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mercoledì 16 agosto 2006

Il grand tour (de force)

Continuate a chiedermi tutti "Perche'?", ma a quanto pare ancora nessuno ha capito che io ADORO viaggiare in treno e - dato che alla fine che arrivo in orario o in stra-ritardo, quando arrivo a casa a Cadine il primo giorno comunque mi fiondo sul letto tutto il pomeriggio... (-:

martedi' 15 agosto
Stamattina mi sono svegliato presto e mi sono occupato di svuotare la macchina dalle ultime porcate e di caricare la torcia nel cassettino del cruscotto, poi - visto che il bar dietro casa era chiuso - mi sono diretto alla ricerca di un bar aperto, che ho trovato senza dover correre troppo lontano: il Kennedy era ben spalancato e pieno di gente.
Dopo un caffe' veloce sono rientrato e mi sono occupato di piantare buona parte del bagaglio dentro il baule della Palio usando ragionamenti anche sullo stile di Tetris3D.
Quest'anno infatti sono riuscito a far entrare tutto il carico dentro il baule senza dover abbassare un solo sedile (anche se stavolta credevo veramente che alla prima frenata il baule sarebbe esploso) e quindi ho lasciato solo la mia ultima borsa da viaggio [quella del "Time" a misura con il massimo bagaglio a mano consentito... (uhm, contenente un cambio pesante, il pigiama, il k-way e Simon; oltre a qualche fesseria sulle tasche laterali tipo il caricabatterie del GPS ed il lettore MP3)] ed il frigo da viaggio; mi sono messo per un po' davanti alla tv senza scopo e - quindi - alle 12:30 ho preso la peugeot di mia madre e mi sono fiondato dalla nonna, dove abbiamo consumato un parco pasto a base di lasagne e mozzarella, prima che io ritornassi a casa verso le 13:30.
Ho quindi lasciato la peugeot in un posto tranquillo, e la ho chiusa. Sono salito a casa il tempo di caricare il frigo, prendere il borsone, salutare gli orsi (-: e chiudere definitivamente casa.
Non erano neppure le 14 quando mi sono messo in viaggio. La nafta la avevo gia' fatta ieri per cui mi sono limitato a dirigermi verso Scala Greca per prendere la strada.
Meccanicamente mi sono diretto verso via Lentini, tanto per arrivare davanti a casa di MC, ed ho avuto fortuna, dato che mentre ci passavo davanti ho notato la sua ragazza che armeggiava intorno alla moto...
Non ci ho pensato due volte: rallento, mi metto di lato vicino al cancello ed attiro la loro attenzione; annuncio che sono in partenza per Trento e loro mi dicono che - invece - approfittano del giorno festivo per fare un salto a Taormina, poi ci salutiamo ed io continuo la mia strada verso Catania.
Il caldo la fa da padrone (e l'aria condizionata aiuta, in questo senso) e quest'anno trovo piu' traffico del solito.
Dopo aver seguito la solita strada verso Catania, dato il traffico non indifferente in quella zona decido di prendere la tangenziale che - se pur ugualmente trafficata rispetto alla strada che porta alla plaja e all'auchan, almeno ha un limite di velocita' piu' alto.
Giungo in stazione intorno alle 15, evito la manovra di un imbranato col SUV e poi scavalco le insistenze del parcheggiatore abusivo [Quest'anno e' cambiato (ah: questa volta non sono andato per il sottile: un gestaccio ed una controsterzata brusca lo hanno convito a tirarsi indietro, che non dovevo parcheggiare nel buco lasciato dal SUV)]. Supero l'area di parcheggio e mi dirigo verso l'area delle auto al seguito. La novita' di quest'anno e' che nello spiazzale e' stato messo un parcheggio a pagamento (ma che ancora non e' attivo) e dall'altra parte c'e' un'area di parcheggio per i dipendenti con divieto d'accesso (Chissenefrega, dico io: dal prossimo anno se arrivo e il parcheggio a pagamento e' in funzione io mi pianto nell'area riservata al personale FS; il bello della macchina simil-aziendale).
C'e' gia' un po' di gente e mi intrattengo un po' con il gruppo di persone. Ci sono due ragazzi bolognesi che ci parlano della vita in quella citta' e dei problemi del comune con il costo non indifferente della vita.
Finalmente verso le 15:30 giunge l'impiegata delle ferrovie e - dopo una lunga fila - cominciamo il carico auto. Dato che voglio far passare il tempo mi accodo per bene, ma sbaglio la misura: dopo l'ultima macchina dato che lo spazio rimasto e' poco anziche' caricare me caricano l'unica moto al seguito e mi trasferiscono di sopra (GROAR! Domani la macchina sara' letteralmente ricoperta di tre strati di polvere).
Arrivo quindi in stazione assieme ad alcuni viaggiatori e mi appresto ad attendere il treno, ma stavolta almeno sono le 16:50 e ci sara' da aspettare solo una mezzoretta.
Nel frattempo sul binario uno giunge un rapido proveniente da Roma ed in buon ritardo (trenta minuti circa) il quale poi al segnale del capotreno riparte per percorrere una decina di metri durante la quale moltissimi si fiondano contro lo stesso aprendo le porte e salendo al volo; il treno si ri-ferma e la capotreno riscende dall'ultima porta imprecando in romanesco stretto, poi re-infila la chiave nel comando della chiusura generale e ri-da il segnale al macchinista (pardon, al pilota: ormai si chiamano cosi').
