venerdì 30 aprile 2010

SIAE e Inno di Mameli

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Proprio in questi giorni è saltata fuori una storiaccia (informazioni qui, qui e infine qui, notizie di base invece qui) a proposito di un ente no-profit che è stato invitato a pagare la SIAE per l'esecuzione pubblica dell'Inno Nazionale durante i festeggiamenti del capodanno nel messinese.
Un polverone nel quale la SIAE, come già avvenuta in passato, ne è uscita logora e dolorante, cercando di fare bella figura con la dichiarazione che non richiederà più il pagamento dei diritti riguardanti l'esecuzione pubblica dell'Inno.

Ora. La prima domanda che mi faccio è semplice: innanzi tutto è previsto un tariffario obbligatorio per poter perpetrare una manifestazione musicale in pubblico. Se io organizzo una manifestazione qualsiasi, in cui faccio intervenire una banda, un'orchestra da camera-sala-LaRoyalFilarmonic e chiedo di suonare SOLO l'inno nazionale prima di cominciare la manifestazione e poi faccio andare via ogni musicista, la SIAE mi chiederà comunque di pagare per la diffusione pubblica di musica? Perchè è facile dire "ok, non chiederemo più sotto la nostra responsabilità etc. etc.".
Mi auspico che lo stato vada avanti con le interrogazioni parlamentari fino a cominciare ad avere leggi che mettano nero su bianco tutta la situazione inerente la diffusione di musica al pubblico. E non solo al pubblico: vorrei che finalmente si facesse chiarezza sulla complicata storia che, per non finire in un lampo, coinvolge anche la SCF, e altri fenomeni paranormali incontrollabili come la richiesta di pagare i diritti SIAE per un'opera in Creative Commons 'per tutelare gli autori', presenti e non iscritti.

giovedì 29 aprile 2010

Ubuntu 10.04 LTS

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Domani esce il nuovo aggiornamento Long Term Support di Ubuntu.
E fra domani e il primo maggio aggiornerò i server aziendali, salvo improvviso gonfiarsi delle fibre ottiche di Canonical durante il "download day": nel dubbio, ricordate che in casi come questo (dove si distribuisce software coperto da una licenza che autorizza ed incoraggia la condivisione) l'uso di bittorrent è più che utile...

 ... a domani, vediamo che succede (-:

mercoledì 28 aprile 2010

Ubuntu, installazione da floppy?

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Sto togliendo una serie di vecchie macchine dal laboratorio. Le sto togliendo per destinarle ad altro uso fuori dall'azienda.
Una di queste, un vecchio pentium-III Compaq, pur disponendo di ben due unità CD (un lettore e un masterizzatore), da BIOS supporta l'avviamento solo da floppy disk o da hard disk.
E mi sono detto "ok, prima di tirarlo fuori voglio installarci ubuntu, ma... come si fa?"
Dato che il sistema può avviarsi dal floppy, pensavo di eventualmente costruire un boot-floppy lilo o grub che, installato su un dischetto, mi mandasse in boot l'unità cd, ma sono andato troppo avanti! (-:

Infatti sui cd di Ubuntu, nella cartella /install/ c'è un piccolo file, che si chiama sbm.bin e che serve proprio allo scopo.
Si copia su un floppy da 3.5" con rawrite o dd, e si inserisce nel lettore floppy, dopo aver inserito nell'unità il CD d'installazione.
Il sistema si avvia e il programma Smart Boot Manager chiede quale unità utilizzare per il boot della macchina. Un colpo sull'unità CD-ROM corretta (nel mio caso "CDROM 0"), e voilà: parte l'installazione dal cd.

