venerdì 1 ottobre 2004

[FWD] Buonanotte papà

Questa conversazione viaggia anonima sul Web.



Scena: tipica casetta in un tipico quartiere residenziale della media borghesia americana in una tipica cittadina del Middle West.
Interno, notte.

Il tipico buon papà americano medio mette a letto la sua bambina, che però, dimostrando di non essere una tipica bambina media americana, gli fa qualche domanda.

D: Papà, perché abbiamo attaccato l'Iraq?
R: Perché avevano armi di distruzione di massa.
D: Ma gli ispettori non hanno trovato armi di distruzione di massa..
R: Perché gli iracheni le avevano nascoste.
D: È per questo che abbiamo invaso l'Iraq?
R: Sì. Le invasioni funzionano sempre meglio delle ispezioni.
D: Ma anche dopo che li abbiamo invasi non abbiamo trovato armi di distruzione di massa, non è così
R: Perché le armi erano nascoste molto bene. Non ti preoccupare, vedrai che troveremo qualcosa. Probabilmente prima delle elezioni del 2004.
D: Perché l'Iraq voleva avere tutte quelle armi di distruzione di massa?
R: Per usarle in guerra, sciocchina.
D: Non capisco. Se possedevano tutte quelle armi per utilizzarle in guerra, perché non le hanno usate quando li abbiamo attaccati?
R: Perché non volevano che gli altri sapessero che le possedevano, così hanno deciso di morire a migliaia piuttosto che difendersi.
D: Ma non ha senso. Perché hanno scelto di morire se avevano quelle armi potenti per combatterci?
R: La loro è una cultura diversa dalla nostra. Non è detto che abbia una logica per noi.
D: Non so cosa ne pensi tu, ma io non credo che avessero davvero quelle armi, come invece dice il nostro Governo.
R: Beh, sai, non è importante che avessero o meno quelle armi. Avevamo altri buoni motivi per invaderli.
D: E quali?
R: Anche se l'Iraq non avesse avuto le armi di distruzione di massa, un altro buon motivo per invaderlo era che Saddam Hussein era un dittatore crudele.
D: Perché? Cosa fa un dittatore crudele che giustifichi il fatto di invadere il suo Paese?
R: Beh, per esempio, tortura il suo stesso popolo.
D: Come succede in Cina?
R: Non paragonare la Cina all'Iraq. La Cina è un ottimo partner economico,dove milioni di persone lavorano per salari da schiavi per far arricchire le aziende americane.
D: Vediamo, se un Paese lascia che il suo popolo venga sfruttato per il profitto di aziende statunitensi è un Paese buono anche se tortura la propria gente?
R: Esatto.
D: Perché le persone venivano torturate in Iraq?
R: Principalmente per reati politici, come, ad esempio, criticare il Governo. Chi criticava il Governo in Iraq veniva messo in prigione e torturato.
D: E non succede la stessa cosa in Cina?
R: Ti ho gia' detto che la Cina è differente.
D: Qual è la differenza tra la Cina e l'Iraq?
R: Beh, per esempio, l'Iraq era governato dal partito Ba'ath, mentre la Cina dai comunisti.
D: Ma non mi hai detto una volta che i comunisti erano cattivi?
R: No, solo i comunisti cubani sono cattivi.
D: E perché i comunisti cubani sono cattivi?
R: Beh, per esempio, le persone che a Cuba criticano il Governo vengono imprigionate e torturate.
D: Come in Iraq?
R: Esattamente.
D: E come in Cina?
R: Ti ho gia' detto che la Cina è un partner economico, mentre Cuba non lo è.
D: E come mai Cuba non e' un buon partner economico?
R: Beh, vedi, negli anni sessanta il nostro Governo ha varato delle leggi che vietavano di fare affari con Cuba fino a che non avessero sostituito il loro regime comunista con un sistema capitalista come il nostro.
