domenica 1 dicembre 2019

VLOG 295: La bottega #OperazioneNostalgia



Benvenuti a bordo, viaggiatori: io sono Grizzly.
Quando mio padre era piccolo (e parliamo di una sessantina di anni fa…) i miei nonni e mio padre abitavano in Ortigia, e nell'isoletta c'erano queste piccole botteghe che erano fornite di un po' di tutto (dalla roba da mangiare a piccoli strumenti per la pulizia della casa, detersivi e roba così).
E capitava che i miei nonni mandassero mio padre (o mio zio) in bottega, ad esempio a comprare il pane.
E allora succedeva che - non so - mio nonno dava a mio padre dieci lire, "Vai a comprare il pane"; il pane magari veniva nove lire, il bottegaio doveva dargli una lira di resto e invece di dargli una lira di resto, gli dava una caramella.
Mio padre è sempre stato una persona molto educata, molto gentile ma si è anche SEMPRE aspettato la stessa onestà, la stessa gentilezza e la stessa educazione da parte degli altri, quindi dopo la prima volta che ha preso una caramella come resto del pane (non disse nulla), continuava - ogni volta che andava a prendere il pane - a prendersi una caramella di resto, poi una bella mattina arriva, prende il pane, sono otto lire…
… e mette sul banco del bottegaio otto caramelle.
Il bottegaio è rimasto zitto e non ha più dato caramelle di resto a mio padre.
Questo per raccontare questo piccolo aneddoto, giusto per dire che tipo di rapporto si stringeva con il bottegaio, rispetto al rapporto che si può avere al giorno d'oggi con il supermercato di fiducia, anche se si cerca di avere sempre quel minimo di amicizia.
Io ricordo una domenica di alcuni anni fa, che eravamo andati con mia nonna a fare un pochino di spesa, sarà stato mezzogiorno: arrivo in cassa, prendiamo la roba, mentre sto mettendo la roba sul nastro della cassa, finalmente il cassiere finisce di servire la persona che c'era prima di me, si gira verso di me, lo guardo e gli faccio:
-Buongiorno.
E il cassiere mi guarda come se fossi appena (non lo so?) sceso da un disco volante. E io:
-Che… che succede?
-Da stamattina alle otto lei è il primo che mi saluta…
Eh sì: evidentemente la gente, ormai, è talmente abituata a ordinare le cose su Amazon che… è abituata ad avere a che fare con dei robot, non con degli esseri umani.

Bene: abbiamo già parlato del mercato (se non avete visto quella puntata, ve la lascio linkata sul doobly-doo e sulla scheda), oggi invece vorrei parlarvi delle botteghe, che erano un'aggiunta al mercato: c'era il mercato per le cose molto generiche, ma per alcune cose c'era il bottegaio di fiducia, che è una figura che è rimasta per moltissimo tempo, tanto che oggi, nel momento della cosidetta «Grande Distribuzione Organizzata», si sta un po' tornando a questa filosofia del bottegaio di fiducia, però gestito dalla GDO, che è una cosa che ha i suoi punti positivi e negativi, sicuramente.
Comunque oggi parliamo delle botteghe, e lo facciamo in questa puntata di Diario di Viaggio on the road #OperazioneNostalgia
[♪♫♪]

