domenica 6 febbraio 2022

VLOG 394: I francobolli #OperazioneNostalgia



Vogliamo comunicare qualcosa a un nostro amico, che sia vicino o lontano, e non abbiamo modo di farlo direttamente, per esempio con il telefono.
Beh, abbiamo diversi meccanismi che possiamo utilizzare: dal mandare un'email al mandare - anche - una nota veloce su Whatsapp o Telegram, magari una nota vocale…
E sì: stendiamo l'opportuno velo pietoso su quelle due categorie di amici:
quella che - per invitarti questa sera a mangiare una pizza - ti manda un unico GIGANTESCO messaggio vocale di settantordici minuti!
E quell'altra, che - per lo stesso motivo (andare a mangiare una pizza questa sera) ti manda ventordici vocali, ognuno di mezzo secondo (probabilmente c'è una sillaba a vocale, più un vocale per ogni accento!)
… ma diciamo che gli strumenti per comunicare (anche non verbalmente) ci sono tutti quanti, ce ne sono tantissimi.
Ovviamente non è stato sempre così, e una volta per le comunicazioni (in particolar modo quelle a media e lunga distanza) l'unico strumento disponibile era quello «epistolare», ossia mandare una lettera.
E mandare una lettera comportava preparare la lettera, scriverla, ma poi c'era da affidare la lettera al servizio postale: era il servizio postale che - nel corso del tempo - avrebbe preso questa lettera, le avrebbe fatto viaggiare tutto il paese sino ad arrivare alla città di destinazione, dove un portalettere l'avrebbe portata a destinazione e si sarebbe fatto pagare dal destinatario per il servizio
Si, il servizio postale funzionava in questo modo: era il destinatario che doveva pagare per la lettera (a seconda di quale percorso avesse fatto).
Ha funzionato così per moltissimo tempo, sino a quando non è arrivata un'innovazione, un'innovazione così importante e così grossa che - in qualche modo - è arrivata sino ai giorni nostri; bene, oggi voglio introdurvi - velocemente - questa innovazione, ma soprattutto voglio parlarvi di una parte di questa innovazione (che è arrivata sino ai giorni nostri): sto parlando del francobollo e vi racconto oggi - un po' - come funziona, in questo nuovo episodio di Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia [🎵🎶]

