Il luogo (e lo spazio) dei deliri di un tecnico IT rimasto un bambinone nel profondo del cuore, se pur un orso nel profondo dell'intelletto.
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sabato 16 agosto 2008
Viaggio 2008
La sveglietta Oregon segna le 5:53 quando apro gli occhi. Il ritorno al letto della mia camera dopo il lettone dello studio e' stato leggermente traumatico (uff, sul lettone si sta piu' comodi!) ma non e' questa la mia preoccupazione. Mi alzo e mi lavo, cercando di scorrere mentalmente tutte le attivita' che mi rimangono da fare prima di affrontare la strada per Catania. Intorno alle 6:30, vestito & improfumato [essi', stamattina mi e' venuto il flash di mettermi l'acqua di colonia Mont-St-Michelle, era una di quelle cose di cui mio padre era fissato: un'acqua di colonia di poco costo proprio originaria della Normandia (ne portava litri e litri ogni anno, passando dalla Francia), ma comunque dall'aroma gradevole e non troppo violento. Di solito invece mi do un colpo di Axe Marine del supermercato. Non amo infatti profumi specifici troppo violenti] mi dirigo alla macchina, deciso a trovare un bar aperto il 15 agosto, e che magari abbia cornetti integrali al miele. Il bar dove vado di solito (il "Quadri", di via Polibio) e' chiuso, cosi' come quello in via Servi di Maria, per cui senza specifiche esitazioni mi dirigo al caffe' Adda.
Un cornetto caldo, un caffe' piacevole ed una breve scorsa del giornale mi aiutano a cominciare la mattinata intricata che mi aspetta. Sono le sette meno dieci, e prendo strada verso la casa di Francesco Candelari: ci siamo visti ieri in farmacia e, dato che stamattina sono diretti tutti a Canicattini, l'unico modo per salutarsi e concludere le ultime cose e' a quest'orario terrificante (ma d'altronde lui stesso mi ha detto che a quell'ora avrebbe affrontato la macedonia, dato che devono salire in mattinata presto). Salgo mentre lui si sta radendo e la moglie sta concludendo gli ultimi preparativi. In cucina campeggia il nuovo frigorifero (il "vecchio", solo quattro anni di servizio, e' "esploso" un paio di giorni prima, lasciandoli incasinati non poco in questi giorni di caldo torrido). Ultimi saluti, raccolgo anche sul pendrive quanto abbiamo gia' scritto in questi giorni del nostro "libro a quattro mani" e finalmente mi dirigo a casa, dove fisso i due tasselli per i bottiglioni da cinque litri che dovrebbero mantenere umido il limone ed il ficus in questi 15-20 giorni di ferie (beh, le bottiglie da due litri duravano mediamente 8 giorni, per cui con cinque dovrei avere abbastanza spazio di manovra): la decisione finale (viste le condizioni di intartaramento da ossidi di ferro degli sgocciolatori dopo due settimane di prove) e' per usare l'acqua distillata del condizionatore. Scendo in ufficio a staccare un po' di differenziali e recupero il boccione da venti litri che mi fa la scorta dell'acqua (a settembre faccio riparare la pompa, e costruisco il circuito di recupero dell'acqua), poi chiudo tutto e risalgo a casa. Preparate le bottiglie, chiudo il divano-letto dello studio, passo un po' di scopa in giro e infine affronto la preparazione dei panini. Date le esperienze di ritardi imprevisti del passato, ieri all'EuroSpin ho preso un po' di affettati e otto "bocconcini" piccoli, per cui preparo ben otto piccoli panini, e comincio a ripulire il frigorifero togliendo quello che so non mi servira' per lasciare solo acqua e te freddo in buona quantita' per il ritorno. Preparo due frigoriferi da viaggio: uno contiene gli ultimi "residui" (maionese, senape, condimento per l'insalata di riso, cipolline, un melone di Paceco etc) che portero' su a Trento, l'altro (quello elettrico) invece ospitera' i panini, l'acqua e quello che mi servira' per il viaggio. Dato che nel tempo la situazione sui vagoni della Compagnia Internazionale delle Carrozze-Letto e' andata a migliorare in alcuni punti ma a peggiorare in altri [ad esempio hanno rimosso dall' "Espresso 1930 - Freccia della Laguna" i vagoni "T2" (vagone letto con scompartimenti a due posti) lasciando solo quelli "T3" (appunto a tre posti). Da una parte lo scompartimento T3 e' piu' ampio e piacevole, ma dall'altra finisce sempre che al posto di un solo compagno di solito te ne trovi altri due), arraffo anche qualche bustina di te (poi vi scrivo un articolo a proposito) e mi resta solo da guardare qualche finale olimpionica su rai due in attesa che giunga l'una del pomeriggio.
