determinate situazioni e dovremmo riconoscere solo determinati diritti".
Allora, vengo e mi spiego: l'esempio che ci fa Kurzgesagt è quello del discorso di avere una «coscienza».
Ora, obiettivamente non so quale sia - per esempio - il limite tra una macchina "normale" e una macchina "senziente": non so se possiamo definire qual è il limite. Nel senso che sì: in questo momento in cui viviamo, le forme di Intelligenza Artificiale che abbiamo a disposizione sono comunque delle forme di Intelligenza Artificiale molto basilari. Cioè sì: possiamo interagire con il nostro telefonino (con Siri, con Ok Google, con quello che sia), parlargli in lingua italiana (o parlargli nella nostra lingua, in inglese, nella lingua che parliamo) e ottenere delle risposte.
Abbiamo dei meccanismi tecnologici che ci permettono di interagire in maniera sempre più intelligente e sempre più "naturale" con le macchine, ma ancora abbiamo una certa «linea di demarcazione» tra la macchina e l'uomo.
Tantissime parti del corpo possono essere sostituite, ma alcune parti ancora non possono essere sostituite,  soprattutto parliamo del cervello: con la tecnologia attuale, sicuramente, il limite è quello.
Quindi abbiamo la differenza tra una macchina umanoide che svolge dei compiti e un uomo: c'è una linea di demarcazione netta; ma in futuro non sappiamo se ci sarà ancora questa linea di demarcazione, comunque nel corso del tempo l'avvento della tecnologia (e lo sviluppo tecnologico) ha cambiato il modo di vedere moltissime cose e ha cambiato (e ha spostato) moltissime linee di demarcazione che erano presenti.
Ora vi faccio un esempio stupido (è stata una notizia di questi giorni): una persona negli Stati Uniti è stata incriminata per aver tentato una truffa all'assicurazione incendiando la propria casa. Fondamentalmente la storia è: "Io stavo dormendo, mi sono svegliato: c'era la casa che bruciava... c'era la stanza invasa dal fumo. Ho avuto solo il tempo di lanciarmi fuori di casa, tirare quelle tre~quattro cose che c'avevo in camera fuori dalla finestra, lanciarmi fuori dalla finestra anche io e scappare prima che il fuoco bruciasse tutto quanto."
E fin qua è la storia di quello che è successo. Ma questa persona aveva un pacemaker: un pacemaker "intelligente" che registra l'andamento del battito cardiaco nel corso dell'intera giornata, e scaricando le informazioni del pacemaker non si è rilevato un comportamento (a livello di battiti cardiaci) "compatibile con lo shock di svegliarsi, trovarsi circondati dal fuoco e lanciarsi fuori dalla casa di corsa".
Considerate un attimo l'innovazione tecnologica introdotta dal pacemaker: il pacemaker è uno strumento che tiene sotto controllo il battito cardiaco, che può intervenire in caso di aritmie, in caso di blocco improvviso del battito cardiaco etc. a seconda del tipo di apparato può interagire e SALVARE la vita di una persona.
All'inizio i pacemaker erano apparecchi molto "semplici": principalmente si limitavano a rilevare l'esistenza del battito cardiaco, la funzionalità del battito cardiaco, e se necessario a mandare delle scariche elettriche (delle stimolazioni) in determinati punti per effettuare... diciamo: "ripristinare" il battito cardiaco.
Ma quelli attuali sono molto più intelligenti: ti ci puoi interfacciare con il telefonino via Bluetooth, se fai attività sportiva puoi caricare un "profilo di attività sportiva", quindi il pacemaker non reagirà all'improvviso aumento del battito cardiaco dovuto al fatto che stai svolgendo un'attività sportiva... quindi ci sono tutte queste innovazioni, che sono cose che - quando è stato concepito il pacemaker - erano veramente cose di fantascienza.
Ma ci siamo arrivati, e chissà che cosa ci riserva il futuro.
Quindi, guardando solo le apparecchiature medicali, che cosa è stato fatto negli ultimi (non so) quindici~vent'anni a livello tecnologico... le protesi! Ho parlato già in passato delle protesi stampate in 3D e "motorizzate" in maniera tale da poter essere controllate, addirittura, dall'idea (dallo stimolo che va alla terminazione nervosa) di muovere un muscolo, e si può controllare il motorino che apre o chiude una mano.
Siamo certamente a tecnologia che - fino a qualche anno fa - era fantascienza, e quindi in futuro arriveremo a tecnologie che IN QUESTO MOMENTO sono fantascienza!
Ecco che, per dare una risposta alla domanda "dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine" come dicevo la mia risposta breve è "sì" e la mia risposta lunga è "sì: in base a determinate caratteristiche".
Permettetemi di analizzare meglio che cosa intendo dire quando dico "sì: dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine": secondo me dovremmo partire (che è una cosa che - tra le altre cose - stanno facendo seriamente in molti, anche a livello di scienziati e di ricercatori), dovremmo partire da un'idea; un'idea che può essere quella che c'è alla base, per esempio, delle tre Leggi della Robotica.
