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domenica 3 marzo 2019

VLOG 256: I miei carnevali, una volta #OperazioneNostalgia



Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly.
Fine del mese di febbraio, inizio del mese di marzo: siamo - approssimativamente - in quel periodo in cui generalmente cade il carnevale.
E prima che me lo chiediate: sì, anche la mia STRAMALEDETTISSIMA ALLERGIA!
Il carnevale è un momento molto divertente per i bambini, ma non solo per i bambini, e voglio parlare del carnevale, di come ho vissuto io il carnevale quand'ero piccolo e come l'ho visto cambiare nel corso del tempo, poi, crescendo.
Resta ancora una festa molto dedicata ai bambini, resta ancora una festa che - nel corso degli anni - non si è evoluta tantissimo: tendenzialmente la festa di carnevale resta sempre quella festa in cui bambini (e adulti) si mettono in maschera… È un po' l'antenato del cosplay, possiamo definirlo, sicuramente, ma anche una festa che ha lasciato modo a dei ragazzini un tantinello più «monelli» di poter scaricare la propria tensione in maniere magari in qualche modo discutibili.
Per cui analizziamo un po' qual è stato il mio carnevale nel passato e come si è evoluto il mio carnevale in questa puntata di Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia
[♪♫♪]
Quand'ero piccolo, nei primi anni '80, naturalmente il carnevale - per me - era un momento di gioia, di felicità, perché non solo il discorso di vestirsi in maschera, ma di andare a giocare con gli amichetti tutti vestiti in maschera, di andare in piazza, andare a vedere le sfilate, andare - non lo so - a scuola c'era il giorno… credo fosse il martedì grasso, anche se adesso ho visto che il giovedì grasso si fanno in alcune scuole certe attività con la maschera, con il costume di carnevale.
Ma io mi ricordo che lo facevamo il martedì grasso, l'ultimo giorno di carnevale (il Mardi Gras) e c'era qualcosa di molto simpatico che si faceva tutti assieme.
E allora c'era questo discorso che, da una parte, era la festa per i bambini (che eravamo tutti quanti in maschera), dall'altra dei ragazzini un pochino più grandicelli che volevano «scaricare la tensione» e, dato che c'era il detto “A carnevale ogni scherzo vale”, lo ‘scherzo’ che si faceva a carnevale era quello di spruzzare le persone con della crema da barba.
Uno scherzo che non è uno scherzo: è più un atto vandalico, innanzi tutto perché spruzzare un vestito di carnevale, una maschera, con della crema da barba significava BUTTARE VIA il vestito di carnevale, perché molti vestiti di carnevale, soprattutto negli anni '80, erano realizzati con una stoffa leggerissima (letteralmente con della carta velina) e quindi - materialmente - una volta che gli spruzzavi sopra della crema da barba, non si poteva lavare, per cui era una cosa che potevi andare a buttare via.
Naturalmente c'erano costumi molto elaborati, che costavano, quindi quando tu uscivi con il tuo vestito - non lo so - da principe azzurro e qualcuno poi, magari, ti faceva il bagno di crema da barba, si poteva andare a buttare il costume che - magari - avevi comprato il primo giorno, e non si poteva più lavare, costava un costume di carnevale e quindi… molte volte i genitori se la prendevano a male e finiva che i bambini più piccoli venivano accompagnati dai genitori, così che nessuno si avvicinava, perché era consapevole che se faceva una spruzzata di crema da barba a un bambino sotto il controllo di un genitore, poi quello si sarebbe pigliato uno scappellotto che se lo sarebbe ricordato nei secoli dei secoli.
Poi negli anni '90, quando ormai ero cresciuto, non festeggiavo più il carnevale, lo guardavo anche con una certa distanza, ma lo guardavo ancora con un sorriso, perché comunque - ripeto - era una cosa che lasciava il divertimento per tutti i bambini, e vedevo però questa abitudine adesso non tanto di persone che si vestivano in maschera e andavano a giocare con gli amici, quanto di ragazzini che la loro “maschera” era una tuta cerata bianca da imbianchino (con il cappuccio) e una maschera sulla faccia.
Si è diffusa molto questa cosa, perché praticamente sulla tuta cerata bianca gli potevi spruzzare la crema da barba, gli potevi spruzzare quelle stelle filanti sintetiche spray, e alla fine della fiera, alla sera, prendevi 'sta tuta cerata, la buttavi via e ne pigliavi un'altra.
