La mia ssveglia naturale mi fa saltare su alle 5:45 circa, per cui approfittando del fatto che l'arrivo e' previsto per le otto e il mio compagno sta dormendo con i tappi nelle orecchie, mi faccio una rapida doccia e poi mi vesto ed esco. Un breve giro a bordo e incontro tutti i compagni che aspettano l'apertura (alle sette) del bar. Una chiaccherata, poi finalmente un caffe' e cornetto e, infine, mentre viene annunciato l'arrivo al porto di Civitavecchia per le 8:30 circa, usciamo sul ponte per qualche foto ricordo, compresa una in compagnia del Dottor Ajala, incontrato a bordo per caso.
Sbarchiamo, ci raccogliamo tutti in un parcheggio laterale del porto e quindi ci invitano a creare una prima autocolonna di mezzi per andare a fare rifornimento (d'altronde chi viene da Palermo o dintorni non ha questa necessita'); poi ritorniamo di nuovo al parcheggio [!!! (-: ] per organizzare l'autocolonna per filo e per segno. Partiamo nei dintorni delle 11 (ieri sera al briefing ci avevano detto che probabilmente *SAREMMO* *ARRIVATI* a Tornimparte per quell'ora...).
La colonna affronta lentamente la strada, con la scorta della polizia e dei motociclisti della stradale che a staffetta interrompono il passaggio dalle vie di imbocco.
La colonna e' a dir poco chilometrica: fra auto, camion, pulmini, rimorchi e altro siamo un treno di quasi un settantina di mezzi, e ci muoviamo tutti a una velocita' di crociera compresa fra i 30 ed i 40 km/h, per cui quando si fanno le 14 circa, decidiamo di fare con la forza una pausa caffe'. L'autista del pulmino effettua un sorpasso del camper che si trova davanti a noi, indi senza battere ciglio con la media dei 120 orari supera tutto il resto della colonna e l'auto di scorta a staffetta, continuiamo a velocita' sostenuta prossima al limite per circa trenta chilometri, fino ad un'autogrill. Ci fermiamo: un po' di caffe', qualche sigaretta, e poi ci mettiamo in posizione pronti a riaccodarci alla staffetta, che giunge pochi minuti dopo. E continuamo in fila come bravi bambini dell'asilo sempre con la velocita' media di 35km/h...
Molto (molto) tempo dopo arriviamo sul posto e veniamo accolti dalla prima squadra, intorno alle 16. Mangiamo qualcosa, dato che ancora non abbiamo pranzato, poi ci occupiamo di questioni inerenti la sistemazione della squadra per la notte: temporaneamente veniamo "stoccati" in una tenda da dodici posti con (siamo quattordici) due colleghi ospitati nella tenda dell'attuale squadra; alla loro partenza ci trasferiremo tutti nelle due tende a disposizione subito dietro la cucina.
Recuperiamo delle brandine e poi, con qualche difficolta', delle coperte. In pratica dopo diversi tentativi di ottenere quattordici coperte di lana, quando ormai sono le 20 e siamo alle porte della notte, il nostro collega-amico di Palazzolo, Salvatore "Turi" Giarratana e io seguiamo il responsabile del magazzino sino ai container del materiale. Alla tenda "ufficio risorse" ci hanno detto che tutte le coperte disponibili risultano gia' consegnate alla popolazione, e che non risultano disponibili altre coperte. Turi guarda il tizio che ha aperto il container e scruta a fatica nell'oscurita'. Accende una torcia e gliela passa invitandolo a guardare meglio, e il fascio evidenza che i *tanti* scatoloni stoccati nel container contengono proprio 10 coperte di lana per ciascuno.
Ritorniamo quindi al campo, e ci apprestiamo ad affrontare la prima notte.
In serata nel tendone facciamo una tavolata unica, scherziamo un po' ma perdiamo di vista l'orario e, verso l'una meno un quarto, uno dei responsabili regionali entra per segnalare che la struttura della mensa fa da cassa di risonanza e si sente il nostro vociare non esattamente di basso tono per tutto il campo.
Vuoi la situazione gioiosa, vuoi il comportamento relativamente discutibile del coordinatore della prima squadra, succede che molti dopo aver detto di si', cominciano a ridere. Questi, visibilmente sentito preso per i fondelli torna sui suoi passi e usa toni piu' duri. A questo punto la situazione, senza alcun motivo plausibile, rischia di degenerare: molti continuano a ridere, a chiara dimostrazione che lo stanno proprio prendendo in giro.
Il responsabile sottolinea che se pensiamo di essere venuti li' per giocare, possiamo tornarcene tutti a casa. Uno dei colleghi gli risponde a tono, e a questo punto sono le risate degli altri che contornano a non fargli capire con precisione che invece il collega si e' parecchio risentito. Il coordinatore della prima squadra riesce a far chiudere la situazione, e il responsabile della Regione va via. Ma poi continuano tutti a prenderlo in giro un po', per cui rimango in silenzio e un tantinello contrariato. Ora so che "scusate, parlate piano, sotto la tenda c'e' eco" diventera' un tormentone per tutto il periodo di permanenza, e questo mi lascia molto da pensare.
Dopo la cena, e' il momento di andare a dormire. L'aria e' frizzante, molti dicono che il freddo deve ancora venire e io, da bravo trentino che si fida delle descrizioni dei luoghi prese dagli altri, mi imbacucco per bene con una tuta, il sacco a pelo, un plaid di pile che mi sono portato da casa dentro il sacco a pelo e la coperta di lana ad avvolgere il tutto, tipo pesce al cartoccio. Vedremo che succedera' domani.
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