domenica 29 ottobre 2017

VLOG 188 (Speciale Halloween): Io l'ho detto, voi non ci credevate

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È buio, non vedo le pareti, ma so di essere in una stanza, molto grande.
Sento piangere sommessamente, cammino verso quella direzione e il pianto si fa più vicino, comincio a correre.
C’è un bambino seduto per terra, lo intravedo nella luce. È lui che piange, ma l’avermi visto avvicinarmi lo fa calmare un momento.
Mi guarda, e subito singhiozza:
B: “Mi avete lasciato da solo.”
Io: “Ma no. Io sono qui, e non sono da solo.”
B: “No, non è vero, mi avete abbandonato, non c’è nessuno! Mi hai detto che mi avresti lasciato qui da solo…”
Io: “Non è vero, io non ho detto niente del genere!”
Mi avvicino. Nell’oscurità vedo poco questo bambino, ma l’impressione che ho è che non abbia colore, come se stessi guardando un film in bianco e nero.
B: “Io sono da solo. Al buio. Ho paura. Perché mi avete abbandonato qui?”
Io: “Non ti ho abbandonato: sono qui. Non aver paura.”
Mi avvicino, gli tocco la spalla e intanto ravano alla ricerca di un accendino, e mi rendo conto di essere in pigiama:
Io: “Aspetta che… no: vieni con me!”
Cerco di convincerlo ad alzarsi, a seguirmi: non vuole venire. Non demordo e lo prendo in braccio, lui mormora delle proteste e continua a piangermi sulla spalla, però mi abbraccia mentre torniamo da dove ero venuto.
Io: “Dev’esserci qualcuno qui intorno: lo so.”
B: “Non è vero! Non è vero! Non c’è nessuno: mi avete lasciato qui, sono da solo… mi hanno lasciato qui! Lo so: me l’hanno detto che è così!”
Io: “Chi ti ha lasciato qui, da solo?”
Il bambino non risponde, e invece continua a piangere, mentre io comincio a correre.
Incespico e cado sul ginocchio sinistro: un dolore pazzesco, ma con un respiro profondo mi rialzo e ricomincio a correre.
Io: “Dobbiamo uscire da qui, vedrai: c’è luce fuori.”
Intravedo qualcosa sul fondo della stanza: comincio ad avvicinarmi a una parete.
È un orsacchiotto, uno della mia collezione, o almeno così mi sembra.
Lucky, credo: anche lui ha un colore ingrigito nell’oscurità.
Io: “Lucky, sei tu?”
L’orsacchiotto rimane seduto con la schiena contro la parete, immobile, raggelato nell’espressione sorridente di un semplice giocattolo.
Mi avvicino lentamente, ma improvvisamente il bambino comincia a colpirmi sul petto, gridando:
B: “Noo! Vai via! Allontanati! Non è quello che sembra! No! Ti prego! Scappiamo prima che sia troppo tardi!”
C’è qualcuno. O qualcosa. Non capisco, ma ho paura.
Sento che c’è qualcosa dietro di me. Il bambino si divincola e si gira verso di me, restando gelato in un’espressione di puro terrore: sta guardando qualcosa dietro di me, in alto (o qualcosa di *gigantesco* e *terrificante* dietro di me).
Non riesco a guardare dietro di me (paura, principalmente: non oso girarmi), e semplicemente prendo di nuovo il piccolo in braccio:
Io: “Stai tranquillo, non è niente.”
La mia voce è uscita più alta di quanto sperassi, ma mentre mi giro sulla destra, in basso, per afferrare Lucky, noto che sulla parete non c’è più.
Io: “Lucky? Ma… Un momento: allora questo è solo un sogno!”
Adesso lo sento: un respiro, caldo e umido, sul collo.
Mi sposto verso sinistra, rasentando la parete. Il bambino continua a piangere, e mi chiede disperato di andare più veloce.
Io: “Stai tranquillo, non può succederti nulla: questo è solo un sogno…”
Mi sveglio. Sono nel mio letto.
Guardo, e il bambino è qui, seduto ai piedi del letto, sta ancora piangendo.
Mi guarda, poi mi dice solo:
B: “Cattivo: mi hai lasciato da solo.”
Da destra all’improvviso giunge una mano gigantesca, adunca, sporca e grigia: lo afferra come se fosse una bambola, tirandolo via.
Mi giro di scatto, solo per vedere due inquietanti fessure rosse che mi guardano nell’oscurità.

Mi sveglio (di nuovo) e faccio un respiro profondo, poi comincio a ravanare intorno a me. Sento che manca qualcosa, ma non riesco a mettere bene a fuoco cosa.
La proiezione dell’ora sul tetto segna le 3:50, sono sudato freddo e non capisco se sto ancora sognando; finalmente mi rendo conto che non sento la zampina di Simon accanto a me.
Accendo la luce, mi scopro e resto fermo un istante: l’orsetto non c’è… guardo fuori dal letto e lui, pacioso, è lì sul tappeto, su un fianco.
Lo riprendo con cautela, guardo il suo musetto tranquillo, poi guardo Lucky che fa capolino dalla mensola, sulla mia destra.
Io: “Eri tu: mi volevi avvertire che qualcosa non quadrava, eh? Mi sono accorto che era un sogno quando non ti ho visto più…”
Distribuisco una grattatina alla testa di Lucky, poi un’altra a quella di Simon, spengo nuovamente la luce e mi giro verso il muro, tenendo l’orsetto contro il petto con il braccio destro.

