Pagine importanti

domenica 5 febbraio 2017

VLOG 151: Gli orsacchiotti di peluche #OperazioneNostalgia



Benvenuti a bordo viaggiatori: sono Grizzly e...
... ognuno di voi pensi un attimo al suo pupazzo di peluche preferito (di quand'era piccolo). Se ce l'avete ancora - eventualmente - prendetelo un attimo in mano. E lo faccio anche io, allora, fatemi pensare: ci sarebbe per esempio Anton, che è un *telefono* *funzionante*.
Oppure magari Ivano, che se gli premi la zampina comincia a russare sonoramente! [russata]
Se no c'è Herbert, che canta Jingle Bells [jingle bells in sottofondo]
Inquietante, vero?
E va bene: allora lasciamo stare. Magari prendiamo Ronny, che invece... [versi e risate]
Su Ronny c'è una storia che un giorno vi racconterò.
Nel frattempo pensiamo che... no: prendiamo un orsacchiotto di peluche "generico" come questo, che è quello che viene fuori con il programma "xteddy".
Xteddy è un programma per ambiente grafico Unix (per X-Windows) che è stato fatto da Steven Gustavson alcuni anni fa. Lo fece un po' per gioco questo piccolo programmino Open Source, che semplicemente prende un orsacchiotto e lo mette sul desktop di X-11.
Tutto quello che fa è questo, lui dice "Puoi prenderlo, puoi trascinarlo, puoi metterlo sulle finestre, ci puoi parlare: è quello che fa un orsacchiotto. Quando premi 'q' [ha scritto sulla sua guida in linea ndG] morirà o, come mi piace pensare di lui, tornerà da parte nel file-system finché avrai bisogno di lui la prossima volta."
Questo programmino lo mise - se non ricordo male - su Sourceforge, o comunque lo distribuì così, per gioco, e nel corso del primo mese della sua vita, fu scaricato CENTINAIA DI MILIONI DI VOLTE: Steven ricevette milioni di e-mail di ringraziamento per aver realizzato xteddy.
Quindi non sottovalutate quanto può essere potente un peluche (soprattutto ripensando al Teddy di A.I.), anche perché adesso un orsacchiotto di peluche può essere dal virtuale al tecnologico al non lo so che cosa: dove possiamo arrivare nel futuro. Ma una volta era solo un po' di stoffa cucita, e proprio di quello che è successo nel tempo voglio parlarvi, perché questo è Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia
[♪♫♪]
Vi ho mostrato alcuni degli orsetti della mia collezione, quelli quantomeno interattivi (a parte xteddy, che in qualche modo è interattivo anche lui: lo devi lanciare da un terminale).
Come comincia la storia degli orsacchiotti di peluche? Proprio degli orsetti, per essere precisi?
Tutto comincia nel 1902 (Non so se avete visto quelle pubblicità che "l'orsacchiotto protegge i bambini innocenti dai mostri sotto il letto da oltre cento anni", perché appunto questa campagna pubblicitaria ha cominciato a muoversi nel 2002).
Tutta la storia comincia nel 1902, comincia con un concetto: in lingua inglese l'orsacchiotto di peluche (l'avrete sicuramente sentito) è chiamato «teddybear». Tecnicamente dovrebbe semplicemente chiamarsi «stuffed toy bear», perché si chiama teddybear? Da dove viene il nome "Teddy"?
Cominciamo nel 1902 con una battuta di caccia nel Mississippi: il presidente degli Stati Uniti è Theodore Roosevelt (e tutti voi direte "da cui Teddy!"... e no: Theodore *ODIAVA* essere chiamato "Teddy", preferiva maggiormente essere chiamato "Tee Dee", però ha a che fare proprio con lui); come dicevo: è stato invitato dal governatore del Mississippi Longino.
Questa battuta va avanti da tre giorni, durante questi tre giorni praticamente *tutte* le persone presenti hanno sparato almeno una volta ad un orso ma Roosevelt - che, tra le altre cose, è molto appassionato di caccia come attività sportiva - non ha ancora colpito neanche un orso.
Questo - naturalmente - è brutto anche politicamente, perché il presidente degli Stati Uniti non può ritornare da una battuta di caccia senza aver sparato neanche a un animale, quindi le guide nel corso del quarto giorno fanno inseguire ai cani un vecchio orso bruno (un "American Black Bear"), lo sfiancano (lo feriscono i cani), lo recuperano le guide, lo legano ad un albero e chiamano il presidente: adesso c'è un orso a cui può sparare per non tornare a casa senza un trofeo!
Roosevelt, che è molto sportivo e che trova questa cosa *vergognosa* e assolutamente non sportiva, SI RIFIUTA di sparare all'orso (e - viste le condizioni dell'orso - tra le altre cose chiede che sia qualcuna delle guide a porre fine alle sofferenze della povera bestia) e decide di chiudere la sua battuta di caccia e tornarsene a casa.
