Sto cenando. La finestra della cucina è appoggiata, e io sto guardando distrattamente la tv. All'improvviso il segnale si interrompe per qualche istante, e mi rendo conto che l'interruzione è avvenuta in corrispondenza di un lampo molto luminoso. Quando sono rientrato a casa, poco prima del tramonto, il cielo era grigio e non prometteva niente di buono, ma a questo punto apro la finestra ed esco sul balcone di pochi centimetri, in tempo per accorgermi che è in corso un fortunale incontenibile. Un altro lampo squarcia il cielo da una parte all'altra, illuminando di un sinistro bagliore violaceo tutta l'area circostante. Dopo pochi secondi arriva il primo tuono, condito di altri lampi. Il tuono stesso non è un brontolio sommesso, ma una lunga vibrazione costellata di onde più alte e rumorose, come un sommesso e lunghissimo terremoto.
Rimango in balcone per qualche minuto, strabiliato dalla visione dell'acqua che sta cadendo fittissima, dai fulmini che continuano a spezzare in due parti di cielo sopra il mare o le case più distanti. E poi rientro, per continuare a cenare e perché il vento mi fa arrivare diversi schizzi d'acqua addosso (e sono in pigiama... con il mezzo raffreddore pure). Per me è sempre così: quando piove, quando si scatena un fortunale, rimango sempre affascinato dalla natura che scarica tutta la sua forza e la sua violenza sull'uomo, inerme spettatore di questo fenomeno; decisamente provo sensazioni piacevoli.
[sì, prima di riprendere con la cena, ho comunque avuto la buona creanza di tornare in camera da letto, spegnere il pc e staccare il router dalla linea telefonica (lo spettacolo di fulmini si gode meglio quando si è sicuri che non potrà fare danni, comunque), e ho messo sul letto il piccolo Lucky... (-: ]
Mentre finivo di cenare ripensavo al temporale, e mi è venuta in mente una gustosa scena a cui ho assistito tempo fa. A casa di un amico stavamo seguendo un problema col suo computer portatile, e c'era un bel fortunale in corso. Un lampo ha illuminato il cielo pomeridiano e l'amico, senza battere ciglio, ha gridato: "Bambini, le orecchie!" invitando i due figli (tre e otto anni) a turarsi le orecchie pochi secondi prima che un lungo tuono scuotesse le pareti della casa.
Cosa incute più tenerezza di due bambini che interrompono i loro giochi per isolare occhi e orecchie dal rumore di un tuono? (-: Eppure, e mi voglio un attimo riallacciare al discorso della paura da palcoscenico di un paio d'articoli fa, ci sono paure e fobie che sono tipiche dei bambini e legate soprattutto alla paura del distacco, ma anche persone adulte che alcune di queste paure se le portano per tutta la vita.
C'è una differenza fondamentale fra una paura e una fobia. La paura è un'emozione intensa, comune a uomini e animali, che fa parte dell'istinto di conservazione. In presenza di paura per un pericolo o possibile pericolo supposto o presunto, si cambia completamente il modo di raffrontarsi ad esso: l'attenzione all'ambiente circostante cresce, il corpo si predispone alla fuga, i battiti cardiaci aumentano. L'uomo coraggioso non è colui che non ha paura, bensì colui che riesce a controllare la sua paura ma anche a farsi guidare da essa.
Perché non mettiamo le mani dentro il camino acceso per spostare un ciocco rovente ma usiamo invece un attizzatoio? Vedete che la paura serve? (-:
Normalmente la paura può essere provocata da un pericolo vero, e magari imminente (esempio: un incendio che rischia di lambire la vostra casa tendete a guardarlo con molta più apprensione del ciocco di legno che scoppietta dentro il vostro caminetto), ma altre volte può diventare una vera e propria fobia, che non necessariamente coinvolge un pericolo imminente. La differenza principale tra la paura e la fobia è proprio questa: vedere una situazione di pericolo imminente anche davanti a una situazione normalissima, che di pericolo ne può avere ben poco. Vivere a contatto con una fobia, tuttavia, può influenzare negativamente la propria vita e il proprio metodo di relazionarsi con gli altri. Spesso alcune fobie sono eredità di qualche "incidente" d'infanzia affrontato con lo stato d'animo sbagliato, ma per fortuna superare certe fobie non è impossibile.
Odiate i luoghi chiusi, ove sentite mancare l'aria e avete la sensazione di sprofondare nel buio, di soffocare, di morire? Si chiama claustrofobia, ed è una delle fobie probabilmente più note e diffuse.