Utilizzare le Leggi della Robotica come un modello, e partire da quel modello per permettere di riconoscere alle macchine determinati diritti inerenti quanto queste macchine possano migliorare (e rendere più funzionale) la vita di un essere umano, e riconoscere che quindi il fatto che queste macchine possano migliorare la vita di un essere umano debbano essere paragonate o associate...
AMBULANZA!
... ad un essere umano e quindi riconoscere a queste macchine la stessa valenza di diritti che si riconosce a un essere umano. Fondamentalmente se io ho una protesi robotizzata, che è una macchina intelligentissima: è un braccio che permette di fare tutte le funzioni del braccio questa protesi installata sulla persona... io devo riconoscere che se un vandalo va lì e prende il braccio a colpi d'accetta, non sta semplicemente danneggiando una macchina, ma sta danneggiando la persona a cui questa macchina è collegata.
Ma non è che quando questa persona va a dormire e stacca questa protesi, allora se vado lì a prenderla a colpi di accetta, sto - di nuovo - danneggiando solo una macchina: sto danneggiando anche la persona che utilizza questa macchina. Quindi dovremmo riconoscere a quel braccio bionico il diritto di essere una parte integrante della persona a cui appartiene.
Secondo me dovremmo vedere questa forma di diritto.
Però - ripeto - bisogna vedere quali saranno gli sviluppi futuri.
Che cosa ci riserva il futuro? Ecco che - secondo me - potremmo partire dal modello delle tre Leggi della Robotica e sviluppare qualcosa che poi venga modificato in base all'andamento tecnologico, in base allo sviluppo, in base alle innovazioni che ci potrebbero essere nel campo delle macchine, nel campo della robotica...
Ma ovviamente questa è la mia posizione: ci possono essere posizioni differenti, ci sono state posizioni differenti in passato, ci saranno posizioni differenti in futuro. L'argomento - come ripeto - è molto complesso, per cui vi chiedo: secondo voi le macchine dovrebbero avere dei diritti? Parliamone! Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr, sono aperto a ogni genere di osservazione, a ogni genere di discussione.
Magari siete d'accordo con me che si potrebbe partire dal modello delle tre Leggi della Robotica e andare avanti seguendo lo sviluppo tecnologico.
Oppure possiamo dire che "no: non dovrebbero avere dei diritti" perché sono comunque delle macchine, in fondo le tre Leggi della Robotica ci dicono - fondamentalmente - che il principio è "La macchina deve servire l'uomo e non deve danneggiare l'uomo": la macchina può danneggiare sé stessa solo se ciò non è in contrasto con le Leggi "servire e proteggere l'uomo".
Potrebbe esserci questo: quindi non c'è il diritto, la macchina può essere distrutta perché dalla distruzione della macchina si è salvata una singola vita umana (ci sono le implicazioni della Legge Zero, ma non voglio fare spoiler per chi non ha letto tutta la saga di Asimov).
Avete altre ipotesi? Pensate che "no: anche la macchina (che può essere il braccio bionico) che sostituisce alla fine un oggetto, se qualcuno lo danneggia sta solo danneggiando un oggetto, non sta danneggiando la persona che possiede quell'oggetto"?
Non lo so, ripeto: parliamone.
Bene: direi che ho concluso. Come sempre vi ricordo, se sono riuscito a stuzzicare la vostra immaginazione, di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram)... o di condividermi con Siri, se Siri è una vostra amica.
Vi ricordo, se non lo avete già fatto, di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito, e riceverete subito un bel bagno di olio caldo EHM no scusate, volevo dire assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto.
Inoltre, se v'iscrivete anche al mio canale Telegram, che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda, riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine, se c'è un argomento che vi piacerebbe che io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Questo è tutto, per cui - di nuovo e come sempre - grazie per essere arrivati in fondo a questo vlog, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 19 marzo 2017

VLOG 156: Siete onesti o pirati?

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Giusto la settimana scorsa sono stato su questo sito: ho scaricato l'immagine ISO, ho fatto un bel DVD; mi sono installato un nuovissimo sistema operativo sul portatile, tutto già bello, attivo e perfettamente funzionante... ho scaricato un sacco di utilità: programmi per fare grafica, programmi per fare montaggio video, programmi per la gestione dell'ufficio (documenti, fogli di calcolo...).
Tutto gratis, senza tirare fuori un centesimo (sì, vabbè: gli € 0.15 del DVD, ma vuoi mettere?)
Eh? Ah, no no: sto parlando di Ubuntu, "Ubuntu Yakkety": un sistema operativo basato su Linux, gratuito e open source, così come tutte le utilità (gratuite e open source) che ho installato sul portatile.
Perché voi stavate pensando a qualcos'altro, ne sono certo: infatti è proprio quello di cui parliamo oggi.
Cominciamo: sigla!