domenica 22 ottobre 2017

VLOG 187: Giornata FAI d'autunno a Siracusa

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Benvenuti viaggiatori: sono Grizzly e oggi è domenica 15 ottobre e sto andando alla manifestazione del FAI.
Siamo in Viale Santa Panagia e oggi vi porto a vedere un posto che ha a che fare con la Seconda Guerra; ci vediamo fra poco.
[♪♫♪]
Benvenuti a bordo, viaggiatori: sono Grizzly e in questa puntata di Diario di Viaggio on the road vedremo un luogo abbandonato di Siracusa, in una maniera un po' particolare, perché oggi - che sto girando questo video - è domenica 15 ottobre 2017, ed è la "giornata d'autunno del FAI" (del Fondo Ambiente Italiano). In questa occasione qui a Siracusa viene aperto un luogo, che è lo spazio in cui erano installati dei serbatoi di carburante, che sono stati costruiti intorno agli anni '40 (prima della Seconda Guerra) per risolvere il problema logistico di avere a disposizione del carburante per le risorse militari intorno a Siracusa, ma in maniera tale che fosse lontano dalle risorse militari e - soprattutto - al sicuro dal rischio di eventuali bombardamenti.
La struttura stessa è composta di quattro grosse cisterne (di circa 8mila~10mila metri cubi l'una) e queste quattro cisterne sono in un luogo che è lontano circa 3km (in linea d'aria) dal porto, e questo luogo ha una conformazione orografica molto particolare, tanto che le cisterne (che sono sotterranee) sono abbastanza distanti fra di loro da garantire che - anche in caso di un eventuale bombardamento - il danneggiamento, l'incendio di una cisterna non avrebbe coinvolto le altre.
Veramente, purtroppo, questo spazio è ormai uno spazio di archeologia urbana, lasciato completamente all'abbandono: preda di vandali, preda di occupazione abusiva...
Come dicevo un luogo di grandi idee, anche a livello progettuale, perché non solo ci sono queste quattro cisterne (che sono state una sfida, per essere costruite negli anni '40), ma che comprendono addirittura una rete di gallerie (sotterranea) che collegava queste cisterne a dove adesso a Siracusa c'è l'ippodromo, sino alla caserma dell'aeronautica, dove c'era l'idroscalo; e questa fitta rete di gallerie sotterranee, realizzata per avere delle linee di trasporto del carburante, che ancora esiste: tutto quanto all'abbandono, tutto quanto dimenticato, e il FAI oggi apre alla visita questo posto, che non ha solo un'importanza (tra virgolette) "strategica" (per quando sono state realizzate le cisterne, perché era lontano dal porto e quindi al sicuro dal rischio di eventuali bombardamenti), ma anche un'importanza archeologica, perché nel luogo in cui si trovano queste cisterne, c'è anche una necropoli del V secolo a.C.
Prima di concludere e lasciarvi alle immagini di questa visita, innanzi tutto ci tengo a ringraziare il FAI (soprattutto il comitato di Siracusa) che mi ha permesso non solo di fare questa visita; tra le altre cose: non solo il FAI *non ha* sponsorizzato questo video, ma io ho partecipato «attivamente» alla visita: ho versato anche il mio contributo per fare la visita. Quindi vi lascio sul doobly-doo il link al sito del FAI, dove potete avere maggiori informazioni.
Io vi ringrazio, vi ricordo - se questa attività v'interessa, se questo video è stato interessante, se siete incuriositi dalle attività del FAI - di fare pollice-in-alto, condividere questo vlog, iscrivervi al canale, vi ricordo anche di seguire il mio canale Telegram per non perdere le notifiche, e noi ci vediamo alla prossima: ciao a tutti!
[♪ musica]
Sono qui con Gaetano Bordone, il capo delegazione del FAI di Siracusa, che ci parlerà un pochettino di questo ambiente, ma non solo, perché le chiedo anche: cos'è la giornata FAI d'autunno e che cosa fa il FAI, soprattutto il qua a Siracusa, in questa piccola realtà?

GB> E amico mio: m'hai fatto almeno 25 domande: occorrerebbero cinque ore per rispondere! Comunque, molto sinteticamente cercherò di rispondere.
Cominciamo dalla prima: il FAI oggi, in occasione della giornata d'autunno, propone al pubblico e ai turisti di Siracusa un luogo straordinario, una piccola ma significativa pagina della storia di Siracusa, redatta tra il '39 e il '42, in cui furono edificate queste cisterne per la conservazione (il deposito) di carburante da servire durante la guerra.
Peraltro sono cisterne di grandissimo interesse anche ingegneristico, costruite tutte sottoterra con materiali di ottima qualità (potete vedere ancora la perfetta efficienza delle colonne. Ognuna di queste cisterne ha 64 colonne, sono circa 2500 metri quadrati, per otto metri di altezza).
Tutta la cisterna era ricoperta di lamiera di ferro, che è stata asportata da ladri e vandali negli ultimi anni, insieme a tutto quello che c'era da rubare o da portare via.
Questa cisterna non è mai entrata in funzione, perché le vicende belliche conseguenti nel '41~'42 fecero ritenere che era possibile rifornire la macchina bellica militare siracusana (e augustana) con mezzi più piccoli, quindi fu completamente abbandonata e non è mai entrata in funzione. Però era un gioiello della tecnologia di allora: considerate che qui c'erano pompe, sistemi elettromeccanici, vasche di controllo... tutto il sistema per portare qui il carburante e ridistribuirlo, tutto sotto terra attraverso cunicoli e gallerie fino alla zona di via Elorina (dove c'è ancora l'Aeronautica Militare) per il rifornimento degli idrovolanti, ma non solo degli idrovolanti: di tutta la macchina bellica siracusana.
Per tornare a una delle domande che m'ha fatto l'amico, rispondo che oggi è la giornata nazionale di autunno: è una giornata di raccolta fondi che il FAI promuove in tutta l'Italia, cercando di mostrare delle realtà usualmente nascoste al pubblico. O di mostrarne degli aspetti particolari: in questo caso queste cisterne erano assolutamente sconosciute alla stragrande maggioranza della città di Siracusa, nessuno sapeva che esistevano, se non i ladri che hanno provveduto a portare via tutto quello che era possibile asportare.
La giornata d'autunno si esplica in tutta Italia con centinaia di siti, in qualunque punto d'Italia ci sarà sempre - vicino a voi - un sito da visitare: controllate su internet, basta digitare la parola "FAI" (o "Fondo Ambiente") e vi si apre una serie di link a cui potete accedere.
Per quanto riguarda il FAI di Siracusa, noi cerchiamo di promuovere quelle che sono le peculiarità di Siracusa: oltre al carcere borbonico, il liceo Gargallo, le latomie del paradiso... insomma: abbiamo proposto tutta una serie di monumenti e luoghi simbolici di Siracusa; oggi vogliamo presentare questo sito, che è circa sei ettari di estensione, esistono quattro di queste cisterne, esiste tutta una zona archeologica che è stata studiata dalla soprintendenza di Siracusa ed è completamente abbandonato dal 1986: erbacce, ladri, topi e occupatori abusivi...
Che cosa propone il FAI? Si può lasciare un gioiello di questo genere al degrado, alla distruzione, al vandalismo? Secondo me è un'assurdità.
La proposta che fa il FAI è quella di dedicare, di «lanciare» un parco cittadino all'interno di questa area di sei ettari, e creare all'interno di una di queste cisterne un museo, un museo... si potrebbe chiamare un «museo della rimembranza», un museo archeologico, un museo della guerra (dedicato ai caduti di tutte le guerre), perché questa zona qui non vale la pena di essere completamente urbanizzata e edificata: può essere dedicata a un parco cittadino.
Magari una piccola parte potrebbe essere dedicata, per motivi economici (o per altri motivi: di opportunità, non lo so) alle costruzioni; ma la stragrande maggioranza di quest'area, che in tutto è sei ettari, dev'essere «consacrata» a parco cittadino: questo è il voto che fa il FAI e invita tutti gli amici e i sostenitori a sostenere questa teoria, questa tesi. Valorizzare, riprendere, riappropriarci di questo monumento e renderlo fruibile e valorizzato, con una piccola spesa (perché certamente occorreranno dei fondi).