Oppure la vostra "bestia nera" è un incontro ravvicinato con un ragno? Anche l'aracnofobia è molto diffusa: ne soffre persino un mio ex collega.
Il punto è però complesso, e faccio un esempio. Quando parlo di aracnofobia intendo genericamente la paura di trovarsi a contatto con un ragno. Ora, ci sono persone aracnofobiche le quali provano un moderato senso di ribrezzo a trovarsi una vedova nera che zampetta in giardino, ma ci sono anche persone a cui si strozza il respiro in gola solo a vedere la foto di un ragnetto sull'enciclopedia.
Quando lavoravo presso un'emittente tv privata di Siracusa, c'era l'editore che era pesantemente herpetofobico (questa parolaccia significa "paura dei rettili e dei serpenti"), ma abbastanza da schifarsi quando mandavano in onda un documentario sui serpenti: ci invitava a spegnere il monitor della messa in onda per tutta la durata del documentario, pur di evitare quello spettacolo ("Ma cavoli! Così se il nastro si macella durante la messa in onda non ce ne accorgiamo..." "Meglio! Così se si macella finalmente lo butto via!").
Ora, come dicevo prima, ogni paura e fobia può essere superata, ma non sempre è semplice, soprattutto in età adulta. Perché oltre all'ansia indotta dall'elemento scatenante della fobia, spesso si inserisce anche una palese vergogna nel provare una fobia particolarmente circoscritta. Anche perché crescendo ci si rende spesso conto che la causa scatenante non è un pericolo per niente, ma questo non toglie che davanti all'oggetto o alla situazione della propria fobia, si arrivi a perdere completamente il controllo. Poi ci si combatte con la vergogna, legata dal fatto che spesso chi ci sta intorno potrebbe essere capace di interpretare queste paure come semplici retaggi infantili, e non come veri e propri momenti di palese disagio, in certi casi persino di panico.
Mi riallaccio all'amico che ha fatto turare le orecchie dei figli un paio di secondi prima del tuono: se a quattro anni hai paura dei tuoni e dei temporali (si chiama brontofobia) tutti quanti pensano che alla fine faccia solo tenerezza. Ai bambini passerà crescendo, magari un po' prima raccontando la favola degli angioletti che si rincorrono fra le nuvole [o quella del compleanno del dio Zeus che festeggia coi suoi fuochi d'artificio zigzaganti, la mia preferita! (-: ].
Nonostante tutto, però, succede che in certi casi questa molla non scatti, o scatti ben poco a sufficienza. Ecco che incontreremo qualcuno "adulto & vaccinato" che in una giornata di diluvio con lampi e tuoni vorrebbe sprofondare sotto il letto. Quando non piove ne parli con lui/lei e per primo ti dice: "lo so che quando il tuono mi scuote dalla testa ai piedi ormai il pericolo (il fulmine) è passato da un pezzo, non sono un'idiota!", ma ciò non toglie che quando il primo tuono rimbomba nel circondario, per quella persona controllare gli istinti di paura non è affatto semplice.
Anni fa conobbi una ragazza (di almeno una decina d'anni più di me) che in confidenza mi disse non solo di portarsi appresso sin da piccola questa fobia, ma persino che l'anno precedente, quando erano in campagna e un fulmine aveva tranciato di netto un albero del loro giardino, lei era stata colta da una crisi di panico.
Adesso provate a immaginarvi come gestire una vita di relazione con gli altri, se un temporale potrebbe provocarvi una violenta crisi di panico?
