[...] mi ero iscritto al servizio Blogger nel 2002 quando era ancora della Pyra Corporation e funzionava in maniera non del tutto chiara, basandomi anche sull'idea che il weblog sembrasse una moda del momento, sebbene poi con il tempo e' risultato invece una nuova, efficace e potente forma di espressione.
All'inizio provai a studiarci un po', lo sperimentai ma poi, soprattutto a causa del poco tempo e del costo non indifferente della connessione ad internet (la mia ADSL e' venuta solo l'anno dopo, con il primo lavoro serio presso una grossa azienda di servizi internet) mi vidi costretto ad accantonarlo.
Ma in parte devo anche ammettere che non avevo capito sin da subito le grandi potenzialita' del mezzo. Solo nel 2004, a seguito di una attenta analisi del fenomeno sociale del blogging, ho deciso che poteva essere il momento di allargare i miei spazi di discussione e condividere le mie osservazioni, le mie analisi e - in generale - il mio pensiero con gli altri.
Con questo brano di testo si apre la prefazione del mio libro, e non perche' avevo bisogno di trovare qualche frase ad effetto, bensi' proprio perche' e' la verita'.
Forse qualcuno avrebbe preferito un'apertura piu' consona, magari: "Mi chiamo Mirko Tuccitto (per gli amici "Grizzly"), ho 30 anni, sono single (come Barney Gumble) e scrivo."
Tutto qui. Forse qualcuno si accontenterebbe di tutto questo, ma invece no: c'e' qualcosa d'altro sotto.
Sotto ci sono alcuni anni di liceo scientifico in cui - peraltro - non ho brillato nelle materie umanistiche, e come ho gia' scritto nel libro, non so se mi sono meritato una media maledettamente bassa in Italiano. Parafrasando una battuta di Abagail Freemantle (nel film "L'Ombra dello Scorpione", tratto dall'omonimo libro di King), intanto *io* ho pubblicato un libro e la mia ex professoressa di italiano *no*... (-:
Ma poi c'e' la mia vita.
Ci sono alcuni altri anni in cui ho fatto il tecnico e consulente informatico fino ad arrivare al punto attuale in cui posso considerarmi un sysadm in prova... Ci sono le mie considerazioni sul presente e sul passato che hanno riempito le pagine di questo Blog, le mailing list che frequento, le pagine del mio libro talvolta, ma soprattutto le teste [spero non qualcos'altro... (-: ] dei miei amici e parenti.
Chi mi conosce sa una cosa importante: io sono una persona maledettamente pratica.
Un giorno dissi ad un amico della Protezione Civile che anni di scoutismo mi hanno cambiato radicalmente, ed ho una linea della funzionalita' e praticita' molto bassa: dove ci sono associazioni che non saprebbero fare un piatto di pasta senza un cuoco a portata di mano, io sostengo che il mio concetto di cucina da campo e' "una piccola catasta di legna con quattro sassi intorno: so preparare della minestra anche dentro il cartone pressato, se c'e' bisogno".
Un'altra volta sono stato da un cliente che aveva il computer montato in un mobiletto a torre per impianti stereo. Dato che sulla sommita c'era il monitor con messa sopra la tastiera, senza battere ciglio aprii i due sportellini in vetro, accesi il computer e misi la tastiera sopra i due sportelli aperti; il cliente mi guardo' e mi disse: "sei il primo in due anni che ha capito come va messa la tastiera senza chiedermelo o improvvisando...".
Ma - soprattutto - sono un blogger.
Lentamente, in piu' di due anni di coltivazione di un hobby (perche' d'altronde considero questo Blog un hobby, ma non semplicemente un hobby) sono uscito dalla cerchia degli sperimentatori, degli adolescenti quindicenni in calore che riempiono la blogosfera delle loro considerazioni sulle avventure nella classe IIB dell'istituto di ragioneria e che chiudono l'articolo che stanno scrivendo perche' devono studiare che domani la prof. di matematica interroga; ma attenzione, con questo non intendo dire che "quei ragazzi" siano meno blogger.