All'epoca (nei primi anni '90) compravi tre tute cerate per duemila lire (quindi con 4mila lire ce n'avevi sei: ce n'avevi una al giorno per tutti i giorni di carnevale): te la mettevi la mattina, uscivi con gli amici, vi potevate spruzzare la qualsiasi cosa (letteralmente anche vernice spray, anche se non ho notizia di folli che si siano spruzzati vernice spray!), però - voglio dire - arrivavi alla sera, la buttavi via e l'indomani te ne mettevi una nuova; quantomeno non andavi a spendere:
-La bambina vuole vestirsi da principessa!
E andavi a spendere anche 20~30 mila lire per un vestitino da principessa, e dopodiché arrivava l'idiota, spruzzava della crema da barba, si poteva buttare via il vestito e andarlo a comprare di nuovo.
E questa cosa della tuta bianca la vedo ancora adesso, perché ancora adesso, soprattutto nel periodo di carnevale, mi capita di vedere dai ferramenta, appunto, "Tuta cerata bianca: € 1" (per esempio), quindi ancora ogni tanto mi capita di vedere questa situazione.
Quantomeno così ci sta: divertitevi tra di voi, non rovinate i costumi ai bambini (che non v'hanno fatto niente di male) con la storia “No, vabbè: è uno scherzo”
È uno scherzo UN CORNO: questo è proprio vandalismo!
Negli anni 2000 in Italia si è cominciata a diffondere di più la cultura del festeggiare anche halloween: halloween non "all'inglese" con le feste in casa, i balli e i giochi di società, quanto proprio all'americana con il vestirsi in costume e con andare a fare dolcetto-o-scherzetto. Ed ecco che si comincia a diffondere un'altra abitudine molto italiana, che è quella di cominciare ad acquistare petardi sotto halloween, poi consumarne la maggior parte a capodanno, e poi tenerne qualcuno anche per carnevale, perché naturalmente anche lì, gli per fare gli scherzi, si usano i petardi.
Anche se in realtà questa cosa dei petardi a carnevale ha radici molto più profonde, perché io mi ricordo in passato, durante la festa di carnevale in Romagna, c'era l'abitudine di far scoppiare trick-track in mezzo alla piazza con l'idea - proprio - di spaventare gli astanti.
E negli ultimi dieci anni diciamo che ho cominciato a guardare con un sorriso un pochino più gradevole il carnevale, come momento in cui i bambini finalmente trovano un modo di poter scaricare lo stress, soprattutto in questi tempi molto frenetici, e in cui anche gli adulti potrebbero partecipare attivamente al divertimento dei bambini, quando ci si può divertire in sicurezza e quando ci si può divertire con spensieratezza (e senza spruzzarsi crema da barba addosso, magari!)
Prima di concludere, un veloce aneddoto: eravamo nei primi anni 2000, ero in ufficio, era martedì grasso, sapevo questa cosa perché me l'aveva detta il mio vicino di negozio (perché c'era la sua bambina, che andava - credo - in prima o in seconda elementare, che sarebbe passata): doveva passarci la sfilata di carnevale dei bambini, proprio davanti agli uffici.
Quindi aspettavamo che venissero i bambini, intanto lavoravamo, poi è passata questa sfilata; questa sfilata che erano tutti i bambini delle scuole elementari (di alcune scuole elementari del circondario), quindi in realtà non era una grande quantità di bambini (era un gruppo abbastanza nutrito di bambini, ma solo questi bambini) tutti in costume, accompagnati da un'Apecar con una specie di fungo di cartone…
Tutti gli adulti attorno, che tenevano i bambini compattati in un gruppo molto serrato: un bambino non poteva tirare fuori un braccio: “AHH! STÀ DENTRO!”
E - al di là di questo - è passata questa sfilata, e i bambini che ridevano, che si divertivano, i genitori che ridevano, che facevano le foto ai bambini, poi quand'è passata anche la mia vicina di negozio:
“Sì, ma… boh: 'sta cosa mi sembra un tantinello deprimente”
Ma a concludere, proprio, la depressione di questa sfilata dei bambini è stata poi, dopo una mezzoretta/tre quarti d'ora, che è tornata indietro l'Apecar col fungo di cartone, da sola, s'è fermata accanto ai cassonetti dei rifiuti, ha pigliato 'sto fungo di cartone, l'ha buttato nel cassonetto e il tizio in Ape se n'è andato…
Ma voi, invece, che cosa mi raccontate? Come vivete il carnevale, come avete vissuto il carnevale nel passato?
Lo vivete ancora adesso il carnevale, lo guardate con un sorriso pensando ai bambini che - almeno - si possono divertire? Oppure lo vivete come un periodo che “Sì, vabbè: sbrighiamoci che c'abbiamo da lavorare”? Non lo so: parliamone nei commenti qua sotto oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene ragazzi: io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostalgia, come sempre vi invito a mettere pollice-in-alto, condividere il vlog, iscrivervi al canale.
Noi ci vediamo alla prossima puntata, ciao a tutti!

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