domenica 5 giugno 2005

Meno sette giorni

Giorni che passano pieni di lavoro ed in cui non c'e' quasi mai un momento di respiro.
Stamattina mi sono svegliato solo per continuare a lavorare al PC sull'hard disk di un cliente per il quale devo recuperare dei dati. I dati sono molti e i danni sull'hard disk pure, per cui mi ritrovo comunque a dover combattere con un problema non da poco dato che per un buon 65% del tempo sto semplicemente escludendo i files che non posso copiare su una partizione temporanea prima di masterizzarli.

Si avvicina la data dei quattro referendum sulla fecondazione assistita, e qui mi si vede nel mio lato peggiore, per la cronaca andro' a votare (e votero' quattro SI, lo dico tranquillamente) [Ah, ho disabilitato i commenti su questo post perche' non voglio generare flammoni].

E ora su questo referendum ci si mette anche la Chiesa, con essa meta' del parlamento di vari schieramenti. Se negli anni passati si fosse sostenuta l'astensione a cosi' spada tratta le cose sarebbero state molto diverse: nessun parlamentare si sarebbe mai sognato di invitare gli italiani a non andare a votare, salvo poi venire abbondantemente denunciato per "istigazione a delinquere".
Questo dell'invito all'astensionismo e' un fatto gia' abbastanza grave di suo senza bisogno che qualcun altro ci cerchi sopra altri argomenti: votare non e' solo un diritto, ma anche un dovere. E se qualcuno ritiene che la legge attuale sia giusta vada a votare e voti NO.

Questo e' certamente un argomento molto delicato, sul quale penso sia necessario operare in maniera diversa che con un semplice referendum, ma proprio questo referendum potrebbe essere la pista di lancio per un cambio radicale della legge; difendere questa legge cosi' com'e' e' un rischio, molto serio.
Sapete una cosa: la laconica dichiarazione (sostenuta dai piu') "l'embrione E' vita" e' offensiva nei confronti della vita.
Perche'? E' presto detto.
Calma, se si vuole considerare vita la cellula generata dall'incrocio di due gameti, ben venga: caspita: e' vita, ok. Ma se si vuole tutelare tale "vita" non ci si puo' fermare all'embrione, ma ricordarsi che un feto di ventuno settimane puo' essere ucciso legalmente. Un'operazione molto semplice, si chiama aborto. Ed e' un operazione su cui attualmente ci si puo' porre in motivi di coscienza o meno, ma sul quale nessuno puo' permettersi qualcosa in piu' di un parere personale.

Io non voglio in questo momento discutere sull'opportunita' dell'aborto, ma su una cosa molto piu' grave.
Io vorrei sapere che senso ha dichiarare un embrione vita, non fargli nessuna analisi pre-impianto, impiantarlo? Che senso ha, se poi si scopre che il bambino e' malformato, arrivano le ventuno settimane e la madre abortisce? Che senso ha dichiarare vita l'embrione appena fecondato e poi abortire un feto che a ventuno settimane ha gia' la forma di una persona?

L'embrione e' vita: e il feto di ventuno settimane e' me%%a!

E' questo il ragionamento? Funziona cosi'? Bel ragionamento: non c'e' che dire.
Non fa una piega.

Occhio: i trenta e passa anni dall'approvazione della legge sull'aborto sono passati, per cui si puo' rimettere in discussione anche questa legge e, se non si vede che cosa pensa veramente il popolo italiano dell'attuale legge sulla fecondazione assistita, si potrebbe ritenere solo in buona fede che questa sia una buona legge e che sia venuto il momento di dichiarare illegale l'aborto.

Da dove vengono tutte queste discussioni? Ma pensa un po': dalla Chiesa Cattolica!

Oggi mia madre e' stata a messa e di ritorno ha portato un opuscoletto che ha trovato proprio presso la parrocchia: un opuscoletto che invita a non andare a votare.
La Chiesa, nella figura del Vaticano sta facendo la voce grossa in un ambito nel quale non avrebbe voce in capitolo: la legislazione nello Stato Italiano.
La Chiesa, quella chiesa che da una parte invita a proteggere la vita degli embrioni e dall'altra e' accusata di causare la leucemia con i ripetitori di Radio Vaticana, accusa dalla quale si difende celandosi in uno stato estero (geniale, eh!)

A questo punto mi sento io di voler proporre un referendum abrogativo: sia indetto un referendum per abrogare i Patti Lateranensi e che vengano riscritti gli attuali accordi di cooperazione fra lo Stato Pontificio e la Repubblica Italiana.

Non e' bastata Radio Vaticana con i ripetitori di Santa Maria di Galeria che fanno accendere le luci dell'albero di natale, non sono bastate le figuracce di Monsignor E. Tonini nei confronti dei giovani, adesso ci voleva anche la voce in capitolo verso un referendum abrogativo di una legge della Repubblica. Stiamo scivolando troppo sul rischioso.

A proposito: quanto all'improvviso cambio di rotta da parte di Rutelli, qualora qualcuno si aspetti un mio commento, seguiranno due frasi molto semplici.
Anzitutto rispetto la scelta di Rutelli, come quella di chiunque altro (le mie parole sono polemiche contro l'idea di dichiarare in questo momento storico l'embrione come vita da tutelare, di fronte ad una legge che non tutela il feto), e comunque dopo il mancato arrivo a Siracusa del signorino che parti' da Palermo in treno poco dopo la tragedia di Rometta Marea, ho iniziato a tenerlo sul filo dell'antipatia.

Alla prossima, va