Frate Raniero Cantalamessa, durante il venerdì santo, leggendo la lettera di un amico ebreo, paragona gli attacchi [strameritati, a mio parere, ndG] alla Chiesa Cattolica riguardo alla pedofilia, alle persecuzioni antisemite.
Tutti quanti se la prendono a male, chi più, chi meno.
Anche io me la prendo a male, soprattutto in virtù del fatto che gli ebrei sono stati sterminati senza nessuna colpa, mentre il mondo non sta attaccando la chiesa tutta, bensì coloro i quali fecero, e coloro i quali sapevano e tennero nascosto. Ora, la pasqua cristiana è un periodo che possiamo definire di tensione palpabile rispetto all'ebraismo (come dite: perché? Ma siete buoni cattolici? Allora lo sapete quale popolo mandò Cristo a morire sulla croce, no?), e ci vogliono parole di distensione verso gli altri, non sparate a zero ridicole.
Pronto? Parliamo di preti che hanno abusato dei nostri figli, non di superiorità di una presunta "razza ariana"; ma come ci può essere gente che si permette solo di pensare che questi attacchi siano gratuiti e immotivati?
Allora che cosa succede? Succede l'incredibile! Succede che molti, appunto, se la sono presa a male per le parole di frate Cantalamessa, e il Vaticano stesso nega che quella espressa dal frate sia la posizione ufficiale.
Secondo passaggio: a questo punto il fraticello, messo fra due fuochi, di cui uno quello del Vaticano che si allontana, e l'altro della comunità ebraica che s'indigna, si scusa per le sue parole.
E a questo punto mi indigno io.
Mi indigno perché parole di critica al discorso di frate Cantalamessa vengono sparate dalla comunità ebraica. E mi indigno perché spesso la comunità ebraica è sottoposta ad attacchi gratuiti, e ne ha ben donde di prendersela a male. Spesso. Ma non questa volta.
Perché frate Cantalamessa non ha espresso un suo parere personale nel dire quella castroneria. No. Ha letto la lettera di un amico ebreo, ed è l'amico ebreo che ha espresso solidarietà sparando questa castroneria!
Io infatti mi chiedo: perché Cantalamessa si scusa per parole non sue? Perché non è vero che le ha dette l'amico ebreo? Non ci credo. Per questo dico che la comunità ebraica che si è risentita per queste parole anziché alzarsi a maestra di retorica verso i cristiani dovrebbe fare un grande esame di coscienza, ALZARSI A MAESTRA DI RETORICA DEI PROPRI ADEPTI, e riconoscere l'ipocrisia di aver lasciato che un ebreo dicesse delle fesserie per poterle rigirare sulle poco solide spalle di un frate cristiano.
Quello che è successo mi nausea. E non poco. Nonostante io sia agnostico, e sempre più convinto che guerre e conflitti sempre più gravi nascano soprattutto da interpretazioni più o meno pittoresche di un non ben identificato bisogno di spiritualità nell'uomo.
Comunque ringrazio la Chiesa cattolica per avermi aperto ancora di più gli occhi: macchiarsi di pedofilia è diventato motivo per insegnare moralità e rispetto agli altri...
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