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domenica 26 marzo 2017

VLOG 157: I robot dovrebbero avere dei diritti?



Prendiamo uno sportello bancomat e proviamo a interagire con esso. Quindi utilizzeremo un opportuno speciale rettangolino di plastica, oppure useremo il nostro telefonino (o un altro meccanismo: alcuni - per esempio - permettono semplicemente di digitare un codice segreto speciale sulla tastiera) e, in questo modo, lo sportello ci consegnerà del denaro.
Oppure utilizziamo un altro sistema per interagire con questo sportello e, anziché utilizzare un opportuno rettangolino di plastica, utilizzeremo qualcosa di un tantinello più pesante: per esempio un bel piede di porco (come si dice in siciliano "un palanchino, anche detto Asso di Spade").
In questo modo, percuotendo il bancomat con un piede porco, otterremo che comincerà a dare strani segnali sul monitor, il computer comincerà a dare i numeri, sino a quando sarà completamente distrutto e ne usciranno le banconote che ci sono al suo interno.
Però - molto probabilmente - a questo punto le banconote saranno macchiate da un liquido indelebile e quindi saranno totalmente inutilizzabili.
Infatti svolgere quest'azione di "percuotere uno sportello bancomat molto forte con un piede di porco" è illegale e vi farà finire in carcere per molto tempo, quindi: non provateci a casa, bambini!
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: se interagendo con il bancomat va tutto bene, mentre percuotendolo con un piede di porco comincia a dare i numeri, il circuito può essere completamente distrutto, possiamo provocare dei danni - per così dire - permanenti e il computer potrebbe "morire"...
... possiamo dire che quello sportello bancomat prova dolore?
Pensateci attentamente durante la sigla.
[♪♫♪]

Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road. L'argomento di oggi è molto spinoso: mi sono ispirato ad un video di Kurzgesagt che, appunto, ci chiede "Ma dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine?" e per cominciare - prima di trattare approfonditamente quest'argomento, vi lascio il video di Kurzgesagt sul doobly-doo e sulla scheda, così potete andare a dargli un'occhiata: è molto interessante e, tra le altre cose, il video è in inglese ma la descrizione e i sottotitoli sono tradotti in italiano, quindi potete fruirne tranquillamente.
Quello che voglio fare in questo video è provare a rispondere in maniera "corretta", in maniera intelligente, alla domanda se dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine.
Ora, la risposta breve - secondo me (secondo il mio personalissimo parere) - è sì: dovremmo riconoscere determinati diritti alle macchine, anche se rappresentano delle macchine.
Ma la risposta lunga è "Sì: dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine, ma in determinate condizioni, in determinate situazioni e dovremmo riconoscere solo determinati diritti".
Allora, vengo e mi spiego: l'esempio che ci fa Kurzgesagt è quello del discorso di avere una «coscienza».
Ora, obiettivamente non so quale sia - per esempio - il limite tra una macchina "normale" e una macchina "senziente": non so se possiamo definire qual è il limite. Nel senso che sì: in questo momento in cui viviamo, le forme di Intelligenza Artificiale che abbiamo a disposizione sono comunque delle forme di Intelligenza Artificiale molto basilari. Cioè sì: possiamo interagire con il nostro telefonino (con Siri, con Ok Google, con quello che sia), parlargli in lingua italiana (o parlargli nella nostra lingua, in inglese, nella lingua che parliamo) e ottenere delle risposte.
Abbiamo dei meccanismi tecnologici che ci permettono di interagire in maniera sempre più intelligente e sempre più "naturale" con le macchine, ma ancora abbiamo una certa «linea di demarcazione» tra la macchina e l'uomo.
Tantissime parti del corpo possono essere sostituite, ma alcune parti ancora non possono essere sostituite,  soprattutto parliamo del cervello: con la tecnologia attuale, sicuramente, il limite è quello.
Quindi abbiamo la differenza tra una macchina umanoide che svolge dei compiti e un uomo: c'è una linea di demarcazione netta; ma in futuro non sappiamo se ci sarà ancora questa linea di demarcazione, comunque nel corso del tempo l'avvento della tecnologia (e lo sviluppo tecnologico) ha cambiato il modo di vedere moltissime cose e ha cambiato (e ha spostato) moltissime linee di demarcazione che erano presenti.
Ora vi faccio un esempio stupido (è stata una notizia di questi giorni): una persona negli Stati Uniti è stata incriminata per aver tentato una truffa all'assicurazione incendiando la propria casa. Fondamentalmente la storia è: "Io stavo dormendo, mi sono svegliato: c'era la casa che bruciava... c'era la stanza invasa dal fumo. Ho avuto solo il tempo di lanciarmi fuori di casa, tirare quelle tre~quattro cose che c'avevo in camera fuori dalla finestra, lanciarmi fuori dalla finestra anche io e scappare prima che il fuoco bruciasse tutto quanto."
E fin qua è la storia di quello che è successo. Ma questa persona aveva un pacemaker: un pacemaker "intelligente" che registra l'andamento del battito cardiaco nel corso dell'intera giornata, e scaricando le informazioni del pacemaker non si è rilevato un comportamento (a livello di battiti cardiaci) "compatibile con lo shock di svegliarsi, trovarsi circondati dal fuoco e lanciarsi fuori dalla casa di corsa".
Considerate un attimo l'innovazione tecnologica introdotta dal pacemaker: il pacemaker è uno strumento che tiene sotto controllo il battito cardiaco, che può intervenire in caso di aritmie, in caso di blocco improvviso del battito cardiaco etc. a seconda del tipo di apparato può interagire e SALVARE la vita di una persona.
All'inizio i pacemaker erano apparecchi molto "semplici": principalmente si limitavano a rilevare l'esistenza del battito cardiaco, la funzionalità del battito cardiaco, e se necessario a mandare delle scariche elettriche (delle stimolazioni) in determinati punti per effettuare... diciamo: "ripristinare" il battito cardiaco.
Ma quelli attuali sono molto più intelligenti: ti ci puoi interfacciare con il telefonino via Bluetooth, se fai attività sportiva puoi caricare un "profilo di attività sportiva", quindi il pacemaker non reagirà all'improvviso aumento del battito cardiaco dovuto al fatto che stai svolgendo un'attività sportiva... quindi ci sono tutte queste innovazioni, che sono cose che - quando è stato concepito il pacemaker - erano veramente cose di fantascienza.
Ma ci siamo arrivati, e chissà che cosa ci riserva il futuro.
Quindi, guardando solo le apparecchiature medicali, che cosa è stato fatto negli ultimi (non so) quindici~vent'anni a livello tecnologico... le protesi! Ho parlato già in passato delle protesi stampate in 3D e "motorizzate" in maniera tale da poter essere controllate, addirittura, dall'idea (dallo stimolo che va alla terminazione nervosa) di muovere un muscolo, e si può controllare il motorino che apre o chiude una mano.
Siamo certamente a tecnologia che - fino a qualche anno fa - era fantascienza, e quindi in futuro arriveremo a tecnologie che IN QUESTO MOMENTO sono fantascienza!
Ecco che, per dare una risposta alla domanda "dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine" come dicevo la mia risposta breve è "sì" e la mia risposta lunga è "sì: in base a determinate caratteristiche".
Permettetemi di analizzare meglio che cosa intendo dire quando dico "sì: dovremmo riconoscere dei diritti alle macchine": secondo me dovremmo partire (che è una cosa che - tra le altre cose - stanno facendo seriamente in molti, anche a livello di scienziati e di ricercatori), dovremmo partire da un'idea; un'idea che può essere quella che c'è alla base, per esempio, delle tre Leggi della Robotica.
Utilizzare le Leggi della Robotica come un modello, e partire da quel modello per permettere di riconoscere alle macchine determinati diritti inerenti quanto queste macchine possano migliorare (e rendere più funzionale) la vita di un essere umano, e riconoscere che quindi il fatto che queste macchine possano migliorare la vita di un essere umano debbano essere paragonate o associate...
AMBULANZA!
... ad un essere umano e quindi riconoscere a queste macchine la stessa valenza di diritti che si riconosce a un essere umano. Fondamentalmente se io ho una protesi robotizzata, che è una macchina intelligentissima: è un braccio che permette di fare tutte le funzioni del braccio questa protesi installata sulla persona... io devo riconoscere che se un vandalo va lì e prende il braccio a colpi d'accetta, non sta semplicemente danneggiando una macchina, ma sta danneggiando la persona a cui questa macchina è collegata.
Ma non è che quando questa persona va a dormire e stacca questa protesi, allora se vado lì a prenderla a colpi di accetta, sto - di nuovo - danneggiando solo una macchina: sto danneggiando anche la persona che utilizza questa macchina. Quindi dovremmo riconoscere a quel braccio bionico il diritto di essere una parte integrante della persona a cui appartiene.
Secondo me dovremmo vedere questa forma di diritto.
Però - ripeto - bisogna vedere quali saranno gli sviluppi futuri.
Che cosa ci riserva il futuro? Ecco che - secondo me - potremmo partire dal modello delle tre Leggi della Robotica e sviluppare qualcosa che poi venga modificato in base all'andamento tecnologico, in base allo sviluppo, in base alle innovazioni che ci potrebbero essere nel campo delle macchine, nel campo della robotica...
Ma ovviamente questa è la mia posizione: ci possono essere posizioni differenti, ci sono state posizioni differenti in passato, ci saranno posizioni differenti in futuro. L'argomento - come ripeto - è molto complesso, per cui vi chiedo: secondo voi le macchine dovrebbero avere dei diritti? Parliamone! Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr, sono aperto a ogni genere di osservazione, a ogni genere di discussione.
Magari siete d'accordo con me che si potrebbe partire dal modello delle tre Leggi della Robotica e andare avanti seguendo lo sviluppo tecnologico.
Oppure possiamo dire che "no: non dovrebbero avere dei diritti" perché sono comunque delle macchine, in fondo le tre Leggi della Robotica ci dicono - fondamentalmente - che il principio è "La macchina deve servire l'uomo e non deve danneggiare l'uomo": la macchina può danneggiare sé stessa solo se ciò non è in contrasto con le Leggi "servire e proteggere l'uomo".
Potrebbe esserci questo: quindi non c'è il diritto, la macchina può essere distrutta perché dalla distruzione della macchina si è salvata una singola vita umana (ci sono le implicazioni della Legge Zero, ma non voglio fare spoiler per chi non ha letto tutta la saga di Asimov).
Avete altre ipotesi? Pensate che "no: anche la macchina (che può essere il braccio bionico) che sostituisce alla fine un oggetto, se qualcuno lo danneggia sta solo danneggiando un oggetto, non sta danneggiando la persona che possiede quell'oggetto"?
Non lo so, ripeto: parliamone.
Bene: direi che ho concluso. Come sempre vi ricordo, se sono riuscito a stuzzicare la vostra immaginazione, di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram)... o di condividermi con Siri, se Siri è una vostra amica.
Vi ricordo, se non lo avete già fatto, di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito, e riceverete subito un bel bagno di olio caldo EHM no scusate, volevo dire assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto.
Inoltre, se v'iscrivete anche al mio canale Telegram, che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda, riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Infine, se c'è un argomento che vi piacerebbe che io trattassi in #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Questo è tutto, per cui - di nuovo e come sempre - grazie per essere arrivati in fondo a questo vlog, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

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