Gr> Grazie mille!
GB> Grazie a te, è un piacere: è stato un piacere. Venite a visitare queste meraviglie di Siracusa e di tutta la Sicilia!
[♪ musica]
Allora: sono con il Maggiore La Gumina che - in questa situazione - è stato l'ultimo comandante di questo posto, che è il 66° deposito (è stato il 66° deposito), e adesso lascio la parola a lui, che ci spiegherà di cosa si tratta.

LG> Lo Stato Maggiore intorno agli anni '30 decide di dotare la Sicilia due "depositi sussidiari" con lo scopo di rifornire di carburante: questo 66° deposito (dove ci troviamo) la Sicilia orientale, e il 67° deposito la Sicilia occidentale.
Il deposito (il 67°) della Sicilia Occidentale fu felicemente completato, perché non ha incontrato le difficoltà di costruzione che ha incontrato - invece - il 66° deposito, che è stato tutto scavato nella roccia.
È un sedime di circa 60mila metri quadri con quattro vasche: due complete e due incompiute, ma già quasi collegate a quella che era la rete; una rete che vedeva un sistema di pompaggio dal Molo S. Antonio fino a qui, e una rete di distribuzione che da questo ente avrebbe dovuto portare il materiale da distribuire in un'altra zona - sempre del demanio militare - che ancora ora si trova vicino al cimitero, e che è la zona logistica di questo ente.
In questo momento quasi l'80% di quell'area (che è circa 80mila metri quadri) è stata data in concessione dal demanio dell'Aeronautica al Comune (e in questo momento c'è l'ippica, c'è il SIS).
Nasce, quindi, la costruzione nel '38; però intorno al 1940 ci sono già "venti di guerra" e si decide di non continuare, perché era cambiata anche la politica di distribuzione dei carburanti: era andato quasi in disuso l'idrovolante di stanza ad Augusta e a Siracusa (si passò all'aereo ad ala fissa, che aveva altre esigenze), quindi fu abbanonata quella che era la politica di distribuzione degli anni '40.
Noi l'abbiamo presidiato questo sito fino al giugno del 1986, pur non essendo di interesse dell'Aeronautica, però volevamo fare un "regalo" alla città di Siracusa, per poter creare sia un polmone di verde per la città, che intanto veniva inglobato da tanti palazzi (come potete vedere ormai è tutto circondato), e sia perché il Comune di Siracusa potesse utilizzare queste vasche (già due complete e due facilmente da poter utilizzare e collegare) come riserva idrica della città di Siracusa.
Abbiamo fatto tante proposte ai vari dirigenti del Comune e ai vari sindaci che si sono avvicendati fino al '76, dopodiché abbiamo deciso - per motivi di opportunità - per recuperare anche personale per altri enti, di non presidiarlo più e abbandonarlo, e concederlo (farlo ritornare anzi) al demanio dello Stato intorno al 1989~90.
Da quel momento è passato - dopo varie proposte - al demanio dello Stato, in «perfetto abbandono» come potete vedere, perché non più custodito e perché i vandali hanno fatto da padrone.

Gr> Perfetto, io la ringrazio.
[♪ musica]
Gr> Qua sotto abbiamo anche - più che altro - il rischio di incontrare sacche di gas tossici
GB> eh sì...
Gr> come monossido di carbonio e simili...
GB> no: direi che più di qui non possiamo entrare.
Gr> no no, infatti: più di qui non mi avventurerei comunque.

