Pagine importanti

domenica 29 ottobre 2017

VLOG 188 (Speciale Halloween): Io l'ho detto, voi non ci credevate



È buio, non vedo le pareti, ma so di essere in una stanza, molto grande.
Sento piangere sommessamente, cammino verso quella direzione e il pianto si fa più vicino, comincio a correre.
C’è un bambino seduto per terra, lo intravedo nella luce. È lui che piange, ma l’avermi visto avvicinarmi lo fa calmare un momento.
Mi guarda, e subito singhiozza:
B: “Mi avete lasciato da solo.”
Io: “Ma no. Io sono qui, e non sono da solo.”
B: “No, non è vero, mi avete abbandonato, non c’è nessuno! Mi hai detto che mi avresti lasciato qui da solo…”
Io: “Non è vero, io non ho detto niente del genere!”
Mi avvicino. Nell’oscurità vedo poco questo bambino, ma l’impressione che ho è che non abbia colore, come se stessi guardando un film in bianco e nero.
B: “Io sono da solo. Al buio. Ho paura. Perché mi avete abbandonato qui?”
Io: “Non ti ho abbandonato: sono qui. Non aver paura.”
Mi avvicino, gli tocco la spalla e intanto ravano alla ricerca di un accendino, e mi rendo conto di essere in pigiama:
Io: “Aspetta che… no: vieni con me!”
Cerco di convincerlo ad alzarsi, a seguirmi: non vuole venire. Non demordo e lo prendo in braccio, lui mormora delle proteste e continua a piangermi sulla spalla, però mi abbraccia mentre torniamo da dove ero venuto.
Io: “Dev’esserci qualcuno qui intorno: lo so.”
B: “Non è vero! Non è vero! Non c’è nessuno: mi avete lasciato qui, sono da solo… mi hanno lasciato qui! Lo so: me l’hanno detto che è così!”
Io: “Chi ti ha lasciato qui, da solo?”
Il bambino non risponde, e invece continua a piangere, mentre io comincio a correre.
Incespico e cado sul ginocchio sinistro: un dolore pazzesco, ma con un respiro profondo mi rialzo e ricomincio a correre.
Io: “Dobbiamo uscire da qui, vedrai: c’è luce fuori.”
Intravedo qualcosa sul fondo della stanza: comincio ad avvicinarmi a una parete.
È un orsacchiotto, uno della mia collezione, o almeno così mi sembra.
Lucky, credo: anche lui ha un colore ingrigito nell’oscurità.
Io: “Lucky, sei tu?”
L’orsacchiotto rimane seduto con la schiena contro la parete, immobile, raggelato nell’espressione sorridente di un semplice giocattolo.
Mi avvicino lentamente, ma improvvisamente il bambino comincia a colpirmi sul petto, gridando:
B: “Noo! Vai via! Allontanati! Non è quello che sembra! No! Ti prego! Scappiamo prima che sia troppo tardi!”
C’è qualcuno. O qualcosa. Non capisco, ma ho paura.
Sento che c’è qualcosa dietro di me. Il bambino si divincola e si gira verso di me, restando gelato in un’espressione di puro terrore: sta guardando qualcosa dietro di me, in alto (o qualcosa di *gigantesco* e *terrificante* dietro di me).
Non riesco a guardare dietro di me (paura, principalmente: non oso girarmi), e semplicemente prendo di nuovo il piccolo in braccio:
Io: “Stai tranquillo, non è niente.”
La mia voce è uscita più alta di quanto sperassi, ma mentre mi giro sulla destra, in basso, per afferrare Lucky, noto che sulla parete non c’è più.
Io: “Lucky? Ma… Un momento: allora questo è solo un sogno!”
Adesso lo sento: un respiro, caldo e umido, sul collo.
Mi sposto verso sinistra, rasentando la parete. Il bambino continua a piangere, e mi chiede disperato di andare più veloce.
Io: “Stai tranquillo, non può succederti nulla: questo è solo un sogno…”
Mi sveglio. Sono nel mio letto.
Guardo, e il bambino è qui, seduto ai piedi del letto, sta ancora piangendo.
Mi guarda, poi mi dice solo:
B: “Cattivo: mi hai lasciato da solo.”
Da destra all’improvviso giunge una mano gigantesca, adunca, sporca e grigia: lo afferra come se fosse una bambola, tirandolo via.
Mi giro di scatto, solo per vedere due inquietanti fessure rosse che mi guardano nell’oscurità.

Mi sveglio (di nuovo) e faccio un respiro profondo, poi comincio a ravanare intorno a me. Sento che manca qualcosa, ma non riesco a mettere bene a fuoco cosa.
La proiezione dell’ora sul tetto segna le 3:50, sono sudato freddo e non capisco se sto ancora sognando; finalmente mi rendo conto che non sento la zampina di Simon accanto a me.
Accendo la luce, mi scopro e resto fermo un istante: l’orsetto non c’è… guardo fuori dal letto e lui, pacioso, è lì sul tappeto, su un fianco.
Lo riprendo con cautela, guardo il suo musetto tranquillo, poi guardo Lucky che fa capolino dalla mensola, sulla mia destra.
Io: “Eri tu: mi volevi avvertire che qualcosa non quadrava, eh? Mi sono accorto che era un sogno quando non ti ho visto più…”
Distribuisco una grattatina alla testa di Lucky, poi un’altra a quella di Simon, spengo nuovamente la luce e mi giro verso il muro, tenendo l’orsetto contro il petto con il braccio destro.

Nessun commento:

Posta un commento

Come detto sull'intestazione del Blog, sarete ospiti ben graditi, e per questo vi ringrazio anche per i vostri commenti, anche se messi per criticarmi. (-:
Visto lo spam ricevuto in questo periodo, i commenti sono moderati, pertanto vi prego di utilizzare questo spazio per costruire qualcosa assieme a me e agli altri lettori, astenendovi invece dal limitarvi ad approfittare di questo spazio aperto per fare pubblicità ai vostri prodotti o servizi. In caso di dubbi, in home page trovate il mio indirizzo e-mail e il mio numero di telefono (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19), per contattarmi.
Infine, vi prego di non utilizzare parolacce, bestemmie o termini che possano urtare la sensibilità mia o dei lettori.
Grazie mille! Grizzly