Quando proprio un bios non ne vuole sapere ((-:

lunedì 19 aprile 2010

Ritorno dalle nebbie oscure

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Dopo qualche giorno di palese assenza, dovuta soprattutto a lavoro e allergia, ritorno per raccontare brevemente di un paio di cose che sono successe in questi giorni.
Per ora posso fare solo così, poi però più avanti cercherò di essere nuovamente presente sul blog. Il tempo è poco e il lavoro tanto, e per quanto cerchi di rendere questo blog anche la mia valvola di sfogo, in questo periodo ho parecchi grilli per la testa.
Ponte radio Pappagallo Mannaro
Ho quasi del tutto completato il sito del ponte radio PMR che ho montato l'anno scorso. In questo periodo sto lavorando a un po' di migliorie e trucchetti ad esso legati, in particolare mi è venuta la fantasia di tentare di realizzare un gateway da telefonia a ponte radio, utile in caso di necessità di utilizzare il ponte senza avere sottomano una radio (esempio durante un'emergenza in cui l'ultima radio disponibile ha le batterie scariche). Nel frattempo sto cercando di valutare bene l'acquisto di una coppia di ricetrasmettitori PMR con qualche funzione aggiuntiva, anche se per il momento quello che mi interessa maggiormente è appunto un sistema di mettere in funzione questo gateway. Quello che avevo in mente è di mettere in funzione un vecchio centralino ESSI-TI CT126 (due urbane e sei derivati) che ho in ufficio, attivando la selezione passante DISA e modificando un telefono per andare in modalità ROOM-MONITOR collegato via by-pass direttamente a una radio in VOX e con la cornetta esclusa.
In questi giorni farò qualche esperimento, poi se dovessi ottenere i risultati che mi aspetto, ne parlerò un po' meglio qui o sul sito del ponte.

L'apertura comunque alla sperimentazione mi sta spingendo a riconsiderare un'idea che mi ero fatto diversi anni fa. Sono infatti tentato di presentare la documentazione per espletare l'esame di stato e conseguire la patente di radioamatore. Per ora ho visto la documentazione che va presentata e scaricato il programma degli esami. Un po' di roba la conosco (è soprattutto fisica, quasi tutta quella che ho fatto al liceo), ma un po' di roba no, e quindi penso di aver bisogno almeno di qualche testo di riferimento su cui studiare qualcosa. In questi giorni cerco la collaborazione di qualche amico radioamatore proprio sull'argomento, e vediamo che cosa ne viene fuori.

Copyright e Licenza Creative Commons
In questi giorni l'amico Francesco mi ha segnalato un fatto successo all'amico blogger Merlinox.
Prima di andare avanti vi segnalo i due siti ove si è parlato del fatto in oggetto:

E ora andiamo ad analizzare al volo i fatti, perché ho voglia di esprimere anche la mia posizione.
Un utente, che gestisce un portale, ha importato degli articoli di Merlinox a forza di copia-incolla sul suo portale. Merlinox gli ha chiesto di rimuoverli poiché non erano state rispettate le regole della Licenza d'uso Creative Commons posta sugli articoli... ed è scoppiato un parapiglia perché invece secondo la terza persona coinvolta, invece, la licenza veniva rispettata.
Faccio quindi una breve digressione: qualche tempo fa ricevetti un'e-mail, dall'assistenza tecnica di un portale-aggregatore di Blog italiani.
La società che ha realizzato quel portale mi disse "pensiamo di fare cosa gradita comunicandoti che il tuo sito è stato incluso nel nostro portale [...]".
E io andai a visitare il loro portale, e la sezione dedicata al mio blog "Diario di Viaggio". E non appena lo feci, rimasi interdetto.
Infatti non c'era un semplice sunto dell'articolo con un rimando al mio blog. No, avevano preferito importare l'intero articolo, mettere i loro tag, spargere i loro banner tutto intorno e creare una sezione commenti da loro gestita.
E la cosa non mi andò giù. Non mi andò giù per niente, per cui mi lamentai del fatto che la licenza d'uso applicata ai miei articoli, di tipo Creative Commons, si scontrava con il loro lavoro, chiedendo quindi di rimuovere il blog Diario di Viaggio dai loro archivi.
La risposta che ne ottenni fu ancora più pittoresca: "Noi abbiamo a cuore la Licenza Creative Commons [...]".