[♪♫♪]
Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
Questo episodio di #DdVotr è stato montato (oddio: per me che lo sto girando in questo momento *sarà montato*, ma per voi che lo vedete È STATO montato) utilizzando il software AVS Video Editor: è un programma della casa AVS4YOU (credo che abbia base in Germania - se non ricordo male - questa software house) ed è un programma che ho acquistato alla modica cifra di (se non ricordo male) una cinquantina di euro (€ 51 e qualcosa) e ho acquistato quello che si chiama «abbonamento a vita» al software: tu compri l'abbonamento, e ogni volta che esce l'aggiornamento di questo programma (in realtà di uno qualsiasi dei programmi dell'AVS) puoi scaricare gratuitamente l'aggiornamento ed è sempre attivo.
E ho fatto questa scelta di utilizzare questo software perché è quello che ho trovato più leggero e funzionale per le mie esigenze, ma soprattutto ho fatto la scelta di acquistare il software perché, dopo aver speso veramente migliaia di euro in attrezzature video, mi sono detto: "Non vedo per quale motivo dovrei installare un programma che costa una cinquantina di euro e andarmi a cercare in giro qualche crack."
Anche perché a installare un crack c'è sempre il rischio di prendersi un virus, di mettere comunque a rischio il proprio computer, e alla fine della fiera per una cinquantina di euro ho l'assistenza tecnica, tutti gli aggiornamenti: il software fa esattamente quello che voglio, ho sempre a disposizione l'ultima versione... ma chi me lo fa fare?
Il principio di base è questo, questo punto di dire "Vabbè, ma perché mai dovrei utilizzare software pirata?", ma è un principio abbastanza complesso, perché là fuori nel mondo è pieno di gente che non riesce a fare questo ragionamento e continua a utilizzare software pirata, a guardare streaming pirata etc.
E di questo voglio parlarvi, ma prima di farlo voglio presentarvi il canale YouTube di oggi, perché è stato proprio uno dei suoi video a ispirarmi a quest'argomento.
Lui è un brasiliano "trapiantato" in Canada, l'ho scoperto grazie a WheezyWaiter, è un vlogger veramente molto simpatico e tratta argomenti di attualità in maniera - secondo me - molto interessante: è Izzy Nobre, il suo "show" è l'Izzy Nobre Show; innanzi tutto vi lascio linkato il suo canale sul doobly-doo e sulla scheda. Andate e dategli un'occhiata: secondo me è un canale che merita veramente tanto, è un canale fatto molto bene.
Oggi farò una cosa un po' particolare: di lui vi segnalerò tre video, ma solo due li linkerò sulla scheda, perché un link della scheda mi serve - temporaneamente - a me.
Il primo video che vi voglio segnalare è molto simpatico e ci racconta di 4chan e di un'avventura che ha riguardato delle manifestazioni a proposito di Trump e un artista che ha cercato di fare un live streaming di 24 ore, ma è stato "trollato" da quelli di 4chan, per cui vi lascio linkato questo primo video sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata, è veramente simpaticissimo, è veramente divertentissimo, proprio... già è divertente il fatto, come è successo, la ricostruzione del fatto che ci fa Izzy è una cosa che mi ha divertito tantissimo.
Il secondo video è un vlog "generico", raccontato in compagnia della moglie, in cui ci racconta come hanno "distrutto" la loro prima auto: è una cosa - secondo me - molto simpatica, che evidenzia anche un po' il fatto di dire "beh, siamo giovani e *particolarmente* inesperti in certe cose". Però questo video ("Come abbiamo distrutto la nostra macchina") ve lo lascio linkato solo sul doobly-doo, perché - come dicevo - mi servirà una scheda per una cosa di cui parliamo dopo.
Infatti passiamo subito al terzo video, che tratta un argomento molto spinoso, e l'argomento è quello che - appunto - mi ha dato l'idea per il video di oggi: "Ma voi continuate a piratare la roba?"
Praticamente la domanda di Izzy è molto fondata: in un momento in cui è semplicissimo trovare servizi come Infinity, Netflix o roba del genere, per avere trasmissioni on-demand in streaming direttamente sulla tv di casa in maniera perfettamente legale, in alta definizione (in maniera perfettamente funzionante) e a costi di abbonamento relativamente bassi... ha ancora senso andare a piratare la roba?
Nel momento in cui - per esempio a livello dei software - è possibile trovare tantissime alternative gratuite... ha ancora senso scaricare i software "blasonati" e piratarli?
E... questa è una domanda molto interessante, quindi per cominciare vi lascio il link a questo vlog di Izzy, come sempre sul doobly-doo e sulla scheda: andate e dategli un'occhiata, e appunto parlando dell'argomento del giorno io voglio fare una brevissima digressione. Come sapete, faccio il tecnico informatico e nel corso della mia vita lavorativa ho "sbattuto la testa" contro diverse decine e centinaia di computer sovraccaricati di quantità abnormi di software pirata.
Già sovraccaricati di quantità abnormi di software: raccontai in un "Vita da Tecnico" che secondo me ci sono computer che hanno più software su quella singola macchina che in tutto il centro di calcolo di un'università media.
Perché poi guardi certe situazioni e ti chiedi "Ma veramente?"
