Sono un tecnico informatico, un arctofilo, in qualche modo un appassionato di tecnologia ma, soprattutto, dopo otto anni, mi posso definire con onore anche un Blogger.
Ora, qualche anno fa alcuni blogger saliti in qualche modo alla buona ribalta, erano divenuti merce interessante per molte grandi case produttrici di ogni genere di articolo, perché la pubblicità fa tanto, ma mai come un bell'articolo con una recensione positiva del proprio prodotto da parte di un blogger noto.
Il problema è che i blogger, di solito, non seguono le regole del mercato, oppure, viceversa, i blogger che seguono le regole di mercato non sono blogger famosi.
Mi spiego: le regole di mercato sono semplici: se io voglio che si parli bene del mio prodotto, devo fare uno spot pubblicitario, e se voglio fare uno spot pubblicitario devo pagare. Ma una cosa è dare dei denari a un'agenzia pubblicitaria per fare uno spot, un'altra è trovare qualcuno che sia disposto, in certi casi, a svendere i propri ideali per pubblicare una recensione che non voglio definire finta, ma quantomeno pilotata.
Mi esplico meglio: ben sei anni fa parlavo di come un Blog rischiasse di diventare un prodotto commerciale e consideravo che comunque ci potrebbero pure essere blogger disposti a farlo, ma anche blogger che alla proposta potrebbero persino riversare peste e corna contro il markettaro che ha tentato questo approccio e, di conseguenza, sull'azienda che ha pensato bene di tentare di scroccare pubblicità su un canale differente.
Eppure qualcosa in tal senso si è mossa, e qualche giochetto si è mosso, per esempio con il concorso denominato "Mob!lers" di Samsung.
Seconda digressione rapida: un approfondimento su quanto è successo a due blogger indiani. In pratica due blogger (Clinton Jeff di UnleashThePhones e un altro, rimasto anonimo) che hanno vinto sono stati invitati ad andare spesati a cura di Samsung, ma hanno posto la condizione di essere indipendenti e non dei burattini sbavanti appresso ai prodotti samsung.
Le cose non sono andate così, e la casa li ha fatti arrivare a Berlino con la minaccia di non pagare loro manco il biglietto di ritorno se non avessero fatto i bravi bambini sbavanti e se avessero fatto parola con qualcuno della storia; peccato che i due siano stati accolti sotto l'ala protettiva di Nokia, saputa la storia.
Mi congratulo con Samsung, che (voglio essere ottimista, e dare un po' di beneficio del dubbio, MA POCO) per colpa della dabbenaggine di qualche manager, è riuscita non a darsi la zappa sui piedi, ma proprio a TIRARSI UNA RAFFICA DI MITRA SUI PIEDI, visto che questo sta portando a una pubblicità negativa che non va nell'ordine "bene o male purché se ne parli", ma peggio. Io stesso comincio a vedere sotto un occhio diverso la casa coreana, che peraltro nelle deliranti risposte ufficiali ha evidenziato che cosa pensano del marketing, specie leggendo il testo dell'email inviata da un rappresentante direttamente a uno dei blogger coinvolti:
«Vorrei scusarmi profondamente per la tua esperienza all'IFA di Berlino. Ti abbiamo posto di fronte a difficoltà ingiustificate e stiamo cercando di fare ammenda»Bene, ragazzi miei, adesso per fare ammenda ne avrete di strada da fare... E soprattutto ringraziate pubblicamente la Nokia, perché non so i due ragazzi coinvolti, ma io sottolineo che se avessi dovuto pagarmi il biglietto di ritorno da solo, vi posso garantire che dopo avreste potuto per cominciare cambiare nome all'azienda, e non so che cosa avrei scelto fra organizzare sit-in di protesta, mandare lettere con insulti (ampiamente provocati e abbastanza sul limite da non consentirvi tanto facilmente una querela per ingiurie) o non so cos'altro... il problema è che c'è troppa gente convinta che tutto funzioni per mezzo del concetto "se noi paghiamo dite quello che diciamo noi, e se no non potete dire nulla". Mi dispiace, ma la blogosfera funziona in maniera leggermente differente, e per questo temo che il giocattolo si sia rotto definitivamente...
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