Premesso e preso infatti atto del fatto che pongo sullo stesso piano qualunque blogger, da quelli che raccontano inutilmente le loro giornate in compagnia degli amici o che dicono di essere andati col loro partner di qua piuttosto che di la', a quelli che potrebbero insegnare giornalismo a moltissimi giornalisti.
Certo: non posso dire che il mio Blog abbia solo contenuti "seri" ed importanti: mi piace raccontare le cose, trattare gli argomenti ed i fatti di cronaca ma anche parlare delle mie giornate non eccezionali di lavoro.
Mi piace leggere i Blog, in giro per il mondo, anche quando quanto riesco a leggere spesso si puo' riassumere in una ragazzina di 16 anni che dichiara tutto il suo amore per il suo boyfriend o addirittura su quanto sia poco impavido l'orsacchiotto di un blogger che trema e piange in caso di temporali. (-: [Pero' per difendermi dagli incubi e' un vero eroe, e tutti gli spiriti maligni lo temono! ^___^ Grande Lucky!]
Ed e' leggendo in giro sulle varie riviste on-line o sui vari Blog che mi rendo sempre piu' conto di quanti danni stia facendo il blogging al concetto di giornalismo radicato nelle grandi elite di pochi giornalisti fortemente politicizzati che sanno solo confezionarci la pappa pronta dopo averla epurata e politicizzata per benino.
Ma questo e' bello.
Ricordate il caso di Nicola Calipari e Giuliana Sgrena? Ricordate il famoso "Documento PDF" messo a disposizione dagli americani che conteneva il rapporto sulla situazione con le famose "pecette nere" a coprire i nomi degli ufficiali e soldati americani che avrebbero qualcosa da spiegare sulla situazione?
Ricordate che invece i nomi saltarono fuori facendo un banale copia & incolla? Bene!
Quello che forse non ricordate e' che questo fattaccio non lo scopri' qualche giornalista d'assalto, o qualche espertone della sezione informatica delle forze dell'ordine, ne' qualche magistrato.
Lo scopri' un blogger.
Senza offesa, un cretino qualunque che voleva riportare il rapporto in un formato *leggermente* piu' comodo del PDF per analizzarlo, e con un Ctrl-C+Ctrl-V diede una mazzata che neanche tutte le armi nucleari del mondo.
Perche' tutto questo pippone? Presto detto.
In questi giorni (in realta' in questi mesi) si e' parlato tanto dei blogger. Di *noi* blogger.
Chi bene, chi male, chi perche' aveva da incarcerare qualcuno, chi perche' aveva da osannare qualcun altro.
I blogger un tantinello controtendenza fanno tremare i governi, le multinazionali, gli editori che sulle loro riviste ben patinate vogliono porre solo articoli altrettanto patinati per osannare un prodotto o un personaggio piuttosto che un altro.
C'e' pero' una cosa che va fuori dagli schemi di questa cultura e societa' globalizzata dell'informazione: il Blog non e' un prodotto commerciale da vendere, non per cui qualcuno puo' dire "bene o male purche' se ne parli", la situazione e' molto diversa.
La blogosfera non e' un mondo astratto ed impalpabile come il cyberspazio: la blogosfera e' fatta dai blogger, dalle persone che ci stanno dietro. Da noi che diamo vita ad uno strumento. Moltissimi Blog sono *vivi*.
Qualche tempo fa si e' parlato di un fenomeno (che su molte piattaforme non e' consentito, ma che fa parte di una situazione troppo incontrollabile, e su molte altre piattaforme invece funzionerebbe senza problemi): la pubblicita' via blog.
Ma quella subdola. Molto subdola: molto piu' subdola di quanto vi immaginiate: non parlo di AdSense o di qualche banner sparso.