domenica 15 ottobre 2017

VLOG 186: Sosteniamo OSTIUM! #ianneostiumme #millelikexostium

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[♪ suoneria]
Ecco: appunto...
Uuuu! Canter! Cavaliere Canterino buongiorno, quanto tempo che non ci si sentiva: dimmi, dimmi.
No, non mi stai disturbando: stavo uscendo per girare il vlog.
Come, Ian Loyd? Sì: lo so che ha lanciato il progetto Ostium, infatti devo parlarne proprio nel vlog di oggi!
Ma come non ci credi? Maa...
Ha detto che non ci crede. Guardate anche voi: cominciamo subito dopo la sigla!
[♪♫♪]
Oggi vi parlo di un canale YouTube che realizza delle piccole parodie animate, veramente molto simpatiche e molto gustose, ma soprattutto realizzate con una qualità eccellente.
E la cosa che mi lascia *basito* sono i numeri, vergognosamente bassi, di questo canale; soprattutto in virtù della qualità presentata, visto che ci sono canali YouTube che realizzano animazioni con una qualità molto più bassa e hanno numeri nettamente superiori.
Per cominciare, sto parlando di Ian Loyd, lascio il link del suo canale sul doobly-doo e sulla scheda: andate e iscrivetevi SUBITO al suo canale, lui è veramente molto bravo, e i suoi cortometraggi animati sono divertentissimi.
Ha aperto il canale nel 2012 e da allora ha messo un sacco di lavoro nel realizzare non solo della roba divertente, ma soprattutto della roba *ORIGINALE*: non è il classico canale pieno di contenuti-fotocopia; Ian ha un sacco di fantasia, è molto bravo in quello che realizza, e realizza dei contenuti veramente molto gustosi.
E per cominciare, per avere un'idea di che cosa sto parlando, innanzi tutto vi voglio parlare della playlist "E se si incontrassero", in cui Ian si chiede che comportamento avrebbero due personaggi famosi, non so: magari due personaggi di un film, di un romanzo fantasy, di un fumetto, due personaggi uno di un fumetto e uno di un film... insomma: due personaggi magari molto simili fra di loro, o magari molto diversi fra di loro, che cosa succederebbe se s'incontrassero.
E per darvi un'idea del contenuto di questa playlist, vi segnalo un video che ho trovato simpaticissimo: "Nightmare incontra IT", video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda.
E stiamo parlando di Freddy Krueger, il noto personaggio della saga di "Nightmare", e di che cosa succederebbe se incontrasse e dovesse dialogare con il Pennywise del romanzo "It" di Stephen King: secondo me è un confronto divertentissimo, proprio tutto da ridere; e non solo: date un'occhiata a tutta la playlist "E se si incontrassero", perché merita veramente tantissimo.
Inoltre, rimanendo sulle parodie animate, e volendo - in qualche modo - prendere un po' in giro tutte le "Top" che ci sono su YouTube, perché non vedere una bella Top-5?
Una Top-5 su un argomento leggermente datato, adesso che sto girando questo video, perché ormai riguarda l'anno scorso, ma - secondo me - un video ancora molto attuale e molto divertente.
Infatti sto parlando di "Pokemon GO parodia", video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda, andate e dategli un'occhiata, e non sottovalutatelo, perché è veramente molto simpatico: è un modo di raccontarci quali benefici e quali modifiche alla vita degli uomini ha portato Pokemon GO. L'ho trovato divertentissimo.
Insomma lui è Ian Loyd, è molto bravo: andate, iscrivetevi al suo canale, andate a mostrare un po' di stima per un creator italiano veramente meritevole, e parliamo dell'argomento del giorno, che è un progetto del buon Ian: sto parlando di Ostium.
Ostium è un cartone animato fantasy interamente originale, che in questo caso - però - NON È una parodia: è un racconto che vuole portare più o meno la stessa atmosfera di (non so) "Nightmare before Christmas" o "La sposa cadavere", o la stessa atmosfera che si respira, magari, nella saga di Harry Potter.
Però - come ripeto - una cosa originale, non una semplice fotocopia delle opere che vuole richiamare.
È un progetto che - secondo me - ha grandissime potenzialità, e le grandissime potenzialità le si vedono nella qualità dei contenuti che realizza Ian e, soprattutto, nella qualità del piccolo trailer che ha rilasciato, che - prima di continuare a parlare - vi lascio linkato anche quello sul doobly-doo e sulla scheda; andate e dategli un'occhiata: capirete un po' qual è l'impegno che Ian deve mettere in questo progetto.
Anche perché io sono sicuro che è un progetto molto promettente, però visti i numeri che sta «regalando» YouTube al suo canale, come creator, in questo periodo, obiettivamente vuole capire se c'è un interesse in questo progetto.
E sinceramente, come utente di YouTube, mi sento piuttosto colpito dal fatto che molti contenuti frivoli riescano ad avere grandissimo successo, mentre tantissimi contenuti veramente meritevoli e ben fatti (soprattutto per essere contenuti realizzati qui in Italia) finiscano *sepolti* da montagne di video frivoli e stupidini.
Secondo me questo è un progetto che ha grandissima potenzialità e che bisogna sostenere, un progetto italiano, e in fondo quello che Ian ci chiede è un sacrificio stupidissimo: per capire se siamo interessati al suo progetto ha chiesto che il trailer raggiunga i 150 like.
Centocinquanta, che sono una cifra vergognosamente bassa per un progetto così importante. E io non vorrei far arrivare - semplicemente - quel trailer a 150 like: ci terrei a far arrivare quel trailer ad ALMENO MILLE LIKE, mi piacerebbe... se tutte le persone che sono iscritte al mio canale mettessero like a quel trailer, sarebbero già quasi 1200 like. Ma purtroppo non tutte le persone che sono iscritte al mio canale vedono i miei video, però io lo stesso dico che mi piacerebbe vedere che quel progetto, quel trailer, riuscisse a prendere mille e più like. A far vedere quanto crediamo tutti quanti in quel progetto, perché è un progetto veramente molto interessante.
Ian ci chiede di sostenere questo progetto condividendo il trailer con l'hashtag #ianneostiumme
Io ci tengo tantissimo, come ripeto vorrei tanto che questo progetto non solo venisse sostenuto, ma mi piacerebbe tantissimo che il trailer del progetto arrivasse non già a 150 like, ma almeno a mille like, per fargli vedere quanto ci teniamo tantissimo a questo progetto, perché è un progetto veramente molto interessante, soprattutto per essere un progetto italiano: dobbiamo mostrare un po' di stima per chi è italiano e realizza delle cose così belle su YouTube, bisogna far vedere che su YouTube ci sono delle vere e proprie perle, e non è il caso che rimangano sempre sommerse sotto i classici video frivoli.
Quindi datemi una mano: condividete anche voi il trailer con i vostri amici, invitate anche i vostri amici a mettere like e a *credere* al progetto di Ian; utilizzate l'hastag #ianneostiumme e condividete il progetto.
Io sono Grizzly e per oggi concludo qui, semplicemente con l'invito a credere a un progetto italiano, a credere che su YouTube sia possibile creare qualcosa che non sia un semplice contenuto frivolo, soprattutto a mostrare stima nei confronti di chi riesce a creare qualcosa di veramente eccezionale, qualcosa con una qualità incredibilmente elevata, perché è giusto che chi realizza questi lavori abbia il successo che si merita.
Quindi - di nuovo -  correte a "mipiaciare" il trailer del progetto di Ian, io rilancio il suo hashtag e ci aggiungo #millelikexostium
Crediamo tutti assieme in questo progetto, perché merita tantissimo.
Bene ragazzi, io sono Grizzly. Come sempre vi ringrazio per aver ascoltato le mie elucubrazioni sino in fondo, vi ricordo - se non l'avete già fatto - di iscrivervi al mio canale YouTube: è gratuito e assumerete subito quel buon profumo di nuovo iscritto che ci piace così tanto; ma iscrivetevi anche al canale di Ian per MIGLIORARE ancor di più questo buon profumo di nuovo iscritto.
Vi ricordo inoltre che, se seguite anche il mio canale Telegram (che trovate linkato sul doobly-doo e sulla scheda) riuscirete anche a ricevere una notifica ogni volta che pubblico un nuovo video.
Detto questo, come sempre grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 8 ottobre 2017