No.

Un momento.

Partiamo da un presupposto. Quando io scrivo un programma per computer, un articolo su un blog, un disegno, una foto, quello che volete voi, come autore di quell'opera (che non a caso si chiama "opera dell'ingegno") dispongo per legge di tutti i diritti di fruizione ed uso diretto ed indiretto di quell'opera. Sono il suo autore, ne sono il detentore del copyright.
Alcune persone sono contrarie al concetto di copyright in senso stretto, e cercano di fare in modo che questo concetto non si scontri con la possibilità di usufruire liberamente (a certe condizioni) delle opere dell'ingegno.
Per esempio è il caso della Free Software Foundation, che ha sviluppato delle particolari licenze d'uso da applicare ai software per computer. Delle licenze (come la GNU General Public License) che sanciscono in ambito legale alcune libertà che sono irrinunciabili diritti da parte non solo degli autori, ma anche dei fruitori finali.

Ora, prima di continuare il discorso sulle licenze, mi voglio soffermare un istante proprio sulla GNU/GPL, e in particolare in un suo passaggio [sono buono: ve lo fornisco sia in inglese (la lingua ufficiale della licenza) che in italiano (una traduzione non ufficiale ma che vi da l'idea di cosa parliamo)].
9. Acceptance Not Required for Having Copies.
You are not required to accept this License in order to receive or run a copy of the Program. Ancillary propagation of a covered work occurring solely as a consequence of using peer-to-peer transmission to receive a copy likewise does not require acceptance. However, nothing other than this License grants you permission to propagate or modify any covered work. These actions infringe copyright if you do not accept this License. Therefore, by modifying or propagating a covered work, you indicate your acceptance of this License to do so.

9. L'ottenimento di copie non richiede l'accettazione della Licenza
Non sei obbligato ad accettare i termini di questa Licenza al solo fine di ottenere o eseguire una copia del Programma. Similmente, propagazioni collaterali di un Programma coperto da questa Licenza che occorrono come semplice conseguenza dell'utilizzo di trasmissioni peer-to-peer per la ricezione di una copia non richiedono l'accettazione della Licenza. In ogni caso, solo e soltanto questa Licenza ti garantiscono il permesso di propagare e modificare qualunque programma coperto da questa Licenza. Queste azioni violano le leggi sul copyright nel caso in cui tu non accetti questa Licenza. Pertanto, modificando o propagando un programma coperto da questa Licenza, indichi implicitamente la tua accettazione della Licenza.
Il punto è questo. Quando io sviluppo un'opera dell'ingegno, ne sono l'unico detentore dei diritto di modifica, uso, distribuzione e diffusione. Ora, o io in persona fornisco ogni volta permesso scritto a un utente finale per fare qualcosa con la mia opera dell'ingegno oppure, per determinati usi specifici, applico una licenza d'uso che consente a chi riceve la mia opera dell'ingegno di farne uso alle condizioni poste dalla licenza, senza bisogno di chiedermi il permesso scritto per farlo.

Per i programmi software esistono specifiche licenze d'uso pubbliche, per la documentazione anche, ma per opere dell'ingegno più aleatorie esistono comunque delle specifiche licenze d'uso che consentono all'autore di stabilire quali siano i limiti e le azioni permesse nella fruizione di una sua opera, sia essa un testo scritto, un brano musicale, un filmato, un'animazione, un'installazione artistica o quello che volete. Ad esempio una licenza Creative Commons, come quella applicata agli articoli di questo blog.

Come per la GNU/GPL, anche nel caso della licenza d'uso Creative Commons è mia libertà d'autore scegliere se applicare o meno una specifica licenza a una mia opera (es. a un articolo del mio blog), e alla fine è anche libertà dell'utente che usufruisce del mio contenuto accettarla o meno.
Tuttavia c'è un "però". Se l'utente che legge l'articolo sul mio blog non è disposto ad accettare la licenza d'uso Creative Commons, con il mio articolo ci può fare ben poco oltre a leggerlo: infatti, se togliamo la licenza CC, *IO* resto l'*unico* *detentore* del copyright e posso proibire, a chi legge un mio articolo e non accetta la licenza, persino di raccontarne il contenuto a un vicino di casa. Non ci sono discussioni: è copyright nudo e crudo.
Ma che cosa ci dicono queste benedette licenze pubbliche? Quali tipologie di attività consentono di realizzare con le opere dell'ingegno di qualcun altro? Beh, mi pare evidente che sia utile fare un esempio. L'esempio che posso fare si riferisce alla licenza d'uso di tipo BY-NC-ND con cui ho fregiato tutti gli articoli di questo blog.
Prima di tutto leggiamo al volo l'enunciato della licenza:
Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera alle seguenti condizioni:
  • Attribuzione - Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera.
  • Non commerciale - Non puoi usare quest'opera per fini commerciali.
  • Non opere derivate - Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra.adsa
E quindi andiamo ad analizzare più nel dettaglio. La licenza si apre con "Tu sei libero di riprodurre [...eccetera...]", ossia "per fare queste azioni con una mia opera (uno degli articoli del mio blog, nel caso specifico) non c'è bisogno che tu mi chieda ed ottenga un permesso scritto". Ma, ovviamente, ci sono delle condizioni nel fare le attività su menzionate.

Attribuzione significa che quando un articolo del mio blog viene diffuso-riprodotto-recitato-quelchelè dovrà essere chiaramente indicata la paternità dell'articolo stesso. Ossia mi aspetto almeno che compaia o venga diffusa una nota del tipo: "Articolo tratto dal blog di Grizzly Diario di Viaggio, dal link http://www.g-sr.eu/2010/04/ritorno-dalle-nebbie-oscure.html"

Non commerciale significa che il luogo o lo spazio (fisico o virtuale) ove è possibile usufruire (ascoltare, leggere, venire a conoscenza) dell'articolo non comprende uno scopo di lucro diretto o indiretto da parte di chi si occupa della sua installazione. Tradotto: se si vuole recitare in teatro non permetto che gli spettatori debbano pagare un biglietto per accedere e sentire la recitazione. Se si vuole immettere su un portale web, non consento che il gestore di quel portale ponga dei banner pubblicitari intorno ad esso, perché dai click su quei banner ne deriva una monetizzazione diretta. Se invece un editore decidesse di riportare un mio articolo su un giornale quotidiano, settimane, quindicinale, mensile, bimestrale o in generale sotto qualsiasi forma di distribuzione periodica, lo stesso non potrebbe essere fatto poiché dalla vendita della copia della testata (o dalla pubblicità posta in una testata a distribuzione gratuita) ne verrebbe comunque un ricavo commerciale da parte di chi fa l'installazione dell'articolo.

Non opere derivate è il punto forse più controverso della licenza. In pratica quello che sto dicendo è che io ho scritto degli articoli su questo sito, che è un blog personale. Ora io consento che gli articoli vengano diffusi a determinate condizioni, ma la differenza sta nel fatto che non consento che tale diffusione avvenga ad esempio in un altro blog: mi può stare bene il backlink, ma fare il copia-incolla di un mio articolo su un altro blog non è altro che aver realizzato un'opera derivata (ossia "un altro blog") con del materiale tratto dal mio, di blog. Così come non consento a un terzo autore di pubblicare un libro con contenuti tratti liberamente da blog presenti sul sito, e in cui lui ci mette solo una catalogazione e un indice, perché anche questa è un opera derivata (a parte che un libro è anche un'opera commerciale, ma restiamo nel campo dell'esempio ipotetico per ora).