Io parlo di blogger che prendono denari sonanti per scrivere articoli pro un prodotto qualsiasi o contro qualche altro, ma facendolo passare per farina del proprio sacco.
Mi spiego, con un esempio pratico: come tutti quanti ormai sapete (come? Qualcuno ancora non lo sa? Allora vi chiedo di riguardare con un po' di attenzione la foto del profilo!) io colleziono orsacchiotti di peluche.
Ora, supponiamo che domani mi si presenti in ufficio [e' a Siracusa, in via Salvatore Monteforte 12A, telefono 0-931.702.385, cellulare 3-931.702.385, potete prendere un appuntamento e ne parleremo (-: ] il rappresentante commerciale di una azienda che produce peluche.
Questo rappresentante ha parlato con qualche azienda o seguito qualche rivista di settore o, in qualche modo, comunque e' venuto a conoscenza del fatto che il mio Blog - per buoni motivi - ha un certo numero di lettori anche fra coloro a cui piacciono i peluche [oddio: temo che saranno meno dei miei proverbiali 0x10 o 0x12 lettori (Pero' oltre 100 copie vendute mi lasciano molto da pensare)] e mi fa una proposta: mi lascia qualche euro [diciamo qualche centinaio a seconda del numero di lettori che posso raggiungere], piu' un pezzo ^__^ omaggio, chiedendomi di scrivere un articolo favorevole sul loro nuovo pupazzo appena lanciato sul mercato ed io, l'indomani, scrivo due righe fra le tante:
Ehi, ragazzi, ieri sono stato da $negozio_qualsiasi ed ho visto un bellissimo orsacchiotto bianco, alto 40cm, morbidissimo e carinissimo, con quegli antani della supercazzola di venticinque righe di commenti su come mi e' piaciuto, mi ha convinto, me lo sono comprato perche' e' costato veramente poco, ci ho dormito e mi ha tenuto lontani gli incubi, e continuando con gli antani della successiva supercazzola sulle altre belve che lo hanno accolto piacevolmente e tutta questa bella roba qua.
Ed ecco che qualcuno dei miei lettori, incuriositi, fa una visita al negozio di cui sopra, e dato che si e' fatto convincere da un "esperto" del settore, ha trovato cosa regalare a $chiunque[] per natale/compleanno/quelchele'.
Ed ecco che grazie ad un mio articolo (e magari di qualche altro blogger con la mia stessa inclinazione ed un discorso simile) l'azienda ha avuto piu' risultati che facendomi mettere un banner che buona parte dei miei lettori (con Firefox e AdBlockPlus, come me) non avrebbe neppure visto.
E non e' finita, magari - se hanno bisogno - posso pure dire che li' vicino c'era anche il nuovo pupazzo della ditta concorrente, che invece mi e' sembrato molto brutto e costoso, che non mi ha convinto sin dal primo momento e tutta questa bella roba qua.
Che ne pensate? Terrificante, vero? Sono d'accordo.
Questo fenomeno pero' rischia di lasciare il tempo che trova perche' i blogger non sono professionisti del marketing pagati per fare cio' e per uno che potrebbe accettare una proposta del genere ce ne potrebbero essere altri cento che - dopo aver cacciato in malo modo il rappresentante dell'azienda - andrebbero a scrivere un articolo al fulmicotone proprio su questo fatto, screditando l'azienda e provocando un tam-tam mediatico che dalla blogosfera potrebbe giungere anche a posti impensabili, con tutti i rischi del caso.
Ma accantoniamo questo discorso e vediamo di analizzarne un altro simile.
In questi giorni Punto-Informatico ha pubblicato un articolo su una ricerca, promossa da Splinder in collaborazione con SWG Italia, nei confronti dei blogger italiani.
La manovra si chiama "Diario Aperto inchiesta sui blog in Italia", ed ha subito suscitato l'interesse di alcuni degli utenti dei forum della rivista, nonche' di parte della blogosfera piu' attiva.