VLOG 185: Creatività su YouTube

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Uhm... non so di che cosa parlare oggi: ho - proprio - il blocco della creatività...
... mmh! Potrei parlare della creatività!
Infatti non è vero che ho il "blocco": ho appena chiuso un file con un migliaio di argomenti che devo trattare nel vlog, quindi non ho il blocco. Ma - scherzi a parte - vorrei parlarvi di creatività, per cui cominciamo: sigla!
[♪♫♪]
Nell'ambito musicale esiste un genere chiamato «Bubble Gum Music»: un po' come la gomma da masticare, è un genere fatto di brani che li mastichi un po', poi li sputi via e te ne dimentichi.
Ora sulla piattaforma YouTube nel corso del tempo, soprattutto nel corso degli ultimi anni, si è sviluppata una categoria di contenuto fondamentalmente molto simile: contenuti che puoi guardare, puoi gradire mentre li stai guardando, ma dopodiché li "sputi via", il «Bubble Gum Content».
Naturalmente ci saranno quelli più gustosi, quelli più piacevoli da "masticare", quelli con cui fai i palloni più grandi... ma poi, alla fine, sputi via tutto e...
"Di che parlava il video che hai visto ieri?"
"Boh, non lo so: però era simpatico!"
In una piattaforma in cui chi crea questi Bubble Gum Content riesce ad avere tantissimo successo, è difficile riuscire a scoprire delle perle che vanno un po' "fuori" da questo ambito.
Eppure il canale YouTube di cui vi parlo oggi è una piccola perla, ma mica tanto "piccola", perché è un canale che è riuscito ad avere molto successo distinguendosi parecchio dagli altri.
Loro sono tre ragazzi friulani molto simpatici, il canale è MyPersonalPizza: ve lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda; se non li conoscete andate e iscrivetevi al loro canale: sono veramente molto bravi e veramente molto simpatici.
Il loro canale comincia mescolando top-ten a contenuti comici molto carini, poi - piano piano - si specializzano non già sul contenuto delle top-ten (di cui YouTube è veramente piena), ma cominciano a puntare di più ai contenuti comici, e ci riescono - secondo me - molto, molto bene: riescono ad avere un grande successo, riescono a lanciare dei video che ho trovato divertentissimi e molto ben fatti.
E oggi voglio parlarvi di alcuni dei loro contenuti, perché sono molto divertenti e mostrano - soprattutto - un grande spirito di creatività che, in questo momento su YouTube, è una cosa che bisogna - secondo me - apprezzare tantissimo.
Il primo video che vi segnalo... è talmente complesso da spiegare, che vi segnalo l'intera playlist! La playlist dei Video interattivi, intitolata "Metti il dito qui", che è una maniera simpaticissima - secondo me - di interagire con gli iscritti, con il pubblico che sta guardando il video.
Un modo molto divertente di rompere la quarta parete, e quindi la prima playlist intera che vi segnalo - appunto - sono i video interattivi "Metti il dito qui". Lo lascio linkato sul doobly-doo (metto il dito lì), sulla scheda (metto il dito lì)!
In questo momento (mentre sto pubblicando questo video) ce ne sono sopra una decina, ma hanno promesso di pubblicare altri video di questa categoria, quindi potrebbe essere una playlist molto ricca, molto pregna, ed è comunque molto divertente: in tutti questi video i ragazzi ci invitano a fare delle azioni, e mettere il dito, soffiare, fare delle cose... e interagire in questo modo con il video.
E sono una cosa veramente molto gustosa e molto divertente, quindi - secondo me - molto meritevole.
La seconda idea geniale, che è stata realizzata in una serie di video, è chiedersi "come sarebbe il mondo se fosse completamente al contrario?"
Questi video molto divertenti sono una parodia di come funziona il mondo, portata all'eccesso ma esattamente rovesciati. È qualcosa di molto difficile da spiegare, molto divertente da guardare, e che quindi vi consiglio di andare a vedere con calma: anche in questo caso vi segnalo l'intera playlist "Se il mondo fosse al contrario". All'inizio lascia anche un po' spiazzati, quindi andate: vi lascio la playlist linkata sul doobly-doo e sulla scheda, vedrete che non ve ne pentirete.
Sul loro canale - se andate a scorrere tra i video un pochino più "datati" - troverete anche alcune delle loro top-ten, che sono comunque molto simpatiche, molto ben studiate e un pochettino fuori dagli schemi anche loro: non sono le classiche top-ten-fotocopia che si trovano su YouTube.
E c'è un modo anche molto simpatico di presentare le top-10 - come se fossero ognuno dei dieci punti, dieci fette di una pizza - che trovo una cosa molto divertente.
Tra le altre cose ci sono dei vlog molto interessanti, anche perché uno di loro è stato in Inghilterra a studiare, quindi ci sono delle cose veramente molto divertenti, ci sono anche dei video che non fanno parte di una playlist e sono comunque dei video comici brevi, simpatici e veramente molto gustosi.
E sempre per darvi un'idea di questi video, che non creano una playlist (per il momento) ma che sono - comunque - veramente gustosi e mostrano comunque grandissima fantasia, vi segnalo uno di questi video che - nonostante il titolo - non è una top-10, bensì è anche un modo di "prendere in giro" le classiche top-10.
Sto infatti parlando di "Dieci modi per addormentarsi", video che vi lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda.
Come ripeto, loro sono i MyPersonalPizza, sono tre ragazzi italiani veramente molto bravi e molto divertenti, se non li conoscevate andate, iscrivetevi al loro canale, guardate i loro video perché sono molto divertenti, e soprattutto fa molto piacere riuscire - una volta ogni tanto - a trovare su YouTube dei contenuti freschi, originali, e che non siano una fotocopia generalizzata di moltissimi altri contenuti che si trovano sulla piattaforma.
È una cosa che ci sta benissimo: dimostrano (questi ragazzi) moltissima fantasia, mi piacciono tantissimo: li seguo - veramente - da un sacco di tempo, da quando avevano pochissimi iscritti (credo meno di cinquemila iscritti quando ho cominciato a seguire il loro canale) e sono riusciti a crescere tantissimo, ed è una cosa che mi fa un grandissimo piacere, perché è bello che su YouTube si possano trovare anche piccole perle come il loro canale.
E proprio parlando di YouTube e di creatività, ecco che arriva la mia domanda: i contenuti che spesso vanno in "Tendenze" (tralasciando i fatti di cronaca, per cui vanno in tendenze dei video che riguardano i fatti di cronaca), generalmente sono quei «Bubble Gum Content» di cui parlavo prima.
Però ogni tanto su YouTube è possibile trovare piccole perle che hanno contenuti molto più «ricchi» e molto meno «frivoli».
Ma secondo voi è giusto «investire» il proprio tempo, investire la propria creatività, nel realizzare dei prodotti che cercano di andare sul «grande pubblico»? Dei prodotti per YouTube, dei prodotti, come dei video, che dimostrano una grande creatività o una grande fantasia?
Oppure no? È meglio - piuttosto - andare a costruire dei contenuti semplici, veloci da fruire, dei Bubble Gum Content che quando hai finito di masticare li sputi via e te li sei dimenticati? Però comunque ti danno un successo più o meno effimero.
Non lo so: io vorrei sentire la vostra. Io resto del parere che ci possa stare il Bubble Gum Content, anche da parte di un canale che crea altre tipologie di contenuti, ma ci possa stare come una «mosca bianca»: una volta ogni tanto il piacere di dire "va bene: creiamo ANCHE questo contenuto", ma secondo me è molto bello mostrare di avere tantissima fantasia, è molto bello mostrare di avere tantissima creatività e di sapersi «mettere in gioco».
Ma naturalmente, visto che - alla fine - i contenuti che hanno più successo sembrano essere i Bubble Gum Content, probabilmente mi sbaglio, per cui lascio la parola a voi: parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene ragazzi: io sono Grizzly, spero di essere riuscito a farvi conoscere un canale YouTube che non conoscevate, spero di essere riuscito a stuzzicare la vostra attenzione (o anche la vostra creatività): se ci sono riuscito, vi ricordo di fare pollice-in-alto e di condividere questo vlog con i vostri amici, anche su Whatsapp o Telegram.
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Io sono Grizzly, ho concluso, per cui - come sempre - grazie, ciao a tutti e ci vediamo alla prossima!

