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domenica 20 maggio 2018

VLOG 215: Operazione Vespri Siciliani: risposta alle stragi di Capaci e via D'Amelio



Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e questo è Diario di Viaggio on the road.
Mentre la nostra squadra andava in Abruzzo, il 14 aprile 2009, siamo andati a Palermo, abbiamo preso la nave e abbiamo pernottato sulla nave che ci ha lasciati poi - la mattina dopo - a Civitavecchia.
Sulla nave abbiamo incontrato il dottor Giuseppe Ayala: è stato un magistrato (è stato Sostituto Procuratore della Repubblica e ha operato nel cosiddetto «Maxiprocesso» come pubblico ministero del pool antimafia): ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; insomma: l'abbiamo incontrato sulla nave e gli abbiamo chiesto di poter fare una foto tutti assieme.
Questa che vedete a schermo è la fotografia: ci siamo noi (siamo il gruppo di Siracusa, anche se ci sono amici di Palazzolo, amici di Catania...) e ci siamo sentiti tutti quanti onorati di chiedere al dottor Ayala di poter fare una fotografia assieme.

Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone fu ucciso in un vile attentato terroristico-mafioso, fu ucciso assieme alla moglie Francesca Morvillo, assieme agli agenti di scorta Vito Schifani (di 27 anni), Rocco Dicillo (di 30 anni) e Antonio Montinaro (di trent'anni anche lui), oltre a tantissime altre persone che rimasero ferite più o meno gravemente.
È stato un onore - per me - poter stringere la mano al dottor Ayala, è stato un onore perché sono un siciliano e sono orgoglioso di essere siciliano, e sono orgoglioso di poter stringere la mano a persone che combattono la mafia per cercare di fare più grande la Sicilia.

A seguito della strage di Capaci, a seguito della strage di via D'Amelio, lo Stato capì che contro la mafia non c'era una “battaglia” ma una guerra e, intorno alla fine di luglio del 1992 (il 24 od il 25 luglio: adesso non ricordo di preciso) cominciò la ‘Operazione Vespri Siciliani’.
L'Operazione Vespri Siciliani portò ottomila (circa ottomila) soldati qui in Sicilia a presidiare le strade con funzioni di polizia.
Tra Siracusa, Ragusa ed Enna furono inviati circa 1800 alpini della Brigata “Julia”: eran tutti ragazzi del Veneto (ho incontrato tantissimi ragazzi padovani...)

Oggi, in questa puntata molto particolare di #DdVotr vorrei parlarvi di quello che è stato l'Operazione Vespri Siciliani non tanto snocciolando delle cifre, quanto raccontandovi come abbiamo vissuto noi siciliani l'Operazione Vespri Siciliani, che c'è stata tra il 1992 e il 1998.
Cominciamo: sigla!
[♪♫♪]

‘Vespri Siciliani’ è il nome della rivolta che c'è stata in Sicilia nel XIII secolo contro gli Angioini, ed è ricordando quella rivolta che lo Stato ha nominato l'Operazione Vespri Siciliani nel 1992, rappresentando quest'operazione come una "rivolta" contro la mafia, oltre che un'azione a dimostrazione del fatto che, se quella contro la mafia è una guerra, allora la guerra si combatte con l'esercito.
Durante il periodo dell'Operazione Vespri Siciliani c'erano soldati sparsi per tutte le città della Sicilia; soldati armati di mitra presidiavano i luoghi più «sensibili» come - non so - il tribunale (qui a Siracusa c'era anche l'Aula Bunker), le case (le abitazioni) di alcuni magistrati o l'abitazione del prefetto...
C'erano soldati che facevano blocchi stradali assieme alle forze dell'ordine, e c'erano tantissimi blocchi stradali. E una delle cose che mi ricordo era - proprio - questo discorso dei tantissimi blocchi stradali, perché non è che ti fermavano, ti chiedevano i documenti, prendevano i dati "Ok, grazie: può andare", no no: tu venivi fermato, venivi invitato a scendere dal veicolo mentre dei soldati perquisivano il veicolo.
Anche più volte, cioè nel senso "non: più volte durante lo stesso blocco stradale", ma più volte anche nell'arco della stessa giornata: incontravi due~tre blocchi stradali e, ogni volta, dovevi scendere e dovevi lasciar perquisire il veicolo.
Mi è capitato una sera, tornando da una festa di compleanno a Fontane Bianche (che è fuori dall'area sud di Siracusa), ritornavo verso casa (la mia casa è nell'area nord di Siracusa, quindi una volta rientrato ho dovuto attraversare tutta la città), verso mezzanotte di essere fermato a tre diversi blocchi stradali: di essere fermato, controllato, perquisito il veicolo. Per carità, con tutta la gentilezza che potevano avere i ragazzi: erano quasi tutti soldati della Brigata “Julia”, quindi erano moltissimi ragazzi veneti (si sentiva l'accento); ci si faceva amicizia, anche perché - quando sentivano il mio accento (che è molto simile al loro, perché loro son veneti, io sono originario del Trentino), quindi c'era questa cosa... si faceva amicizia, si parlava con gentilezza, perché alla fine della fiera loro stavano facendo il loro lavoro.
E noi, qui, pur essendo circondati da persone armate di mitra (che uno guarda così, vede dei soldati coi mitra: "Dove siamo? A Kabul?"), però era la sensazione di SICUREZZA che t'ispirava.
Non posso dire che non fosse un fastidio venire fermato anche due~tre volte, e venire ogni volta richiesto di scendere dal veicolo, di perquisire il veicolo, ogni volta quindi un blocco stradale portava via quei cinque~dieci minuti~un quarto d'ora... non posso dire "No, non era fastidioso": lo ammetto, un pochino era anche fastidioso, però lo vivevi con il fatto che i ragazzi stavano facendo il loro lavoro, era un lavoro importante, era un lavoro PERICOLOSO: stiamo parlando di soldati che erano consapevoli che mentre svolgevano il loro lavoro, poteva venire uno con l'auto, fermarsi e cominciare a sparare: LETTERALMENTE COME IN ZONA DI GUERRA!
Cercavi di fornire tutta l'amicizia che ti era possibile, tutta la gentilezza che ti era possibile, perché anche i soldati - comunque - si comportavano con tutta la gentilezza e la buona educazione che era possibile.