La notizia giunge ai giornali, e il vignettista Clifford Berryman (del Washington Post) pubblica una famosissima vignetta (questa qua) nella quale vediamo la guida che tiene l'orso al "guinzaglio" e Roosevelt che si rifiuta di sparare.
E nella prima edizione della vignetta l'orso appare molto grande (più o meno delle stesse dimensioni della guida, se ci fate caso), ma successivamente da una parte questo "personaggio" dell'orso comincia a comparire spesso nelle vignette di Roosevelt (ce ne sono alcune molto simpatiche, come questa), nel tempo quest'orso diventa sempre più piccolo, e anche quando Berryman vuole riproporre la stessa vignetta, la ripropone con l'orso che è diventato un cucciolo piccolino e tremante di paura.
A questo punto ritorniamo a New York: il commerciante di dolciumi Morris Michtom, incuriosito da questo discorso, fa una cosa: prende due orsetti di pezza (che ha cucito sua moglie) e li mette nella vetrina del suo negozio. Ottiene il permesso dall'ufficio del presidente di chiamarli "Teddy's bears" ("gli orsi di Teddy", del presidente "Teddy" Roosevelt): è un successone, un successone così grande che cominciano a produrre in serie questi orsi, che diventano un po' la mascotte del presidente degli Stati Uniti, tanto che i coniugi Michtom arrivano a fondare la "Ideal Novelty and Toy Company". E diventa un successo questa produzione di orsetti di peluche, che non sono la riproduzione di un animale selvaggio, ma una vera e propria mascotte: un po' la mascotte del presidente Roosevelt, che ci gioca anche lui sopra in questa situazione, perché - appunto - non solo compariva spesso quest'orsetto nelle vignette che riguardavano il presidente, ma poi piano piano si lascia un po' andare anche lui, e approfitta della popolarità che ottiene anche da questo discorso. In occasione del matrimonio della figlia, addirittura farà addobbare tutto il salone di orsetti di peluche!
È così che nacque l'idea del «teddybear», dell'orsacchiotto, dell'orso di peluche non come riproduzione dell'animale feroce, ma come piccolo compagno (mascotte) del presidente degli Stati Uniti; e l'idea ha avuto successo un po' in tutto il mondo.
Con una piccolissima curiosità (presa direttamente dall'Associazione Theodore Roosevelt): Roosevelt poi ha cominciato ad accettare di buon grado questo discorso dell'abbreviativo "Teddy", che ha sempre *ODIATO*, perché quando era giovane, preferiva essere chiamato "Tee Dee": questo non in molti lo sanno.
Nel tempo - naturalmente - abbiamo cominciato a togliere un po' d'imbottitura e mettere circuiti elettrici, circuiti elettronici e chissà che cosa ci porterà nel futuro...
Mentre tutti noi, almeno una volta abbiamo sognato (e non dite che non è vero) di avere quel "vecchio giocattolo" che trova la "mamma" di David in A.I., ossia il vecchio orsacchiotto, che ormai è anche superato, però che insegna a David a disegnare, passano il tempo a giocare a nascondino, a giocare fra di loro, è in grado di ripararsi quando si danneggia un po' (infatti ogni tanto lo vediamo che si ricuce)... eh sì: proprio un vecchio giocattolo, veramente!
Scherzi a parte, voi che cosa ne pensate? Conoscevate questa storia che ha portato a far diventare l'orsetto un "personaggio" così particolare nel mondo dei pupazzi di peluche? Avete avuto un pupazzo di peluche preferito nel corso della vostra infanzia? Ce l'avete ancora adesso? Avete avuto un orsacchiotto particolare? Oppure è un altro tipo di animale? Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene: io sono Grizzly e ho concluso: vi ringrazio per essere arrivati in fondo al vlog. Se vi ho incuriosito, non conoscevate la storia dell'orsetto di peluche o volete saperne di più, vi ricordo di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici (anche su Whatsapp o Telegram); vi ricordo di iscrivervi al mio canale YouTube e di seguirmi su Telegram, e noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento

Come detto sull'intestazione del Blog, sarete ospiti ben graditi, e per questo vi ringrazio anche per i vostri commenti, anche se messi per criticarmi. (-:
Visto lo spam ricevuto in questo periodo, i commenti sono moderati, pertanto vi prego di utilizzare questo spazio per costruire qualcosa assieme a me e agli altri lettori, astenendovi invece dal limitarvi ad approfittare di questo spazio aperto per fare pubblicità ai vostri prodotti o servizi. In caso di dubbi, in home page trovate il mio indirizzo e-mail e il mio numero di telefono (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19), per contattarmi.
Infine, vi prego di non utilizzare parolacce, bestemmie o termini che possano urtare la sensibilità mia o dei lettori.
Grazie mille! Grizzly