E in certi casi noto che è un problema proprio di "cultura". Non tanto del discorso della cultura "per quale motivo, se devi utilizzare un software, non acquisti il software con la licenza?", ma più che altro la cultura del "per quale motivo, se hai una specifica esigenza, invece di pensare al software più blasonato, non utilizzi una delle decine o centinaia di alternative che sono disponibili sul mercato?" Che sono gratuite, che fanno la stessa cosa, che talvolta fanno la stessa cosa ANCHE MEGLIO e fanno anche cose superiori...
Nel 2008 analizzai questo discorso sul mio blog secondario (sulle Pagine Oscure), perché quando io devo formattare il computer di un cliente, tendenzialmente quello che faccio consiste - innanzi tutto - nel ripristinare la licenza di Windows che è installata su quella macchina (spesso si parla di macchine con Windows 10, con Windows 8 o con Windows 7 che hanno una licenza d'uso disponibile e/o che hanno l'etichetta della licenza d'uso), quindi quando devo formattare il sistema, anche perché non è possibile fare il ripristino (perché, magari, si è danneggiato l'hard disk o stiamo sostituendo l'hard disk), innanzi tutto ripristino la licenza di Windows che è installata.
È la base: per quale motivo dovrei installare una versione di Windows crackata, se c'è già una licenza?
Secondo punto: installo moltissime utilità gratuite e/o open source, partendo principalmente da dei presupposti: c'è bisogno di navigare in internet e leggere la posta elettronica? Ok: Mozilla Firefox e Mozilla Thunderbird. Firefox è molto più affidabile di Internet Explorer (e di Edge), Thunderbird è molto più affidabile di molti altri software per Windows, e soprattutto Thunderbird ha degli eccellenti filtri bayesiani per lo spam, e funzionano molto bene: io uso Thunderbird da versioni - veramente - zero punto qualcosa! Adesso ho perso il conto (credo che siamo alla versione 30~31).
Per il ritocco audio installo Audacity, per la post-produzione video installo Avidemux, etc... ci sono moltissimi software che funzionano benissimo, che svolgono molto bene la loro funzione, senza bisogno di andare a cercare crack o senza bisogno di andare ad acquistarli (perché sono software gratuiti): dalla masterizzazione con InfraRecorder: un programmino leggerissimo che fa tutto quello che si richiede a un software di masterizzazione. Soprattutto che fa tutto quello che fa l'utente medio: l'utente medio che masterizza CD di musica e DVD che contengono qualche file di fotografie o qualche video, qualche roba del genere, InfraRecorder permette di creare CD e DVD dati, CD musicali etc. e senza il bisogno di dover utilizzare software più blasonati, estremamente più costosi che aggiungono una sfilza di utilità che non necessariamente si utilizzano.
Oppure installo il VLC Media Player. VLC è un piccolissimo programma (disponibile per Windows a 32 e a 64 bit, disponibile anche per Linux e per Mac) che permette di visualizzare video, sotto forma di OGNI formato: apre *letteralmente* persino la spazzatura. È uno dei pochi software che riesce ad aprire anche file video che sono incompleti o danneggiati. E senza bisogno di fare elaborazioni, conversioni o roba del genere.
Ma non voglio fare un vlog che diventi una noiosa lista di programmi gratuiti e/o open source che permettono di svolgere le funzioni che si possono svolgere ogni giorno con il computer, per cui prima di farvi la domanda, vi lascio un link a quell'articolo delle Pagine Oscure (che comunque ho aggiornato un attimo: ho ritoccato leggermente, giusto per avere un po' un'idea della situazione attuale), e vi lascio quell'articolo linkato sul doobly-doo e sulla scheda, così potete andare e dargli un'occhiata. Ricordate che le Pagine Oscure sono un blog non esattamente "Safe for Work" perché ci scarico ogni genere di considerazione, c'è un linguaggio magari discutibile, quindi Google vi chiederà l'autorizzazione a continuare e mostrare la pagina: state tranquilli, è una scelta che ho fatto io proprio perché contiene del linguaggio particolare, contiene immagini esplicite questo blog, quindi ho preferito fare in modo che ci fosse questa situazione. Ma clickate tranquillamente: non rischiate di prendere un virus, troverete solamente un linguaggio un po' meno "gentile" di quello che trovate su questi vlog.
E detto questo, per l'appunto, ecco la mia domanda: nella considerazione del fatto che ci sono diverse alternative open-source ai software, che ci sono diverse possibilità - non so - di ascoltare trasmissioni radio in streaming, di guardare programmi televisivi e serie tv in streaming, legalmente con piccoli abbonamenti (vedasi appunto Infinity, Netflix e robe del genere) voi, avendo la possibilità di scegliere tra una cosa legale a basso costo (o gratuita) o una cosa illegale perché piratata, scegliete la cosa piratata? Scegliete la cosa legale? Pensate che bisogna valutare un po' la funzionalità di entrambi?
