NOTA IMPORTANTE: al momento la regione Emilia Romagna sta affrontando l'emergenza sia con il proprio personale, sia con quello delle regioni limitrofe. In questo momento la regione Sicilia è interessata marginalmente ma sta analizzando le richieste di personale e infrastrutture e le condizioni economiche che consentano l'eventuale movimento della colonna mobile regionale. Siamo in un momento di crisi dilagante e non è facile reperire fondi per muovere uomini e mezzi, e questo è davanti agli occhi di tutti. Questa è LA SOLA E UNICA RAGIONE per cui ad oggi non si sono mossi i volontari siciliani. Potrebbero in questi giorni tuttavia organizzarsi delle specifiche partenze, e di questo terrò informati i miei lettori: anzi, si ventila l'ipotesi di partire fra sabato 2 e domenica 3 giugno, probabilmente con nave da Catania a Ravenna.La regione Emilia Romagna si trova sconvolta da una lunga serie di scosse telluriche, e dai movimenti già avuti e dall'andamento delle scosse si può anche dire che, statisticamente, sarà anche uno sciame lungo almeno un anno se non più.
Per quanto ho appena spiegato smentisco seccamente tutte le ridicole voci sul fatto che il personale siciliano non si è mosso perché sarebbero state previste scosse sismiche di forte intensità nella nostra regione: ricordo agli imbecilli che mettono in giro queste pu$$ana£e senza alcuna base scientifica, che commenti del genere non servono a niente, anzi rispondo anche: «No, non è prevista una scossa di terremoto: è previsto un attacco delle forze di Vega, e infatti i meccanici della protezione civile sono impegnati in una manutenzione straordinaria del disco di Goldrake!». ^__^
Una situazione che, purtroppo, si ripete in Italia con cadenza regolare: viviamo in una terra sottoposta a sollecitazioni continue, addirittura la Sicilia stessa è sotto il costante spinta dell'Africa e tende a sollevarsi e spostarsi verso nordovest di alcuni millimetri ogni anno.
Certo: cosa fanno due o tre millimetri? Bene. Provate a uscire, e spingete l'auto fino a spostarla di un paio di millimetri.
Eh, sì. Facile.
Ora provate a spostare la vostra casa di due millimetri. E pensate a quanta energia ci vuole per spostare tutta la città, per spostare un'intera regione, di due millimetri. E capirete perché se da qualche parte si rompe un supporto i due millimetri di spostamento riescono in un terremoto di magnitudo compresa fra 5.0 e 6.0, se non superiore.
ora che abbiamo le idee un po' più chiare, come dicevo viviamo in un territorio in costante movimento, e i terremoti fanno anche parte della nostra vita. Ma ciò nonostante continuiamo a vivere e pensare come se questo fosse un problema marginale. A dire "eeeee, vabbè, ma vuoi paragonarci al Giappone, che c'hanno un terremoto al giorno?".
Io, sinceramente, guardando cose come i tweet di INGVTerremoti, ho l'impressione che anche in italia abbiamo un terremoto al giorno, però...
Il problema è un discorso trito e ritrito. Non c'è previsione, non possiamo sapere dove o quando ci sarà un terremoto, e al massimo possiamo estrarre dati statistici su cui fare previsioni palesemente aleatorie. Ci vuole la prevenzione: costruzioni effettuate con criteri antisismici, esercitazioni d'evacuazione e d'emergenza: non si può stare seduti e pensare che tanto tocca sempre agli altri, perché prima o poi rischiamo di diventare noi quegli "altri"....
AGGIORNAMENTO 31 maggio 2012 ore 16:30
Mi permetto di segnalare questo articolo di Paolo Attivissimo, a cui va il mio plauso (e il mio applauso)
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