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giovedì 2 febbraio 2012

RAI, Sanremo, Adriano Celentano e... beneficenza

Ieri è scaduto il termine per il pagamento del Canone RAI.
Il canone, chiamato così come un qualsiasi costo fisso per noleggio, in effetti rappresenta invece una tassa dedicata al possesso di un apparecchio radiotelevisivo. Da oggi e per tutto il mese di febbraio sarà possibile pagarlo con una piccola mora.
Pagare il canone è importante, perché è la principale fonte di finanziamento per il servizio pubblico televisivo. Perché con i nostri soldi del canone è possibile pagare trasmissioni come il Festival di Sanremo (che, personalmente, farei continuare solo a patto che si finanzi da solo con sponsor privati), e soprattutto per pagare il pesantissimo cachet di 300mila euro a serata per Adriano Celentano. Che sin dai tempi di RockPolitik, peraltro, non è che mi stia particolarmente simpatico: per carità, ogni tanto qualcosa la becca, ma che si alzi a grande moralista e imbonitore, ne avrei un tantino da ridire.
Ma da qui a coprirlo di denaro per venire a parlare agli italiani dalla passerella del Festival... non lo so, non possiamo tornare a far cantare quattro gatti, televotarli e fine della storia?
Ma no, non solo. Salta fuori la storia che non è giusto dare tutti questi soldi a Celentano. E allora che si fa? Si fa che Celentano viene gratis. Ahhh, ecco, allora già ci siamo e mi sta bene che venga e parli e... ehi, ma se viene gratis com'è che i soldi escono lo stesso?
Li da in beneficenza?
Allora non viene gratis. Cioè, siamo d'accordo che non tiene un centesimo del cachet stabilito, ma lo prende lo stesso. Sarà anche nobile, ma i soldi che Adriano vuole dare in beneficenza sono i miei. I nostri: i soldi del NOSTRO canone. Sono d'accordo che debba essere fatta beneficenza e questo è giustissimo, ma visto che sono i soldi del canone possiamo decidere noi come e QUANTO donare? No, eh? Allora diamo un porcaio di soldi a Celentano, e lui per salvare l'immagine dopo la figuraccia di quanto sta costando, dona tutto in beneficenza? Bravo. Ma molto bravo. Così siamo buoni tutti. Così mi pare Montgomery Burns che ha fatto la fabbrica di riciclo di Lisa Simpson...
... beh: sapete che vi dico? Non mi interessa se i suoi (nostri) denari andranno a sostenere qualcosa di buono con Emergency o altri. Non m'interessa se ormai il contratto è fatto e non può essere sciolto. Non m'interessa, perché come tutti gli anni non guarderò Sanremo, ma stavolta non sono neppure incuriosito da quello che ha intenzione di dire, per cui non guarderò manco lui.
Almeno potrò sorridere a pensare che i suoi soldi serviranno molto più delle sue parole.

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