Finalmente giunge il treno, e il conduttore e' SEMPRE LO STESSO. Si chiama Marcello, viene da Messina e finalmente ci fermiamo a parlare per un po'. Mi spiega che ormai a causa di problemi di salute si fa la tratta Messina-Siracusa e ritorno dando il cambio ai colleghi di su. E che e' ormai fisso che debba fare il turno a ferragosto (-: poi parliamo un po' di treni, del fatto che a lui piace sempre scherzare ed essere un po' spiritoso con i viaggiatori e tante storie del genere.
Il mio compagno di cabina e' un ragazzo di Modica, ma che lavora a Prato e si e' fatto UN GIORNO di ferie (il lunedi', approfittando del ponte)... L'altro compagno che sale verso Taormina invece e' taciturno e pressoche' assenteista dato che a causa di un problema viaggia con un nutrito gruppo che si trova su un altro vagone e - pertanto - passa buona parte del tempo con il gruppo.
Giungiamo a Messina. Siamo in leggero ritardo (circa 5 minuti, quanto basta perche' debba passare la vara).
Spostano il troncone di Siracusa dal binario 9 al 10 per collegarlo con il troncone di Palermo. Aspetto giu' dal treno, dopo aver salutato Marcello ed essermi acceso una sigaretta.
Mentre passeggio in direzione del fondo del troncone di Palermo alle mie spalle, dalle parti del porto, scoppiano alcuni mortaretti ad annunciare che la vara sta per giungere al porto.
Ritorno sul treno, ci fanno chiudere le porte.
Cominciano i fuochi d'artificio. Si intravedono delle fiammate verdi e rosse dal finestrino in direzione del porto, poi tutto si trasforma nella solita sparata di mortaretti condita di semplici lampi molto luminosi e grosse nuvole di fumo [io lo ripeto ad infinitum: mah... (e poi: perche' si fanno i fuochi d'artificio alle sette di sera, col sole?)].
Primo intoppo. L'ultima carrozza di coda del carro auto non frena. Dopo un lungo intervento dei verificatori possiamo pero' ripartire.
Cominciamo la manovra di imbarco. Il caldo la fa da padrona per cui i finestrini sono abbassati.
Ora, grazie a questo, e partendo gia' dal presupposto che i manovratori di Messina e di Villa San Giovanni hanno fatto pratica probabilmente solo col trenino Lima (ma non ne sono sicuro) non mi stupisco quando noto che il treno, ancora in stazione, prende violentemente velocita' giungendo verso il fondo stazione prossimo ai 50km/h, ma mi stupisce moltissimo la frenata che ne segue pochi istanti dopo, annunciata improvvisamente da due brevi sbuffi d'aria compressa a breve distanza.
Un pensiero mi folgora nel giro di una frazione di secondo: io ho gia' sentito altre volte quel rumore e so cosa significa...
Io: "Tenetevi: HANNO APERTO LA RAPID...ARGH!"
Prima che riesca a concludere la frase, la frenata rapida fa inchiodare violentemente il treno, come se fosse andato a sbattere contro un muro. Cascano un po' di suppellettili e qualche persona. Imprecazioni varie e condite, sia in siculo che in veneto.
Mi sporgo dal finestrino sino quasi al limite di equilibrio e mi rendo conto che con quel "pestone" abbiamo appena evitato di stirare un carrello di servizio della stazione (credo sia carico di luci di fondo treno)...
Il treno riparte [moooooolto piu' lento... che al "pilota" sia venuta la diarrea nel frattempo? Dato che la macchina di manovra e' in coda posso solo immaginarmi le imprecazioni che gli avra' tirato alla radio il secondo (in testa) per fargli aprire la rapida in uno spazio di non piu' di 20 metri].
Finalmente in un paio di manovre siamo su. Salgo sul traghetto. L'aria e' fresca (per fortuna prima che arrivassimo a Messina ho avuto la buona idea di cambiarmi i pantaloni corti con un paio un po' piu' robusto) e mentre rigiro per un caffettino ascolto la conversazione fra due conduttori dei WL. Uno dei due, evidentemente messinese come Marcello, spiega all'altro che mentre loro aspettavano in stazione lui era salito sul traghetto e si era seguito tutta la mascleata.
Uhm, interessante, allora non solo i mortaretti ci sono stati portati dagli spagnoli, ma anche la loro terminologia. Nel siracusano non avevo mai sentito chiamare una sparata di mortaretti con un termine cosi' assonante con lo spagnolissimo mascleta'.
Il traghettamento procede, anche se ormai il cielo e' scuro, anche a causa del fatto che e' molto coperto. In prossimita' di Villa San Giovanni scendo e raggiungo il mio scompartimento, poi quando usciamo dal traghetto e ci fermiamo a Villa mangio qualcosa, mentre constato che quantomeno abbiamo recuperato quei minuti persi (l'orario di partenza e' 21:10, e sono le nove meno cinque), ma la speranza si vanifica quando ripartiamo con dieci minuti buoni di ritardo...
La notte scorre tranquilla, e l'indomani mattina siamo a Bologna con la solita mezzora sintomatica di ritardo...