Ora, torniamo un istante alle parole della Licenza GNU/GPL: "Non sei obbligato ad accettare i termini di questa Licenza [...] In ogni caso, solo e soltanto questa Licenza ti garantiscono il permesso di propagare e modificare qualunque programma coperto da questa Licenza. Queste azioni violano le leggi sul copyright nel caso in cui tu non accetti questa Licenza". Mi seguite?
Il discorso è lineare: anche per quanto concerne la licenza Creative Commons, così come praticamente tutte le licenze pubbliche, chi riceve un mio articolo sotto questa licenza non è tenuto a onorarla, ma in tal caso non potrà diffondere-pubblicare-quelchelè l'articolo.

E qui interviene la legge sul copyright. Io, che sono l'autore dell'opera dell'ingegno (che belle parole) sono anche il titolare dei suoi diritti d'autore (di sfruttamento, distribuzione, divulgazione, pubblicazione e quant'altro) e, pertanto, posso decidere (ma stavolta per iscritto, e non solo) di fornire a un terzo una specifica autorizzazione all'uso del mio articolo, con condizioni più o meno restrittive (ad esempio costringendo la presenza della nota che i contenuti proposti sono sottoposti a una licenza Creative Commons, oppure che la riproduzione è vietata e l'unico titolare dei diritti d'autore sono io e non l'editore, o ancora quello che riterrò più opportuno, se è il caso).
Ed ecco che succede che io, in qualità di detentore del copyright sull'opera, posso consentire di effettuare quello che la Licenza Creative Commons non consente, come ad esempio l'uso commerciale dei miei articoli. Come titolare dei diritti d'autore, infatti, fornirò a chi lo richiede una specifica autorizzazione scritta a utilizzare il mio materiale per scopi che vanno in deroga alla licenza [ad esempio senza citare la fonte (no, non dicendo "questo l'ha scritto Tizio" anziché "Grizzly", bensì non dicendo tout-court chi l'ha scritto), oppure per realizzare un'opera derivata, o ancora per usare l'opera in un ambito commerciale]. E per questa autorizzazione, come autore e detentore dei diritti, la legge mi consente di porre ogni genere di limitazione o condizione che rispetti le leggi vigenti, ivi compreso farmi pagare (emettendo regolare fattura quale persona per "prestazione d'opera personale") per rilasciare questa autorizzazione. E sono nella posizione di revocare questa autorizzazione in qualsiasi momento (oltre ad avere l'obbligo di segnalare qualsiasi discordanza con quanto previsto dall'autorizzazione che ho rilasciato, con riserva di far valere i miei diritti di autore anche presso la sede giudiziaria).

La differenza è questa. Creative Commons, o Licenza Pubblica Generica, o qualsiasi tipologia di licenza ad uso pubblico non significa mai che chi la applica sta rinunciando ai suoi diritti di autore, tutt'altro! Con l'uso di una licenza pubblica è possibile sostenere la diffusione dei contenuti e la crescita della cultura senza i ceppi burocratici della normativa sul diritto d'autore, ma questo non toglie che se qualcuno volesse fare l'indiano, i ceppi sono sempre lì e sono pronti ad intervenire bloccando sul nascere ogni abuso e sfruttamento indebito del lavoro altrui.

