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domenica 9 giugno 2019

VLOG 270: Le classi del fuoco (e come trattarle)



Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly.
Oggi vorrei parlarvi della classificazione del fuoco in base al combustibile, ossia vorrei parlarvi delle cosiddette ‘classi di fuoco’: quest'argomento è stato scelto di separarlo da quello degli estintori anche grazie a voi, che avete votato sul canale Telegram se fosse il caso di realizzare l'ultimo video sul fuoco (quindi classi di fuoco ed estintori) tutto assieme, o se di separare le classi di fuoco in un video e gli estintori nel prossimo video.
Motivo in più per ricordarvi che ho un canale Telegram, che potete seguirmi anche su quel canale, perché - innanzi tutto - se lo fate riceverete una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video e riceverete anche (occasionalmente) piccole curiosità e dietro le quinte riguardo ai video che devo realizzare. Ma soprattutto, ogni volta che vado a realizzare un piccolo sondaggio (come in questo caso) potrete anche partecipare attivamente al canale.
Detto questo, come dicevo: questa puntata di Diario di Viaggio on the road è dedicata alle classi di fuoco, per cui cominciamo: sigla!
[♪♫♪]

Il triangolo del fuoco è completo, dunque la combustione è in atto. La parte visibile della combustione (la fiamma) la vediamo e… la fiamma è sempre quella, dunque il sistema che dobbiamo utilizzare per spegnere le fiamme (per spegnere il fuoco) è sempre lo stesso, giusto?
Beh… quasi!
Sì: è vero che se abbiamo il fuoco vuol dire che il triangolo del fuoco è completo e se vogliamo spegnere il fuoco dobbiamo intervenire su almeno uno dei lati del triangolo (se  possibile anche su più di uno). Il problema è che vi saranno delle tecniche che possono essere più efficaci, vi saranno delle tecniche che possono essere meno efficaci, vi saranno delle tecniche che in determinate situazioni possono non solo NON ESSERE efficaci, ma addirittura possono rivelarsi DELETERIE.
Per esempio tipicamente usiamo l'acqua per spegnere il fuoco (gettiamo acqua sul fuoco), purtuttavia se riscontriamo delle temperature che sono molto elevate (diciamo sopra i 1300°C) non possiamo usare tanto facilmente acqua per spegnere il fuoco, perché l'acqua se viene gettata su delle cose, come un incendio che ha una temperatura molto elevata (sopra i 1300°C) può decomporsi spontaneamente in idrogeno e ossigeno, ragion per cui questo si rivelerebbe inutile, se non - appunto - DELETERIO, perché noi avremmo del fuoco, ci gettiamo acqua e VEDIAMO DELLE PALLE DI FUOCO!
Può variare la tipologia di comburente, quindi ci possono essere dei comburenti come l'ossigeno, che possiamo cercare di “spostare” per esempio immettendo un gas inerte come il diossido di carbonio, ma ci possono essere delle sostanze che “fanno da comburente” offrendo ossigeno alla combustione direttamente «mescolate» con il combustibile: per esempio nella polvere da sparo il nitrato di potassio agisce da comburente fornendo ossigeno alla combustione, quindi lo fornisce indipendentemente dal fatto che nell'ambiente circostante ci sia ossigeno.
E infatti la polvere da sparo funziona anche in assenza di ossigeno circostante, per cui sì: i petardi possono scoppiare anche se sono sott'acqua.
(non provateci a casa: i miei orsetti ringraziano!)
La cosa che può variare maggiormente in un incendio sicuramente è il combustibile: ci sono combustibili che sono molto buoni, possono bruciare molto velocemente, possono propagare la fiamma molto velocemente; ci sono combustibili che possono propagare la fiamma molto più lentamente; ci sono combustibili che - magari - richiedono determinate condizioni di temperatura, di pressione e di umidità etc. per potersi innescare e quindi per poter propagare la fiamma; per cui è soprattutto in base alla tipologia di combustibile che noi avremo una determinata reazione e quindi avremo un determinato comportamento da tenere per poter spegnere il fuoco.
Infatti gli incendi - generalmente - vengono classificati in base alla tipologia di combustibile che è coinvolto: quando si tratta - eventualmente - di una «miscela di combustibili», da quello che rappresenta il combustibile presente per la maggior parte: per esempio se abbiamo una catasta di legno con qualche spruzzata di benzina sopra, considereremo che il combustibile principale non è la benzina bensì il legno.
Ecco quindi che abbiamo le classi di fuoco: le classi di fuoco sono cinque (una volta erano sei), sono identificate da una lettera dell'alfabeto in base, appunto, alla quantità maggiore di combustibile che viene coinvolto.