domenica 1 ottobre 2017

VLOG extra DIY: costruire un modello di gasometro

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Benvenuti nel mio laboratorio, viaggiatori. L'immagine è un po' distorta perché ho messo la telecamera in posto particolarmente scomodo.
Allora, in questo piccolo video extra vi mostrerò come sto per realizzare il modellino di un gasometro da utilizzarsi nel vlog del 1 ottobre 2017 dedicato a Operazione Nostalgia, al gasometro.
Utilizzerò la pistola per colla a caldo, due bottiglie di plastica e un bicchiere di plastica, alcune cannucce, nastro adesivo, un deflussore per le flebo (per simulare la linea di entrata ed uscita del gas), un taglierino e dei sassi - che utilizzerò con il bicchiere di plastica - perché questa bottiglia diventerà la cupola, dato che la cupola generalmente è una struttura di cemento, quindi molto pesante, mentre la bottiglia di plastica non è pesante, servirà semplicemente per dare un po' di peso alla nostra cupola.
Bene: cominciamo la procedura, il montaggio avverrà semplicemente in time-lapse.
[♪ "A World Away" by Inukshuk ♫]
Bene: non ci resta che provare a riempirlo con acqua e vedere se funziona.
[♪♫]
In questo momento è pieno d'acqua. Se io adesso soffio... uhm! È troppo pesante... [ride] quindi si alza il livello dell'acqua, ma non galleggia: troppi sassi.
Ok: devo togliere un po' di sassi.
Proviamoci senza.
Proviamo completamente senza sassi, potrebbe anche darsi che funzioni, semplicemente: in fondo il principio è lo stesso.
Se io adesso soffio... funziona!