Non lo so, magari nel vostro passato avete scaricato qualcosa di piratato e adesso ci state un po' ripensando. Acquistate musica sugli store online? Oppure utilizzate, non so, Soundcloud oppure Spotify? Avete fatto magari l'abbonamento a pagamento a Spotify: io - per esempio - sto utilizzando tantissimo Soundcloud, perché ho scoperto tantissimi autori di musica Creative Commons, e comunque di musica anche commerciale ma molto interessante e molto piacevole da ascoltare, e che viene comunque rilasciata gratuitamente su Soundcloud, quindi sto usando tantissimo quell'app e quel servizio.
Secondo voi ha senso utilizzare software pirata? Ha senso acquistare software commerciale, magari da un costo particolarmente elevato, quando sono disponibili delle interessanti alternative open source gratuite?
Parliamone: sono aperto alla discussione, come sempre nei commenti qua sotto oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Bene ragazzi, ho concluso. Se sono riuscito a incuriosirvi, a stuzzicare la vostra attenzione, come sempre vi ricordo di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram): condividete usando la funzione di condivisione, non scaricate questo vlog per ricaricarlo su Facebook, questa è un'azione pirata!
Vi ricordo, se non l'avete già fatto, di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e prenderete subito la benda sull'occhio come i pirat...AHEM! Volevo dire: e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto.
Infine vi ricordo che se c'è un argomento che vorreste io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Bene, io sono Grizzly, per oggi ho concluso per cui - come sempre - grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 12 marzo 2017

VLOG 155: TIM: tariffa a quattro settimane (e fattura a otto)

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A partire dal 1 aprile 2017 (e no: purtroppo non è un "Pesce d'Aprile") TIM smetterà di utilizzare il ciclo di fatturazione basato sul «mese solare» e comincerà a emettere fatture su un ciclo basato sulle «quattro settimane».
Quantomeno smetterà di emettere fatture mensili ed emetterà una fattura ogni otto settimane, tuttavia - prima che voi mi diciate "Ma Grizzly: un mese sono 30 giorni, quattro settimane son 28 giorni... sì, ok, ci sono un paio di giorni di meno, ma non è una così gran perdita!", vi consiglio di prendere una calcolatrice e farvi *bene* i conti. Se non volete prendere la calcolatrice o non volete farvi bene i conti, aspettate, perché fra poco vi spiegherò tutto quanto, perché questo è Diario di Viaggio on the road.
Sigla!
[♪♫♪]
Il ciclo di fatturazione che va sul «mese solare» dura, approssimativamente, trenta giorni. In realtà ha una durata differente in base alla durata del mese, ma quello che conta, alla fine dell'anno, è che sono *DODICI MESI*.
Quindi quando c'è un canone di, non so, mettiamo 50 euro (che si pagano ogni mese), in un anno sono 600 euro, perché sono 50 euro al mese per dodici mesi.
Che cosa succede quando il "mese di trenta giorni" diventa un "presunto mese" di quattro settimane? Che influenza hanno questi due giorni in meno?
Un anno è composto di 52 settimane. Se noi dividiamo 52 settimane in cicli di quattro, quindi dividiamo 52 per 4, non otteniamo "dodici e qualcosa", otteniamo tredici.
Il che significa che in un anno, a fronte di nessun cambiamento sul servizio (nessuna miglioria del servizio): il servizio resta lo stesso; per lo stesso servizio ogni anno noi paghiamo un canone in più. Un «mese» in più, completamente morto (perché non abbiamo nessuna funzione aggiuntiva sul nostro servizio).
Beh, è vero: se non accettiamo, possiamo passare a un altro operatore. Ma tanto *tutti gli altri operatori* comunque sono già passati al ciclo delle quattro settimane anche loro: l'ultimo, prima di TIM, è stato Fastweb, che aveva detto che non l'avrebbe fatto, e poi l'hanno fatto lo stesso. E già: tanto lo si sapeva che l'avrebbero fatto tutti.
Io mi chiedo in tutto questo, quale voce in capitolo abbiano le Autorità di Controllo qui in Italia, perché il fatto che *TUTTI gli operatori* siano passati allo stesso ciclo di fatturazione - personalmente - mi fa sospettare ENORMEMENTE un possibile accordo di cartello.
Ad ogni modo, non solo noi in questo modo stiamo DONANDO la tredicesima mensilità ai nostri operatori, la cosa che mi manda in bestia è - innanzi tutto - questo: il fatto che adesso noi abbiamo questo aumento del 8,33% sul costo annuale, che è un aumento abbastanza sensibile, soprattutto per una famiglia che vive di pensione, in cui - magari - ci sono dei giovani che hanno difficoltà sul lavoro. Dover tirare fuori un canone aggiuntivo ogni anno, a fronte di NESSUNA VARIAZIONE sul servizio (il servizio è LO STESSO che hai avuto sino ad oggi, semplicemente lo paghi l'8,33% in più) secondo me è una cosa ALLUCINANTE.
Vengono cambiati i contratti in corso di esistenza e io mi chiedo: chi ha fatto un contratto che - oltre al servizio di telefonia - prevede anche l'acquisto di un apparato (per esempio di uno smartphone o di un tablet) con un finanziamento: il contratto di finanziamento è "a parte", è indipendente da quello telefonico, ma che cosa succede nel momento in cui io pagavo una rata di un tot al mese, e questa rata "scende" a essere pagata ogni 28 giorni?