Un pranzo veloce e leggero [peraltro finisco la (ottima) paella dell'euro-spin] e finalmente affronto la strada per Catania, attravesando una Siracusa deserta e in cui (grazie ad una fugace visione al termometro dell'ufficio prima di controllare e richiudere con lo scrocco) campeggia il sole in un cielo terso e sparge circa 39 gradi tutto intorno. Benzina, aria condizionata a manetta, e la strada verso Catania scorre tranquilla e senza troppo traffico. Da quello che ho potuto vedere i lavori per il completamento dell'autostrada procedono a tamburo battente anche da questo lato (dall'altro, il tratto di Rosolini praticamente e' gia' pronto e sono in corso discussioni sul sistema di illuminazione di un paio di gallerie, da quello che ho capito). Avrei in mente di prendere un caffe', ma mi rendo conto che il bar del distributore di Agnone Bagni e' aperto solo quando ormai e' troppo tardi per rallentare, mettere la freccia e girare. Ma so che comunque anche a Catania alla stazione bene o male un caffe' si puo' rimediare, per cui continuo la strada.
Dopo le storie che hanno riguardato l'incredibilmente inutile rotatoria del bivio al primosole, scopro con disappunto che la stessa e' stata bellamente cancellata, e il disappunto viene dal fatto che i cartelli indicano la necessita' di prendere la rotatoria per continuare verso Catania, salvo che quando giungo all'imbocco un cartello specifica chiaramente che per Catania devo andare dritto (scavalcandola) mentre se la imbocco vado a finire a Lentini.
Il traffico dalle parti di Catania comincia ad essere un tantinello piu' presente, per cui affronto la tangenziale e poi esco sull'asse dei servizi in direzione della stazione. La temperatura di Catania e' decisamente piu' piacevole di quella che ho lasciato a Siracusa (fa comunque caldo, ma ci saranno un 30-32 gradi, contro i quasi quaranta che mi hanno arroventato la macchina una cinquantina di chilometri prima.
Stavolta mentre affronto l'ingresso della stazione non ci sono parcheggiatori abusivi, per cui giungo al terminal auto-al-seguito che sono circa le tre meno un quarto. Dato che il carico auto promette di cominciare almeno fra un'ora, e sono la seconda macchina presente (davanti a me c'e' una lancia 147) lascio l'auto e mi dirigo con passo sicuro al bar della stazione, dove mi aspetta un bel caffe'. Rinfrancato mi dirigo nuovamente al terminal, fumo una sigaretta e - nel frattempo - giungono altri turisti e viaggiatori pronti a fare il carico dell'auto. Come l'anno scorso, quest'anno in molti hanno trovato gli ultimi posti disponibili per partire proprio il giorno 15. Il fatto che si avvicini un lungo week-end non mi fa presagire niente di buono...
Mentre giunge l'impiegata di Trenitalia a compilare le schede, leggo con orrore che sul carro auto subito sotto di me ha prenotato un tizio con un Porsche 9000; l'auto con i due viaggiatori (targa di Zurigo) giunge infatti poco dopo e io, approfittando della posizione in cui ho parcheggiato e del fatto che gli operatori hanno stabilito sia "piu' sicuro" mettere il Porsche nella fila inferiore, faccio passare un po' di persone avanti in maniera da assicurarmi il primo posto in alto: ben lontano dalla macchina sportiva e dalla possibilita' che qualche eventuale malintenzionato notando la macchina sportiva, in un ritaglio di tempo dopo aver analizzato il mezzo controllasse qualche auto vicina (per fortuna non e' successo niente, comunque).
Qualcuno dei viaggiatori mi chiede notizie sul recupero della macchina a Bologna, e cerco di spiegare come funziona la cosa una volta giunti, e anche quali strade seguire per giungere all'autostrada.
