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domenica 10 ottobre 2010

Un nobel coraggioso

Si chiama Robert Geoffrey Edwards, ed è un ricercatore britannico classe 1925.
Forse qualcuno di voi non lo conosceva nemmeno, non è così? Qualcun altro invece lo ha sentito nominare proprio in questi giorni.
Perché è l'uomo che ha conseguito, quest'anno, il Premio Nobel per la medicina, provocando una ridda di reazioni positivi in tutto il mondo accademico, e palesemente contrastanti guardacaso dal Vaticano, che mai come in questo caso dimostra di avere a cuore la vita umana secondo canoni molto ipocriti.
Mr Edwards è uno dei pionieri della fecondazione assistita in vitro (la FIVET), ossia di un sistema di fecondazione assistita che ha dato la possibilità, soprattutto a moltissime coppie con gravi problemi non solo di fertilità, ma anche di semplice gestione della gravidanza, di poter avere figli naturali.
La medicina, la scienza, la tecnologia, hanno cambiato il nostro modo di rapportarci al mondo, hanno cambiato definitivamente la nostra vita. Meno di cento anni fa si moriva o si restava pesantemente debilitati e marchiati per malattie che nel ventunesimo secolo sono citate sulle enciclopedie come un lontano ricordo. Si moriva di parto, si moriva per un taglio infetto [l'uso delle penicilline ha meno di cento anni, tanto per fare un esempio spicciolo (ed è costato un altro Premio Nobel, un tantinello più noto)].
E da sempre c'è stato qualcuno che ha posto "motivi di coscienza ed etica" nella scienza, per cercare di limitarne o tarparne le ali nelle sue accezioni più inquietanti. Ora, sebbene proprio alcuni scienziati siano stati capostipite di ricerche palesemente al limite del disumano, quali il tristemente noto medico nazista Josef Mengele. Ora, porre limitazioni etiche e di coscienza nell'ambito della ricerca scientifica è una giusta reazione dell'uomo (che non è un animale selvaggio) riguardo una serie di fattori ed argomenti che vengono considerati scabrosi, tabù o palesemente contrari al concetto basilare di etica umana. C'è un problema, molto profondo, in questo senso: qual è il limite che non dovrebbe essere superato?
Personalmente, da razionalista, sono del parere che molti errori del passato dovrebbero aver insegnato che agli scienziati e ai ricercatori dovrebbe essere garantita carta bianca sempre (no, intendo proprio sempre: io sono ad esempio favorevole alla ricerca sulla clonazione umana). Ma soprattutto sono del parere che coloro i quali mi parlano di vita umana dovrebbero anche consentirmi di gestire la vita umana come meglio credo. Se io e mia moglie decidiamo di applicare la fecondazione assistita, ma soprattutto se io e mia moglie decidiamo di donare gli embrioni non impiantati per il recupero delle cellule staminali e la ricerca su di esse, devo essere libero di farlo secondo la *mia* coscienza, e non lasciarmi guidare da chi ha deciso quale dovrebbe essere la mia coscienza per farne leggi liberticide, oscurantiste e medioevali.
Se una donna decide di abortire, un associazione può contattarla per cercarla di far desistere da questa scelta, su segnalazione per motivi di coscienza del medico. Se il suo medico curante viola palesemente il segreto professionale per questa notizia non succede nulla, mentre se viola il segreto professionale per qualsiasi altro caso rischia l'estromissione a vita dall'ordine, il divieto di adempiere alla professione e anche diversi anni di galera. Questo perbenismo da dover imporre agli altri porta a questi fenomeni.
Se la Chiesa ne ha di certo ben donde nel sostenere che l'aborto sia una sottrazione di una vita nascente paragonabile all'omicidio, nessuno ha invece il diritto di arrogarsi la scelta di proibirlo o renderlo difficile in virtù del personale tornaconto di coscienza, perché la mia coscienza può essere differente da quella del legislatore, e anzi per inciso il governo dovrebbe essere il più laico possibile nelle scelte di coscienza, perché deve rispettare anche e soprattutto il concetto che non è possibile porre discriminazioni di sesso, razza, religione o altro di fronte alla legge. Se un cattolico è contrario all'aborto, per seguire il suo percorso di vita dovrà evitarlo, ma se io (agnostico) sono favorevole, non devo rendere conto a nessuno della mia scelta.
La Spagna, che è uno stato palesemente cattolico (la dominazione spagnola in alcune zone d'Italia ci ha regalato fattori di gestione della religiosità a tratti palesemente pagani, come le processioni dei santi) ha approvato leggi degne di uno stato laico, civile e rispettoso delle scelte di coscienza di tutti quanti, approvando la fecondazione eterologa, le coppie di fatto, l'unione riconosciuta di omosessuali [la Chiesa Cattolica in Spagna si è lamentata per questo, ma il governo (chi è che l'aveva chiamato "Zapatero zappaterra"?) ha tagliato corto dicendo che non ha nulla da trattare con chi nel XXI secolo diffonde idee oscurantiste di xenofobia e odio legate dalla propria vita sessuale, e non si è esitato nell'usare la forza (lacrimogeni, idranti e arresti) per disperdere le manifestazioni non autorizzate di quei cattolici che dopo il 2000 vogliono parlarci di amore per il prossimo e discriminazione palese].
Ma come sempre qui in Italia non abbiamo mai nulla da farci mancare: c'è ancora moltissima discriminazione generalista nei confronti delle minoranze (vi ricordano qualcosa i cognomi Racz e Loyos?), e un clima di tensione nei confronti degli omosessuali che è merito anche del nostro palese perbenismo legato a una cultura di rispetto monodirezionale (il Vaticano ha espresso delle riserve sull'idea di richiedere di cancellare la pena di morte, ancora presente in molti stati, per il reato dell'omosessualità. Io ho solo una parola per questo: VER-GO-GNA! Sarebbe questo il rispetto della vita umana di cui fate il vostro cavallo di battaglia?) che riporta ancora alla vignetta di qualche articolo fa.
Ma non voglio fare di questo l'ennesimo articolo di critiche nei confronti di chi ha fatto della religione il proprio strumento di controllo delle masse, per cui concludo esprimendo il mio più profondo apprezzamento per la scelta dell'Accademia, ma soprattutto i miei più sentiti e cordiali complimenti al dottor Edwards per questo risultato di eccellenza nell'apportare considerevoli benefici all'umanità tutta.

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