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giovedì 27 settembre 2007

YANGON, Birmania

La situazione che si sta sviluppando nella ex Birmania mi ha incuriosito non poco, e date le poche notizie e le velate citazioni ho deciso di informarmi in maniera piu' completa possibile proprio sull'argomento.
La documentazione e' varia, non solo riguardo lo stato (da Wikipedia al sito ufficiale), ma anche riguardo i fatti di questi giorni (stamattina persino punto-informatico ha voluto citare alcuni siti e blog che stanno funzionando meglio sul fatto).
Il problema in questi casi, a mio parere, e' proprio l'affidabilita' dei mezzi di informazione, e come ho gia' visto in passato, ben poco c'e' da affidarsi ai mezzi italiani (un esempio per tutti? Le tv italiane parlano di cinque monaci uccisi, i siti internet internazionali invece ne confermano uno solo).
Voglio fare un'analisi veloce. Il problema principale, checche' se ne possa dire, come in molti altri casi, e' purtroppo la dittatura militare.
I militari hanno preso il potere diversi anni fa (le elezioni che ci sono state nel 1990, e che hanno decretato l'elezione quasi a furor di popolo del Premio Nobel Aung San Suu Kyi sono servite solo a confermare lo strapotere della dittatura militare, dato che i leader esistenti pensano bene non solo di ignorare la volonta' del popolo sul proprio leader, ma per di piu' con un altro colpo di stato sciolgono il movimento democratico e arrestano la stessa Sun Kyi).
Come il vecchio "buonanotte papa'" ci spiega, la dittatura e' sempre un'aberrazione non indifferente.
Ma voglio usare un pochino di cinismo in questo caso, perche' dopo gli ultimi fatti di cronaca riguardanti aumenti di tasse ed imposte immessi dal "governo" birmano, purtroppo ci vuole.
C'e' gente che campa con un dollaro al giorno, circa. In un mese prendono quanto prendo io per configurare una connessione alice con il modem in comodato.
C'e' stata gia' una rivolta repressa nel sangue alcuni anni fa (la famosa rivolta 8888) e il mondo ha preso visione di questo fatto con il solito sistema, che e' lo stesso che ha proposto nuove sanzioni internazionali.
Su questo pongo un punto fermo: in questo momento sarebbe piu' utile *ELIMINARE* le sanzioni internazionali che - comunque - verrebbero sic et simpliciter ricaricate sulle spalle della povera gente.
Ci vorrebbe un leader piu' carismatico all'ONU, abbastanza da dire: "Voi al governo del Myanmar siete gia' stati coinvolti in una repressione sul limite del crimine contro l'umanita', sappiate che se vi ripetete useremo il pugno di ferro". Ed essere pronti sia a mandare i caschi blu a svolgere funzioni di pubblica sicurezza, sia ad arrivare - se necessario - al commissariamento del governo dello stato.
Per ora le notizie almeno in un punto sono positive: grazie al veto cinese e russo non saranno inasprite le sanzioni, ma finche' il resto del mondo non si rende conto del rischio, saremo nello stesso pericolo.
In conclusione, non dimentichiamo che il paese - a maggioranza buddista - e' combattuto con gente che non ha piu' niente da perdere e monaci che - sicuramente - sono pronti ad accettare sia l'incarcerazione che la morte, per portare avanti la loro protesta. Questo nonostante le dichiarazioni del sito del governo che sostiene che invece gli stessi siano stati insultati dalla popolazione.

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