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giovedì 9 novembre 2006

Saddam Hussein

In questi giorni il tribunale iraqeno ha sancito definitivamente che Saddam Houssein e' colpevole di una serie di crimini contro l'umanita (come dite? Lo sapevamo da prima? Lo sapevano anche gli americani e lo hanno tenuto ugualmente come alleato? Vi ricordate una cosa che ho citato in un articolo di ben due anni fa? Ma no... che c'entra?) ed e' stato condannato a morte.
Ora, al di la del fatto che si debba considerare o meno Saddam Hussein un criminale internazionale e non solo per essere stato un dittatore (perche' il regime della dittatura e' presente in troppe parti del mondo per potersi scagliare a cuor contento contro uno piuttosto che contro un altro dittatore) e che si debbano vedere con occhi critici fatti che hanno alle spalle oltre venti anni di storia.
Con questo cosa voglio dire: non certo che il massacro dei curdi vada visto in maniera marginale perche' sono passati cosi' tanti anni, ma per quello che e' successo in questi anni.
Iran-Iraq.
Invasione del Kuwait e guerra del golfo.
Non ricordate forse che sin da quei periodi Saddam Hussein era gia' un criminale internazionale e gia' allora era stato accusato di crimini contro l'umanita'? O forse non ricordate che il concetto che stava alla base dell'invasione dell'Iraq era la possibilita' che vi fosse una reiterazione di tali reati, sebbene negli ultimi venti anni l'Iraq non avesse ne' i mezzi, ne' i fondi ne' gli strumenti in se per poter reiterare tali fatti o solo avvicinarvicisi?
La politica internazionale degli ultimi quattro anni ha lasciato molto da pensare, a moltissimi e non solo a me. Ma soprattutto ha lasciato molto da pensare agli americani stessi, e qui le cose cominciano a farsi pesanti.
L'america e' il popolo degli eccessi, specie in questi argomenti, non solo per il comportamento che tutti spero ricordiate di Colin Powell che alle Nazioni Unite ha sempre fatto capricci salvo poi dover ammettere di essere un bambino cattivo ed essere cacciato dalla cricca dei repubblicani non gia' perche' serviva un leader carismatico ma piuttosto perche' c'era bisogno di un segretario di stato pronto a prendere per (e a presentare agli altri come) oro colato qualunque colpo di testa del sig. George Walker (Texas Ranger) Bush (-:
E' stato cosi' anche con l'ONU ed ora si e' cercato un degno successore di Kofi Annan che non avesse i co%%%%ni troppo rigirati in maniera da venire su e comminare pesanti sanzioni alle nazioni che hanno contribuito alla guerra in Iraq praticando la "legge del piu' forte", sebbene l'ONU sia li' proprio per aborrire ed evitare che si scateni questo ragionamento.
Ma non voglio uscire troppo fuori dal seminato: l'argomento di oggi non e' l'Iraq ma il suo deposto "presidente" Saddam Hussein e - soprattutto - la sua condanna a morte.
Tanto per tornare un momento fuori dalla riga del seminato, vorrei ricordare a tutti che un tribunale americano e' tornato sui suoi passi rispetto alla condanna a morte di Zacarias Moussaoui, soprattutto perche' in questi casi c'e' troppo il rischio che il condannato piu' che il simbolo del male che ha commesso, diventi un nuovo martire dell'occidente.
E' proprio questo rischio che mi fa pensare. Saddam Hussein rischia di lasciare la parte di dittatore [dal quale si e' riusciti (vabe', siamo passati alla "dittatura" americana e non sto qui a spiegarvi o ripetervi perche' l'economia europea va avanti in dollari con l'euro forte, mentre quando c'era il marco tedesco forte era il contrario...) a liberare una nazione] per assumere quella di martire.
Saddam Hussein non dovrebbe essere giustiziato, ne' come militare ne' come civile, neppure come dittatore, come uomo che ha portato, fatto ed operato perche' trionfasse il male. Dovrebbe venire condannato ad una vita da viversi in carcere, in un regime di carcere duro (come quello che ha fatto provare ai suoi disfattisti, ma con il rispetto delle convenzioni di Ginevra. Diciamo un regime un po' piu' restrittivo del 41bis) e costretto a conoscere anche il rispetto che viene da un paese civile.
Qualcuno mi ha criticato per questo ragionamento: se dovesse venire incarcerato verranno frotte e frotte di fedelissimi ed estremisti/terroristi a prendere una caterva di ostaggi e minacciare di ucciderli se non venisse liberato il loro capo. E' vero: e' possibile. Se pero' venisse giustiziato, dato che i kamikaze purtroppo esistono, nulla vieterebbe ad un gruppo di facinorosi pronti a tutto ad infilarsi in un mercato, una scuola, un luogo strapieno di gente e farsi saltare in aria facendo una strage, senza tanti complimenti, discussioni o negoziati di sorta; la differenza sta nel fatto che la minaccia in caso di ergastolo potrebbe essere plausibile (ma cio' non toglie che comunque nessun governo cederebbe ad un ricatto simile), mentre la minaccia di attentati kamikaze esiste, e' piena ed e' gia' presente senza bisogno di avere scusa come quella di Saddam Hussein per avviarsi (al contrario: ogni scusa e' buona per fare attentati, rapimenti e bojate simili: pensate solo al rapimento di Torsello!).
Il concetto e' che in ogni caso non bisogna darla vinta ai terroristi, e i terroristi delle frange piu' estreme hanno un grande bisogno di martiri...

1 commento:

  1. La condanna a morte di Saddam Hussein è un errore. I motivi per non farlo sono tanti, anche quelli che giustamente sottolinei tu.

    In generale, comunque, sono contrario alla pena di morte. Sempre, anche quando riguarda un pericoloso dittatore o il peggior criminale.

    Ciao!

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