Vi faccio notare che in questo modo se a me restano da pagare, non so, tre anni di finanziamento, non son più 36 mesi: son trentasei "cicli di quattro settimane", son meno.
E se è meno tempo, si suppone che se io vado a chiudere un finanziamento in meno tempo, devo pagare meno interessi: dovrebbe essere rimodulata la rata.
Che cosa succede in questo caso?
Succede che mi vengono ricalcolate le rate? Succede che le rate del telefono, dello smartphone, vengono emesse "a parte" con un altro bollettino?
Se io ho un abbonamento di telefonia mobile in cui è previsto il pagamento della Tassa di Concessione Governativa, la TCG è imposta dallo stato, e sono €5,16 al mese SOLARE. Cosa succede? Viene moltiplicata per dodici e divisa per tredici per calcolarla sulle quattro settimane di ciclo?
Personalmente non trovo questa variazione particolarmente discutibile, quello che trovo particolarmente discutibile è questa manovra di tutti gli operatori di telefonia fissa e mobile in Italia, di aver non "inventato il mese corto", ma di essersi inventati la tredicesima PER LORO!
"Continuiamo a offrire lo stesso servizio di prima, ma invece di guadagnare dodici canoni all'anno, guadagnamo tredici canoni all'anno!"
Ricevevamo noi lavoratori dipendenti la tredicesima? Adesso i nostri operatori di telefonia (che - poverini - non c'hanno soldi) si son fatti la tredicesima anche loro, sulle spalle di noi poveri utenti.
Io - sinceramente - sono piuttosto amareggiato: come ripeto sono piuttosto amareggiato dal fatto che, piano piano, tutti gli operatori siano arrivati a questo punto.
Piuttosto amareggiato dal fatto che sia applicata questa variazione anche ai contratti in essere; sono amareggiato dal fatto che le Autorità di Controllo, che dovrebbero vigilare, che dovrebbero prendere seri provvedimenti, latitano.
E sono molto amareggiato da *COME* TIM ha fornito questa notizia con un piccolo trafiletto sulla terza pagina dell'ultima fattura.
Anziani, pensionati che non ci fanno caso a queste cose, si trovano a pagare un canone in più all'anno senza nessun motivo apparente.
TIM ci dice "per adeguarci alle sopraggiunte nuove condizioni di mercato": e quali sarebbero? Quella che siccome gli altri operatori guadagnano la tredicesima senza fare nulla, volevate la tredicesima anche voi?

Voi che cosa ne pensate? Parliamone.
Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr.
Non mi venite a dire "Passa con un altro operatore", perché non mi interessa, non è questo il punto del dibattito: il punto del dibattito è "tanto tutti gli altri operatori l'hanno già fatto questo passaggio".
Voi eravate a conoscenza di questa cosa? Siete clienti TIM e non ne eravate a conoscenza? Avvisate anche i vostri amici, i vostri parenti, i vostri nonni che eventualmente hanno la linea TIM.
E vi ricordo, se vi sono stato utile almeno in questo, di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici, con i vostri parenti (con chi ha TIM) anche su Whatsapp o Telegram.
Vi ricordo, se non l'avete già fatto, di iscrivervi al mio canale YouTube: a differenza dei contratti di telefonia, questo è gratuito, e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto, e quello dura anni (non in cicli di quattro settimane!).
Vi ricordo - inoltre - che se v'iscrivete anche al mio canale Telegram, che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda, riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Che altro aggiungere? C'è una grande amarezza... e beh, comunque: grazie, come sempre, per essere arrivati in fondo al vlog, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 5 marzo 2017

VLOG 154: Il picnic #OperazioneNostalgia

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Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly.
Domenica di fine inverno, domenica di inizio primavera: quando il tempo comincia lentamente a migliorare, quando le giornate nuvolose cominciano a lasciare il posto a giornate un po' più soleggiate, un po' più tiepide... era questo il momento in cui, alla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80 si voleva uscire, si voleva uscire dal guscio che era stata la casa che ci aveva avvolti e protetti per tutto il gelido inverno.
Ma non si può uscire e restare in una giungla di cemento che è la città! Ed ecco che allora si usciva e si andava in una "giungla", ma di alberi, ma di piante, ma di resina, ma di formiche! Ma... di questo ci arriveremo fra poco, perché si faceva il picnic domenicale di primavera.
E di questo voglio parlarvi, perché questo è Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia!
[♪♫♪]
Come dimenticare i picnic che facevo quand'ero piccolo, ma quand'ero MOLTO PICCOLO: quando avevo quattro anni, cinque anni, sei anni... parliamo di 35 anni fa: wow!
E appunto parliamo della fine degli anni '70, l'inizio degli anni '80: qui in Sicilia era proprio una moda quella di andare fuori dalla città, di allontanarsi, di prendere un po' il fiato, di respirare dell'aria buona dopo aver respirato tutto il tempo in città con tutti gli scarichi delle caldaie accese per tutto l'inverno.