Nei luoghi pericolosi (nei cosidetti «luoghi sensibili»), per esempio in prossimità del tribunale o magari in prossimità della casa di un magistrato, venivano estesi divieti di sosta molto grossi (nel raggio di molte decine di metri). Erano divieti di sosta TOTALI: cioè - praticamente - se ti fermavi con la macchina pure per soffiarti il naso, letteralmente subito veniva un soldato: "Scusi, gentilmente non può lasciare qui la macchina", ma subito!
Questa era la situazione che vivevamo ogni giorno. I luoghi erano presidiati 24 ore: c'erano delle garitte antiproiettile e c'erano i ragazzi con il mitra 24 ore.

Noi siciliani vedevamo questa cosa molto positivamente; certo: probabilmente chi era un criminale non la vedeva molto positivamente e - al contrario - la vedeva molto negativamente, ma è proprio per questo che noi siciliani la vedevamo molto positivamente. C'era molta sicurezza per strada; tutti questi controlli erano molto importanti, tutti questi presidi H24 erano molto importanti: come si suol dire è stato il momento in cui lo Stato ha avuto il coraggio di sbattere il pugno sul tavolo e dire "E NO: E MO' BASTA!"
Può sembrare eccessivo, ma non abbiamo vissuto l'esperienza dell'Operazione Vespri Siciliani come una cosa eccessiva: al contrario dopo l'attentato di Capaci, dopo l'attentato di via D'Amelio, qui in Sicilia vedevamo veramente una situazione di guerra, e vedevamo veramente come una cosa molto più rassicurante tantissime persone delle forze dell'ordine e tantissime persone dell'esercito impegnate per garantire la nostra sicurezza.

È stata sicuramente un'operazione molto importante: si è evoluta, poi - naturalmente - l'Operazione Vespri Siciliani non è finita perché si son svegliati una mattina e hanno detto "Va bene: togliamo tutto quanto": l'Operazione Vespri Siciliani è finita quando la Sicilia ha avuto la possibilità, le forze e gli uomini sufficienti per potersi gestire senza l'obbligo e la necessità dell'aiuto dell'esercito. È stato sicuramente molto importante l'aiuto dell'esercito, perché sicuramente è stato il modo di lanciare un messaggio molto importante alla mafia: di lanciare il messaggio "Se questa è una guerra, questo è quello che siamo pronti a mettere in gioco."

Insomma: noi siciliani abbiamo vissuto l'Operazione Vespri Siciliani come una pagina molto positiva ed importante della storia della Sicilia.
Voglio concludere con una domanda molto veloce: il 23 maggio sarà l'anniversario della strage di Capaci: voi che state guardando questo video, c'eravate il 23 maggio del 1992? Vi ricordate qualcosa?
O non eravate ancora nati e avete solo sentito parlare di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino?
Nella vostra scuola, sul vostro posto di lavoro, si fa qualcosa il 23 maggio? Parliamone: nei commenti qua sotto oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr

Bene: io sono Grizzly e concludo questo vlog con un ringraziamento: a voi, per avermi seguito sino a questo momento, a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli altri magistrati che hanno combattuto e combattono ogni giorno contro la mafia, e detto questo noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti!

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