Mi sveglio, mi alzo, vado in bagno, apro l'acqua calda. Dopo qualche istante che il rubinetto e' aperto, infilo le piene mani sotto il getto di acqua. Le sinapsi lentamente mi si connettono e mi rendo conto appena in tempo che sto per gavettonarmi la faccia con una litrata di acqua gelata.
Esprimo una considerazione non piacevole in antico dialetto hittita, poi esco di casa e mi dirigo nel locale caldaia: sono con i pantaloni del pigiama e a torso nudo; sono le sei e un quarto del mattino, fuori il sole si sta alzando, in compenso la temperatura esterna non e' dissimile a quella dell'acqua con cui volevo fare delle abluzioni mattutine.
La porta della caldaia si e' pure inceppata e, dopo aver cantato la canzone della forza del pianeta Gorniseo in antica lingua xeoranh (comprendente l'invocazione non proprio cortese a otto diverse divinita' affinche' scendano dall'alto dei cieli per darmi una mano), con un colpo secco in avanti riesco a spalancare la porta, rompendo il cielo di Cadine delle sei di mattina con un rumore infernale seguito da un urlo di guerra liberatorio.
La luce del led di errore e' accesa, e il display di nuovo dice "RELE BRUCIATOR - Err", per cui provo la procedura spiegatami da mio cugino di resettare la caldaia chiudendo con la mano la presa d'aria della ventola. Il primo tentativo fallisce e la caldaia torna in errore.
La spengo, recito un'antica maledizione fenicia in direzione della caldaia, poi la riaccendo. L'avviamento automatico fallisce, premo il pulsante di reset mettendo la mano sull'aspirazione della ventola. Ritorna in "AUTOMATICO", tolgo la mano e mi sposto. Un rumore di vampa e uno sbuffo di fumo dall'aspirazione annunciano che l'avviamento e' riuscito.
Ritorno in casa, e finalmente riesco a lavarmi con una parvenza di acqua tiepida.
Piu' tardi con mia madre scendiamo in citta' e prenoto il treno per il ritorno. Come ultima novita', Trenitalia ha cambiato nuovamente la procedura per il biglietto del carro auto, e fatichiamo non poco per capire se la 106 rientra nella misura fra 3 metri e 3.80, fra 3.80 e 4.40 o superiore. Finalmente dopo ben tre quarti d'ora usciamo con il biglietto pronto in mano. Una veloce fuga in un supermercato di zona a prendere dello zucchero e della pectina (mia madre ha procurato circa 6kg di prugne e vuole fare un bel po' di marmellata) e poi facciamo un salto sul luogo di lavoro di mia cugina Carole: fa la gastronoma presso la cucina di un albergo che da direttamente su Piazza Duomo.
Infne rientriamo a casa per pranzare. Domani andremo in montagna e allora siamo rimasti con entrambi i cugini per vederci dopodomani a pranzo, su a Cadine. E per oggi, a parte diverse ripetizioni del rituale "tentativo di avviamento della caldaia", niente di particolare.
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