Ma ha anche suscitato - giustamente - le critiche di alcuni degli utenti e dei blogger italiani.
Anche le mie. Pesanti, peraltro.
Anzitutto perche' le domande piu' interessanti sui veri scopi del progetto sono stati posti da Aghost, il quale invece si e' visto investito quale colpevole del reato di lesa maesta' (cosa che mi ha lasciato ancora piu' interdetto) perche' si e' chiesto come possa un'azienda a scopo di lucro fornire garanzie su una ricerca che non dovrebbe fornire ritorni commerciali, pubblicitari od economici.
Purtroppo io oltre ad essere un blogger, sono anche titolare di un'azienda, e so che cosa intende Aghost.
Il concetto e' semplice: una ricerca sul fenomeno del blogging italiano promosso dall'Universita' di Trieste e' interessante. Che l'interesse ce lo metta anche Splider, visto che e' una delle piu' diffuse piattaforme di blogging, mi puo' anche stare bene.
Che le manine ce le metta anche Punto Informatico, gia' mi lascia da pensare, ma dato che l'idea e' quella di sponsorizzare la manifestazione, diciamo che lo diamo per buono, ma gia' questo porta pubblicita' anche alla rivista.
Ma le manine in pasta ce li mette anche SWG Italia la cosa me la fa pensare per bene.
Perche' un'azienda specializzata in sondaggi e ricerche di mercato a scopo commerciale se apre una ricerca "pubblica ed aperta" con l'intenzione di non guadagnarci ufficialmente nulla, mi scotta.
Come ho gia' scritto in un commento sul Blog di Aghost, i consumatori e le aziende messi assieme in questo periodo tendono a fare piu' reazione del plutonio in un ordigno nucleare.
Molte aziende italiane cercano - e purtroppo in questo periodo di tartassamento di tasse hanno anche ragione - di ottenere guadagni o privilegi da qualsiasi progetto.
Ma e' sempre stato cosi'. Sapete cos'era il progetto "MIDAS-NET"? No? Siamo alla fine del 1997 (caspita sono passati quasi dieci anni) e forse pochissimi se lo ricordano: era un progetto della European Committee for Host Organisation [la famosa ECHO, sviluppatrice del database DIANEi, forse qualcuno sta asciugando qualche lacrimuccia, partecipai: 2ti7v94d (-: ] per lo sviluppo e la diffusione in Europa delle risorse multimediali.
Erano coinvolti enti, aziende, governi etc. da tutta Europa. In Italia io seguivo lo sviluppo dell'ambito multimediale su internet (poi mi specializzai nell'ambito dell'HTML 4 e della versione 4.01...).
In Italia c'era un grande ente di ricerca che seguiva il progetto, e dato che all'inizio i miei contatti erano principalmente con la svizzera, cercai di contattare l'ente per rendere un tantinello piu' coinvolta l'Italia.
La dichiarazione della responsabile fu - a dir poco - pazzesca: "Si, noi siamo presenti sul progetto con il nostro sito internet". Sito che era composto da una paginetta statica con i rimandi o le informazioni sulle aziende coinvolte (ho chiesto ben quattro volte di essere citato come contatto partner, ma volevano la mia partita IVA e io nel 1998 ero solo associazione culturale... poi a che gli serviva la partita IVA lo sanno solo loro).
Tutto qua. Se chiamavi qualcuno di loro ti rispondevano di riferirti al sito... il progetto venne dichiarato successivamente concluso perche' gli americani ci avevano insegnato a usare internet un po' meglio e in europa i multimedia-prix sono stati cose che in Italia hanno toccato marginalmente qualche associazione che le informazioni, come me, le desumeva all'estero o dalle poche pagine tradotte (all'epoca) del portale info2000.
E il sito italiano del progetto era - come potete immaginarvi - utile come lo sarebbe stata una playstation nel cretaceo.