E quindi voglio raccontarvi un pochettino come avvenivano i picnic negli anni '70, negli anni '80.
Tutto cominciava innanzi tutto il sabato, dopo aver analizzato diversi giornali per vedere le previsioni meteo. C'era una "riunione di famiglia" che sembrava - non lo so - il Consiglio di Guerra di Napoleone: c'erano cartine sparse per il tavolo del salotto, tutti quanti che si guardavano le cartine, si studiava la posizione, si studiava la strategia.
«E se dovesse essere nuvoloso?»
«Beh, eventualmente qui in paese c'è la Sagra della Carriola di Letame!»
I panini: e non stiamo parlando di tagliare del pane, metterci dentro due fettine di prosciutto e "Abbiamo fatto i panini!", stiamo parlando del Pane Condito con dentro formaggio, l'olio di casa, magari la caponatina (bella, proprio, leggera e piacevole!), che un pezzo di pane condito ti basta come pasto per una settimana, ma lì si mangiavano due~tre panini a testa!
E allora arriviamo alla domenica mattina: si cominciava alle 6:30 di mattina con una sveglia traumatica; lavati, vestiti: «Dai, mi raccomando: abbiamo tutti quanti appuntamento alle otto al bar "Alla cerva d'argento", che si prende un bel caffettino» (con litri di sambuca, perché ancora a quell'ora, nonostante la bella giornata, era RELATIVAMENTE freschino, soprattutto a febbraio!)
E dopo aver preso il caffè (con tantissima sambuca!) si parte tutti assieme in direzione della pineta. Una strada chilometrica, che veniva fatta a 20~30 km/h «perché se no i ragazzini si sentono male in macchina», perché la strada era tutta curve, ma soprattutto per il piacere di dire «Guarda che bel panorama!»
Che bel panorama, il panorama della Sicilia (dell'entroterra siculo) appena finito l'inverno: era una distesa di terreni brulli. E comunque ti godevi questo "panorama" fino ad arrivare in pineta: ci arrivavi verso le dieci del mattino, le dieci e mezzo, anche se era un posto a mezz'ora di strada da casa tua.
Comunque si faceva tutto con calma, si faceva tutto con piacere, ma il problema era: «Ok, siamo arrivati in pineta. Bene: siamo a posto»
Ma noooo... scaricare la macchina era un massacro, perché... ok: si cominciava con il plaid [anzi no, scusate: Sicilia dei primi anni '80, nessuno conosceva l'inglese, il "plàid" (pronunciato com'è scritto ndG)], questa coperta di lana... ne abbiamo ancora una, che abbiamo proprio da quel periodo (una coperta blu) che utilizzavamo solo per "quello": per stenderla sull'erba e potersi sedere sull'erba senza riempirsi di resina (si riempiva di resina la coperta). Che ancora quella coperta c'ha proprio l'odore del bosco, dei picnic che ha fatto (e che continua a fare ancora adesso).
Comunque c'era il plaid, c'era il cestone di vimini enorme per i panini, pieno zeppo di quei panini untissimi della caponata della nonna.
Le bevande comprendevano acqua minerale in BOTTIGLIA DI VETRO (il frigo pesava uno sproposito solo per quello), poi c'era - naturalmente - la fiaschetta di vino dello zio Torlindo: un vino fatto in casa... una cosa di una potenza immane, già lo stappavi e ti ubriacava solo il RUMORE del tappo che s'apriva.
Porta tutta questa roba e CAMMINA in una marcia forzata che durava almeno un'ora e mezza.
[sospiro] Finalmente si arrivava allo spiazzo a mezzogiorno.
In questo spiazzo c'era ognuno che prendeva la sua propria posizione: si stende il plaid, si mette su il cestino, chi va di qua, chi va di là... molti partono dietro agli alberi, perché - come i cani - devono "marcare il territorio"...
E a questo punto, piano piano, e per cercare di coinvolgere i bambini, dopo aver preparato tutto quanto ormai si era fatta l'una: «Vabbè, dai: mangiamo, che adesso qua bisogna preparare»
Tutto quanto? Son dei panini: basta sedersi e prendere i panini... noooo! Bisognava apparecchiare, bisognava tirare fuori i bicchieri, le posate, c'erano i piatti... c'erano i nonni, c'era una quantità allucinante di gente e si preparava tutto quanto e quindi si mangiava.
E finito il pranzo e raccolte le briciole «E bambini mi raccomando: non seminate briciole nel bosco!»
«Ma no, mamma: stiamo dando qualche briciolina agli uccellini!» e per un paio di passeri che ci sono è stato sbriciolato un intero filone condito con la caponata.
Il passero ha assaggiato due~tre bricioline di quel filone e - disperato - se n'è andato a schiacciare un pisolino perché gli sono buttate pesantissime: tutto il filone è lì!
E dopo pranzo bisognava passare il tempo e riposarsi un pochettino, quindi la mamma e la nonna si prendevano il libro, cominciavano a chiacchierare delle solite cose.