D: Ma se cambiassimo quelle leggi, aprissimo il commercio con Cuba e cominciassimo a fare affari con loro, non aiuteremmo in questo modo i cubani a diventare capitalisti?
R: Sei proprio una perfetta asinella.
D: Non pensavo di esserlo.
R: Comunque, non hanno nemmeno la libertà di religione a Cuba.
D: Come in Cina con il movimento Falun Gong?
R: Ti ho già detto di smetterla di dire brutte cose sulla Cina. In ogni caso, Saddam Hussein è salito al potere con un colpo di Stato e quindi non era il legittimo capo dell'Iraq. In nessun modo.
D: Che cos'e' un colpo di Stato?
R: È quando un generale prende il comando di un Paese con la forza, invece di indire libere elezioni come facciamo noi negli Stati Uniti.
D: Ma, scusa, chi governa il Pakistan non è salito al potere con un colpo di Stato?
R: Intendi il generale Pervez Musharraf ? Sì, effettivamente sì, ma il Pakistan è nostro amico.
D: Come fa il Pakistan a essere nostro amico se il suo leader non è legittimato?
R: Non ho mai detto che Pervez Musharraf non è legittimato.
D: Non hai appena detto che un generale militare che prende il potere con la forza spodestando il legittimo Governo di una nazione, è un leader non legittimato?
R: Soltanto Saddam Hussein. Pervez Musharraf è un nostro amico perché ci ha aiutato a invadere l'Afghanistan.
D: Perché abbiamo invaso l'Afghanistan?
R: Per quello che hanno fatto l'11 settembre.
D: Cos'ha fatto l'Afghanistan l'11 settembre?
R: Beh, l'11 settembre 19 uomini, 15 dei quali sauditi, dirottarono 4 aeroplani e ne lanciarono 3 contro dei palazzi a New York e Washington, uccidendo 3.000 persone innocenti.
D: E cosa c'entra l'Afghanistan in tutto questo?
R: È in Afghanistan che quegli uomini cattivi si erano addestrati, sotto l'oppressivo regime dei talebani.
D: Ma i talebani non erano quei musulmani cattivi ed estremisti che tagliavano la testa e le mani della gente?
R: Sì, proprio loro. Non solo tagliavano la testa e le mani alla gente, ma opprimevano anche le donne.
D: Scusa, ma il Governo Bush non diede 43 milioni di dollari ai talebani nel maggio del 2001?
R: Sì, ma quei soldi erano una ricompensa per il loro ottimo lavoro di repressione contro la droga.
D: Repressione contro la droga?
R: Sì, i talebani sono stati molto efficaci nell'impedire ai contadini di coltivare l'oppio.
D: E come ci sono riusciti?
R: Semplice. Se i contadini continuavano a coltivare l'oppio, i talebani gli tagliavano la testa e le mani.
D: Allora, quando i talebani tagliavano la testa e le mani a quelli che piantavano i papaveri andava bene, ma se glieli tagliavano per altri motivi, no?
R: Sì. Per noi va bene se i fondamentalisti islamici tagliano testa e mani di quelli che piantano i fiori, ma troviamo terribilmente crudele se li tagliano a chi ruba il pane.
D: Ma non tagliano la testa e le mani alla gente anche in Arabia Saudita?
R: È diverso. L'Afghanistan era governato da patriarchi tiranni che opprimevano le donne e le costringevano a indossare il burqa in pubblico e quelle che si rifiutavano le lapidavano a morte.
D: Ma anche le donne saudite indossano il burqa in pubblico, o no?
R: No, le donne saudite portano un mantello islamico tradizionale.
D: Qual è la differenza?
R: Il mantello islamico tradizionale che portano le donne saudite è un modesto capo di vestiario che copre tutto il corpo eccetto gli occhi e le dita. Il burqa, invece, è un malefico emblema dell'oppressione patriarcale che copre tutto il corpo tranne gli occhi e le dita.