Come dicevo poco prima, i temporali mi affascinano parecchio: qualche annetto fa, di mattina presto (saranno state le sei) stavo valutando l'inizio della giornata guardando fuori dalla finestra della mia camera mentre fuori un fortunale scaricava milionate di gocce d'acqua grosse come secchiate, in un continuo di lampi seguiti da brontolii cupi a distanza di non più di due-tre secondi (sì, parliamo di meno di 1 km come zona di caduta dei fulmini). La finestra era semiaperta e all'improvviso un gigantesco fulmine giallo-violaceo ha illuminato tutta l'area circostante, abbagliandomi nettamente, e producendo praticamente nello stesso istante uno schianto secco fortissimo. Dopo alcuni secondi la vista mi ritornò e mi resi conto che un palo dell'illuminazione stradale che si trova a circa 25-30 metri dal mio balcone era stato letteralmente fritto da un fulmine (adesso era spento, nonché palesemente annerito). Ci credete? La mia prima reazione fu di sorridere: "wow! L'ha fatto secco!"... pensate che c'è gente che davanti a una scena del genere sarebbe probabilmente svenuta. Se c'è qualcuno fra i miei lettori che soffre di questa noiosa fobia, mi consenta di dare un consiglio spassionato. Assieme al vostro/alla vostra partner o amica/o del cuore, e con le cuffie dell'iPod ben piantate nelle orecchie (almeno per le prime volte), provate a guardare da dietro le finestre il fenomeno dei lampi d'autunno o l'andamento dei fulmini quando il temporale si sta allontanando. Riuscire a vivere con il giusto relax questa fase potrebbe farvi scoprire di quali spettacoli è capace Madre Natura, e questo potrebbe aiutarvi a superare questa fobia.
Bene.
Finalmente voglio andare un po' avanti. Perché finora abbiamo parlato di paure che sono molto diffuse [e di temporali dato lo splendido tempo che c'è in questi giorni (-: ] e che, in qualche modo, possono essere spiegate con una qualche lontana forma di pericolo che potrebbe essere controllata.
Ma adesso che avete un'idea di come si sente una persona claustrofobica che rimane incastonata dentro un ascensore bloccato, o una che non sopporta i serpenti e se ne trova uno davanti al naso, proviamo ad analizzare qualche fobia che è difficilissima da spiegare, e comunque che rende molto difficile a una persona doverci convivere.
Vi faccio un esempio molto romanzato: avete un gruppetto di amici (decisamente un po' particolari!) e volete organizzare una bella festa nella vostra microscopica casa di campagna:
- Uno non verrà perché il prefabbricato di 15 metri quadri che avete come struttura lo fa sentire a disagio, data la sua palese claustrofobia. (-:
- Un altro amico non verrà, perché i vostri sei ettari di terreno gli faranno sentire ancora di più il peso della sua agorafobia (paura degli spazi aperti).
- La coppietta di novelli sposi eviterà di venire in campagna perché lei odia i ragni e lui i rettili, entrambi molto diffusi in campagna.
- Quella ragazza così simpatica che abita nella casa di fronte eviterà di passare perché è una serata nuvolosa e promette di piovere; uno di quei temporali estivi con attività ceraunica DOC.
- Ah, a proposito: mi raccomando l'illuminazione, così verranno tutti quelli con la scotofobia [essì: la sempreverde paura del buio. In campagna isolati è facile riscoprirla, lasciatevelo dire da uno che di serate a Cisternazza con persone che sono passati da "noi uomini duri" a "noi con le braghe marroni" nel giro di un minuto ne ha fatte un bel po'... ((-: ].
- Avete un'amica che soffre di lachanofobia. Che significa? Che verrà alla vostra festa se e solo se negli stuzzichini che servirete non saranno presenti cetriolini sott'aceto, e non comparirà tutto intorno nessun vasetto di cetrioli o cetriolini in genere, poiché la sola presenza di un vasetto la mette in agitazione.
Mai sentita, vero? Provate a pensarci un attimo, che ora andiamo avanti: non ho finito. - Conoscete la coulrofobia? Ce l'ha quell'amico che vi ha implorato di non fare animazione con dei clown, perché alla vista dei pagliacci si fa prendere dalle crisi di panico.
Come dite? Ah, che i clown potessero impaurire così tanto ve lo aspettavate? Eh, sì: il buon vecchio Pennywise un po' di danni ne ha fatti. Ma non è finita. - Non parlate di guardare le stelle cadenti: due amici con l'anablefobia (sono terrorizzati dall'idea di guardare in alto) non lo apprezzeranno per niente.
- E quell'altro amico con la globofobia (anche questa non la conoscete, vero? Paura dei palloncini) vi chiede di non mettere decorazioni con palloncini colorati, dato che lo terrorizzano.
- La pirofobia di quell'altra amica invece farà sì che non ci saranno né una grigliata né i fuochi d'artificio (ha paura del fuoco).
Nel profondo del cuore molti di noi conservano delle fobie che aspettano solo di uscire, o che magari non ne usciranno mai, perché abbiamo imparato ad affrontarle. Nel profondo del nostro intelletto tutti quanti sappiamo che ci sono cose che non rappresentano un pericolo, ma spesso tentare di affrontare una fobia da soli può solo peggiorarla e, in alcuni casi, credo sia serialmente utile il consiglio di uno psicologo e, soprattutto, l'aiuto e il rispetto di veri amici cui non passi manco per l'anticamera del cervello di farvi scherzi che possano in qualche modo coinvolgere una vostra fobia.