Ratzinger a Malta... accolto da un coro di bambini?
In questi giorni non si fa altro che parlare delle pagine più nere della storia della chiesa cattolica degli ultimi cinquant'anni.
Attacchi e difese partono come fendenti ben assestati da tutti i lati, a tratti raccogliendo persino figuracce cosmiche come un aberrante accostamento fra l'omosessualità e la pedofilia (l'ho sempre detto: apprezzo i pastori protestanti, che quando ci vengono a fare la predica parlando dei valori della famiglia, quantomeno una famiglia ce l'hanno, e sanno di parlare con cognizione di causa, al contrario dei discorsi sui giovani che fece in passato qualche ammuffito prelato d'alto rango che ha attaccato tutta la nuova generazione come una cricca di drogati privi di valori [sapete quante volte in protezione civile mi hanno detto d'essere un buon cristiano? Eppure non sono un buon cristiano, anzi non sono un cristiano tout-court. Il concetto è che riconoscere che viviamo in un mondo di merda, e alzarsi le maniche per cercare di cambiare anche la più piccola virgola, è il primo passo lungo la strada non solo verso il perfezionamento personale, ma soprattutto verso il miglioramento del mondo stesso (come disse un tizio una volta: "Leave this world a little better than you found it")].
Ora, Benedetto XVI ha fatto una visita pastorale a La Valletta, Malta. Una visita che giunge in un momento appunto molto difficile per la chiesa cattolica. Una visita durante la quale Ratzinger ha anche accettato di incontrare [lontano dalle telecamere (non lo so, sinceramente io sarei stato più propenso a un incontro pubblico e in mondovisione, ma da un lato riconosco anche il palese bisogno di privacy, così duramente violata, delle vittime stesse)] alcune vittime di abusi da parte di prelati in passato.
Fin qui, tutto a posto. Ma quando al telegiornale ho sentito che "il santo padre sarà accolto dal coro dei bambini della concattedrale..." mi si è raggelato il sangue.
Io, se pur agnostico, capisco il senso e il valore del messaggio di innocenza che si vuole lanciare con il coro di bambini, ma in questo momento quello che si deve evitare è invece il messaggio di bambini-oggetto, e la scelta del coro di bambini, obiettivamente, mi è sembrata particolarmente di cattivo gusto in questo momento storico.
Non so, magari mi sbaglierò...

Un venditore ebay da monumento più che da feedback
In questi giorni, approfittando del periodo pasquale, ho cercato di rimettere un po' in ordine fra i miei vari gizmo, e ad esempio dato che ho un telefonino che uso per chiamare i miei colleghi (abbiamo una USIM con un'opzione che ci da 30 minuti al giorno di chiamate gratuite fra di noi) preso di terza o quarta mano (un LG-U8330 per il quale credo di aver lasciato 30 euro o poco meno).
Ora, principalmente uso questo telefono in ufficio, ma una cosa che mi manca purtroppo è un valido auricolare (no, se guido non rispondo: mi basta già l'e90 coll'auricolare bluetooth; lo scopo è di rispondere mentre sto lavorando ad altre cose in lab e mi restano le mani libere). Guardando sul fido e-bay trovo un venditore britannico che ha una sfilata di gadget e ammenicoli vari per la telefonia mobile (peraltro l'unico da cui ho trovato due custodie in cuoio: una per l'e61 e una per l'e90), e che ha un auricolare compatibile con questo cellulare per una proverbiale pipa di tabacco (poco meno di quattro euro, compresa spedizione dall'essex).
Piazzo l'ordine. Come solito sunt, al "Compralo subito" segue per abitudine il "Paga ora con PayPal" e nel giro di uno starnuto (ehm... reale: maledetta allergia!) l'ordine è fatto.
Passa poco meno di una settimana (con tutta la Pasqua in mezzo) e arriva la busta. La apro. Con succoso interesse noto che l'auricolare non è compatibile, bensì originale e marcato LG.
Con l'orrore negli occhi però, mi rendo conto che il connettore non corrisponde con il jack da 3.5mm del mio telefonino (è infatti un connettore piatto di circa 7mm, che non somiglia manco lontanamente a nulla disponibile sul cellulare). Sono da MC, che mi illumina: "certo che non è per il tuo, questo è l'auricolare di un LG-U8360!"
Ma porc... rispedire un plico in Inghilterra per farmelo cambiare mi costa, praticamente solo di affrancatura più o meno quanto ho pagato l'auricolare intero.
Mi collego su e-bay e mando un messaggio al tizio, segnalando che l'auricolare arrivato è quello errato. Gli spiego anche del problema della rispedizione e gli propongo: "se mi confermi che hai dentro l'auricolare LG-U8330 corretto, con connettore da 3.5mm, me lo rispediresti? Ti propongo che ti pago l'auricolare stesso, ma almeno fammi il 50% di sconto sulla spedizione..."