Mercoledi' 16 agosto
Passa un po' di tempo per lo scarico delle auto, anche perche' ovviamente abbiamo avuto abbastanza fortuna da finire sulla rampa idraulica per cui ci tocca aspettare che prima scarichino tutte le macchine da basso e che venga alzata la rampa per scaricare le nostre.
Un milanese (che ha la macchina subito davanti alla mia) mi chiede qualche indicazione per raggiungere l'autostrada, poi mi chiede se possiamo fare un po' di tragitto assieme dato che non e' sicuro di aver capito, per cui me lo trovo infilato in coda fino a dopo la tangenziale, quando finalmente imbocchiamo l'autosole mi supera suonando il clacson per salutare, mentre io imbocco il bivio del primo autogrill dove ho intenzione di fare colazione.
Un cornetto & un caffe' al volo, poi una sigaretta e infine una gomma da masticare per non crollare durante il noiosissimo viaggio.
Mi fermo nuovamente all'autogrill del Po, per andare in bagno e fare un paio di chiamate per chiarire la mia posizione ed il tempo previsto per l'arrivo.
C'e' un tempo infernale, per quasi tutto il tragitto piove ed in alcuni tratti la visibilita' e' estremamente ridotta, per cui la velocita' di crociera varia fra i 120 ed i 60 km/h, in una confusione che non si dirada finche' nell'ultimo tratto trovo un pallido sole e la strada (l'autobrennero c'ha l'asfalto drenante) perfettamente asciutta.
Giungo a casa all'una passata. Il tempo di un pranzo veloce (anche con gli avanzi di schiacciata di ieri) e una disfata alle valigie, ed e' subito il momento di fiondarmi sul letto abbrancicato al buon Simon per una sacrale ronfa che si conclude verso le 18.
Poi un po' di ordine agli appunti del viaggio per il blog, ed e' l'ora di cena, seguita dal letto abbastanza velocemente e accompagnato dal sesto libro di Harry Potter che mia cugina ha prestato a mia madre ("Il principe mezzosangue").
Domani mattina, stando ad un problema tecnico con le fognature di casa, dovrebbe venire verso le 10:30-11 la ditta di spurgo.
Il tempo di una veloce chiamata a Siracusa (A PROPOSITO: finalmente hanno montato un ripetitore Vodafone a Cadine, YuuuHuuu il telefonino mi prende per tutta la casa!!!) e Simon mi attende a zampine aperte sul letto.
E' tutto, a domani.

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