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domenica 14 ottobre 2018

VLOG 236: Il Vajont



Benvenuti a bordo viaggiatori: sono Grizzly, questo è Diario di Viaggio on the road, la strada che sto facendo è una strada molto particolare. Alle mie spalle c'è il Cadore, c'è Val di Zoldo, e davanti a me alla vostra sinistra (alla mia destra) c'è la diga di Pontesei; io... adesso la vedrete perché c'è una galleria, dopo la galleria si vede un pochino meglio, io sto scendendo verso il comune di Longarone.
Eccoci: qui c'è l'edificio dell'Enel e qui c'è la diga di Pontesei. Non so se riuscite a vederla bene al di fuori della macchina: purtroppo non mi posso fermare per fare delle riprese, perché è in un posto piuttosto scomodo; comunque io adesso - come dicevo - sto scendendo a Longarone, luogo tristemente famoso per la tragedia del Vajont, avvenuta nell'ottobre del 1963.
Oggi sto andando a Longarone perché vorrei salire verso Erto e Casso e farvi vedere anche la diga, che ancora esiste perché la tragedia, la strage, non è stata provocata dal crollo della diga e quindi dall'ondata d'acqua che ha distrutto la città di Longarone, lambendo Erto e Casso perché è crollata la diga, bensì la diga è ancora lì (è stata fatta talmente bene che è riuscita a resistere) è la montagna che è franata all'interno della diga, all'interno dell'invaso d'acqua, e ha fatto tracimare l'invaso d'acqua; è una cosa che... è rimasta ancora lì la diga, dal '63, a futura memoria del fatto che bisogna sapere che Madre Natura Ha Sempre Ragione!
Lo si doveva immaginare sin dall'inizio: uno dei due margini della diga era il Monte Toc.
“Toc” in Ladino (nella lingua che si parla in questa zona),  “Toc” vuol dire *MARCIO* e, obiettivamente, un po' tutte le montagne nel circondario sono delle montagne marce: non c'è dolomite, non c'è roccia, è tutta terra molto friabile... questa stessa strada è un po' tutta curve e passa intorno alle montagne, ora (qua c'è anche una parte che è franata, per esempio) guardando questa strada uno pensa "Ma cosa gli costerebbe tagliarla fuori con una galleria?" però poi guardi la conformazione della roccia, la conformazione che c'è e capisci che non è tutta roccia... sono un po' come se fossero blocchi di terra, e capisci che scavando una galleria c'è il rischio che ti crolli tutta la montagna e schiacci la galleria.
E questo non era stato considerato quando è stata costruita la diga del Vajont: lo si sapeva nella valle che ‘el munt l'è toc’, ‘il monte è marcio’. È franato il monte: c'è stata una frana molto grande (di diverse centinaia di migliaia di metri cubi di terra) che si è infilata nel bacino idrico sottostante, sollevando il bacino idrico, provocando un immenso tsunami che - praticamente - si è incanalato tra le due montagne, ha creato un gigantesco muro d'acqua che è arrivato su Longarone e ha *sbattuto* contro Longarone e ha spazzato via il paese, ha spazzato via migliaia di persone; se non ricordo male ci furono quasi DUEMILA MORTI: di un migliaio si è riuscito a trovare qualcosa (letteralmente: un braccio, una gamba, un piede); di mille non si è trovato più nulla!
Il Vajont è ancora lì, adesso è aperto, è visitabile la diga come, appunto, un ricordo alla tragedia, un punto storico... siamo nel confine tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia: la diga, Erto e Casso, stanno nel territorio del Friuli Venezia Giulia, qua siamo ancora in Veneto (siamo nella provincia di Belluno); si attraversa il Piave, che poi è stato il fiume lungo cui si è scaricata quest'onda di piena.
Io raccontai sul mio blog, qualche anno fa (su Diario di Viaggio, in un articolo: ve lo lascio linkato sul doobly-doo e sulla scheda), qualche anno fa vi raccontai una cosa, che è una piccola avventura, che ho ricostruito volendola romanzare, raccontataci da un'amica che vive in Val di Zoldo. I suoi genitori erano qui in Val di Zoldo quella terribile e fatidica notte: suo padre era il sindaco (o il vicesindaco: adesso non ricordo bene la storia), però loro sentirono il boato... e quindi sono partiti di corsa, pensando all'inizio che fosse stato qualcosa alla diga di Pontesei, poi hanno capito che era successo qualcosa a Longarone, e sono sono scesi per Longarone. Sono scesi lungo questa strada con la camionetta dei carabinieri, con qualche trattore agricolo con il carretto carico di persone... non c'era una protezione civile nel 1963. Si faceva quello che si poteva: c'erano i volontari, c'era la buona volontà, quindi si scendeva per dare una mano!
Sono scesi lungo questa strada: questa è la strada che c'era anche nel '63. Certo: è migliorata, è stata allargata, è stata asfaltata bene... ma questa è la strada che dal Cadore, dalla Val di Zoldo, scende verso Longarone.
Questa strada arriva a un punto e fa una secca svolta a sinistra ed entra nel paese di Longarone.
Loro sono arrivati a questa secca svolta a sinistra, di notte, al buio, senza corrente e senza illuminazione stradale...
e invece di Longarone c'era un lago.
Avevano anche pensato di aver sbagliato strada, dice "Cos'è questo lago? Dov'è Longarone?"... era talmente allucinante riuscire a pensare che quel lago era quello che rimaneva di Longarone! C'era la pace, il lago e la luna che si rifletteva sul lago: non c'era più la città...
Andiamo avanti: vediamo se riesco a salire verso Erto o verso Casso.
Il nostro viaggio si conclude qui: quella lì sotto è la parte alta della diga del Vajont.
Quello che vedete alla vostra sinistra è il Monte Toc (mi sposto per farvelo vedere meglio): il Monte Toc e la parte che è franata.
Questo che vedete qui dentro, questo avvallamento, era pieno d'acqua: il Monte Toc (questa parte a sinistra) è franata, è finita dentro l'acqua, ha sollevato un'immensa onda che ha scavalcato la diga, scavalcato distruggendo solo la parte alta del coronamento (che infatti è ancora danneggiata), si è incanalata tra le due montagne ed è finita nelle case lì sotto, che è Longarone.
Ci tenevo a fare questa "passeggiata" e raccontarvi questa storia direttamente sul posto. Fatemi sapere che cosa ne pensate, fatemi sapere se conoscevate questa storia.
Fatemi sapere nei commenti se avete visto il film che ha narrato questa storia, o se avete visto qualche documentario che ne parlava.
Se ci sono delle dighe nelle vostre zone, nei vostri territori o se c'è qualcosa che vi ha ricordato... se c'è - magari - qualche parente che ha conosciuto questa area o che abitava in quest'area: parliamone! Come sempre nei commenti qua sotto oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene ragazzi: io sono Grizzly, qui siamo in Friuli dietro la diga del Vajont, noi ci vediamo al prossimo video: ciao a tutti!

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