La prima classe di fuoco che analizziamo è la ‘Classe A’: riguarda i combustibili solidi (per esempio il legno, la carta, la gomma: situazioni di questo genere), è il classico incendio di sterpaglie, come quelle secche che ci sono qua intorno, che quest'estate sicuramente prenderanno fuoco se non saranno tagliate e curate.
Ora, questa tipologia di incendio si sviluppa sia con fiamme vive, sia si può sviluppare anche semplici braci ardenti, a seconda della tipologia di combustibile, a seconda della quantità di combustibile, a seconda della tipologia di comburente, a seconda delle temperature; in fondo conosciamo il fenomeno della brace.
Quando noi facciamo una grigliata, accendiamo il fuoco ma non è che poi cuciniamo direttamente sulla fiamma viva: facciamo in modo di avere delle braci roventi nel «braciere» (appunto!) e poi utilizziamo la brace per cucinare.
Sui combustibili solidi, sui fuochi di classe A si può intervenire con tantissime sostanze: possiamo intervenire con l'acqua, possiamo intervenire con le polveri, possiamo intervenire con dei gas inerti come il diossido di carbonio per spostare il comburente, possiamo - veramente - utilizzare la qualsiasi cosa; in fondo gli incendi di classe A sono quelli più diffusi: sono - per esempio, appunto - gli incendi boschivi, gli incendi di sterpaglie, ma anche gli incendi che coinvolgono oggetti solidi: un incendio di un veicolo, l'incendio di una casa… coinvolge soprattutto combustibili solidi.

La seconda classe di fuoco è la ‘Classe B’, concerne gli incendi di combustibili liquidi (per esempio benzina, per esempio alcol: situazioni di questo genere).
In questo caso la fiamma si sviluppa soprattutto sulla superficie del liquido, perché la superficie è la parte che è esposta al comburente e che è quindi quella nella quale si può sviluppare la fiamma.
Questa tipologia di incendio - di solito - non viene attaccata con l'acqua perché spesso moltissimi combustibili liquidi risultano essere più leggeri dell'acqua, quindi immettendo acqua nel sistema il combustibile galleggerebbe sopra l'acqua e questo non servirebbe a molto; inoltre spruzzando acqua direttamente (perpendicolarmente) sul combustibile quello che si rischia è di far schizzare il combustibile da tutte le parti AUMENTANDO la superficie esposta e quindi diffondendo ancor di più la fiamma!
In questo caso quello che si cerca di fare è di intervenire sulla superficie del combustibile per separare il combustibile dal comburente, quello che si fa - tipicamente - con i prodotti schiumogeni: si copre la superficie del combustibile con una schiuma che separa il combustibile dal comburente.

Terza classe di fuoco, la ‘Classe C’: gli incendi che coinvolgono combustibile gassoso.
In questo caso abbiamo bisogno di intervenire in due modi: da una parte - sicuramente - cerchiamo di attaccare il fuoco raffreddando (spegnendo il fuoco), ma dall'altra dobbiamo anche intervenire TOGLIENDO LA SORGENTE DI COMBUSTIBILE, altrimenti nel momento in cui dovessi spegnere il fuoco, continuerei a immettere combustibile in un ambiente e mi basterebbe una scintilla per peggiorare la situazione con una deflagrazione.
Ragion per cui avremo una tipologia d'intervento che concerne l'uso - non so - di polveri, di gas inerti… eventualmente anche di acqua: non tanto per il fuoco, quanto - in questo caso - utilizzeremo l'acqua vaporizzata per raffreddare i tubi, ma soprattutto per raffreddare eventuali serbatoi di gas, eventuali bombole di gas; in questo modo eviteremo - soprattutto - il rischio di scoppio del contenitore (quindi il rischio di scoppio della bombola o del serbatoio di gas).

Abbiamo visto combustibili solidi, liquidi e gassosi. Cosa ci resta? Beh, direi che ci resta la quarta classe di fuoco, la ‘Classe D’: i combustibili metallici.
È una tipologia di combustibile *estremamente* complesso da trattare e richiede una scelta di materiali estinguenti molto precisa: per esempio abbiamo, tra i combustibili metallici, (non so) il sodio o il litio. Un esempio fatto non a caso, perché il sodio e il litio possono reagire molto violentemente a contatto con l'acqua.
Ecco quindi che un incendio che coinvolge del sodio o del litio SICURAMENTE non va trattato con l'acqua! In questo caso (quando si tratta di combustibili metallici, di fuoco di classe D) si utilizzeranno delle polveri, delle polveri molto speciali che possano procedere a soffocare la fiamma separando il combustibile dal comburente e cercando, eventualmente, di ridurre le reazioni che può avere il combustibile a contatto con l'aria (a contatto con le altre sostanze).
Per esempio nel caso dell'incendio di Chernobyl, sul reattore in fiamme fu gettata della sabbia contenente moltissimo boro, perché non solo agiva abbassando la temperatura e soffocando le fiamme, ma soprattutto in questo caso il boro agiva come «moderatore», rallentando la velocità dei neutroni e quindi riducendo la reazione nucleare che manteneva la temperatura molto elevata.

Seguirebbe la ‘Classe E’ per quanto concerne gli incendi elettrici, ma negli ultimi anni la classe E è stata abrogata, perché gli «incendi elettrici» in realtà sono incendi che, pur coinvolgendo impianti elettrici, possono sempre venire classificati nella classe A o nella classe B (in cui abbiamo ANCHE il rischio della corrente elettrica), per cui - semplicemente - utilizzeremo tendenzialmente le stesse sostanze per un incendio di classe A o di classe B, ma considerando che alcune sostanze, come l'acqua o gli schiumogeni a base di acqua, potrebbero non essere adatte: dobbiamo utilizzare una sostanza estinguente che abbia una caratteristica di «isolante elettrico».

Per cui veniamo alla vera e propria quinta classe di fuoco, che è la ‘Classe F’: parliamo di incendi di oli combustibili di origine animale o vegetale, ossia del cosiddetto “incendio dell'olio di cucina”.
C'è una certa differenza rispetto all'incendio di classe B, e la differenza è dovuta dal fatto che in un incendio di classe B non necessariamente tutto il combustibile è ad elevata temperatura, mentre nell'incendio di classe F spesso il combustibile è *tutto* *quanto* ad una elevata temperatura.
Per esempio l'olio nella padella può innescarsi spontaneamente se la sua temperatura supera la temperatura di innesco spontaneo. E nel momento in cui s'innesca, tutto l'olio nella padella è - comunque - a una elevata temperatura, ragion per cui EVITEREMO ABBONDANTEMENTE di utilizzare l'acqua su un incendio di olio di cucina: perché nel momento in cui mettessimo anche una piccola quantità di acqua, questa si VAPORIZZEREBBE ISTANTANEAMENTE, facendo praticamente *deflagrare* l'olio (facendo esplodere l'olio) lanciando l'olio incendiato in tutte le direzioni.
E di nuovo, come si fa con gli incendi di classe B cercheremo di agire soffocando il fuoco: quando si tratta di una semplice padella gli mettiamo il coperchio sopra (togliamo l'ossigeno); quando si tratta di una situazione un pochino più complessa, allora cercheremo di utilizzare qualcosa di simile, per esempio utilizzeremo uno schiumogeno, che copre la superficie del liquido e in questo modo la separa dal comburente e cerca di soffocare la fiamma.
Ma soprattutto dovremo usare l'attenzione necessaria al fatto che poi abbiamo a che fare con una sostanza che - anche quando è spenta - è comunque a una ELEVATA TEMPERATURA: da una parte potrebbe reincendiarsi, dall'altra anche se non si reincendia, potrebbe schizzare e potrebbe ferire le persone.

Dunque queste erano le classi di fuoco (‘A’, ‘B’, ‘C’, ‘D’… ‘F’!) in base alla tipologia di combustibile, e quali sono le tecniche di attacco più diffuse in base alla classificazione del fuoco.
Voi le conoscevate, ne avevate sentito parlare? Avete altri dubbi che concernono determinate tipologie di combustibile, o determinate tipologie di fuoco?
Ci sono altre domande che volete farmi sull'argomento? Parliamone! Nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene: con questo vlog spero di essere riuscito a mettere ulteriore chiarezza sull'argomento “fuoco”, se ce l'ho fatta - come sempre - vi invito a mettere pollice-in-alto e condividere questo vlog con i vostri amici, anche su WhatsApp o Telegram.
Vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel Buon Profumo di Nuovo Iscritto™ che ci piace così tanto, che - tra l'altro - NON È INFIAMMABILE!
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Infine se c'è un argomento che vi piacerebbe io trattassi su #DdVotr, potete farmi sapere anche quello in un commento qua sotto.
Io sono Grizzly e questo è tutto, per cui come sempre: grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

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