E ora che ho parlato un po' in maniera generalizzata di questo discorso, voglio addentrarmi un po' nella psiche di voi, o miei fedeli lettori. Voglio stimolarvi leggermente a buttare fuori le vostre paure più recondite.
Comincio io, legandomi anzitutto alla mia tagline all'inizio dell'articolo: in passato dormivo con il sole che filtrava in camera da letto all'alba (sì, lo ammetto: svegliarsi coi raggi del sole in camera è bellissimo, ma ormai salto su alle cinque di mattina, per cui...).
Una mattina, appena svegliato, ho avuto un'allucinazione (al risveglio, in uscita da poco dalla fase REM è normalissimo: si chiama "sognare ad occhi aperti"): ho visto una tigre enorme seduta sul tappeto accanto al letto, che mi guardava leccandosi i baffi.
Era un'immagine provocata dai raggi di sole che filtravano attraverso la persiana, ma ciò non toglie che quell'immagine mi ha svegliato più di una secchiata di caffè gelido. E se molti di fronte a questa cosa probabilmente adesso dormirebbero con la lucina di cortesia senza voler ammettere di aver paura del buio, io posso dire di essere alquanto preoccupato dall'idea di dormire in penombra, e preferisco pertanto una camera particolarmente oscura (così nera che ci ho messo quasi un mese ad abituarmi alla sveglietta che proietta l'ora, e se le conoscete vi potete immaginare la mia sensibilità in tal senso...). Amo dire che qualcuno ha paura del buio, mentre io ho paura della luce (PS: lo sapete che ci sono miei coetanei che dormono con la lucina accesa per il panico che incute loro il buio?)
Inoltre il mio rapporto con i fuochi artificiali non è mai stato idilliaco, specie dopo una brutta esperienza di diversi anni fa che, ammetto, mi ha segnato parecchio: tuttora quando ho voglia di guardare uno spettacolo di fuochi preferisco essere su un luogo panoramico a distanza di sicurezza piuttosto che con il naso all'insù a poche decine di metri dall'area di sparo (ad esempio per Santa Lucia prediligo la balza Akradina).
In compenso rettili, ragni o pipistrelli non mi hanno mai dato problemi (in montagna mi è capitato di avere un incontro ravvicinato con una vipera, la quale quando sono giunto a un paio di metri dalla sua tana è schizzata via terrorizzata, data la notoria timidezza di questi serpenti): quando abbiamo montato la lampada a neon sopra la porta del mio ufficio, mi ha aiutato un amico particolarmente schifato dai gechi; al momento di aprire la vecchia plafoniera per giuntare i fili che vanno a quella nuova, senza mezzi termini mi ha chiesto di salire io sulla scala ed aprirla, terrorizzato dall'idea che fosse la tana di un piccolo gekkonidae, che ne sarebbe probabilmente zompato fuori sul più bello. E io l'ho fatto, senza pormi il minimo problema né la minima critica nei suoi confronti, e anzi invitandolo ad allontanarsi dalla scala qualora l'ospite ne fosse uscito sul serio. Trovo quei piccini molto simpatici [soprattutto sono sicuro che quello che mi ha tostato il server deve essere buonissimo, grigliato con le patate e i pomodorini di Pachino (((-: ] e anzi in questi giorni ne parlerò un po'. Così come non ho problemi a combattere con gli scarafaggi (come ho fatto qualche compleanno fa), sebbene dato l'ambiente fognario da cui vengono buona parte di loro, piuttosto che spalmarli sul pavimento (che dopo andrebbe disinfettato) preferisco acchiapparli [sono un mago con una campana vuota di CD ((-: ] e defenestrarli.
Ah, già: la pesca coi vermi mi schifa (aborro il contatto con il saltarello tagliato), e preferisco abbondantemente la pesca a gamberetti.
E ora tocca a voi.
Qual è la vostra paura recondita più nascosta? Quale la vostra "bestia nera" che tuttora vi costringe a fermarvi e vi fa sentire il cuore in gola e il fiato corto? Non voglio che vi dobbiate vergognare nel parlare di ciò, per cui se volete sentitevi liberi di usare la forma di commento anonimo nello spiegare la vostra fobia (vi prego solo di non commentare anonimamente per scrivere "ho paura di questo" e stop...) e, se ve la sentite, raccontateci se state cercando di affrontare questa fobia, e in che modo.