Finalmente entriamo in stazione intorno alle quattro e mezza; il treno, che da orario parte alle 17:33, giunge sempre intorno alle cinque, ma cio' significa comunque di dover aspettare una buona mezzoretta in stazione. In questa mezzora in cui molti si appropinquano al binario uno, l'altoparlante annuncia diversi treni provenienti dal nord in ritardo di almeno 20 minuti, ma questo e' normale di giorno festivo e disseminato pure di incendi sulla linea. Giunge il treno e, come ogni 15 agosto, il conduttore fino a Messina e' sempre il simpaticissimo Giovanni A., con cui praticamente abbiamo fatto amicizia a forza di incontrarci su questa tratta. Parliamo un bel po' fino a Messina (gli faccio anche compagnia nello scompartimento di servizio mentre compila le schede viaggiatori e le scarica via palmare al server, non a caso l'argomento comunque cade anche sull'ambito tecnico). Giovanni mi dice che da poco ha anche cominciato ad usare il computer, poi parliamo del piu' e del meno per un'oretta buona, incontrando anche gli altri conduttori che sono passati a salutarlo. Si discute di incendi (solo ieri che Giovanni ha fatto il turno sulla tratta Palermo-Messina, un'ora di ritardo a causa di un incendio cosi' esteso da dover richiedere anche l'interruzione temporanea della linea ferroviaria), di persone imbranate a bordo [io racconto del matto che l'anno scorso e' riuscito a perdere una scommessa perche' non sapeva che il treno viene traghettato] e la storia va avanti cosi' fino a quando giungiamo a Messina, dove Giovanni lascia lo spazio al conduttore "titolare" che seguira' il treno fino a Venezia. Ultime discussioni, a bordo con me ci sono due ragazzi di 18-19 anni, ma sino a Messina ci siamo visti praticamente mezza volta. Quando arriviamo a Messina scendo e resto in attesa dello spostamento dal binario 10 al 9, quand'ecco che viene annunciato un ritardo del troncone di Palermo di circa 20 minuti (uffa!).
Fumo una sigaretta mentre i colpi secchi di due mortaretti risuonano per la citta': fra mezzora ci sara' lo "spettacolo di fuochi" [i famosi "fumi artificiali" (-: tanto cari ai siculi] e il ritardo del troncone di Palermo potrebbe farci rallentare di piu'. Infatti quando arriva il resto del treno sono le 19:20, e per appena cinque minuti e' troppo tardi: fra Messina e Villa ci sono due traghetti ferroviari che fanno la spola (lo "Scilla" ed il "Rosalia"), ma in questo momento lo Scilla e' gia' impegnato a caricare un treno merci, ed il Rosalia e' fermo ad un paio di centinaia di metri dalla statua della Madonna del porto (per ovvi motivi di sicurezza il traffico portuale viene bloccato a debita distanza alcuni minuti prima dello sparo di fuochi artificiali), per cui mentre alle 19:30 sono impegnato a fumare l'ennesima sigaretta pensando a cosa scrivere in questo racconto per riportare le ulteriori peripezie che mi sono capitate, altri due mortaretti annunciano i famosi cinque minuti di fuochi d'artificio sul porto. Diversi bambini si affacciano dai finestrini del treno per poi lamentarsi del fatto che si vedano solo amorfe nuvole di fumo. Sugli ultimi spari risalgo sul treno, e qualche minuto dopo finalmente il traghetto giunge in porto e cominciamo il trasbordo.
Giungiamo a Villa con circa 40 minuti di ritardo, ma ne accumiliamo un'altra decina per dare priorita' ad altri treni. Finalmente giunge la partenza, il conduttore prepara i letti e (ma guarda un po'!) si convince a portarmi per colazione una tazza di acqua calda dato che lui non ha te, ma io ne ho qualche bustina.
E comincia questa notte tranquilla e in cui il movimento del treno mi concilia il sonno.
Sabato 16 agosto
Apro gli occhi e controllo l'ora sull'orologio da polso: le sei e venti. Il treno e' in movimento, e i due compagni stanno dormendo, per cui mi preparo lentamente ed esco dalla cabina mentre si sta svegliando uno dei due ragazzi. In bagno mi lavo alla meglio, mi spazzolo i denti e poi finisco di vestirmi [ehi: chi ha detto "e di pettinarmi"? (-: ], raggiungo quindi lo scompartimento dove i due stanno cercando anch'essi di lavarsi alla meglio. Propongo di tirare su i letti e torniamo in una situazione di movimenti piu' semplici. Alle 8 in punto siamo a Firenze, con esattamente un'ora di ritardo. I due si preoccupano della possibilita' di perdere la coincidenza che li aspetta a Bologna: mi spiegano che il loro treno parte alle nove e mezza, ma li rassicuro: l'orario di arrivo a Bologna era ufficialmente 7:55, con tutto il ritardo di un ora non sara' superiore alle 9, per cui hanno mezzora buona di tempo. Infatti intravedo dal finestrino il centro commerciale "CENTRO BORGO" di Borgo Panigale che manca qualche minuto alle nove.
Mi dirigo in piattaforma dove un viaggiatore frettoloso apre la porta con il treno che sta ancora rallentando beccandosi un richiamo dal conduttore che stava giungendo e da un ferroviere che ha visto la scena dal marciapiede.
Scendo, ma mi dirigo con calma all'imbocco del piazzale ovest, dove raggiungo il bar centrale della stazione e procuro un cornetto ed un caffe' con calma: o di dritta o di storta la mia macchina e' la prima della fila superiore, che sara' scaricata per ultima, ossia al termine delle file inferiori di Catania e Villa San Giovanni.