Come costruire il modellino

Durante la costruzione ho determinato che alcune cose - alla fine - non servivano. Ma in fondo lo scopo è di sperimentare per scoprire qualcosa, piuttosto che avere la pappa pronta sin dall'inizio.
Serviranno:
  • Una bottiglia di plastica da 1,5lt o più grande, preferibilmente di forma il più possibile simile a un cilindro (una bottiglia per l'acqua minerale andrà benissimo, meglio di quelle di tante bevande);
  • Una bottiglietta di plastica da 0,5lt (o un bicchiere di plastica) di diametro abbastanza piccolo da poter entrare comodamente (ma senza stare troppo larga) dentro la bottiglia di cui sopra;
  • Quattro cannucce rigide;
  • Un tubicino di plastica stretto e lungo, l'ideale sarebbe un deflussore per flebo che ha anche il rubinetto di chiusura;
  • Un po' di filo di ferro plastificato (quello che si usa per chiudere i sacchettini o fermare i rampicanti contro la rete di sostegno) FACOLTATIVO;
  • Pistola per colla a caldo;
  • Forbici con le punte arrotondate (o taglierino e adulto collegato che vi aiuta a non tagliarvi via un dito!);
  • Nastro adesivo;
  • Acqua.
Procedura:
  • Per la cupola tagliate la bottiglietta di plastica  a metà con le forbici o il taglierino (attenzione, mi raccomando!);
  • Attaccate in fondo alla bottiglietta tagliata, dall'interno, una punta del tubicino (se usate il deflussore da flebo, attaccate la punta dove andrebbe l'ago esattamente in fondo alla bottiglietta). Dovete attaccarlo sull'angolo, in maniera tale da lasciare il buco del tubo libero (dovrà passare l'aria).Mettete una goccia di colla a caldo anche sul bordo della bottiglietta e attaccate il tubicino anche lì, così non si muove facilmente.
  • Tagliate la bottiglia più grande in maniera che sia di circa 4~5cm più alta della bottiglietta-cupola.
  • Attaccate quattro cannucce (equidistanti fra di loro) all'esterno della bottiglia grande, in maniera tale che dal bordo verso l'alto ne esca una lunghezza di poco inferiore a quella della bottiglietta-cupola. Potete attaccarle con la colla a caldo o del nastro adesivo.
  • Potete "decorare" le quattro cannucce con del fil-di-ferro plastificato, per dare una idea della struttura a gabbia.
A questo punto il lavoro è finito. Versate dell'acqua dentro la bottiglia, arrivando a circa un paio di centimetri dal bordo, poi infilateci la bottiglietta-cupola capovolta sopra (se avete usato il deflussore per flebo assicuratevi che la valvola sia aperta) e spingete con delicatezza la bottiglietta-cupola fnché sarà arrivata a galleggiare più o meno all'altezza del bordo della bottiglia (1~2 cm di aria dentro) e chiudete l'altra imboccatura del tubetto con il dito (o chiudete la valvola del deflussore flebo).

Per simulare l'ingresso del gas, soffiate delicatamente dentro il tubetto: la bottiglietta-cupola si alzerà di conseguenza. Quando è sufficientemente alta, chiudete il tubetto col dito (o la valvola del deflussore).
Per simulare l'uso del gas, fate uscire delicatamente aria dal tubicino (o aprite a metà la valvola del deflussore): la bottiglietta-cupola si abbasserà lentamente.

In presenza di adulti, e in una situazione MOLTO controllata, sarebbe possibile immettere una piccola quantità di gas nella cupola, poi collegare il tubicino a un piccolo becco a gas e mostrare che è possibile pilotare una fiammella che brucia mentre scende lentamente il livello della bottiglia. Tuttavia questo tipo di esperienza, di nuovo, va provata in presenza di adulti e lontani da qualsiasi altra fonte di combustione, insomma: NON PROVATECI A CASA!

Buon divertimento.