D: Sembrano la stessa cosa con nomi differenti.
R: Smettila di paragonare l'Afghanistan con l'Arabia Saudita. I sauditi sono nostri amici.
D: Mi era sembrato di capire che avessi detto che 15 dei 19 dirottatori dell'11 settembre fossero sauditi.
R: Sì, ma si erano addestrati in Afghanistan.
D: Chi li ha addestrati?
R: Un uomo molto cattivo che si chiama Osama Bin Laden.
D: È afghano?
R: Ehm, no, saudita anche lui. Ma è un uomo cattivo, molto cattivo.
D: Mi pare di ricordare che fosse nostro amico un tempo.
R: Solo quando abbiamo aiutato lui e i mujahadeen a reprimere l'invasione sovietica dell'Afghanistan negli anni ottanta.
D: Chi sono i sovietici? Non erano quelli dell'Impero Comunista del Male di cui parlava Ronald Reagan?
R: I sovietici non esistono più. L'Unione Sovietica è crollata nel 1990 o giù di lì e adesso hanno elezioni e capitalismo come noi. Li chiamiamo russi, adesso.
D: Così i sovietici, cioè, i russi, adesso sono nostri amici?
R: Beh, non proprio. Sono stati nostri amici per qualche anno dopo aver smesso di essere sovietici, ma hanno deciso di non appoggiare la nostra invasione dell'Iraq, cosi' non andiamo proprio pazzi per loro in questo momento. Allo stesso modo non facciamo follie per i francesi e i tedeschi perché anche loro non ci hanno aiutato a invadere l'Iraq.
D: Quindi anche tedeschi e francesi sono malvagi?
R: Non esattamente malvagi, ma abbastanza cattivi da obbligarci a ribattezzare le French fries (patatine fritte) in Freedom fries e il French toast (pane dorato saltato) in Freedom toast.
D: Cambiamo sempre nome ai cibi quando un altro Paese non fa quello che vogliamo?
R: No, lo facciamo soltanto con i nostri amici. I nemici li invadiamo.
D: Ma l'Iraq non era nostro amico negli anni ottanta?
R: Beh, sì, per un pochino.
D: Scusa, ma Saddam Hussein non governava l'Iraq anche allora?
R: Sì, ma in quegli anni stava combattendo contro l'Iran, la qual cosa l'ha reso temporaneamente nostro amico.
D: E perché questo l'ha reso nostro amico?
R: Perché in quel momento l'Iran era nostro nemico.
D: Non è stato quando gasava i curdi?
R: Sì, ma siccome stava combattendo contro l'Iran noi guardavamo dall'altra parte, per dimostrargli che eravamo suoi amici.
D: Allora, se qualcuno combatte contro uno dei nostri nemici automaticamente diventa nostro amico?
R: Il più delle volte, sì.
D: E chiunque combatta contro uno dei nostri amici diventa automaticamente nostro nemico?
R: Talvolta. Comunque, se le aziende americane possono trarre profitto dalla vendita di armi a entrambe le parti, tanto meglio.
D: Perché?
R: Perché la guerra fa bene all'economia, che significa anche che la guerra fa bene agli Stati Uniti. E poi, finché Dio sta dalla parte degli Stati Uniti, chiunque si opponga è un anti americano senza Dio e comunista. Hai capito perché abbiamo attaccato l'Iraq?
D: Penso di sì. Li abbiamo attaccati perché Dio lo voleva, giusto?
R: Sì.
D: Ma come abbiamo capito che Dio voleva che attaccassimo l'Iraq?
R: Beh, vedi, Dio ha parlato personalmente con George W. Bush e gli ha detto cosa fare.
D: Quindi, in sostanza, stai dicendo che abbiamo attaccato l'Iraq perché George W. Bush sente delle voci nella sua testa?
R: Sì! Finalmente hai capito come gira il mondo. Adesso chiudi gli occhi, mettiti comoda e dormi. Buona notte.
D: Buona notte, papà

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