Ma torniamo a noi. I meccanismi di crescita della blogosfera sono stati del tutto imprevisti: il passato dei Blog li vedeva come una possibile moda del momento, il presente invece ha dimostrato come siano un'arma di diffusione della cultura a dir poco impagabile.
Il futuro dei Blog e' interessante e potrebbe essere argomento di ricerca anche per anni, ma come ho appena detto sopra, mi viene difficile pensare che un'azienda sia pronta a fare una ricerca su un fenomeno che - solo in Italia - credo che tocchi cifre paurose anche a sei cifre. Certo: sto mettendo assieme quelli che hanno solo pubblicato "Benvenuti sul mio blog" tre anni fa con quelli che scrivono 8 articoli al giorno.
Una minima esperienza ce l'ho, sull'ambiente. Come ho detto ci sono molti studenti che raccontano le peripezie scolastiche, molti teen-ager che hanno scritto il loro diario-segreto in maniera che lo leggano cani & porci, giornalisti e copincollisti che - pur magari scrivendo solo "avete letto qua?" o "avete visto questa notizia?" comunque fanno girare le cose nella blogosfera, ripetendo il tam-tam.
Ma ritorno sempre allo stesso punto: perche' dovrei credere che un'azienda che ha fatto della ricerca il suo business, stia facendo una ricerca "per la grazia del Signore", peraltro invitando i blogger stessi a lavorare su questa ricerca?
E' un dubbio legittimo suppore che l'azienda abbia proposto questo per vedere in futuro un ambito commerciale e spingere una manovra di marketing o individuare le caratteristiche di mercato dei Blog? Io penso di si.
Qual'e' il problema? Che questa dichiarazione, fatta da blogger come Aghost o Dario Salvelli o Francesco Armando, ha provocato una reazione dei responsabili del progetto che e' una via di mezzo fra il comico e la presa per i fondelli! Leggo sul blog dopo questo ambaradan: "Abbiamo ricevuto un po' di impreviste critiche sulla modalità "aperta" dell'inchiesta".
Ma scherziamo? Un po' di impreviste critiche? Ma vi aspettavate che "noi boveri blogher ingombedendi" avremmo calato la testa e ci saremmo fatti le domande e dato le risposte in "mezzanotte-e-dintorniana" memoria senza battere ciglio? Pensate che siccome le vostre ricerche commerciali non sono criticate potete agire allo stesso modo dicendo che la ricerca e' aperta?
I dubbi e le critiche sono costruttivi, soprattutto per noi blogger! Se invece aveste chiarito sin da subito i dubbi e controbattuto costruttivamente le critiche probabilmente non sareste li a fare i cani bastonati che si leccano le ferite dopo averci tacciato per lesa maesta'.
Le reazioni sul forum di Punto Informatico sono state esagerate, e non voglio buttare altra benzina sul fuoco, pero' mi sento tranquillamente di dire: vi abbiamo chiesto quali garanzie sulla mancanza di scopi commerciali della ricerca possiamo avere, se la stessa e' stata promossa da un'azienda che fa marketing con le ricerche di mercato?.
Se preferite formulo la domanda cosi': "Perche' dovremmo farci sondare da SWG, e quali vantaggi ne potrebbero avere entrambe le parti?".
Pur augurandovi che questa ricerca dia buoni frutti, se pensate che questa sia una critica inattesa, vi consiglio di lasciar perdere, perche' non avete ancora idea di quello che potrebbe succedere con l'avanzamento del progetto, ma aspettatevi critiche anche peggiori, perche' qualcuno andra' a cercare tutti i vostri flop, anche vecchi di secoli, per rinfacciarveli.
Le vostre rassicurazioni sulla modalita' aperta della ricerca non sono serviti a molto. E' come quando fermi uno per strada e gli chiedi "Scusi, sa che ore sono?" e quello ti dice solo "Si" e se ne va...