La mia bisnonna materna, Angelina Ströbele (che abitava in Val di Non) era moglie di un bottegaio: Giuseppe il bottegaio, come era soprannominato in noneso: “Bepi Botejer”, perché innanzi tutto nei paesini c'era questa cosa di mettere il soprannome alle persone (in Sicilia è ancora molto attiva, ma comunque in molti paesini dell'entroterra italiano c'è ancora questa cosa di "avere il soprannome").
Giuseppe il Bottegaio, Bepi Bottejer, appunto "Bepi" anche perché chi si chiama Giuseppe in Trentino si chiama "Bepi": ne sa qualcosa l'amico palermitano trapiantato in Trentino Bepi Florio.
Ora, la bottega era il modo più veloce di acquistare i prodotti alimentari o quelle cose veloci che servivano, per le quali non si poteva aspettare - magari - il mercato settimanale: mi serve il pane adesso, mi serve la cosa qualsiasi, mi serve la pasta, mi serve il sugo, mi serve il prodotto per pulire per terra, velocemente.
E non si poteva aspettare il mercato settimanale, quello che non potevi aspettare lo andavi a prendere: per il pane c'era il panettiere, ma c'erano anche - appunto - le bottegucce che avevano magari il pane, ma nel frattempo vendevano anche qualcosa di correlato al pane.
Anche perché non c'erano grandissime marche, non c'era grandissima scelta, quindi avevi due~tre tipi diversi di pasta, c'avevi - non so - le conserve, c'avevi gli insaccati (i salumi e i formaggi) che magari erano prodotti locali, e poi c'avevi quel poco che arrivava da fuori: appunto (non so,) magari la pasta, qualche salsa particolare che non veniva dal territorio, veniva magari "importata" da un po' più lontano, dalla grande città, dalla Grande Distribuzione, che già nel passato c'era, però c'era questo rapporto di amicizia con il bottegaio, c'era quindi questo andare dal bottegaio:
-Buongiorno LUIGI, che cosa mi consigli stamattina? Prendo il prosciutto, oppure prendo il salame, che devono venire gli ospiti?
-Ah, guarda: c'ho questo prosciutto che è appena arrivato dalla città, è una cosa… è dolcissimo, fidati, sai… vuoi assaggiarlo?
Adesso tutte le norme di igiene, tutte queste situazioni, ma soprattutto questa grande distribuzione che rende le cose sempre più atone, sempre più un "prendere il carrello: mi scelgo io la roba!"
-Scusi: dove si trova la pasta?
-Ah: qui c'è tutto il reparto con centinaia di marche di pasta.
E allora decidi: no, questa sì, costa un po' di meno, però l'ho presa un paio di volte e non mi piace; questa tiene un po' meglio il sugo perché è trafilata al bronzo e questa ha un tempo di cottura un pochino più veloce.
Questa costa troppo, quindi amen!
Adesso viviamo, poi, nell'epoca in cui - letteralmente - se ho bisogno di qualcosa, anche da mangiare, posso farmi l'ordine online; non so: c'è l'Amazon consegna dei freschi entro le 12:00? Bene: alle 11:00 mi ordino una bella spigola, la carta stagnola, il sale grosso. il prezzemolo fresco… per le 11:50 comincio ad accendere il forno, mi arriva il corriere.
Apro la carta stagnola appena comprata, ci metto un bel po' di sale grosso, ci metto la spigola (che ci vuole un attimo a pulirla), mi faccio una bella spigola in crosta di sale al cartoccio così, senza essere dovuto uscire ad andare a comprare nessuno degli ingredienti.
Questo naturalmente da una parte rende le cose più pratiche, più veloci, più immediate: non c'è più la perdita di tempo. Addirittura guardando alcuni canali YouTube americani vedo che si cominciano a diffondere servizi (per il momento ne vedo molti negli USA, non so quanti ce ne siano in Europa, ma qualcuno comincia anche a muoversi), servizi come HelloFresh: non sai che cosa cucinare? Non c'è problema: HelloFresh ti manda, settimanalmente, gli ingredienti già pesati, già pronti solo da tagliuzzare e cucinare; sicuramente qualcosa di interessante, e cominciano a muoversi questi servizi, cominciano a essere pratici, cominciano a essere utili.
Però questo fa sì che si perda, sempre di più, il contatto umano: succede (come ho detto nell'introduzione) di arrivare al supermercato, dire "Buongiorno" al cassiere e il cassiere resta stupito e dice:
-È da stamattina alle otto: evidentemente sono un robot che passa le cose, lei è la PRIMA PERSONA che (al mezzogiorno!) mi dice buongiorno!
Non lo so: questa cosa delle bottegucce sta un po' tornando di moda, ma gestita dalla Grande Distribuzione, perché nei paesini periferici (in quei paesini da 100~200 persone) giustamente non ha senso andare a costruire il maxi-supermercato e allora le catene della GDO cercano di organizzare questi piccoli supermercati, queste piccole bottegucce appunto, con materiale che possa servire per riuscire a trovare nello stesso posto dal dentifricio al pane, alla frutta, ai giocattoli, alla roba da mangiare, ai prodotti per la pulizia, però senza puntare al gigantesco supermercato, la gigantesca superficie di vendita, perché naturalmente è uno spreco, ma anche non dicendo
"Va bene: ci sono dieci paesi da 50 abitanti a 3~4km uno dall'altro, in quello al centro facciamo il maxisupermercato!"
E quindi chi ha bisogno del pane, deve - per forza - pigliar la macchina e spostarsi, magari, di 10km per andare a comprare un filone di pane, perché non ci sono botteghe circostanti, quando si ha la maggiore comodità di avere la botteguccia, che magari non c'ha tutto quanto, ma quella cosa che ti serve urgentemente ce l'ha.
Tutto, però, con alle spalle la Grande Distribuzione: questa globalizzazione può essere vista positivamente e può essere vista negativamente.
Ecco quindi la mia domanda: voi che cosa ne pensate? Voi vi servite esclusivamente nei grandi supermercati, nelle grandi catene di distribuzione? Utilizzate la distribuzione online, vi servite di servizi come Amazon per la consegna dei freschi, o di HelloFresh o roba del genere?
Oppure no: ancora vi capita di andare nei mercati e nelle botteghe per la cosa da comprare velocemente? Andate ancora dal panettiere per farvi fare il pane fresco, oppure prendete il pane della grande distribuzione? Prendete il "Pane Industriale"?
Parliamone nei commenti qua sotto, oppure su Twitter con l'hashtag #DdVotr
Bene, io sono Grizzly, questo era #OperazioneNostalgia, come sempre vi invito a mettere pollice-in-alto, condividere questo vlog, iscrivetevi al canale: noi ci vediamo alla prossima puntata, ciao a tutti!

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