VLOG 184: Il gasometro #OperazioneNostalgia

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Benvenuti nel mio laboratorio, viaggiatori: sono Grizzly e oggi voglio parlarvi del gasometro.
A sentire - la prima volta - questa parola, uno può pensare che «gasometro» abbia a che fare con la "misurazione" del gas, in realtà no: il gasometro era un edificio destinato a contenere del gas, in attesa che fosse inserito nella rete.
Ora, esistono due tipologie molto diffuse di gasometro: il principale è - appunto - un edificio (un edificio fisico), dentro questo edificio c'era una specie di pistone che si alzava (un po' come dentro una siringa) mano a mano che veniva immesso del gas all'interno dell'edificio; questo pistone si sollevava, ed era il peso stesso del pistone a tenere il gasometro "in pressione".
Ma un altro meccanismo per costruire un gasometro, che  in fondo è quello che dà subito l'idea del gasometro, è il cosidetto «gasometro a cupola».
E dà subito l'idea del gasometro perché quando uno pensa a un gasometro, quello che gli viene in mente è questo: la classica immagine della «gabbia di metallo».
E quand'ero piccolo e mi dicevano: "Sì, quello è il gasometro: serviva a contenere il gas" e io guardavo la gabbia, dicevo "Ma... come si fa a mettere del gas DENTRO UNA GABBIA? Non credo che il gas rimanga perché c'è la gabbia!"
A meno che - magari - la gabbia non fosse coperta da un telo, da qualcosa del genere: mi ero costruito queste cose in mente.
In realtà no: il gasometro non è visibile, la gabbia è la struttura che serve a "tenere dritta" la cupola, evitare che la cupola possa capovolgersi, la cupola si trova sotto la gabbia.
Per farvi capire un pochettino il concetto, ho costruito un piccolo modellino di gasometro, che adesso vediamo da vicino.
Ora questa struttura - costruita con delle cannucce e del fil di ferro - simula quella gabbia, e quella gabbia serve - appunto - alla cupola.
La cupola si trova al di sotto: quando lo stabilimento produceva del gas, lo pompava all'interno del gasometro, la cupola si sollevava, come succede adesso (che io soffio dentro questa bottiglia).
Una volta che la bottiglia (in questo caso: la cupola) del gasometro era piena di gas, restava in alto, la gabbia la teneva ferma, evitava che potesse cavolgersi; poi - quando veniva utilizzato il «gas di città» dalla città, quando si accendeva l'illuminazione stradale etc. si aprivano i rubinetti del gas e - come vedete - la bottiglia sta scendendo molto lentamente, perché è il peso della cupola - che teneva il gas in pressione - che permetteva al gas di uscire dalle tubature, come sta avvenendo in questo momento molto lentamente con la bottiglia.
Il principio di funzionamento del gasometro è molto semplice: si riempie di gas e lo tiene - con il suo peso - in pressione, quando c'è bisogno che il gas esca e venga utilizzato dalla rete, è il peso stesso della cupola a spingere il gas fuori dal gasometro e - attraverso i tubi - mandarlo nell'illuminazione stradale, nei becchi d'illuminazione che c'erano dentro le case, etc.
Bene: oggi voglio parlarvi del gasometro, perché questa è una puntata letteralmente "vecchia di un secolo" di Diario di Viaggio on the road Operazione Nostalgia!
[♪♫♪]
Apriamo il rubinetto del fornello in cucina, mettiamo l'acqua sul fuoco e ci facciamo un bel piatto di pasta. Il gas che bruciamo, per far bollire l'acqua, probabilmente è stato estratto da un giacimento magari nel Mare del Nord ed è arrivato sino alla nostra casa, passando da una fitta e complicata rete di tubature che attraversano tutto il continente, e il gas arriva bello, pulito e comodo fino a casa nostra.
Naturalmente non è stato sempre così, perché riuscire a costruire un'infrastruttura in grado di trasportare il gas da un continente all'altro è una cosa che richiede una grandissima capacità logistica, economica, amministrativa etc, quindi in passato si preferiva - invece - produrre del gas a basso costo direttamente in città, in un periodo in cui ancora non c'era la corrente elettrica e quindi l'illuminazione stradale - durante la notte - veniva gestita interamente con il gas (che veniva anche chiamato - appunto - «gas illuminante»).
Come produrre gas velocemente e a basso costo? Beh, il sistema più efficace è la «distillazione del carbon fossile»: si partiva dal carbon fossile (tipicamente dal litantrace), lo si scaldava in un forno a una temperatura molto elevata, liberando il cosidetto "gas d'aria", poi sul litantrace in forno si faceva passare del vapor d'acqua, liberando il cosidetto "gas d'acqua".
Il risultato era un «syngas», un gas di sintesi che era una miscela - in proporzioni variabili - di monossido di carbonio (che sì: è infiammabile. Scommetto che non lo sapevate), diossido di carbonio (che sì: NON È infiammabile, e infatti era una sostanza che dava problemi a questo gas), idrogeno, metano e altri gas (talvolta si trovava dell'etilene). Tra le altre cose questo processo liberava una sottilissima polvere di carbone, che poi entrava nei circuiti, entrava nei tubi e tendeva - nel corso del tempo - a incrostare i tubi, che dovevano poi venire puliti; la fiamma bruciava facendo delle scintille, bruciava male perché c'era il diossido di carbonio, però quantomeno era un sistema molto veloce di produrre del gas: non c'era bisogno di chissà qualche cosa, bastava del litantrace e del calore, una fornace.
Ovviamente, oltre ad avere un sistema per produrre velocemente del gas, ci doveva essere un sistema per poter conservare questo gas, perché non lo si poteva produrre in tempo reale ("Allora ragazzi: cominciate ad accendere il forno, perché fra un'ora dobbiamo accendere le luci stradali!"), quindi durante la giornata si produceva il gas, e il gas che veniva prodotto, da qualche parte doveva essere stoccato.
Dove stoccare il gas? La maniera più semplice era quella di infilare tutto il gas in un gasometro. Quindi durante l'arco della giornata veniva cotto il litantrace, veniva prodotto il «gas di cokeria», fondamentalmente (questo gas illuminante), infilato dentro il gasometro, si alzava la cupola del gasometro fino a quando si poteva riempire completamente, però arrivati alla sera, quando si accendevano le luci stradali, quando si accendevano le luci nelle case (nelle case delle persone più ricche, che avevano l'illuminazione a gas), c'erano questi becchi a gas anche dentro le case: si apriva il gas, si accendeva e quindi - mano a mano che venivano accese le varie lampade a gas - la cupola del gasometro cominciava lentamente a scendere e si consumava il gas che era stato accumulato sino a quel momento.
Il sistema funzionava, era un sistema molto semplice, molto banale ma molto funzionante, talmente funzionante che si è utilizzato veramente per tantissimo tempo.
Il funzionamento del gasometro - fondamentalmente - è questo: quello della cupola che veniva riempita di gas e galleggiava su dell'acqua, quindi si creava una sacca di gas sigillata dall'acqua, ed era il peso stesso della struttura a creare quel minimo di pressione che serviva a far uscire il gas.
Naturalmente adesso si utilizzano sistemi molto più efficienti (e molto più efficaci) per conservare il gas: il più semplice è quello di comprimere il gas e renderlo in forma liquida, il gas compresso e liquefatto è utilizzato ormai dappertutto (dalle bombole ai serbatoi di GPL, a strutture molto più grosse) e naturalmente è un meccanismo estemamente più efficiente, perché un gasometro medio era in grado di stoccare - approssimativamente - intorno ai 50mila metri cubi di gas.
Cinquantamila metri cubi di gas, se vengono compressi e liquefatti, naturalmente tendono ad occupare uno spazio molto inferiore: per esempio il metano a 15 gradi, un metro cubo di metano (a 15 gradi alla pressione di 1 atm) se viene compresso e liquefatto, può essere ridotto approssimativamente da un quinto a un sesto del suo volume.
Quindi immaginatevi: tutta questa struttura enorme sarebbe potuta essere sostituita, veramente, da pochi grandi serbatoi di GPL.
Ovviamente adesso i gasometri non vengono più utilizzati e sono diventati un pezzo di «archeologia industriale», però ci sono dei piccoli gasometri che trovano ancora utilizzo in questo momento, soprattutto per la produzione di biogas, perché non ha molto senso andare a cercare di comprimere tutto il gas che viene prodotto in tempo reale, perché se ne produce pochissimo (è gas di fermentazione); quindi il gas di fermentazione viene - intanto - accumulato in un piccolo gasometro, quando si ha una quantità sufficiente di gas, si fa girare il compressore, lo si comprime e si fa diventare allo stato liquido. Quindi - diciamo - per questo viene utilizzato qualche piccolo gasometro: naturalmente non strutture da 40mila~50mila metri cubi.
Insomma: questo era il gasometro. Sicuramente avrete visto qualche gasometro in occasione di grandi attività culturali, perché - dato che c'è molto spazio libero - ormai vengono utilizzati per fare concerti o per fare attività teatrali, attività culturali di ogni genere, e sono - appunto, come dicevo - diventati ormai dei pezzi di pura archeologia industriale.
Sapevate che il gasometro serviva a questo? Sapevate che, prima che arrivasse la metanizzazione con la distribuzione del metano lungo tutto il continente, c'era questa necessità di produrre il gas in ambito locale?
Sapevate che esisteva il gas di sintesi, il syngas? L'avevate mai sentito nominare?
Nella vostra città c'è un gasometro? Avete altre curiosità che riguardano i gasometri? Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene: io sono Grizzly, questo era Operazione Nostalgia. Come sempre vi ricordo di fare pollice-in-alto, condividere questo vlog ed iscrivervi al canale, noi ci vediamo alla prossima, ciao a tutti!