Avete tutta la mia comprensione, tutto il mio rispetto, e il mio consiglio di non lasciare che una fobia vi possa rovinare la vita, sebbene certe paure irrazionali non possano essere superate da soli o semplicemente affrontandole a viso aperto: siate disposti anche a supporto psicologico se provate disagio o problemi nella vita di tutti i giorni, piuttosto che isolarvi sempre di più...
PS: e se un giorno dovessi incontrare qualcuno terrorizzato dagli orsi? ((-:
Madre Natura riesce ad affascinarmi più che provocare terrore.
RispondiEliminaNel senso che si, magari provo paura ad esempio durante un terremoto... ma al contempo quel dondolìo, quel suono, quel calore (che penso sia dato da un repentino innalzamento della mia adrenalina!) mi affascina: perchè sento la Terra viva sotto di noi.
Idem con i temporali, con il vento furioso, con il mare in tempesta...
Sono ben cosciente del fatto che ogni sua esasperazione porta a tragiche conseguenze ed immani cataclismi. Ma, a dosi moderate, è bello godere di queste eventi, che per me hanno sempre un qualcosa di misterioso ed affascinante...
Poi, vabbè, se vedo scarafaggi, rettili e affini mi arrocco su una sedia e tanti saluti a tutti.
E di notte dormo con la lucina anch'io e non me ne vergogno affatto, che se apro gli occhi ed è tutto buio mi sembra di soffocare, come se avessi respirato ed ingoiato "cotone nero".
Ognuno è fatto a modo proprio...
;)
Poi, vabbè, se vedo scarafaggi, rettili e affini mi arrocco su una sedia e tanti saluti a tutti.
RispondiEliminaUhm, il ribrezzo per rettili e blatte devo dire che è molto comune (oddio, c'è chi scappa terrorizzato anche dalle farfalle), stamattina un amico mi ha raccontato di un incontro ravvicinato con un serpente che gli si era avvinghiato di colpo al braccio, e della sua fuga di 200mt in tre secondi sbattendosi il braccio fino quasi a staccarlo...
Io posso dire che una volta ho acchiappato al volo un geco con le dita per buttarlo fuori dall'ufficio. Nessun ribrezzo (è un animale a sangue freddo, ammetto che fa un po' d'impressione prenderlo in mano che pare uscito dal frigo), ma alla fine quello più spaventato era lui [prima ha tirato un urlo (e non sapevo che i gechi urlassero! S-: di questo ne parlerò in un prossimo articolo) e poi è rimasto surgelato mentre lo portavo fuori e lo lasciavo sul muretto fuori dall'ufficio. Dopo una decina di minuti gli è passata la paura e si è allontanato]. Non lo so, mi piacerebbe moltissimo un bel geco in un terrario (gli piace la frutta, soprattutto le pesche, ma la cosa che non disdegnano nella loro dieta sono le simpaticissime zanzare, di cui lui e i pipistrelli sono particolarmente ghiotti. (-:
E di notte dormo con la lucina anch'io e non me ne vergogno affatto, che se apro gli occhi ed è tutto buio mi sembra di soffocare, come se avessi respirato ed ingoiato "cotone nero".
Vergogna, vergogna... vergogna? Ma quale vergogna, voglio spezzare una lancia: ci vuole anche un santissimo "chissenefrega"!! (-: [che è anche il primo passo verso il superamento di una fobia (-: ]
Io l'ho detto che dormo in un luogo con la stessa illuminazione di una profondità oceanica, ma... ammetto anche tranquillamente che ogni sera prima di coricarmi scelgo uno dei pupazzi della mia collezione e passo alcuni minuti smauzzolandolo, poi mi addormento tenendolo sotto il braccio. Mi aiuta a scaricare la tensione ed ha un effetto interessante sui sogni e sul controllo dei sogni lucidi. [e poi da quando un orsetto mi dorme accanto gli incubi sono diventati un'esperienza ben più che rara! ((-: ]
Di dormire con l'orsetto (pardon, di lasciare che un orsetto dorma con me) devo dire che un po' me ne vergogno (cavoli! Ho 34 anni, mica sette), ma da un po' di tempo a chi mi critica di solito rispondo: "sì, me ne vergogno. E allora? Ora che lo sai sei più contento?" ((-: