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venerdì 22 ottobre 2004

Speciale: "La Repubblica"

Come tutte le mattine, sul vagone letto ci viene portata la bevanda calda e il giornale, la copia de "La Repubblica" che ho sottomano è parecchio cicciuta [La bellezza di 76 pagine, forse per questo di solito leggo La Sicilia o, quando sono in trentino, L'Adige] e ricca di notizie, informazioni, fesserie etc.
Ma finalmente noto qualcosa che attira la mia attenzione: il giudice De Benedictis ha raccolto in un verbale ufficiale (con il quale, peraltro, pone il severo divieto d'espatrio a Spinelli, arruolatore) i commenti e le situazioni di oscurità che girano intorno al caso Quattrocchi-Stefio-Cupertino-Agliana.
La cosa che scatena le più grosse polemiche è una specifica dichiarazione: "Erano dei mercenari al servizio degli USA".
Il fatto di aver scatenato delle polemiche, fa si che il giudice spieghi di essere stato frainteso [Ach! Vi venisse un colpo chiunque voi siete quando usate questo termine, specie in dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa], ma non sono per niente d'accordo.
Io non voglio infangare la memoria di quel bravuomo che è stato Fabrizio Quattrocchi, ma gradirei sinceramente che qualcuno, una buona volta, mi spiegasse in virtù di quale fatto Quattrocchi è considerato un eroe?

Cominciamo da un analisi: la parola mercenario al dizionario De Mauro Paravia viene definita come: "1. chi lavora alle dipendenze altrui in cambio di un compenso in denaro   2. chi esercita il mestiere delle armi per professione al servizio di uno stato straniero o di gruppi politici o economici".

Se quanto dichiarato dai quattro è vero, ossia che facevano i body guard a favore di ditte estere, allora è ben vero che erano dei mercenari. Allora erano dei mercenari eccome!!!
Tanto per mettere i puntini sulle "i" i quattro erano in Iraq sebbene totalmente allo scuro della Farnesina e del Governo Italiano; erano in Iraq al soldo di una società con sede fuori dall'Italia e che non svolgeva compiti per l'Italia, e soprattutto non erano quattro poveri cristi di panettieri o squattrinati, dato che avevano tutti quanti porto d'armi per armi da guerra, specializzazione in uso di sistemi da guerra, allenamento e preparazione del corso delle guardie giurate PUR NON AVENDO FATTO IL GIURAMENTO [come mai niente giuramento? Mica stiamo parlando di un po' di palestra: dubito anche che sia del tutto sia legale].
E la famiglia ed i parenti s'incazzano come iene, sostenendo che le parole del giudice sono infamanti e gravi: ma come? Se voi eravate lì solo per fare i body guard e - secondo voi - era tutto legale, allora non avete niente da temere! Si deve fare chiarezza su questa storia, e voi dovreste essere i primi a volere questa chiarezza per eliminare tutte le macchie che ci possono essere sulla vostra storia.
Questo ostruzionismo, questo sensazionalismo (Il vostro, non quello del giudice) e questo bisogno di sottolineare la vostra persona anziché chiarire la vostra posizione, vi mette in una situazione ancora più complessa: a mio parere voi eravate lì per fare attività di controspionaggio da rivendere agli Stati Uniti, o al miglior offerente.
Ai miei occhi, di persona, di Italiano e di simpatizzante di centro-sinistra, voi vi siete macchiati del reato di alto tradimento e non siete affatto degli eroi, e voi, sinora, l'unica cosa che avete fatto per dimostrarmi (e dimostrarci) di essere nel torto, è stata quella di criticarci.
Devo temere che la verità sia un'altra? Devo temere di aver ragione? Perché io non sarei contento di aver ragione, è questo che fa la differenza: io non mi diverto a sostenere che quattro illustri ignoti italiani siano dei mercenari, delle spie al soldo dello straniero in tempo di guerra ed in zona di guerra.
Siamo entrati in Iraq facendo i leccaculo degli americani, e la cosa non la ho digerita: Colin Powell è stato semplicemente uno stron%o che è andato a fare il bambinello capriccioso dal Comitato di Sicurezza delle Nazioni Unite, e il risultato è davanti agli occhi di tutti.
Mi auguro che il Governo ci vada più piano prima di fare dichiarazioni violente sui giudici e sostenere l'incompatibilità ambientale per minacciare di sollevare il giudice dall'incarico, perché lascia pensare ancora di più che ci sia qualcosa di molto più grosso sotto.

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