Alla fine di tutta questa pappardella io ho solo da dire che non ho nessuna intenzione di partecipare a questa ricerca, vi auguro ogni bene sulla stessa e ho messo comunque i link sufficienti affinche' i miei lettori, qualora non fossero d'accordo con me, possano partecipare a loro volta dopo aver valutato tutti i punti salienti della stessa. E - dopo il vostro comportamento - posso dire tranquillamente che non partecipero' neppure se finalmente i fatti o le vere motivazioni di questa ricerca finalmente venissero chiariti e venisse dimostrata la nostra malafede sull'argomento commerciale della ricerca: prima di tutto perche' comunque la vostra reazione e' stata - a mio parere - molto poco seria di fronte alle critiche: le critiche servono a costruire, a creare un dialogo, non certo a distruggere.
E ad ogni modo io non prendo lezioni di moralita' (un flamer su un newsgroup tempo fa mi descrisse come "Grizzly: un Vero Maestro di Retorica" e l'epiteto mi piace ^___^) e, come ho gia' ribadito, sono un blogger, il titolare di un'azienda ed un orso, per cui sono una brutta bestia! (-:
Nessuno mi spiega come funzionano le aziende e quali sono i loro investimenti in beneficenza. Anzi, a proposito di beneficenza, io mi sono comprato l'orsacchiotto dell'Unicef, e consiglio anche agli altri di comprarlo... ((-:
Con la speranza che non si getti altra benzina sul fuoco (pero' non mi spaventa un bel falo') stacco qui. (((-:
Ottimo post,sarebbero tante le cose da dire,per ora solo una precisazione sul mio cognome che è errato (è con la i finale).
RispondiEliminaGrazie per la precisazione e complimenti per l'interessante blog: mi fa piacere che anche altri abbiano opinioni simili.
Fortuna che gli orsi dovrebbero essere in letargo in questo periodo... :-)
RispondiEliminaComunque sono d'accordo, Grizzly: anch'io non ho aderito all'iniziativa. Le considerazioni sul perché non mi convince sarebbero molte, ma soprattutto ho seguito il mio vecchio buon istinto.
Ciao!
Perdono Dario: ho corretto subito. (-:
RispondiEliminaE' dovuto al fatto che all'articolo ci ho lavorato soprattutto ieri notte alle 2, e a quell'ora dovevo essere in un luogo leggermente diverso dalla poltrona davanti alla tastiera del PC...
Saltando di palo in frasca ho letto alcune delle risposte anche al mio commento sul post di Aghost, ma il concetto che vado ad analizzare e' che non mi e' piaciuto proprio l'attacco per lesa maesta' che ha colpito tutti noi, piuttosto che il tentativo (a mio parere per ora molto poco funzionale) di chiarire questa situazione ponendo altri dubbi. Domani continuo con un altro articolo sull'argomento un po' piu' specifico proprio su questa storia.
ciao,
RispondiEliminaad aghost ho risposto due cose, sia nei commenti sull'articolo di punto informatico relativo a diarioaperto ( http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1798514&r=PI ), sia sul suo blog, sia sul blog di diarioaperto:
1) che il tono arrogante che ha usato non era rispettoso del lavoro di chi ha messo in piedi diarioaperto. e chiaramente visto che i lavoratori delle aziende sono persone come le altre (per esempio come i blogger) ogni tanto scappa anche l'arrabbiatura.
2) che gli obbiettivi di swg sono chiari e li ho già spiegati, senza 'peli sulla lingua'. sono creare la prima indagine sui blog fatta in italia col contributo esclusivo di italiani, blogger italiani e aziende italiane. rendere i contenuti di questa ricerca di pubblico dominio (tutto il database delle risposte e dell'analisi sarà reso disponibile liberamente). e farsi pubblicità, ovviamente. notavo (senza successo) che anche tenere un blog è un modo per farsi pubblicità, nella stessa misura in cui un'azienda fa delle iniziative pubbliche come questa... ma non fa niente
3) le critiche erano impreviste per quanto riguarda il taglio "aperto" ovvero per quanto riguarda la libera contribuzione dei navigatori alla ricerca. ci sembra una cosa positiva, dal punto di vista etico, non solo della pubblicità. ma forse ci sbagliamo. o forse è più facile criticare?
