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sabato 21 gennaio 2012

Lei e licenziato, ma dato che il fax è rotto, torni a bordo

Anzitutto la classica ricostruzione coreana dell'incidente della Concordia Questo tanto per chiarire la figura che ci facciamo soprattutto noi italiani in questa boiata di storia sullo scacchiere internazionale.
Ora una considerazione veloce. Faccio mie alcune norme del codice della navigazione, fra cui una, importantissima: nella catena di comando della nave, la posizione più alta non è occupata dal comandante, come potrebbe sembrare: l'ultima parola in tutto spetta sempre e solo all'armatore. Ovviamente l'armatore per non essere costantemente incollato a seguire ogni millimetro percorso dalla nave stessa, tende a lasciare delega d'azione al comandante, dandogli modo di gestire tutto quanto, secondo le direttive di legge e, nello specifico, quelle aziendali.
Ora, due parentesi importanti.
Prima: il comandante di una nave da crociera riceve dall'azienda (dall'armatore) delle specifiche direttive su orari, rotte eccetera. Direttive a cui deve attenersi scrupolosamente, e su cui è ben poco lo spazio di manovra (generalmente dettato specificatamente da casi di maltempo estremo, e comunque limitato molto dalla quantità di carburante e quindi dall'autonomia delle macchine).
Seconda: le direttive dell'azienda non possono essere discusse dal comandante. Il comandante non può scegliere di cambiare rotta, saltare porti o cambiare destinazioni a meno di gravi giustificati motivi e deve comunque darne notizia all'armatore.
Ecco quindi che arriviamo a quella sera assurda di fronte all'Isola del Giglio. A quella sera in cui la Costa Concordia, come tutte le volte che fa quella rotta, segue il percorso che è stato stabilito dall'armatore e dalla società, comprende il "saluto" all'Isola, come si è sempre fatto e come d'altronde era citato anche sul sito della Costa. Come è sempre successo con i complimenti proprio al comandante Schettino non solo all'Isola del Giglio, come ad esempio si vede in questo filmato sull'isola di Procida.
E che cosa succede? Succede che le capitanerie di porto e i sindaci all'inizio cominciano a nicchiare e sostenere che nessuno era a conoscenza di questa storia. Ma nessuno di loro ha fatto i conti con telecamere, macchine fotografiche e, soprattutto centinaia e centinaia di smartphone e cameraphone che non solo hanno immortalato e youtubbato decine e decine di questi saluti, ma soprattutto la connivenza dei sindaci di molti posti che ricambiavano questi saluti sparando mortaretti al passaggio della nave. Tutto molto interessante,ma... perché dico questo? Perché sono convinto di una cosa. Ben precisa: per quanto abbia le sue responsabilità il caro Schettino, secondo me buona parte della colpa ricade proprio sulle procedure della casa e dell'armatore. Sulla rotta da seguire per fare quegli stramaledetti "inchini" e, soprattutto, sul fatto assodato che il comandate è rimasto molto al telefono con l'armatore. Secondo me l'armatore aveva sbraitato a Schettino "sei sollevato dall'incarico(*), scendi dalla nave e vaccaghèr, che adesso ci pensiamo noi!". Solo che non funzionando quasi più nulla in cabina, e in particolar modo il fax, il nostro comandante non è potuto scendere di bordo con un fax di sospensione/licenziamento in mano.
(*) L'armatore può, in qualsiasi momento, sollevare il comandante dall'incarico. A partire da quel momento è sempre e solo l'armatore che risponde di responsabilità civili e penali.
Perché naturalmente se avesse avuto un documento ufficiale di manleva di responsabilità, altro che "torni a bordo ca$$o", quello poteva andare in capitaneria strofinargli il fax in faccia all'ufficiale della capitaneria...
Inoltre, quello che mi lascia pensare a una ipotesi del tipo "ci pensiamo a tutto noi" è legata al fatto che subito la Costa ha messo a disposizione il suo avvocato eccetera, salvo poi mandarlo a quel paese, sospenderlo e addirittura togliergli tutta l'assistenza legale e chiedere di costituirsi parte lesa (ma guarda: è tutta colpa di Schettino! La Costa non sapeva niente di inchini... noooo: non è che stanno cercando un bel capro espiatorio, eh?), andando ad ogni modo a violare palesemente lo statuto del lavoratore.
La colpa, a mio parere, è di entrambi (comandante e casa) e per entrambi con lo stesso livello (50% a testa).
Ma tanto, togliendo i pareri, i colpevolisti e gli innocentisti, quello che rimane sono le tante vittime di un gioco ridicolo e insulso, fatto con la connivenza dei tanti e il principio che siamo tutti moralisti, dopo che ci scappa il morto...

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