In Gran Bretagna, sino al 1837, il servizio postale aveva funzionato abbastanza bene: io - che avevo bisogno di mandare una lettera - scrivevo la mia corrispondenza, la inviavo tramite il servizio postale, il servizio postale metteva a disposizione il trasporto della lettera fino alla destinazione, quindi arrivava il portalettere, andava dal destinatario, consegnava la lettera (il plico o quello che era) nelle mani del destinatario e si faceva pagare per il servizio, quindi doveva arrivare, bussare alla porta, attendere che gli aprissero, attendere che gli dessero il denaro… e quindi poteva consegnare la lettera.
Era un sistema funzionale (per la poca corrispondenza che si utilizzava) ma non particolarmente efficiente: stiamo parlando della prima metà del 1800, quindi di un inizio di rivoluzione industriale, del momento in cui cominciava - piano piano - a esserci sempre più necessità di utilizzare la corrispondenza per inviare gli ordini, per inviare le fatture… ed ecco quindi che l'inglese Rowland Hill ebbe un'idea: di proporre un grande e importante cambiamento nel servizio postale britannico.
La prima cosa che propose fu quella di avere un costo fisso unico per tutti, per la spedizione della corrispondenza su tutto il territorio, che significava - comunque - un investimento sul lungo termine, perché se pur vero che - in taluni casi - questo costo non andava a coprire quello che era il “costo effettivo” per la consegna della corrispondenza, puntando sulla grande quantità e sul fatto di poter avere un sistema più efficiente per gestire la corrispondenza, poteva - comunque - portare a sostenere il servizio postale.
Ma soprattutto la seconda (importantissima) innovazione fu quella di introdurre che questo costo unico, che nel 1837 era di un penny (beh: parliamo comunque di tempi molto passati), venisse pagato non dal destinatario, bensì dal mittente: chi voleva inviare una corrispondenza, avrebbe pagato questa tassa (di un penny) per spedire questa corrispondenza.
E quindi c'era bisogno di un modo per dimostrare che la corrispondenza (la lettera, il plico, quello che era) fosse stato pagato, quindi fosse affrancato dall'obbligo di pagamento della spedizione (termine che - guarda caso - è arrivato sino al giorno d'oggi) e quindi Rowland Hill è considerato l'inventore del francobollo.
Questa proposta di Hill fu presa con alti e bassi, fu discussa moltissimo, ma - alla fine - venne approvata nel dicembre del 1839 e risultò vincente, perché cominciò appunto a diffondersi e - con il bisogno sempre crescente di inviare corrispondenza - fu un risultato molto funzionale, appunto perché: il fatto di avere il pagamento, effettuato dal mittente, immetteva già in moto il denaro prima del tempo; il fatto di non avere la necessità che il destinatario fosse presente (e pagasse il denaro) rendeva la procedura di consegna della posta molto più efficiente, perché - a questo punto - il portalettere ogni volta non doveva bussare, aspettare e raccogliere il denaro, ma gli bastava lasciare (letteralmente) la busta, il plico, quello che fosse, quindi era anche possibile - semplicemente - avere una fessura per la posta, quindi il portalettere passava “al volo”, infilava un attimo la busta nella buca e andava al destinatario successivo: questa era una procedura decisamente molto efficiente!
Poco dopo, nel 1848, l'ingegner Henry Archer inventò - anche - un meccanismo per creare la cosiddetta perforazione meccanica, che ha costruito quello che è il francobollo ritagliato (smerlato) che conosciamo ai giorni nostri, che è stata un'importante innovazione, perché ha permesso - anche - di avere dei francobolli che non dovessero essere tagliati manualmente (con la forbice) ma pretagliati, quindi preformati, che potevano essere molto più difficili da contraffare.
E ovviamente in merito al discorso di ‘cercare di evitare le contraffazioni, i furti e i danneggiamenti al servizio postale’, era - subito - nato anche il meccanismo di annullamento dell'affrancatura postale, affinché il francobollo non venisse riutilizzato.
Quindi all'inizio, dopo il primo esperimento con dei francobolli di colore nero, per esempio in Gran Bretagna furono sviluppati dei francobolli di colore rosso (da un penny) e di colore blu~azzurrino (da due penny, per i plichi un pochino più corposi) che venivano annullati con una timbratura di colore nero, con un inchiostro particolarmente tenace, che - quindi - non fosse semplice da lavare via dal francobollo.
E questo meccanismo è arrivato - pressoché - sino ai giorni nostri: moltissimi francobolli, anche qui in Italia, sono stati realizzati con una carta con un trattamento leggermente romboidale che la rendesse leggerissimamente assorbente, in maniera tale che la timbratura di annullamento avvenisse con una certa quantità di inchiostro, che proprio veniva… come se fosse assorbito dal francobollo, rimanendo lì e quindi rendendo il francobollo (una volta timbrato) inservibile:
ok questo francobollo è stato utilizzato per inviare una corrispondenza, e non potrà essere riutilizzato
E questo ha funzionato per molto tempo, sinché - per esempio qui in Italia - non è stato introdotto, per la prima volta, il servizio di Posta Prioritaria, in cui i francobolli, anziché essere di carta gommata, erano di una leggerissima carta plastificata adesiva, perché (e ne parlò anche Striscia la Notizia) questa carta plastificata, pur avendo una maggior durata nel tempo, non prendeva bene l'inchiostro dell'annullamento, tanto che - letteralmente - era possibile passare una gomma per matita per cancellare la timbratura di annullamento e, poi, appoggiando della carta da forno e un ferro da stiro, staccare il francobollo per riutilizzarlo anche più volte
Ormai il meccanismo dell'affrancatura è diventato - soprattutto - una cosa più che altro per collezionisti, perché in quella che è la “corrispondenza di tutti i giorni” si utilizzano le affrancature elettroniche, le affrancature digitali, abbiamo i codici QR… non c'è più il cosino da ritagliare (o da strappare), da appoggiare sulla busta, a parte - appunto - quando vengono rilasciate delle serie limitate a scopo di collezionismo.
Ma dobbiamo comunque a Rowland Hill la più importante innovazione nel sistema postale, che è il pagamento anticipato della spedizione e il fatto di avere una tariffa unificata per determinate spedizioni; ovvio che adesso non abbiamo una tariffa unica per tutte le spedizioni, inoltre abbiamo decine di prodotti postali con decine di funzionalità aggiuntive e differenti: dalla raccomandata, all'assicurata, alla lettera semplice, alla cartolina postale… sino alle comunicazioni legali, come la raccomandata con ricevuta di ritorno (che - piano piano - vengono anche sostituite dalla controparte elettronica, come la PEC); ma voi che mi dite? Avete mai spedito una lettera o una cartolina postale, ponendo sopra il francobollo?
Oppure fate parte di quella generazione che - al posto delle cartoline - manda le foto su Whatsapp?
Non sapete neanche cos'è una cartolina? Non lo so parliamone nei commenti oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostalgia
Come sempre: pollice-in-alto, condividete il vlog, iscrivetevi al canale, noi ci vediamo al prossimo episodio: ciao a tutti!

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