Mentre mi dirigo pigramente verso il piazzale est e il terminal delle auto al seguito, noto con disappunto che il carro auto e' ancora fermo al binario: ora che siamo con un'ora di ritardo anche per spostare il carro auto si deve aspettare prima il passaggio di diversi treni Eurostar. Finalmente cominciano le operazioni di scarico intorno alle 9:30, ma la mia macchina non vede la luce fino a quasi le 10:10.
Nel frattempo in cui aspettavo che si potesse scaricare la mia macchina, la cosa buona e' che il cielo si libera dalle nuvole ed esce un piacevole sole che scalda l'ambiente circostante, anche se ovviamente siamo molto lontani dalle temperature desertiche che c'erano a Siracusa.
Finalmente, seguendo sempre la classica strada mi infilo in tangenziale in direzione del bivio per l'A1, ma quando giungo scopro una breve fila, dovuta al fatto che il bivio e' chiuso da un'auto della polizia stradale che segnala un incidente. Prendo l'uscita successiva (quella di Borgo Panigale), e mi infilo in direzione della zona dei centri commerciali, fino a raggiungere l'altro ingresso verso l'A1. Finalmente raggiungo l'area di servizio e mi fermo, dove mi aspetta una colazione un tantinello piu' tranquilla. Vorrei anche comprare il giornale, ma ovviamente non c'e' quasi niente.
All'improvviso mi rendo conto che questo e' anche il primo anno in cui, nel ripetere i vari riti che comprendono la mia partenza, salta la telefonata a casa di mia nonna per avvertirla che va tutto bene. Non so se dire che mi sento triste o amareggiato; in effetti piu' che provare dei sentimenti specifici, devo dire piuttosto che mi sento come spaesato. La pausa colazione e sigaretta mi permette anche di cominciare ad analizzare la situazione del traffico. Sull'autosole e' relativamente scorrevole, ma gia' i vari inforadio mi hanno avvertito (e d'altronde me lo immagino) di alcuni rallentamenti proprio al bivio con l'Autobrennero.
La situazione all'inizio mi sembra piu' rosea del previsto, ma quando finalmente supero l'uscita di Reggiolo-Rolo, con i cartelli e la radio che segnalano rallentamenti fra Nogarole Rocca e Ala-Avio, comincio a vivere l'idea del rallentamento da traffico intenso: la velocita' media e' di 30 km/h, ma si spazia dal fermi al 10-15 spesso. E' una sequenza di prima-seconda-prima e giochi di frizione; quando la situazione sembra non sbloccarsi piu', supero Ala-Avio. Ma pochi istanti prima sia radio che avvisi elettronici comunicano che i rallentamenti adesso sono su tutta la tratta fino a Trento Centro (ma guarda un po' che combinazione!), per cui mi fermo al primo autogrill che sono le 12:30 e ancora io devo fare piu' di 150km... una chiamata a casa, mangio un paio dei panini che mi sono portato dietro in piu', poi prendo al volo un altro caffe' e di nuovo mi rituffo nel serpentone di metallo che e' li', sotto il cielo misto fra il sole e le nuvole, e sembra aspettarmi con le fauci spalancate.
Sono arrivato a casa alle 15:30 passate, e fate conto che sono entrato in autostrada intorno alle 10. Praticamente 5 ore e mezza per fare i 238km di autostrada che portano da Bologna Casalecchio a Trento Centro. Ma per il momento mi resta solo da scaricare la macchina, prendere posizione nel lettone della casa di mio cugino e occuparsi di iniziare le vacanze senza nessuno che mi corre dietro. Questo stesso racconto che state leggendo in buona parte e' stato scritto domenica, dato che la voglia di mettermi davanti al pc sabato era decisamente poca. (-:
3 commenti:
Come detto sull'intestazione del Blog, sarete ospiti ben graditi, e per questo vi ringrazio anche per i vostri commenti, anche se messi per criticarmi. (-:
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Grazie mille! Grizzly
...scopro con disappunto che la stessa e' stata bellamente cancellata
RispondiEliminaE meno male! Ogni volta rischiavo di perdere l'aereo per colpa di quella rotatoria!!!
... salta la telefonata a casa di mia nonna per avvertirla che va tutto bene ...
Cavolo, questa frase mi ha rattristato molto :(
...Praticamente 5 ore e mezza per fare i 238km ...
:S
Un bel viaggetto ...
E ancora non hai letto il resto, eh? ((-: Ce n'e' di carne allo spiedo... Peccato che ho ben poche foto... se ci riesco in settimana le sbatacchio su picasa.
RispondiEliminaCavolo, hai scritto un romanzo! (come ogni volta)
RispondiEliminaSto leggendo pian piano, non ho moltissimo tempo purtroppo.