penso che condividere la conoscenza (come le migliaia di dati che saranno prodotti da diarioaperto) e il processo della ricerca per cui ogni passo viene discusso e spiegato (come in questo momento) abbiano dei lati positivi.
scusa, ma mi sembra che tante volte sia più facile criticare che informarsi e seguire il dibattito per bene (per esempio leggendosi tutto il forum di punto informatico legato all'iniziativa)
ciao
enrico milic (blogger da gennaio 2004!)
swg
http://ricercadiarioaperto.splinder.com/
Tono su tono:
RispondiElimina> 1) che il tono arrogante che ha usato non era rispettoso del lavoro di chi ha messo in piedi diarioaperto. e chiaramente visto che i lavoratori delle aziende sono persone come le altre (per esempio come i blogger) ogni tanto scappa anche l'arrabbiatura.
Ok, ma il tono che ha usato Aghost per cominciare il putiferio da cui si e' acceso quello che da flame e' passato ad incendio non era troppo polemico, le accuse di "lesa maesta'" che ho paventato io lo erano. E non voglio andare a ravanare sul "e' colpa mia" o "e' colpa sua" o, ancora peggio "ha cominciato quello" o "ha cominciato quell'altro". Questo non mi e' andato giu'. Che poi da un tono leggermente aspro si e' passati tutti ai toni acidi, dispiace. Ma quello che e' successo sui vari forum/blog/quelchele' non lascia - purtroppo - il tempo che trova.
> 2) che gli obbiettivi di swg sono chiari e li ho già spiegati, senza 'peli sulla lingua'. [...]
Si, ok. E non mi hanno convinto, comunque. Tutto qui.
> 3) le critiche erano impreviste per quanto riguarda il taglio "aperto" ovvero per quanto riguarda la libera contribuzione dei navigatori alla ricerca. ci sembra una cosa positiva, dal punto di vista etico, non solo della pubblicità. ma forse ci sbagliamo. o forse è più facile criticare?
Quello che e' stato criticato non e' la ricerca in se, ma l'uso dei risultati, nei quali risultati ed i benefici da entrambe le parti di questi risultati.
Domani mattina con calma mi spieghero' in un ulteriore articolo, stasera sono troppo stanco purtroppo...
> scusa, ma mi sembra che tante volte sia più facile criticare che informarsi e seguire il dibattito per bene (per esempio leggendosi tutto il forum di punto informatico legato all'iniziativa)
Purtroppo e' proprio quello che ho fatto. E che faccio in questi giorni anche piu' volte al giorno (adesso siamo a 12 thread, 78 messaggi) oltre che a seguire i commenti su Aghost e via discorrendo, e a giudicare dall'improvvisa lentezza del blog mi sa che abbiamo generato un tam-tam generalizzato intorno a cinque o sei personaggi. (-:
Dico 'purtroppo' perche' questo pippone assurdo lo ho scritto dopo aver letto un po' di tutto, aver ristretto e riassunto e tirato le mie conclusioni.
> enrico milic (blogger da gennaio 2004!)
Buon pro ti faccia ^_^ io lo sono da Luglio 2002 in maniera discontinua e da Luglio 2004 in maniera continua e stabile ((-:
Questo significa solo che siamo persone che non sono nate ieri, comunque. (-:
ennò enrico, non la racconti giusta, ti sfido a postare come e quando sarei stato "arrogante", voglio la citazione letterale.
RispondiEliminachiunque legga il mio post orginale può trarre le sue conclusioni, forse sono stato polemico ma arrogante non mi pare proprio.
Io non ho, ripeto, insultato nessuno personalmente (a differenza di qualcuno dell'swg), ho solo criticato il metodo.