Però tutti gli altri dovevano trovare un modo di passare il tempo. Ed ecco che - subito - arrivavano i nonni che tiravano fuori il mazzo di carte napoletane e giocavano a briscola.
Giocare a Briscola me l'ha insegnato Stefano Benni qual è lo scopo del gioco: lo scopo del gioco è di battere le carte molto forte sul tavolo. Chi batte la carta più forte fa più punti, alla fine vince chi ha battuto le carte molto più forti o ha rotto il piano di gioco: quando è il tavolo si rompe il tavolo, quando si gioca nel bosco si batte molto forte, arrivano questi colpi secchi ogni volta che viene battuta una carta, e piano piano vola terra e si scava un buco. Si vince quando alla fine il buco intorno a quelli che stanno giocando è profondo almeno un metro.
Questo mentre l'Amico di Famiglia (omnipresente al picnic) prende il filo d'erba, lo mette tra le mani... [tweeeeeeeeeeeet!]
«Eh no, perché è un richiamo per uccelli...»
E infatti qualche uccello passa, ma dà più l'impressione che passa, guarda: «Ma guarda quello che sta facendo!» e cominciano a ridere (pardon: a cinguettare).
C'erano papà e lo zio che invece: «Ma vai! Andiamo per funghi»
«E andiamo per funghi...»
E stanno parlando due persone che non avrebbero trovato funghi in scatola sullo scaffale del supermercato! Ma andavano per funghi, quindi si perdevano dentro il bosco...
E allora c'era il cuginetto (di un anno più grande) che tirava fuori dalla tasca il Graal: la scatola di miccette avanzate da capodanno (dentro ce ne saranno state sette~otto, perché poi non è che fosse tutto questo granché).
«Dai a mettersi nel bosco a far scoppiare petardi!», che poi era una scena abbastanza gustosa, visto che eravamo tutti bambini di sei~sette anni, cinque anni... quando il cugino accendeva la miccia, tutti noi eravamo già a 50mt di distanza dentro un bunker, e il cuginetto - dopo aver acceso la miccia - partiva di corsa, che Bolt gli avrebbe fatto un baffo e mezzo.
E si scoppiavano i petardi. Due. Perché dopo il secondo botto veniva lo zio incacchiato nero e toglieva l'accendino al cuginetto.
Sicché la successiva ora~ora e mezza la passavamo con il cuginetto cercando di riaccendere le miccette facendo il fuoco sfregando due bastoncini. Non ci siamo mai riusciti: abbiamo sfregato bastoncini per decine e decine di picnic ma non siamo mai riusciti a cavare fuori neanche un po' di fumo!
E tutti quelli che hanno fatto un picnic negli anni '70, negli anni '80 possono confermare che almeno una volta si è tentato di accendere il fuoco coi bastoncini: non per l'idea di dire "Oh guarda: ho fatto il fuoco", ma per l'idea di riuscire ad accendere le quattro miccette avanzate. Non dite che non è vero perché lo so... eh! Guardate: eccone uno che l'ha fatto... eccone un altro... ehehe lo sapevo!
Si raccoglieva baracca & burattini: la cesta di vimini e il frigo (che non sai perché, erano più pesanti di prima) e si ritornava a casa, non perché si era fatto tardi, non perché era tramontato il sole, ma perché avevamo dovuto cedere il campo al Vero Nemico: le formiche!
Mi sono sempre immaginato queste cose un po' da cartone animato: il plotone di formiche, uno che suona l'adunata «Signori! Ci sono campeggiatori che stanno facendo un picnic»
L'urlo, che non si sa bene quale formica ha tirato: «EVVAI! Pane con la caponatina!»
E arrivavano MILIONI di formiche, tutte ben pasciute perché si nutrivano soprattutto di quello che lasciavano i villeggianti della domenica.
E tornavi a casa, eri talmente coperto di resina che - più fare che un bagno caldo - sarebbe servito del cotone e del gasolio agricolo per toglierti tutta quella resina di dosso!
Questo era il picnic negli anni '70, negli anni '80, ridendoci un pochino sopra, ma fondamentalmente alla fin-fine questa era la cronaca di una classica domenica di picnic in campagna.
Adesso, nel corso del tempo, il picnic è cambiato tantissimo: ormai i tempi sono cambiati anche nella gestione del picnic. Una volta era, appunto, anche il piacere di andare alla scoperta di un posto, andare a passeggiare, godere del panorama. Adesso diventa: «Sì sì: aspetta che metto su il GPS.»
Non dimentichiamo, tra le altre cose, che una volta si facevano, appunto, questi panini, questi piatti molto ricchi, molto funzionali.
Adesso... ma non lo so: facciamo il bento. Altrimenti: «Prepariamo qualcosa di biologico!»
Non so: ho l'impressione che il picnic nel corso del tempo sia cambiato.
Voi fate ancora dei picnic? Li avete fatti negli anni '70, negli anni '80? Li farete ancora?
Voglio sapere un pochettino la vostra: voglio sapere che cosa ne pensate, parliamone nei commenti.
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Io sono Grizzly, come sempre grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!