Risposta del venditore: "che c'entra? Sono io che ti ho mandato l'auricolare sbagliato, è colpa mia. Ti sto mandando gratuitamente l'auricolare corretto, scusami per il disagio"

Wow! (-:

Speriamo che arrivi in tempi brevi, dato che nel frattempo l'altra metà di giocattolini che ho ordinato su e-bay sono incollati in giro: le spedizioni aeree sono ferme per via dell'eruzione in Islanda...

domenica 4 aprile 2010

Se due comunità s'indignano... chiede scusa la persona sbagliata?

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Frate Raniero Cantalamessa, durante il venerdì santo, leggendo la lettera di un amico ebreo, paragona gli attacchi [strameritati, a mio parere, ndG] alla Chiesa Cattolica riguardo alla pedofilia, alle persecuzioni antisemite.
Tutti quanti se la prendono a male, chi più, chi meno.
Anche io me la prendo a male, soprattutto in virtù del fatto che gli ebrei sono stati sterminati senza nessuna colpa, mentre il mondo non sta attaccando la chiesa tutta, bensì coloro i quali fecero, e coloro i quali sapevano e tennero nascosto. Ora, la pasqua cristiana è un periodo che possiamo definire di tensione palpabile rispetto all'ebraismo (come dite: perché? Ma siete buoni cattolici? Allora lo sapete quale popolo mandò Cristo a morire sulla croce, no?), e ci vogliono parole di distensione verso gli altri, non sparate a zero ridicole.
Pronto? Parliamo di preti che hanno abusato dei nostri figli, non di superiorità di una presunta "razza ariana"; ma come ci può essere gente che si permette solo di pensare che questi attacchi siano gratuiti e immotivati?
Allora che cosa succede? Succede l'incredibile! Succede che molti, appunto, se la sono presa a male per le parole di frate Cantalamessa, e il Vaticano stesso nega che quella espressa dal frate sia la posizione ufficiale.
Secondo passaggio: a questo punto il fraticello, messo fra due fuochi, di cui uno quello del Vaticano che si allontana, e l'altro della comunità ebraica che s'indigna, si scusa per le sue parole.
E a questo punto mi indigno io.
Mi indigno perché parole di critica al discorso di frate Cantalamessa vengono sparate dalla comunità ebraica. E mi indigno perché spesso la comunità ebraica è sottoposta ad attacchi gratuiti, e ne ha ben donde di prendersela a male. Spesso. Ma non questa volta.
Perché frate Cantalamessa non ha espresso un suo parere personale nel dire quella castroneria. No. Ha letto la lettera di un amico ebreo, ed è l'amico ebreo che ha espresso solidarietà sparando questa castroneria!
Io infatti mi chiedo: perché Cantalamessa si scusa per parole non sue? Perché non è vero che le ha dette l'amico ebreo? Non ci credo. Per questo dico che la comunità ebraica che si è risentita per queste parole anziché alzarsi a maestra di retorica verso i cristiani dovrebbe fare un grande esame di coscienza, ALZARSI A MAESTRA DI RETORICA DEI PROPRI ADEPTI, e riconoscere l'ipocrisia di aver lasciato che un ebreo dicesse delle fesserie per poterle rigirare sulle poco solide spalle di un frate cristiano.
Quello che è successo mi nausea. E non poco. Nonostante io sia agnostico, e sempre più convinto che guerre e conflitti sempre più gravi nascano soprattutto da interpretazioni più o meno pittoresche di un non ben identificato bisogno di spiritualità nell'uomo.
Comunque ringrazio la Chiesa cattolica per avermi aperto ancora di più gli occhi: macchiarsi di pedofilia è diventato motivo per insegnare moralità e rispetto agli altri...